testo e foto di Andrea Barghi Goaskim – Alzarsi la mattina prima dell’alba, non è un problema per chi ama fare escursioni, o camminare, tra le meravigliose foreste casentinesi. Sa che incontrerà il sole alla sua nascita e che questo lo elargirà di emozioni, apprezzerà i caldi colori delle prime lame di luce che s’insinuano tra le faggete di crinale, e sa che la fatica sarà ricompensata dalla visione di paesaggi stupendi, e anche da incontri ravvicinati con animali selvatici. Gioirà della soddisfazione di scaldarsi un caffè, o un tè nel fornellino, che ogni escursionista che si deve porta sempre con sé, come pure la macchina fotografica.
Assaporerà l’aria fresca, finissima e non inquinata, ascolterà il fruscio delle foglie mosse dal debole vento, che all’arrivo del sole scomparirà per tornare la sera, il tramonto infuocherà le vette e lo scenario sarà cambiato, lasciando il ricordo dell’avventura giornaliera. Tutto questo succede nel mese di luglio, a chi preferisce entrare in se stesso, e gioire del fascino evocativo che le prime luci dell’alba contengono e trasmettono a chi le ascolta. Quando il sole indorerà gran parte della foresta, l’escursionista godrà appieno del paesaggio che si presenta davanti ai propri occhi, il silenzio lo aiuterà a ricordare che la bellezza salverà il mondo.
Coloro che si trovano su una vetta in attesa della nascita del sole ammirando le foreste, sono rispettosi di quanto li circonda. Non gli importa che sentiero percorrere e quali luoghi visitare, o se incontreranno o no animali, quello che cercano è l’emozione e il piacere nel vivere la natura che permette loro di incontrare se stessi, lontani dal caos del mondo e da tante sciocche situazioni che succedono nel vivere a contatto con la gente, ed è il sentire la “chiamata” che li spinge a fare, per noi, levatacce quando la Luna o le stelle stanno ancora in cielo. Stare a contatto con la natura permette loro di rigenerarsi, capire il mondo e scoprire quanto inutili siano le prese di posizione, le impuntature e, peggio ancora, le attese. In questo le foreste casentinesi sono una tappa d’obbligo, come fosse un luogo segreto dove concederci a noi stessi in totale libertà.
Non dobbiamo fidarci però degli occhi fisici, essi ci raccontano ciò che vedono, non ciò che sentono, illudendoci talmente da farci dire che le foreste casentinesi le conosciamo a memoria, ma non è così. Ogni volta che entriamo in quel mondo verde, se attenti, ci accorgiamo che è sempre diverso, nuovo e vivificatrice per la nostra anima. Dovremmo lasciar stare la conoscenza che abbiamo di quel luogo e far conto di entraci, in punta di piedi, per la prima volta. Forse farò un paragone stupido, ma un po’ è come esser sposati o convivere da moltissimi anni e dare per scontato le cose che il nostro partner fa, come fosse un déjà vu… ed è questo lo sbaglio.
Se ogni volta che entriamo in foresta, o facciamo l’amore con la nostra compagna/o, moglie/marito, lo facessimo come fosse la prima volta, lasciando andare quel che sappiamo e rimanendo in ascolto di quel che sentiamo, un universo di sensazioni si rivelerà al nostro cuore, proiettandoci in un momento mistico, magico, dove la surreale atmosfera ci donerà più consapevolezza.
Esorto ad alzarci presto per giungere in tempo alla nascita del sole, perché sarà per tutti noi un nuovo ed entusiastico viaggio, permettendoci di rinascere nell’incredibile nuovo mondo che ci circonda, accorgendoci che non lo conosciamo affatto.