di Monica Prati – Due ettari di bosco da bonificare, quattromilasessantasei alberi da frutto da piantare hanno richiesto molto impegno. Ma il duro lavoro ha dati i suoi frutti e così è sbocciata l’Azienda “Petali Bio di Francesca Tribolini” a Lierna, frazione del comune di Poppi. In una introspettiva giornata di novembre, sospesa dal leggero fruscio delle foglie colorate mosse dal vento, facciamo conoscenza proprio di Francesca Tribolini, che ci racconta com’è nata l’idea di coltivare alberi da frutto e prodotti derivati.
Perché fare agricoltura biologica? «Dopo il liceo è nata la passione per l’agricoltura biologica. All’inizio volevo fare una serra con i fiori alimentari e specializzarmi solo su quelli. Parlando però con persone esperte, che mi hanno seguita in quest’ avventura, ho cambiato idea e ho deciso di fare un frutteto e, successivamente, una serra con i fiori alimentari. Per la coltivazione delle piante utilizzo una tecnica che rispetta i cicli di vita naturale. Non uso pesticidi chimici, fertilizzanti sintetici o antibiotici che vengono usati nelle industrie. Così come non utilizzo OGM. In questo modo i nostri frutti sono saporiti, genuini, diversamente da quelli del supermercato. Io, mio padre, mio fratello e mia madre abbiamo impiegato un anno a ripulire tutto il terreno e a piantare gli alberi da frutto e ad oggi abbiamo ben quattromilasessantasei piante e produciamo: more, lamponi, ribes bianco, nero e rosso, pere, ciliegie, susine, melograni, albicocche e mele cotogne. Abbiamo messo le piante a scalare in modo da essere coperti tutto l’anno. Ho imparato molte cose su questo lavoro direttamente nel campo, a contatto con le piante, che comunicano di cosa hanno bisogno, se stanno bene o no. Osservandole tutti i giorni si capiscono le loro richieste. Per esempio, come si fa a sapere quando raccogliere i mirtilli? Te lo dice la pianta. I lamponi ad esempio quando sono maturi si staccano da soli, se invece quando tiri non vengono via, significa che non sono ancora maturi. Stessa procedura per il ribes. Per me è molto importante rispettare il normale ciclo di produzione della pianta, senza fretta. Il che significa fare le marmellate quando i frutti sono maturi e non quando sono ancora acerbi, come fanno nella produzione industriale».
Cosa si può ottenere da questi frutti e che proprietà hanno? «Si possono fare delle marmellate ma anche tante altre cose come ad esempio i liquori, i succhi, i frullati, le confetture. Con il ribes nero facciamo una marmellata con proprietà benefiche per l’organismo. Assumere un cucchiaino di marmellata tutti i giorni rinforza il sistema immunitario, di conseguenza ci si ammala di meno. Un frutto raro e particolare è il ribes bianco. Ricavato da un arbusto che non occupa tanto spazio, regala piccole bacche saporite, insolite e difficili da reperire nei supermercati. Il ribes bianco è ricco di elementi nutritivi: acido citrico, acido malico, vitamina C, flavonoidi, acidi polinsaturi e oligoelementi. La loro azione è rinfrescante e antinfiammatoria. Fanno bene al sistema circolatorio. Il ribes ha anche proprietà diuretiche e depurative, serve per alleviare il gonfiore e la pesantezza delle gambe. Il ribes rosso invece è un arbusto che fa parte della famiglia del ribes nero e dell’uva spina. Ha un sapore leggermente agro e viene utilizzato nell’alimentazione per via delle numerose proprietà benefiche. Contiene vitamina C, vitamina A, vitamina E e acido folico utile per il corretto funzionamento del nostro organismo. Serve anche per prevenire l’anemia. C’è inoltre un’altra sostanza del ribes rosso, la cumarina, utilizzata dalle case farmaceutiche per produrre farmaci che servono a mantenere il sangue fluido. L’assunzione regolare è inoltre utile per prevenire la trombosi venosa profonda. Ha anche tanti benefici a livello fitoterapico, viene utilizzato come antipiretico per abbassare la febbre, nel trattamento dei calcoli renali, perché favorisce la rimozione dell’acido urico. Il melograno è un altro frutto che ha tanti benefici grazie al contenuto di polifenoli antiossidanti. Aiuta a combatte i radicali liberi che causano l’invecchiamento delle cellule. È un anti-infiammatorio naturale e aiuta a promuovere la rigenerazione cellulare e la riparazione della pelle. Infine contiene l’acido oleico che abbassa il colesterolo cattivo».
Come si fa la marmellata biologica? «Frutta fresca, zucchero biologico, limoni, sono gli ingredienti che servono, senza aggiunta di fruttapec o altri additivi. Con la frutta fresca si fa un ottima marmellata tradizionale. Nelle industrie invece viene usato il fruttapec, che è un composto di destrosio, gelificante, pectina, sciroppo di glucosio e conservanti. In questo modo si esaltano i sapori e il gusto della marmellata. Invece la marmellata tradizionale che faccio qui nell’azienda ha tutto un altro sapore, quello vero».
A partire dalla primavera del 2019 aprirete l’azienda per visite e raccolta dei frutti direttamente dall’albero?
«Si, l’azienda sarà aperta a chiunque sia alla ricerca di silenzio, pace, vita genuina nella natura, con la possibilità di trascorrere una giornata spensierata, tra relax, divertimento e cultura. A coloro che lo vorranno, consegnerò un cestino per recarsi nel frutteto a scegliere e raccogliere i diversi tipi di frutti, direttamente dagli alberi, che in seguito saranno pesati e poi potranno essere portati a casa. Io chiamo questa opportunità, “fare la spesa del campo”. Se i visitatori non vorranno andare nel frutteto, si potranno recare nel punto vendita dove potranno fare degli assaggi e poi acquistare i prodotti finiti. L’azienda, nella quale collabora mia madre, sarà aperta anche alle scuole, per far conoscere alle giovani generazioni tutti i tipi di alberi, i benefici dell’alimentazione a base di frutta. Infine, sarà possibile vedere anche alcuni animali tipici del Casentino. Io e mia madre vorremmo ringraziare tutta la squadra di persone che nell’ultimo anno ci hanno aiutato a mettere in piedi il nostro progetto, iniziando dai tecnici, i dipendenti, i parenti, gli amici. Tutti coloro che con piccoli e grandi gesti hanno reso tutto possibile. Il più grande ringraziamento va a Mauro Bartolini, che ha progettato e svolto il 90% del lavoro che oggi possiamo ammirare. Compagno di vita ineguagliabile, marito e padre meraviglioso nonché artista e maestro di vita. Un ringraziamento particolare va ad Alberto Tizzi. Grazie di cuore a tutti».
(tratto da CASENTINO2000, nr. 301, dicembre 2018)