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venerdì, 26 Aprile 2024

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Una scuola piccola piccola

di Mauro Meschini – La legge di Bilancio approvata nello scorso dicembre contiene norme che sono destinate a pesare non poco sul futuro dell’istruzione pubblica, la decisione infatti di alzare il numero di studenti previsto per ogni istituto comprensivo o scolastico da 600 a 900 causerà accorpamenti che potrebbero portare non solo difficoltà nella gestione di istituti comprensivi e scolastici con un numero di studenti molto maggiore, ma anche pesanti ripercussioni sull’occupazione e sulla qualità della didattica. La scure calata dal Governo di destra dovrebbe avere i suoi effetti dall’Anno Scolastico 2024/2025, ma già nel prossimo settembre si potrebbero vedere i primi effetti negativi in alcune scuole.

Anche la Toscana e il Casentino non sono naturalmente esentati da questo terremoto e, secondo la Flc Cgil Toscana, tra i 472 istituti della Regione ce ne sono 40 a rischio tra comprensivi e superiori. Su questa strada si apre anche un problema lavoro: a rischiarlo, sono circa 150 addetti Ata e una cinquantina di docenti. Oltre ad una quarantina di dirigenti scolastici e altrettanti Dsga.

Il segretario della Flc Cgil Toscana Pasquale Cuomo, su quanto potrebbe accadere se venisse attuato quanto deciso, sottolinea alcuni aspetti che interessano da vicino anche il territorio casentinese. «Accorpare istituti e tagliare sugli organici significa che alcune scuole rischiano di chiudere, lasciando sguarnite soprattutto le aree interne che già soffrono di gravi carenze nei servizi. Così si aumentano le diseguaglianze già presenti anche nella nostra regione. La scuola è un presidio fondamentale, così come la sanità».

Arrivando così nel nostro territorio circolano, sempre su iniziativa della Cgil, ipotesi che potrebbero vedere l’Istituto Comprensivo di Poppi fondersi con quello di Pratovecchio Stia; l’Istituto Comprensivo di Soci fondersi con Bibbiena; e ancora Castel Focognano con Capolona, provocando in questo caso anche uno squilibrio territoriale nell’organizzazione complessiva del sistema scolastico. Parlando poi di scuole superiori anche i due Istituti di Poppi e Bibbiena potrebbero vedere messa in discussione la loro organizzazione.

Insomma come si vede le prospettive sono tutt’altro che rosee anche perché un accorpamento, come si può dedurre dai dati sopra pubblicati, non comporta solo avere un dirigente scolastico dove prima ne avevamo due, ma amplifica e porta su un’area più vasta i limiti che già adesso vedono nelle scuole italiane carenza di docenti, classi “pollaio” e impossibilità di dedicare a tutti gli studenti l’attenzione e il tempo che sarebbero necessari. Ma in fondo, se anche chi è asceso ai vertici del Paese da pochi mesi pensa che la scuola sia una voce del bilancio su cui si può risparmiare non possiamo certo aspettarci niente di diverso.

A questo punto viene da chiedersi cosa sia necessario fare per cercare di arginare questa pericolosa deriva. La Regione Toscana, come altre, ha dato mandato all’Avvocatura regionale di ricorrere davanti alla Corte costituzionale contro la nuova disciplina di riorganizzazione della rete scolastica contenuta nell’ultima legge di bilancio, una buona notizia ma sarebbe certo importante che anche nel nostro territorio le Amministrazioni iniziassero a muoversi cercando di superare interessi di bottega per salvaguardare il bene primario dell’istruzione pubblica.

Non sappiamo se e quanto la nostra frammentata vallata potrà essere davvero ascoltata, da parte nostra ci permettiamo, visto che la questione è stata negli ultimi mesi rilanciata, di proporre, e riproporre, un’idea in merito all’organizzazione scolastica casentinese. Se è sicuramente importante garantire un’organizzazione territoriale che preveda una presenza diffusa sul territorio di scuole per l’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, in modo da rimanere vicini e presenti nei diversi centri e frazioni del Casentino.

Potrebbe essere altrettanto importante e auspicabile, per le caratteristiche dell’utenza e le specificità degli insegnamenti, una maggiore concentrazione dell’offerta per le scuole superiori in una struttura in grado di garantire anche un contesto più facilmente raggiungibile e molto più attrezzato. A questo proposito, come detto, è stata recentemente rilanciata una nostra proposta sulla creazione di un unico polo scolastico superiore al Corsalone, in grado di potenziare l’offerta di corsi di studio diventando così possibile punto di attrazione anche per studenti provenienti da fuori della vallata.

Bene, la questione è sul piatto e non deve essere ignorata, o almeno si dovrebbe avere il coraggio di dire che non la si condivide. Il tradizionale silenzio della politica che dalle nostre parti segue proposte e iniziative quando partono da altri soggetti in questo caso rischia davvero di fare molto male al Casentino anche perché il rischio è che, come per gli accorpamenti, poi qualcuno dall’alto arrivi e pensi direttamente a sistemare le cose, ma sicuramente in quel caso non saranno certo le soluzioni ottimali che una politica lungimirante potrebbe costruire adesso.

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