di Melissa Frulloni – Un vento leggero sposta piano le foglie. Il verde brillante lascia passare il sole. Qui è meno potente, filtrato da un’ombra gentile e un’aria buona che in foresta si ha la fortuna di respirare. Intorno il silenzio interrotto dai rumori del bosco e da quel torrente che rinfresca ancora di più. Un momento di pace, di solitudine, nell’abbraccio degli alberi. Lontano dal caldo opprimente della valle, qui tutto sembra più quieto e aiuta a sopportare meglio quel cielo rumoroso e pesante che l’estate porta con sé.
In Casentino, spostandosi poco più in alto rispetto ai nostri paesi, si può vivere tutto questo, rifugiandosi nel fresco del bosco e sfuggendo così alla canicola che ormai tiene in ostaggio anche la nostra vallata. La copertina di questo mese ci ha evocato tutto questo e molto di più, portandoci lontano da questa scrivania e da questo climatizzatore acceso; ci permette quasi di percepire il rumore e il freddo di quell’acqua. Niente spiagge affollate, niente sole a picco, qui non si suda nemmeno, cullati da un relax che solo gli alberi di queste foreste ci sanno regalare.
Un’immagine che è la stessa che ritroverete anche come cover del libretto degli eventi dell’estate casentinese, un opuscolo diventato mitico, imperdibile, il cui arrivo nei locali, bar e attività commerciali della vallata decreta finalmente l’inizio dell’estate e… delle sagre! Lo troverete anche come inserto allegato a questo numero di CASENTINO2000, sempre gratis! Dicevamo, le sagre. Insieme al bosco sono la cosa che meglio rappresenta la nostra vallata in questo periodo dell’anno.
Ne parliamo ogni stagione estiva, sempre perché ci ricordano quanto di bello e di buono abbiamo in Casentino, a livello culinario in primis, ma anche a livello umano e sociale. Le sagre, così come tutte le altre feste e manifestazioni che si svolgeranno nei prossimi mesi, sono la testimonianza di una comunità che c’è, che vive, esiste, suda e si muove sotto il cielo estivo per farci mangiare, bere e stare in compagnia. Sì, perché dietro a tutti questi eventi ci sono dei paesi interi, famiglie, ragazzi, ragazze, persone anziane e anche bambini, ognuno impegnato per la buona riuscita della festa.
C’è chi sta in cucina, chi aiuta a sistemare i tavoli, chi fa il cameriere, chi monta il palco, chi lo smonta, chi pulisce, chi aiuta come può in una macchina artigianale, ma perfetta che mette in moto tantissime persone. Volontari si intende, votati ad un’unica missione, fare qualcosa per il proprio paese e per far conoscere a tutti i conterranei che cosa ha di buono da offrire. Questo volontariato si attiva proprio nei mesi estivi, quando invece verrebbe da pensare che la gente è in ferie e ha voglia di sbattersi poco, già c’è da sopportare il caldo.
Invece è proprio con il solleone che nei paesi più piccoli della vallata i casentinesi danno il meglio di sé. Moggiona, Corezzo, Partina, Cetica, Prato di Strada, Badia… E tutti gli altri (perdonateci!). Ne citiamo solo alcuni giusto per prendere ad esempio quelli più lontani e che apparentemente potrebbero avere problemi a trovare persone disposte a dare una mano. Invece, se avete frequentato le feste e le sagre di questi (e degli altri paesi) – e siamo sicuri che le visitate ogni anno – saprete chi ci vive è in prima linea per assicurarci tortelli, rocchi, fuochi d’artificio, birre fresche, condivisione e vicinanza.
E tra loro fa bene vedere che ci sono moltissimi giovani, nuove leve pronte a portare avanti le tradizioni della propria comunità. A fianco di questi volontari non possiamo non citare quelli delle Misericordie e della Croce Rossa che anche, forse meglio dire soprattutto, in estate vigilano sulla nostra salute e sicurezza facendoci godere sagre e manifestazioni in tranquillità. Lo spirito che ci permettono di vivere durante queste feste è bello tanto quanto le bontà che ci servono nei piatti. Insieme danno vita ad una combinazione vincente che rende questa stagione speciale.
E allora ci siamo, volontari schierati, griglie calde, pasta fresca tirata e libretto degli eventi alla mano, siamo pronti a viverci un’altra estate casentinese.