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venerdì, 19 Aprile 2024

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W la pappa col pomodoro! (Lo svezzamento, parte prima)

di Antonella Oddone – L’introduzione di alimenti diversi dal latte materno è stata nei secoli appannaggio della famiglia: nonne, zie, mamme e vicine di casa si tramandavano un sapere pratico e antico. Le pietanze erano semplici e genuine (non esisteva ancora il cibo spazzatura) adeguatamente tritate, a volte addirittura masticate. Negli anni ’60 (boom economico e boom di nascite) si è creduto, o meglio ci è stato fatto credere, che gli alimenti preparati dall’industria fossero il meglio per i nostri bambini. E così via libera a latti adattati, omogeneizzati e pappine varie. E via libera ai pellegrinaggi dal pediatra per sapere come destreggiarsi tra le tante proposte: ogni pediatra aveva la sua formula magica, ovvero un triste foglietto prestampato con dosi e orari.

Per carità, gli omogeneizzati sono sterili e controllati, pesticidi e contaminanti sono ridotti al minimo, ma… il sapore è sempre quello, il bambino non si abitua alla varietà e la sterilità che senso ha? Tutte le precauzioni igieniche sono indispensabili, ma il nostro piccolino deve essere libero di incontrare e riconoscere i germi ambientali per poter sviluppare un buon sistema immunitario. Insomma sarebbe giusto che i genitori si riappropriassero del proprio ruolo, e compito del pediatra di famiglia dovrebbe essere quello di accompagnarli nelle giuste scelte: la prima cosa da insegnare ai genitori sono i principi di una sana e corretta alimentazione.

Sappiamo che il bambino si gratifica nel mangiare le stesse cose che vede mangiare ai genitori, ed è risaputo che durante i pasti consumati insieme si produce ossitocina, l’ormone dell’attaccamento. Quindi prima regola è mangiare tutti insieme le stesse pietanze (tritando o sfilettando quelle destinate al bambino). Seconda regola: gli alimenti devono essere genuini, possibilmente locali, evitando il più possibile i prodotti preconfezionati e privilegiando quelli a filiera corta. Terza regola: abituare i bambini alla varietà e alla moderazione, seguendo le indicazioni della piramide alimentare mediterranea (ovvero la rappresentazione grafica di una sana e corretta alimentazione).

Detto questo qualche idea per iniziare: ci sono tante ricettine di alimenti veloci da preparare e da mangiare tutti insieme senza perdere tempo a frullare o tritare. Nella mia Toscana la pappa principe è quella al pomodoro. E poi passati di verdura di stagione in grande varietà, minestra di fagioli, ceci o lenticchie, ravioli nudi, gnocchi di patate, vellutata di zucca, stracciatella e passatelli, ribollita, zuppa di cipolle e minestra di pane, polenta di castagne con la ricotta, polenta gialla con il sugo tritato fine o con i formaggi. Molte di queste pietanze sono piatti unici: ai passati di verdura basta aggiungere semolino, olio evo e parmigiano per renderle un alimento completo. Il parmigiano dà anche sapidità, dato che sale e zucchero almeno nel primo anno sono proibiti. Per questo motivo via libera anche a tutto ciò che può dare sapore: aglio, cipolla, erbe aromatiche.

E i secondi, ovvero le pietanze ricche di proteine? Nessuna preclusione, ma dobbiamo fare attenzione alla quantità: sappiamo infatti che l’eccesso proteico è dannoso perché provoca l’aumento del numero degli adipociti e predispone alla sindrome metabolica; sono quindi sufficienti 15-20 grammi di carne, formaggio o pesce oppure un uovo ben cotto. Uova strapazzate, polpettine di carne o pesce con verdure tritate o patate, frittelle con l’uovo e fiori di zucca, insomma una quantità infinita di varianti, seguendo i ritmi della natura. Ritmi che vanno seguiti anche nel proporre frutta e verdura, alimenti indispensabili ma spesso non graditi al bambino, che non amano il retrogusto acido della frutta e quello amarognolo delle verdure; il segreto come sempre è l’esempio. E poi la pazienza: all’ennesimo tentativo l‘assaggio è assicurato.

Il gusto non è immutabile, si può educare!

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