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giovedì, 13 Febbraio 2025

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Chi sarà il nuovo Presidente del Parco?

di Fiorenzo Rossetti – Dal 22 novembre 2024 Luca Santini non è più il Presidente del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Ringraziamo il Presidente Luca Santini per l’impegno nei suoi dieci anni di governo del Parco. Una figura, quella di Santini, che sicuramente ha contribuito a far crescere la notorietà e i flussi di visita dell’area protetta. Personalmente non mi mancherà; lo ricorderò più che altro per il tempo mal passato e i soldi spesi per difendermi da una vergognosa e indegna denuncia per diffamazione.

Aspettando di girare pagina, a guidare l’Ente Parco è l’attuale Vicepresidente Claudia Mazzoli (Vicesindaca anche del Comune di Bagno di Romagna). Il meccanismo per la nomina del nuovo Presidente è contenuto nel comma 3 dell’articolo 9 della legge dei Parchi (la 394/91). Il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, d’intesa con i Presidenti delle Regioni nel cui territorio ricade in tutto o in parte il Parco, nell’ambito di una terna proposta dal Ministro e composta da soggetti in possesso di comprovata esperienza in campo ambientale, nelle istituzioni o nelle professioni, oppure di indirizzo o di gestione in strutture pubbliche o private.

Entro trenta giorni dalla ricezione della proposta, i Presidenti delle Regioni interessate esprimono l’intesa su uno dei candidati proposti. Decorso il suddetto termine senza che sia raggiunta l’intesa con i Presidenti delle Regioni interessate, il Ministro dell’ambiente, sentite le Commissioni parlamentari competenti per materia, che si pronunciano entro trenta giorni dalla richiesta, provvede alla nomina del Presidente, scegliendo tra i nomi compresi nella terna. Di fatto i cinque Comuni del versante romagnolo del Parco si sono già consultati, con il risultato di spaccarsi tra due nominativi appartenenti ad aree politiche opposte. Eppure, la Romagna mira ad ottenere la nomina di un Presidente proveniente dal versante adriatico del Parco.

Alla guida del Parco negli ultimi 20 anni si sono susseguiti solo Presidenti toscani e risale a Enzo Valbonesi (primo Presidente del Parco) l’ultimo Presidente proveniente dal versante romagnolo. Penso che poco importi di che versante di crinale sia il futuro Presidente. Occorre principalmente individuare una persona che sia completamente fuori dalle rivendicazioni localistiche (che non fanno bene al rilancio del Parco), che sappia curare non solo la visibilità mediatica e il marketing turistico, ma che sia motore della difesa estrema della biodiversità e della promozione delle attività sostenibili, andando anche aldilà dei confini ammnistrativi. Ricordiamoci la tragica alluvione del maggio 2023 e di quelle successive dell’autunno del 2024.

Il Parco può contribuire con le proprie foreste e con una politica trasversale ai vari enti coinvolti nella gestione del territorio al contrasto della crisi climatica. Poi vi è il grande tema dello spopolamento e marginalità dei territori collinari e montani, delle opportunità di vita e di lavoro per le persone che scelgono di restare e di vivere in questi luoghi. Il mio pensiero ripercorre le fasi del precedente momento di discussione sulla nomina del nuovo Presidente del Parco. Santini aveva svolto i cinque anni del suo primo mandato e il Governo italiano era composto da una alleanza cosiddetta “giallo-rossa”. Il ruolo di Presidente rimase per diverso tempo vacante; l’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa voleva alla guida del Parco una figura competente e autorevole e sul nome di Santini tentennava.

In quella fase fui direttamente coinvolto come outsider alla nomina di Presidente del Parco da numerose associazioni ambientaliste e tanti comuni cittadini. Onorato della fiducia delle persone a rivestire tale ruolo, se non altro ho contribuito a tenere alto l’interesse verso i temi del Parco e l’importanza della ricerca di una figura davvero competenze e preparata da nominare come Presidente. Poi ci fu il famoso colpo di scena politico estivo (quello del Papete Beach) e dal Governo che scaturì di seguito arrivò la nomina di Santini a Presidente del Parco.

La Romagna e la Toscana in questa fase devono essere vicine. Occorre che i Comuni del Parco si parlino per accordarsi su un nominativo che non sia l’espressione di un territorio piuttosto che dell’altro, di un partito oppure l’altro, ma che impersoni (uomo o donna che sia) e rappresenti in pieno la mission dei Parchi , con una visione aperta sul territorio e che sappia politicamente essere capace di coinvolgere cittadini ed istituzioni per la gestione dei territori (aldilà dei meri confini del Parco) in chiave di conservazione, sicurezza territoriale e sostenibilità sociale ed economica. Più forte sarà questa coesione territoriale e più circoscritta sarà l’impronta politica di un Ministero che ci ha abituato a dubbie scelte di indirizzo gestionale delle aree protette in Italia.

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