Com’è cambiata la Sanità in Casentino ma soprattutto com’ è cambiata la Politica ed i politici. Per fare le scelte degli anni 80, chiudere due Ospedali per averne uno ci fu un coinvolgimento totale. Vi furono assemblee partecipate e combattute, dialogo serrato e aperto se non vere battaglie accalorate tra Istituzioni e cittadini. Tutti ebbero la possibilità di esprimere il proprio pensiero e le Istituzioni non si nascondevano ma prendevano le decisioni in mezzo ai cittadini.
Avevamo tre Ospedali allora e visto con gli occhi di oggi senza dubbio troppi. Ma anche passare dal troppo al nulla il salto è enorme ed i cittadini del Casentino si sentono scaricati dalla politica locale che non li tutela, non li sa tutelare o forse; questa è la vera domanda che tutti si pongono, non li vuole tutelare.
Fare un nuovo Monoblocco Ospedaliero e completarlo dopo anni di progettazioni, appalti di lavori, fallimenti delle ditte appaltatrici è costato alla data del 2007, 8 milioni di euro fagocitando 6 miliardi delle vecchie lire stanziati dall’ allora Presidente Regionale Martini, per gli anni 98/99/e 2000 per le Aree montane del Casentino, della Garfagnana e della Lunigiana. 2 Miliardi l’anno erogati per progetti sperimentali, dato che era opinione comune che la Sanità in Montagna necessitasse di tutele e di investimenti. Negli anni successivi furono spesi ulteriori 3 milioni e mezzo di euro circa per il rinnovo e la messa a norma delle Sale Operatorie che una volta ultimate risultavano le più moderne tecnologiche e funzionali dell’ intera ASL 8.
In base alle vecchie leggi di tutela della Montagna vigevano norme regionali che prevedevano il mantenimento dell’Ospedale di zona Montana la dove erano presenti le Comunità Montane, come a sancire la necessità e l’ indispensabilità per le popolazioni residenti che vi fosse un’ Ospedale che garantisse risposte sanitarie adeguate tempestive sia in emergenza urgenza che nell’ ordinario.
Anche oggi ad onor del vero ci sarebbero norme e Decreti Ministeriali a tutela delle Aree Disagiate che prevedono, la permanenza dei Punti Nascita anche al di sotto dei 500 parti annui previsti dall’ OMS, (Organizzazione Mondiale Sanità) “Decreto Lorenzin” ottobre 2015, e la permanenza dell’ Ospedale con un Pronto Soccorso sancito dal Decreto Balduzzi al punto 9.2.2 e ripreso dal DM 70 sempre al punto 9.2.2 che in base al DM 27/03/92 delinea l’ Organizzazione di Chirurgia D’ Urgenza e Pronto Soccorso che un Presidio Ospedaliero di area disagiata anche al di sotto degli 80.000 abitanti può e dovrebbe avere.
Nel DM 27/03/92 si parla di Chirurgia d’Urgenza, Pronto Soccorso ed Anestesia e Rianimazione sulle 24 ore.
Quanti tra i politici del nostro Casentino Sindaci Assessori e Consiglieri sanno queste cose? Quanti tra loro sono disposti a lottare ricorrendo a queste norme ed a difendere il nostro Ospedale? L’ impressione che se ne trae ed è parere comune nel nostro Comitato che nessuno dei politici ad oggi si sia imposto ed opposto ai diktat Regionali mascherati da belle parole di smontare pezzo dopo pezzo gli Ospedali di area disagiata in tutta la Toscana. La Regione tramite le Aree Vaste oggi e le ASL ieri non ha il coraggio di chiuderli ne tanto meno di dirlo chiaramente anzi nei proclami dichiarano la loro verginità a tale ipotesi e parlano di trasformazione e potenziamento ogni volta che riducono un reparto o un servizio.
Ci sono precedenti eclatanti come l’Ospedale Pacini della Montagna Pistoiese. Si leggono ed interpretano come già avvenuto nel passato, chiari segnali ostruzionistici; attraverso manovre restrittive continue operate sulla Chirurgia Generale di Bibbiena ma anche della Lunigiana che passano prima da una dichiarata chiusura della Chirurgia d’Urgenza per poi arrivare nei mesi successivi alla chiusura generale della Chirurgia stessa. La conseguenza inevitabile e successiva sarà la chiusura anche della Rianimazione. Conclusione; quello che era un Ospedale vero e per acuti di Ospedale non avrà più nemmeno la parvenza ma sarà trasformato in PIOT presidio Integrato Ospedale Territorio. Avremo un Ospedale di Comunità o di Prossimità, nome già accreditato dal Direttore di Programmazione dell’ Area Vasta Sud Est Valtere Giovannini nell’ Ultima assemblea a Bibbiena del 06 /09/16.)
C’ hanno fatto credere che la chiusura del Punto Nascita era inevitabile perchè non sicuro quando nel 2014 era stato certificato dalla Regione Toscana come il reparto a minor mortalità neonatale e quindi tra i più sicuri nella nostra regione. Hanno detto che non ce la potevamo più permettere perchè i costi per mantenere uno staff di primo livello aggiornato ed efficiente sono alti quando per anni il Direttore Generale Enrico Desideri c’ ha detto che il Punto Nascita era un fiore all’ occhiello un punto d’ eccellenza attrattivo e meno costoso in quanto le prestazioni erogate in un piccolo Ospedale se ben gestito come personale e tecnologie erano inferiori a quelle erogate in Ospedali più grandi e sarebbe stato improduttivo chiuderli.
Per anni ci hanno incantato e promesso garanzie di mantenimento e potenziamenti vari mentre si applicava pedissequamente ciò che la Toscana chiedeva. Portare a chiusura il Punto Nascita, decisione assunta dalla Regione Toscana nel 2010, parole scritte da Valtere Giovannini su Casentino 2000 dell’ aprile 2016.
POSSIBILE CHE “ tecniche di boicottaggio” SIANO STATE USATE per chiudere il Punto Nascita?
POSSIBILE CHE OGGI USINO LA STESSE TECNICHE per la Chirurgia, per il Pronto Soccorso e per la Rianimazione??
SEMBRA CHE STIANO dirottando molti pazienti sia dal territorio ma soprattutto dall’ Ospedale del Casentino ad Arezzo con l’ Intento di far calare l’ affluenza e di conseguenza i numeri, basta che qualcuno, chi in dovere di sorvegliare vada a controllare ciò che sta avvenendo dal gennaio ad oggi.
Se gli accessi al P.S. scendessero al di sotto dei 6000 annui secondo le norme ed i parametri vigenti non avremmo più diritto ad un Pronto Soccorso.
Negli anni 2010/11/12 venivano fatti gli osservatori della Montagna, (Dove si faceva programmazione sanitaria con l’ apporto di Professionisti del settore Sanitario afferenti anche da fuori zona) richiesti ed organizzati tra la ASL ed il Comitato Salute Casentinese, (Comitato nato nel 2008 con Massimo Ceccherini Presidente, Renato Nassini Vicepresidente ed i componenti Bobini Marziali, Gambineri ed altri) Comitato molto combattivo e partecipativo che riusciva a coinvolgere anche le istituzioni locali e le risposte, la qualità delle prestazioni del nostro Ospedale erano di prim’ ordine.
Adesso il nostro Casentino subisce un’ involuzione senza precedenti. Una dittatura da parte della Regione Toscana che mina i servizi sanitari della nostra vallata smontando l’ Ospedale pezzo per pezzo con la scusa di una fantomatica riorganizzazione, potenziamento o adeguatezza sulla base di ipotetici numeri che nulla spiegano della inadeguatezza di ciò che stanno facendo ed il tutto nella totale mancanza o apatia dei Sindaci.
Questo è successo per la chiusura del Punto Nascita sempre smentita da tutti, Dirigenti ASL e Sindaci che anzi minacciavano Guerre ad oltranza; “Vedi Dichiarazioni del Presidente Della Conferenza dei Sindaci ad Arezzo Notizie qualche mese prima della chiusura”. La realtà apparsa successivamente è stata un ATTO PERNICIOSO senza precedenti per la popolazione casentinese.
Che delusione!!!SEMBRA ADDIRITTURA CHE SI SIA SVOLTA una trattativa segreta durata un anno tra la ASL 8 ed I Sindaci per un totale di circa 8 incontri per chiudere un reparto che era un gioiello. La popolazione sempre tenuta all’ oscuro ed i Sindaci compatti ad esclusione del Sindaco Di Castel San Niccolò che firmano il nuovo Patto Territoriale con la Chiusura del Punto nascita (vero vanto e gioiello) nel febbraio 2016 nonostante l’ appello loro rivolto, da una delegazione composta dai rappresentanti del Comitato Locale e dal Crest che li richiamava alla riflessione e a non firmare precipitosamente prima di fare un’ assemblea pubblica.
Non possiamo che evidenziare nella nostra vallata il totale distacco tra istituzioni e Cittadini mentre in altre parti d’ Italia vi sono Sindaci che riescono, con le loro battaglie a fianco di Comitati civici e Cittadini a non far chiudere I loro servizi ed i Punti Nascita. http://www.comune.bronte.ct.it/Comunicati_stampa/ComunicatiStampa/default.aspx?0*405*0*1
I Cittadini tutti, e noi che abbiamo formato il nuovo Comitato Nascere e Vivere in Casentino ci domandiamo quale sarà il nostro destino e quali garanzie di sopravvivenza potremo avere in caso d’ emergenza urgenza in una vallata disagiata, già mortificata da una viabilità pessima, con località molto distanti dalla città di Arezzo sede dell’ Ospedale di riferimento Provinciale. I tempi di percorrenza per raggiungere l’ Ospedale San Donato da molti paesi del Casentino sono di oltre un’ ora con serio pericolo di sopravvivenza con aggiunta nel migliore dei casi di reali svantaggi economici, logistici, e organizzativi che tale spostamento comporta. Per concludere ci domandiamo; se davvero come cittadini e come unica opzione saremo destinati a doverci rivolgere al solo Ospedale di Arezzo si può parlare in questo caso di abbandono del cittadino al proprio destino e mancata assistenza con palese violazione dell’ Art. 32 della Costituzione?
Per cui; Qual’ è il destino prospettato da questa classe politica per i nostri figli e nipoti in mancanza di lavoro di sanità e di tutele? Chi sarebbe così pazzo da investire o venire ad abitare il Casentino?
E’ veramente questa la classe politica di cui abbiamo bisogno? Sicuramente no, noi non ci stiamo affatto ed è per questo che siamo nati, che intendiamo informare i Cittadini, informazione a 360 gradi. Chiederemo ed organizzeremo incontri oltre a mettere in atto forme di protesta per combattere anche legalmente e penalmente chi si rende responsabile di malasanità e di abbandono creando danno irreparabili alla salute dei Cittadini violando la costituzione e privando gli stessi di tutele nelle forme più antidemocratiche possibili scavalcandoli e senza coinvolgerli od informarli nelle decisioni prese.
A cura del Comitato Nascere e Vivere in Casentino