di Melissa Frulloni – Dopo la lunga chiusura obbligata dall’ ordinanza di comune e prefettura, ha riaperto, ieri, lo Zoo di Poppi. Come sempre, non ci siamo lasciati convincere dagli entusiasmi dei comunicati stampa, riportati in molti giornali locali, e da aspiranti buoni giornalisti siamo andati ad “investigare” sul campo, per dare un’occhiata da vicino alla struttura e alle condizioni degli animali. A febbraio erano state proprio queste a far chiudere temporaneamente la struttura, dopo un blitz congiunto di forestale, asl e carabinieri.
La cartina, che potete trovare all’ ingresso del parco, indica la presenza di ben 100 specie diverse anche se, nel nostro giro, ne abbiamo contate poco più di 30. L’orso bruno, gli asinelli, la volpe, le specie del parco acquatico e tutti gli altri animali che ognuno di noi ricorda di aver visto nel “vecchio” zoo, popolano il “rinato” giardino.
Benché, lo zoo avesse riannunciato la riapertura del parco, con tanto di inaugurazione, sono ancora presenti ruspe e operai che sono all’opera per sistemare le strutture, i viali e i giardinetti per i bambini, all’interno del parco. Rami e frasche sono cresciute in questi mesi, lungo i percorsi che portano alle gabbie e non sono stati ancora del tutto rimossi. Dal suolo spuntano tubi e sono numerose le buche. Capiamo la voglia di riaprire il parco da parte dei proprietari, soprattutto in tempo di crisi, ma ci sembra giusto sottolineare questi “difetti” che in un nuovo zoo, non dovrebbero esserci.
Veniamo agli animali, che sono i protagonisti di questo verde e grande parco. Sembrano in buona salute, sono tranquilli e i più si godono il fresco all’ombra della pineta, ma restano, comunque, animali cresciuti in cattività, che dovrebbero vivere ognuno in un habitat specifico e adatto a esigenze e abitudini di vita. Volpi argentine e linci, convivono nel medesimo territorio, anche se le fasce climatiche in cui dovrebbero stare sono molto diverse. Ci sono alcuni parchi zoologici e acquatici in Europa, come l’ ” Oceanario” di Lisbona, che offrono agli “animali ospiti”, diversi habitat, ognuno con caratteristiche climatiche diverse, che permettono alle varie specie di ambientarsi.
La BFF – Born Free Foundation – una ONG internazionale, ha condotto nel febbraio 2011, un’indagine minuziosa su duecento strutture europee dislocate in venti diversi paesi.
Le condizioni di milioni di questi animali sono agghiaccianti: autolesionismo, comportamenti innaturali e ripetitivi, iper aggressività, noia, apatia. Ognuno di noi, può solamente immaginare quello che sono costretti a subire questi animali che percepiscono emozioni, provano paura, solitudine e dolore proprio come noi. Lo Zoo di Poppi resta un parco verde bellissimo, immerso nelle Foreste Casentinesi e piacevole da visitare per una giornata con la famiglia o in compagnia di qualche amico. Preferiremmo, però, tornare a visitarlo solo per ammirare i suoi prati e per poter fare un pic-nic all’aria aperta. Non per guardare da un vetro o da una rete dei poveri animali che sono costretti a esibirsi giorno dopo giorno, per tutta la vita, davanti a persone che li vedono come cose e si divertono se si mettono in posa per scattare una foto.
La neonata bertuccia con i suoi genitori, veramente molto “umani”