di Terenzio Biondi – Sabato 31 maggio 2008. La settimana è stata dura, ma per fortuna ce l’ho fatta: è sabato! Una puntata veloce, la mattina presto, al bar per il solito caffè (e le immancabili chiacchiere con gli amici per sapere in anteprima tutte le novità e i pettegolezzi paesani); una rapida lettura del giornale e poi… via col fuoristrada verso la Vallesanta per una pescata alla trota in uno dei tanti torrentelli della zona. Ma sì, ho deciso, farò il Fosso del Baccio, quel fossiciattolo che nasce proprio ai piedi del Monte Penna, dalla cui cima – così raccontano le leggende locali – San Francesco ancora vigila e protegge gli abitanti della valle. Lascio l’auto presso la Pievina di Montefatucchio e comincio a risalire quella che i pescatori della zona chiamano “Gola del Fosso del Baccio”.
Giornata fantastica! Temperatura quasi estiva, acqua abbondante grazie alle piogge dei giorni passati, esche eccezionali (mi riferisco ai “portasassi” e alle “scimmiette”, in questo periodo numerose sotto tutti i sassi del torrente). Ho messo un amo senza ardiglione e in tal modo riesco a liberare facilmente le trote agganciate. Quasi in ogni pozza catturo una trota. Fantastico! Verso l’ora di pranzo mi fermo su uno spiazzo ombreggiato per fare uno spuntino e riposarmi un po’. Mi distendo sull’erba e mi metto a seguire con lo sguardo qualche candida nuvoletta che corre veloce nel cielo azzurro verso il Monte Penna e il Santuario della Verna. Che pace!
Tiro fuori la mia macchina fotografica e scatto qualche foto al cielo, al torrente, ai fiori lungo la riva, alle fragoline di bosco… Che pace! Poi con calma riprendo a risalire il torrente, di pozza in pozza, di cascata in cascata, fino ad arrivare ai grandi prati ai piedi del Monte Penna.
Che spettacolo! Erba verdissima e miriadi di fiori dai mille colori… e profumi a tratti intensi e a tratti delicati portati dal vento… e farfalle che svolazzano e si posano di fiore in fiore… e il canto dei grilli… e laggiù, lontano, il canto degli uccelli della foresta… Mi distendo sul prato a occhi chiusi e mi sembra di sognare.
Apro gli occhi e solo allora noto a pochi metri da me, adagiato tra due meravigliose orchidee spontanee, un biglietto legato a quel che resta di un palloncino giallo. Mi precipito a leggerlo incuriosito. Viene da Bientina, in quel di Pisa, dove i ragazzi delle scuole hanno stamani festeggiato la Festa della Pace. Ognuno di loro ha scritto un “messaggio di pace” in un biglietto che è stato poi legato a un palloncino e affidato al vento.
Anche Simone ha scritto il suo messaggio di pace: “Giocare insieme”. Lo leggo e mi commuovo. Lo porto a casa e lo mostro ai miei figli. Io ho due figli, caro Simone, molto più grandi di te. Hanno letto il tuo messaggio di pace e si sono commossi. Forse non è stato solo un caso che il vento oggi, Festa della Pace, abbia portato il tuo messaggio nei prati fioriti ai piedi del Santuario della Verna, dove per tanto tempo visse San Francesco, il fraticello che nei secoli bui dell’odio e delle guerre predicava la pace e l’amore fra i popoli.
No, non è stato un caso, Simone, che il tuo messaggio di pace sia atterrato nei prati fioriti ai piedi della Verna. I ragazzi di tutte le nazioni del mondo devono giocare insieme, tutti, sempre. Viva la Pace!
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