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mercoledì, 24 Aprile 2024

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Una innovativa proposta (semiseria) per l’Ospedale del Casentino

Che noia, ormai, questa ciclica polemica sull’ospedale di Bibbiena. Da anni, ad ogni stagione, qualcuno si alza ed urla: ci chiudono l’ospedale! Oppure: ci chiudono la maternità! E subito il solito comitato si agita, inveisce, chiama a raccolta il popolo casentinese per difendere il suo ospedale. I sindaci si riuniscono, da soli o con il Direttore generale, poi alla fine escono i comunicati in cui ognuno racconta una cosa diversa, ma in cui prevalgono le assicurazioni: l’ospedale non chiude, la maternità rimane (per ora) , in attesa del nuovo pia no sanitario. Poi si vedrà!

Sono anni che si va avanti in questa stancante tiritera (soprattutto in prossimità di scadenze elettorali, che non mancano mai). Alla fine, a forza di gridare al lupo al lupo…qualcosa succederà.

Noi, comunque, per salvare l’ospedale (o il nosocomio come qualcuno in vena di nostalgie linguistiche, o per darsi un tono da aristocrazia culturale, ogni tanto dice) abbiamo pensato ad una ipotesi innovativa, ma coerente con chi ritiene che i piccoli ospedali si possono salvare solo trasformandoli in cliniche specialistiche monotematiche.

E noi pensiamo che la scelta più opportuna, in questa stagione, sarebbe di trasformare il nostro nosocomio in Ospedale psichiatrico. Ma non generico, bensì specializzato nella cura psichiatrica e psichica delle malattie da usura politico-amministrativa e della sindrome di Stendhal da bellezza del potere!

La clientela sarebbe assicurata, visto lo stato della salute mentale dei nostri amministratori locali in questa calda estate.

L’idea ci è venuta leggendo i vari comunicati dei nostri sindaci, che hanno dato inizio ad un dibattito surreale con proclami che sembrano presi dalle migliori opere comiche della storia letteraria. Ma che in realtà sono il sintomo evidente di una malattia nervosa, una specie di sindrome da onnipotenza, che prende gli eletti dal popolo, quando si sentono inviati dalla divina provvidenza a salvare il proprio popolo!

Sembrava, dopo le elezioni del 2014 che fosse scoppiata la pace, che tutti i sindaci si volessero bene, che andassero d’amore e d’accordo. Poi, all’improvviso, l’impazzimento generale!

Così abbiamo assistito a Sindaci tutti alla ricerca del kilt scozzese come nuova divisa istituzionale (chissà poi perché ! Forse sindrome da Braveheart?) . Già si vedono con la lancia in resta o la spada in mano a combattere tutti quelli che scozzesi non sono.

Ha cominciato il Lillo da Strada a buttarsi nella pugna, a sostegno del Masaniello di Bibbiena. Ma più che uno scozzese ci è sembrato un Brancaleone! Ed ora esulta per l’uscita di Poppi dalla Unione dei comuni. Meglio pochi, ma buoni, e scozzesi, ovviamente. Ma insieme minaccia: si ricordi il Toni da Poppi, che è un mio dipendente (nel senso di U.d.C)., Il senso di proprietà delle istituzioni non ha limiti!

Il Masaniello bibbienese (quello civico contro tutti i politici) si è conquistato, poi, il minisindaco uscente di Ortignano, nel ruolo di cavalier servente, ( o di cortigiano, così fa anche rima) ma sempre più simile a un Sancho Panza al seguito di un donchisciotte della mancia.

A Rassina, un neo sindaco di cui non conosciamo i i prestigiosi precedenti politici, dopo la sua elezione, anche lui colpito da delirio di onnipotenza ha mandato a quel paese tutti suoi sostenitori, anche i residui della sezione del PD, per seguire la sua strada di cavaliere solitario senza macchia e senza paura, incaricato da dio stesso di una mission sovrannaturale.

Ed infine, dopo un lungo silenzio (tipico degli aristocratici castellani) e dopo essere rimasto chiuso per mesi nella sua fortezza-castello,anche il sindaco di Poppi, il Toni, ha iniziato la sua solitaria pugna contro il mondo cattivo che vorrebbe togliere un po’ di potere al castellano ed ha decretato: nessuno osi prendere decisioni non autorizzate dallo stesso conte novello Guidi.
Ma non possiamo dimenticare poi il sindaco di Montemignaio, che dopo aver boicottato la fusione con Castel san Niccolò per difendere l’autonomia della storica comunità montemignaiense, richiama ora all’ordine i colleghi per trovare unità di intenti. E il Tellini da Chiusi della Verna (anzi sarebbe più giusto dire dal Corsalone) infilato il saio francescano, forse immedesimatosi nel nuovo papa o ritenendosi un suo cardinale, si è buttato lancia in resta a difendere la storia e la tradizione di questo storico comune, già alleato con Firenze, quindi figurarsi se può confondersi con i poveri Casentinesi. In questo appoggiato da un assessore (Farini) che abita a Bibbiena, ma che grida che da Bibbiena non si potrebbe amministrare il comune della Verna.

Insomma, i Casentinesi si trovano a dover fare i conti con sindaci che o si credono Napoleone, o Breveheart, o Masaniello o San Francesco ma che…ci sembrano tutti più assomigliare a tanti don Chisciotte che combattono contro mulini a vento da loro stessi si immaginati! Ovviamente accompagnati da tanti sancho panza, che non mancano mai nel panorama politico.

In questa situazione, constatato l’evidente precario stato di salute mentale di questi nostri amministratori, ci sembra che trasformare l’ ospedale in clinica psichiatrica per amministratori affetti da sindrome di onnipotenza, aggravata da mania di persecuzione, sarebbe una idea innovativa, una specializzazione originale e con numerosi utenti assicurati.

Ed i casentinesi forse, dopo un indispensabile TSO emesso nei confronti degli stessi loro amministratori, potrebbero così tornare alla normalità!

Luca Tafi, SEL Casentino

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