di Fabio Bertelli – L’I.S.I.S. “Enrico Fermi” di Bibbiena è una delle tante eccellenze della nostra vallata, dove si sono formati donne e uomini che hanno dato una spinta propulsiva al paese. Tra i tanti impegni in cui il personale scolastico è impegnato, dal 2006 è stato dato avvio ad una serie di progetti volti a costruire degli oggetti che potessero aiutare la comunità. Se noi tutti ancora ricordiamo il celebre “seggiolino salva-bimbo”, la cui fama si è giustamente sparsa in tutta la penisola, anche quest’anno il lavoro congiunto di insegnanti ed alunni ha portato alla creazione di un prodotto di eccellente qualità: il robot Ranger. Siamo andati presso la sede scolastica di Poppi ad incontrare il professor Luigi Bargellini, per capire meglio di che cosa si tratta e come funziona questo nuovo prodotto.
Buonasera, ci racconti in che cosa consiste il vostro progetto e chi ne ha curato la produzione? «Partirei nominando tutti coloro che si sono impegnati per la realizzazione di questo robot. Oltre a me, gli altri professori che se ne sono occupati sono Fabrizio Fiorentini e Claudio Castelli. Tuttavia, se tutto ciò è stato possibile, di fondamentale importanza è stato l’apporto dei ragazzi delle quinte C e D elettronici: Tommaso Baracchi, Alessandro Checcacci, Fabio Ciabatti, Filippo Fortini, Gabriele Mazzoni, Christian Mazzucco, Christian Minucci, Tommaso Nerei, Pietro Senesi, Lapo Picchi, Alessandro Vadi, Niccolò Vicini e Lorenzo Vignoli. L’altro grande aiuto ci è giunto da un vecchio alunno della nostra scuola, oggi tecnico della ditta Riparonica, Giammarco Vinciarelli. Il loro contributo è stato importantissimo. Abbiamo lavorato sulla teoria in classe da ottobre a novembre e sulla pratica da novembre a febbraio, mese in cui abbiamo completato la realizzazione.
RANGER 2025 è un robot per ispezione e disinfezione di ambienti ostili che opera in coordinamento con i soccorritori, cioè opera dove i soccorritori non possono arrivare e dove potrebbero correre rischi. L’obiettivo principale è quello di aumentare la sicurezza delle squadre di soccorso e di espanderne le capacità tecniche. È dotato di quattro ruote motrici e di telecamere a colori. Appena giunge in un ambiente è in grado di inviare all’operatore, tramite un cloud, tutti i vari parametri, tipo la temperatura, la presenza di gas e di sostanze nocive.
Essendo dotato anche di un cassettino con un kit di primo soccorso, può essere utilizzato per il soccorso di un ferito. Il ferito stesso può auto-curarsi attingendo da ciò che trova all’interno di questo piccolo cassetto. Inoltre, l’audio è bidirezionale e permette all’operatore sia di sentire ciò che accade sia di intervenire vocalmente per comunicare con coloro che si trovano in un ambiente pericoloso, dando delle indicazioni su come comportarsi. Il robot è dotato di lampade UV-C dall’azione germicida in grado di uccidere il 99,9% di batteri, virus e miceti e di uno spruzzatore di disinfettante temporizzato programmabile o, all’occorrenza, attivabile manualmente. I sensori inviano sempre sullo schermo del tablet dati riguardanti vari parametri: gas di vario genere, vibrazioni, temperatura e fiamma viva (anche in caso di fumo denso, quando la telecamera non potrebbe funzionare). Ha due modalità di navigazione: una tramite radiocomando, con ausilio della telecamera ed avente una portata di circa 250 metri di raggio di azione, ed una con Arduino (piattaforma hardware e software…) e sensore ad ultrasuoni che gli permette di evitare gli ostacoli.
Questa seconda funzione è molto utile soprattutto per disinfettare zone ove l’intervento umano, per tutta una serie di ragioni, risulta complicato. Altro elemento molto interessante è la presenza di un inverter che permette di trasformare la tensione della batteria in 220 Volt e dà la possibilità di attaccare qualche piccolo oggetto come trapani, ventilatori, aspiratori, ecc.Il robot può procedere anche al buio in quanto ha delle lampade che, alla necessità, si accendono autonomamente».
Ci parli della gara che vi vedrà protagonisti a Roma l’8 maggio? «Come ormai ogni anno dal 2006, oltre a progettare e realizzare robot o altri oggetti legati al mondo dell’elettronica, partecipiamo a gare e manifestazioni a livello nazionale. Quest’anno avremo l’onore di partecipare alla Rome Cup 2025: una manifestazione di importanza nazionale dal 2007. È il più grande evento di innovazione dedicato ai giovani, che coinvolge scuole, atenei, centri di ricerca, aziende e istituzioni. Parteciperemo alla diciottesima edizione intitolata “What’s next? Intelligenza umana e artificiale. Le sfide per il benessere olistico” che si svolgerà tra il 7 e il 9 maggio presso l’Università degli studi di Roma Tre e in Campidoglio. La finalità di gare come questa è quella di rendere il più possibile le materie tecniche, come l’elettronica, al servizio della comunità e dell’utilità pubblica. In particolare, noi avremo la possibilità di mostrare il nostro progetto il giorno 8 maggio. La nostra volontà è quella di fare in modo che il più vasto pubblico possibile possa venire a conoscenza di questo robot e del duro lavoro che vi è stato dietro la sua progettazione e costruzione. Sarà un’importante occasione per permettere ai ragazzi di entrare in contatto con una realtà diversa da quella scolastica e per conoscere anche altri progetti che verranno presentati da tutta Italia. I vincitori saranno tre e saranno proclamati il giorno stesso della gara. Per quanto ci farebbe piacere essere inseriti in questa lista, noi parteciperemo con uno spirito diverso da quello competitivo, convinti che sarà un’esperienza altamente formativa per i ragazzi e anche per gli insegnanti».
C’è qualcosa che lo ha colpito particolarmente nella realizzazione di questo robot? «Secondo me, sono due le cose che meritano di essere sottolineate. La prima è senz’altro l’impegno, l’interesse, la fatica e la dedizione dei ragazzi che hanno partecipato al progetto. Abbiamo lavorato duramente durante tanti pomeriggi e loro, volontariamente, spinti dalla passione e dalla curiosità, si sono adoperati affinché tutto potesse venire alla perfezione. L’altro aspetto interessante è la multidisciplinarietà. Per la realizzazione di Ranger sono state impiegate nozioni di elettronica, meccanica ed informatica. È, dunque, un oggetto che ha visto la compartecipazione di realtà diverse, le quali si sono legate insieme per la creazione di qualcosa di straordinario. Questo, dal mio punto di vista, è di particolare rilevanza, in quanto è la dimostrazione di come sia possibile andare a mettere insieme conoscenze differenti all’interno di un unico progetto».
Ringraziamo nuovamente il professor Bargellini e tutto l’I.S.I.S. Enrico Fermi, che ci ha dato la possibilità di entrare a scuola e di mostrarci da vicino quella splendida realizzazione che è Ranger 2025. Tra l’altro, la scuola si è adoperata in prima persona nella promozione di questo incredibile progetto e vi invitiamo ad andare a vedere i video sul tema presenti nei loro canali social, soprattutto su Facebook.
Oltre all’importanza e all’utilità che questo robot può avere nella comunità, è gratificante sapere che ci siano ancora ragazzi che sono interessati a tali questioni e che portano avanti i propri interessi spinti solo dalla passione. Quella fiamma di compiacenza e di soddisfazione che abbiamo potuto notare negli occhi dei giovani che guardavano la loro creazione, ci lascia due importanti insegnamenti: ci dimostra quanto sia appagante il sacrificio volto al conseguimento di un obiettivo e ci fa comprendere quanto sia importante il lavoro di squadra, ove ognuno mette a disposizione del gruppo le proprie conoscenze e competenze.
Credo che, aldilà di tutto, progetti come questi rappresentino al meglio quella che deve essere l’essenza scolastica: un do ut des di conoscenze tra professori ed alunni. Per gli insegnanti è una soddisfazione impagabile quella di vedere tale entusiasmo da parte dei propri studenti; per i ragazzi è un privilegio poter avere dei maestri così preparati ed orgogliosi del proprio lavoro.