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sabato, 3 Maggio 2025

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L’asilo nido della Vallesanta

di Melissa Frulloni – Corezzo: apre il nuovo asilo nido. Un servizio essenziale per convincere anche i più giovani a vivere in Vallesanta e per non far morire i nostri paesi di montagna. Si sa, il Casentino è una piccola realtà; una vallata chiusa tra le fitte mura di alberi della sua Foresta, un micro mondo che sembra quasi scomparire di fronte ai numeri delle grandi città che popolano questa Terra. E invece, anche in Casentino esiste qualcosa di ancor più piccolo, una comunità ancor più ristretta, che vive in un territorio ancor più isolato rispetto alla “centralissima” Bibbiena.

Stiamo parlando del borgo di Corezzo, un paesello che d’inverno conta poche decine di abitanti e che sembra ancora legato ai ritmi che la montagna e la natura impongono. La strada stretta per arrivarci, il ghiaccio e la neve che potrebbero non permettervi proprio di arrivarci, le persone anziane che popolano le vecchie case in pietra; il vecchio borgo non sembra un luogo facile in cui vivere vista soprattutto la “lontananza” con il resto del Casentino, ma anche la difficile viabilità che lo collega al resto della vallata. D’inverno Corezzo è abitato da pochi reduci, mentre in estate riprende vita e complice anche il famoso Tortello alla Lastra si ripopola di centinaia (e nei giorni della festa anche di migliaia) di persone.

Difficile pensare che nell’antico borgo viva più di qualche persona anziana che vista l’età e la pensione raggiunta da un pezzo può permettersi di abitare a così stretto contatto con il bosco e in un territorio così isolato e tranquillo. Invece no! Infatti, a differenza di quello che si può pensare a Corezzo vivono anche giovani e famiglie da poco formatesi, a dimostrazione del fatto che se si ama il proprio paese e le proprie origini nulla può impedire di viverci nonostante alcuni “disagi” che l’isolamento di Corezzo può creare.

Il motivo che ci ha spinti proprio a parlare di questo piccolo borgo della Vallesanta è stata l’inaugurazione del suo asilo nido, avvenuta domenica 13 novembre. Ci è sembrato un evento davvero degno di nota, una cosa da festeggiare con tutti gli abitanti di Corezzo soprattutto perché dimostra che quando i “nostri” nonni non ci saranno più, il paese potrà contare sui piccoli, sui bambini del nido, per poter continuare la sua storia e rinnovare la sua tradizione.

“Questo è il primo anno di nido per Corezzo! Sono coinvolti bambini dai 12 ai 36 mesi. Nel 2010 avevamo sperimentato la “sezione primavera” che prevedeva l’ingresso anticipato di un anno all’asilo “classico”, quello che per intenderci ospita bimbi dai 3 ai 6 anni.” Ci ha spiegato Sirio Farini, presidente della Pro Loco di Corezzo.

La struttura del paese che ospita i bambini, accoglie la scuola dell’infanzia con 18 iscritti e 2 insegnanti, la scuola primaria con una pluriclasse che conta 17 bambini, 2 insegnanti, oltre alla docente di religione e a quella di educazione motoria. Per la primaria stanno prendendo avvio progetti collaterali che comprendono l’insegnamento della lingua inglese con madrelingua, l’insegnamento dell’educazione musicale e altre attività didattiche collaterali come quella legata all’orto scolastico che ha portato la scuola di Corezzo a vincere per due anni consecutivi il “Premio Zini”. A questi numeri si aggiungeranno questo anno i 6 bambini del nido che, forse vedrà l’entrata di un settimo iscritto nel mese di febbraio. Stiamo parlando del piccolo Enea, il bimbo nato proprio a Corezzo da un parto in casa al quale avevamo dedicato un nostro articolo “Voglio nascere in casa!” (www.casentino2000.it/voglio-nascere-in-casa/) pubblicato su un vecchio numero di CASENTINO2000.

“La struttura di Corezzo ospita la scuola della Vallesanta, una realtà composta da più paesi. La sua posizione centrale nella Valle è stato il motivo per cui è diventata la sede del plesso scolastico. I bambini provengono dai paesi della Valle; ad esempio ce ne sono alcuni di Serra, un piccolo borgo abitato da tre giovani famiglie, qualcuno viene da Valdellameta, ultimo paese del Comune di Chiusi della Verna in direzione di Badia Prataglia, inoltre il nido ospiterà 4 residenti in Vallesanta, 2 di Badia Prataglia e uno di Bivio di Banzena.” Ci ha spiegato il presidente.

Ma che cosa rappresenta un asilo nido per una realtà così piccola come Corezzo? «Il nido rappresenta il futuro per il nostro paese e i numeri parlano da soli! Su una popolazione residente di 220 persone, abbiamo oltre 20 bambini con età compresa tra 1 e 6 anni. Fornire agli abitanti della Vallesanta una scuola, e in particolare il nido, creano continuità didattica e danno la possibilità alle famiglie di trovare servizi essenziali a pochi chilometri da casa ad una tariffa vantaggiosissima (230 € mensili comprensivi del pasto). In questo settore, la Vallesanta è in forte controtendenza; ci sono una quindicina di famiglie in età compresa tra i 30 e i 40 anni che hanno deciso di venire a vivere proprio in questa Valle. Tutte le case sparse sono tornate ad essere abitate e si sta sviluppando una microeconomia di piccoli artigiani come produttori di trasformati, succhi, conserve, pane, miele, ceramiche o abbigliamento, che riescono a mantenersi vivendo con la sola economia della Valle. Il progetto “Mercatale della Vallesanta” ha preso spunto anche da questa nuova condizione.»

Secondo lei, come si possono convincere le giovani coppie a ripopolare i paesi di montagna? «Credo che la cosa più importante sia garantire e mantenere i servizi essenziali che servono alle giovani famiglie, sviluppando anche un nuovo concetto di economia “micro” che guarda al territorio che si autosostiene. Tutto questo permette sicuramente di creare un forte senso di comunità e di appartenenza, che fa sì che la riscoperta della terra e dell’agricoltura siano la nuova forma di sostentamento. Certamente bisogna avere la giusta mentalità, ma credo che le famiglie che hanno scelto di vivere in Vallesanta ce l’abbiano e diano al paese una grande speranza per il futuro. Pur piccola che sia anche in Vallesanta, non mancano certo i campanilismi; ultimamente però le logiche di paese hanno lasciato posto al senso di unione e di collaborazione, creando le condizioni favorevoli per una tranquilla integrazione tra vecchi e nuovi abitanti che oggi hanno un solo obbiettivo, quello di mantenere vivi i paesi di montagna!»

Quello che stanno cercando di portare avanti gli abitanti di Corezzo e quello che hanno deciso di fare alcuni giovani trasferendosi in Vallesanta, è davvero un bel passo avanti per ridare dignità a tutti quei paesi sparsi lungo i boschi casentinesi che purtroppo hanno dovuto chiudere le loro porte e scomparire per sempre inglobati dalla Foresta e dal tempo che avanzano. Inoltre, Corezzo ci insegna che essere piccoli non è male, la sua forza sta proprio nella sua dimensione e forse, chissà, per salvare dei territori isolati come il nostro Casentino non dobbiamo cercare tanto lontano, ma piuttosto guardarci dentro, sviluppando la nostra economia basata su quello che la nostra terra ha da offrire.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 277 | Dicembre 2016)

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