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mercoledì, 7 Maggio 2025

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Giacomo Fani, ambasciatore del vino italiano

di Francesco Benucci – “In vino veritas”… e molto di più. Precisiamo: nessuno vuole mettere in dubbio la saggezza del proverbio latino che allude alle veritiere discussioni generate dal bere vino rilassandosi e allentando così i freni inibitori. Tuttavia la pur corretta interpretazione data dall’aforisma suddetto risulta quasi riduttiva: una bottiglia di rosso, bianco o simili, ancor prima di ammantarsi della citata sincerità, presuppone un incontro, incentiva il dialogo, alimenta i rapporti interpersonali, esalta il dono della parola.
Chiedere, per conferme, a Giacomo Fani, un casentinese che, oltre a queste peculiarità, ha trovato, nella bevanda in oggetto, il trait d’union nonché la perfetta sintesi delle sue due passioni: le lingue e l’attrazione per i viaggi. Tutto inizia un giugno di 16 anni fa quando Giacomo, dopo varie esperienze in settori diversi (3 anni nel florovivaismo, 2 anni nella moda settore tessile, 3 anni come docente di lingue), si ritrova senza cattedra a causa della preventivata scadenza del contratto. È in questo contesto che la sua attenzione viene colpita da un annuncio di Frescobaldi in cui la celebre azienda vinicola dichiara di cercare un responsabile commerciale estero con, come requisito, la conoscenza di 4 lingue. Il nostro, anche in virtù della sua padronanza di tedesco, francese, inglese e spagnolo e delle sue basi di russo, si getta in un’avventura che, però, pensa di breve durata sia per il desiderio di tornare in aula sia per una passione per il prodotto principe della storica casa toscana ancora acerba. E invece… e invece Giacomo scrive una storia diversa. Ma foriera di soddisfazioni.
In primis, intravede la possibilità di cimentarsi nell’ambito delle pubbliche relazioni a lui più congeniale. In secondo luogo si sviluppa, in fieri, in divenire, quell’amore per il vino che diverrà un tratto caratteristico del suo modus vivendi. Sulle ali di una nuova prospettiva di vita giunge così a ricoprire le sue attuali mansioni di public relations and hospitality manager, deputato cioè a curare i rapporti con i giornalisti e ad accogliere nelle tenute Frescobaldi tutto il mondo che visita l’impresa italiana in casa propria. Non solo, il nostro svolge altresì un’attività di brand ambassador che consiste nell’andare all’estero e promuovere l’immagine aziendale tramite l’organizzazione di eventi ad hoc. È soprattutto in conseguenza di ciò che Giacomo ha potuto, unendo l’utile al dilettevole, consolidare una sua antecedente passione, quella per i viaggi: già durante il suo iter scolastico non erano mancate esperienze in giro per l’Italia e l’Europa, sempre stimolate dal desiderio “di ampliare la superficie terrestre delle relazioni umane” e sempre corroborate, su un binario parallelo, dall’amore per le lingue straniere, lingue che il casentinese “viaggiante” considera interiorizzate del tutto solo quando riesce a farne un tramite per esprimere la propria emotività. Un po’ come lo stesso vino, un prodotto la cui descrizione richiede sensibilità, che riscalda, che, sovente, regala emozioni e che offre stimoli conviviali.
Ne sa qualcosa Giacomo che ormai ha unito al piacere del vino quello per l’enogastronomia a tutto tondo (i cosiddetti viaggi del gusto) fregiandosi del compito di promuovere l’eccellenza nostrana nel mondo: in fondo, un vino DOC non è forse, in scala ridotta, un’immagine di un’Italia altrettanto DOC? Così, tra l’impegno profuso nel creare un percorso enogastronomico di filiera corta che comprenda il cibo accanto al vino e viaggi, come l’ultimo a Bordeaux, tesi alla conoscenza sic et simpliciter di nuovi territori a caccia di idee, spunti, elementi di confronto, il brand ambassador valligiano oscilla tra Stati Uniti ed Europa regalandosi emozioni uniche sia nei momenti lavorativi sia nel risicato tempo libero nell’ambito del quale non rinuncia mai ad avere un’immagine a 360 gradi del paese visitato mediante la ricerca delle sue bellezze artistiche e paesaggistiche. E d’altronde, in una sorta di do ut des, anche nel corso dei viaggi di piacere, come nell’adorata Spagna, gli aspetti culturali vanno sempre di pari passo con i piaceri della tavola. In questo giro del mondo del Marco Polo casentinese alcune “stazioni” sono rimaste nel cuore più di altre, ad esempio la California, che a livello vinicolo palesa radici molto interessanti, e la Germania, in virtù della sua formazione da germanista, del mito dell’Italia che i tedeschi alimentano rivelandosi una platea “affamata” attenta e ricambiata con numerosi seminari e anche in ossequio ad alcune esperienze particolari come quando, sulle rive del Mar Baltico, Giacomo ha scoperto una Germania balneare che non appartiene all’immaginario collettivo.
Contestualmente, lo stesso Giacomo ha vissuto esperienze più difficoltose, vedasi, a tale proposito, quelle in Russia dove sussiste ancora una certa distanza dalla completa conoscenza del prodotto: lo palesa il fatto che il prezzo sia spesso inteso come esclusiva scala di valore. In ogni caso, l’approccio positivo e propositivo del nostro ad ogni tappa del suo iter di lavoro emerge proprio laddove, nonostante il minor impatto del luogo visitato, non viene mai meno la ricerca della nota, dell’elemento caratteristico che renda anche quel frangente degno di essere menzionato nell’album dei ricordi. È giustappunto l’approccio suddetto e le conseguenti gratificazioni gli permettono di sopportare ogni disagio, qualsiasi distanza e gli impegni di un lavoro non-stop e che richiede notevoli energie anche quando, in un proficuo scambio, sono gli stranieri a visitare “casa” Frescobaldi.
Anzi, sono proprio questi i viaggi che Giacomo ritiene più belli perché del viaggio mantengono la dimensione tramite l’uso della lingua straniera, perché consentono di esibire, con giustificato orgoglio, le bellezze della nostra Toscana e perché, quando legge negli occhi degli ospiti provenienti da tutto il mondo il senso di ammirazione, addirittura di estasi, è grande la soddisfazione.
Ed allora è quasi ovvio che Giacomo non si veda sedentario nemmeno in pensione e che dipinga un futuro ancora più itinerante magari allargando il ventaglio delle mete a siti esotici e persino più disparati. Come dargli torto? D’altronde, nel vino ha trovato veritas, viaggi e…molto di più: un progetto di vita.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 291 | Febbraio 2018)

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