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lunedì, 5 Maggio 2025

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Banca Etruria, una proposta

Le grandi ristrutturazioni bancarie degli ultimi quindici anni, anni di fusioni, aggregazioni, incorporazioni e di crisi, sono state gestite in maniera molto meno dolorosa di quanto avrebbero potuto, grazie al “Fondo Esuberi” di settore, uno strumento che ha permesso l’uscita di circa sessantamila bancari in maniera volontaria e senza pesare per un centesimo di euro sulla fiscalità generale, ma solo ed esclusivamente a carico del settore bancario. Non solo, in quasi tutti i casi, le uscite di lavoratori più maturi, sono state parzialmente compensate dalle assunzioni stabili di lavoratori più giovani.

In più, le banche devono anche versare ogni anno duecento milioni di euro per sostenere la cassa integrazione di altre categorie di lavoratori, la Naspi.
Ciò è stato evidenziato di recente dalla FABI in uno studio sugli esuberi di personale, che prende in esame le principali banche italiane e anche BancaEtruria, assieme alle altre tre banche-ponte. La FABI ha in più lanciato una proposta, per gestire al meglio questa nuova rivoluzione del settore bancario: che le banche sospendano per tre anni il versamento alla Naspi, utilizzando i seicentomilioni di euro risparmiati per allungare da cinque a sette anni – come rende possibile il decreto del maggio scorso – i prepensionamenti dei dipendenti di banca. Proposta concrete che vogliono mettere benzina (ciò soldi) nel motore (cioè Fondo Esuberi), per non vanificare l’effetto del decreto del maggio scorso; decreto che – lo ricordiamo – limita la possibilità di allungamento da 5 a 7 anni dei prepensionamenti solo per il 2016 e per il 2017.
Al di là di come andrà la vendita di Nuova Banca Etruria, e la scadenza è fissata per il 30 settembre, senza dubbio tornerà prima o poi a galla la questione “esuberi di personale”, e allora è doveroso ripercorrere il recente passato. Sommando i due accordi sindacali sul Fondo Esuberi, del 2012 e 2015, nell’arco di sei/sette anni saranno quasi quattrocento i dipendenti che andranno in prepensionamento; tanto per dare un’idea, seppur il raffronto andrebbe fatto a “bocce ferme” – dato che le uscite stanno continuando e continueranno nei prossimi anni – si parla di circa il 25% degli attuali dipendenti di Nuova Banca Etruria.
Numeri molto alti, che rendono l’idea dei sacrifici sopportati da tutti i lavoratori in questi ultimi anni, sia di chi esce, sia di chi resta e si trova a sostenere più elevati carichi di lavoro.
E per l’immediato futuro di Nuova Banca Etruria? Il compimento dei due Fondi Esuberi raschierà molto il barile degli aventi diritto, per questo – se del caso – si dovrà necessariamente seguire la strada dei sette anni. Ma i punti fissi sono due: che gli eventuali – eventuali e tutti da dimostrare – esuberi derivino da solidi, seri e concreti piani industriali, e che si parli solo ed esclusivamente di prepensionamenti volontari. Nessun licenziamento, nessuna rottamazione, nessun pretesto per abbattere o indebolire la forza lavoro, nessuna scusa per mortificare i dipendenti, che sono la vera “Good Bank”.
Dichiarazione di Fabio Faltoni, dipendente e sindacalista in Nuova Banca dell’Etruria e segretario provinciale della FABI – Federazione Autonoma Bancari Italiani, il sindacato dei bancari più rappresentativo – per numero di iscritti – a livello nazionale.

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