Tra i dipendenti di un comune non sempre è possibile individuare tutti i profili professionali richiesti, specie quando si tratta di necessità straordinarie. Pensando poi ai comuni del Casentino questo può essere ancora più vero, visto che il numero spesso limitato di abitanti non permette di avere una dotazione organica così amplia da comprendere tutte le competenze che ormai sarebbe opportuno avere all’interno di un’Amministrazione, chiamata a fare fronte a compiti sempre maggiori. In questi casi, visto che comunque ci sono necessità a cui rispondere, il comune può comunque affidare l’incarico ad un professionista esterno.
Sempre pensando al Casentino non possiamo non fare presente come la nascita di un solo comune più grande potrebbe permettere di rispondere in modo diverso a queste esigenze, visto che la presenza dell’Unione dei Comuni, anche da questo punto di vista, non sembra aver dato le necessarie risposte.
Ma lasciamo questo argomento, che ci porterebbe troppo lontano e torniamo all’affidamento di incarichi esterni, un tema che, da qualche tempo, è stato sovente oggetto dell’attenzione dell’opinione pubblica e della politica a causa di alcuni abusi nell’uso delle consulenze stesse, sanzionato anche dalla corte dei conti.
Sono state sottolineate nelle cronache di stampa anche le esose risorse economiche destinate agli incarichi esterni e alla consulenza, soprattutto in relazione alle esigenze di contenimento della spesa pubblica e alla garanzia della trasparenza e della meritocrazia nella selezione dei collaboratori delle pubbliche amministrazioni.
In base al Testo Unico degli Enti Locali (D.Lgs. 267/2000, art. 110, c. 6) per obiettivi determinati e con convenzioni a termine, il regolamento può prevedere collaborazioni esterne ad alto contenuto di professionalità.
Il Testo Unico sul pubblico impiego (D.Lgs. 165/2001, art. 7, c. 6) fissa una serie di criteri piuttosto rigidi: l’amministrazione si può rivolgere all’esterno solo per attività legate alle sue competenze dirette, come determinate dall’ordinamento; deve aver accertato l’oggettiva impossibilità di affidare l’incarico ai dipendenti interni all’ente; deve stabilire preventivamente: durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione; la prestazione è di natura temporanea, altamente qualificata e non rinnovabile; anche in caso di proroghe eccezionali il compenso resta quello già pattuito.
Secondo un recente pronunciamento della corte dei conti (sez. della Basilicata, sentenza n. 36/2015) se mancano questi presupposti di legge l’affidamento di incarichi esterni può costituire danno erariale.
Per avere una dimensione del fenomeno in Casentino abbiamo utilizzato la piattaforma Siope e preso in esame gli “incarichi professionali esterni” affidati in 4 comuni del territorio nel 2019, mettendo in evidenza il costo pro capite a carico degli abitanti. I comuni presi in considerazione sono: Bibbiena, Poppi, Pratovecchio Stia e Castel San Niccolò.
È da sottolineare, tuttavia, che non si tratta necessariamente di spese non virtuose.
Sul podio per l’anno preso in considerazione abbiamo Pratovecchio Stia: è stato il comune che ha speso di più pro capite in incarichi esterni. La spesa è stata infatti pari a €. 18,28 per abitante. Seguono poi Bibbiena € 13,61, Castel San Niccolò € 7,80 e Poppi € 8,32 pro capite.
Per Pratovecchio Stia, al vertice della classifica, da rilevare anche che il dato dal 2014 ad oggi è pressoché in crescita (vedi tabella sotto).
Tra i pagamenti sopraindicati oggetto di analisi la voce di spesa per “perizie” risulta la più alta di tutto il Casentino:
Anno Spesa per “perizie”
2017 € 47.147,01
2018 €. 75.496,82
2019 €. 49.139,56
Ora non dovrebbe essere considerato un grande merito essere al vertice di questa classifica, ma forse gli amministratori interessati la pensano diversamente, in ogni caso verrebbe da chiedere se non sarebbe il caso di ipotizzare per il futuro soluzioni diverse e fare in modo di organizzare gli organici e gli uffici in maniera da poter drasticamente diminuire, le spese per le consulenze esterne.
Alla luce di tutto questo auspichiamo che la situazione possa vedere un miglioramento con l’arrivo delle nuove professionalità richieste attraverso la pubblicazione di due bandi. Uno per la copertura di n. 1 posto di istruttore direttivo tecnico ingegnere (da assegnare all’area 4 lavori pubblici e manutenzione del territorio) e uno per la copertura di n. 1 posto di istruttore direttivo tecnico architetto (da assegnare all’area 3 urbanistica – edilizia).
Aumentare l’efficienza degli uffici comunali dovrebbe essere l’obiettivo da perseguire e magari, come accennato in precedenza, ripensare ad una organizzazione amministrativa del territorio che non può più vedere una frammentazione così marcata che va ad incidere, e non poco, sulla possibilità stessa di erogare in modo adeguato i servizi che sono fondamentali per la vita dei cittadini.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 324 | Novembre 2020)