di Mauro Meschini – Il parco del Palagio di Stia è uno dei luoghi più conosciuti della vallata, un angolo prezioso per il paese e anche un motivo di orgoglio per il Casentino. il Padiglione che vi è collocato è diventato una specie di simbolo anche, e per molti soprattutto, per la possibilità di attingere alle fonti da cui sgorga la preziosa acqua di Calcedonia. Fino all’autunno scorso era quotidiano il via via di persone con bottiglie e contenitori vari che si recavano al Palagio per prelevare il prezioso liquido, davvero un vero e proprio servizio a disposizione di tutti. Ma il Padiglione era da sempre anche un luogo di ritrovo per i più giovani, un rifugio in cui trascorrere un po’ di tempo anche nei periodi più freddi.
Poi, sempre il Padiglione era anche luogo per ospitare eventi di ogni tipo: cultura, spettacolo, musica e, purtroppo (non abbiamo mai nascosto la nostra contrarietà…), le serate di discoteca che da anni «svegliano» le notti del paese e, fino a qualche anno fa, turbavano i sogni dei «nonni» della RSA… poi la RSA è stata chiusa, il problema è stato risolto, la discoteca è rimasta e anche quest’anno è stata riproposta.
Ma, nel frattempo, l’inverno ha portato una novità. Mesi di lavori e sbarramenti. Impossibilità, ormai dall’autunno, di continuare a prendere l’acqua di Calcedonia nel luogo in cui tutti erano abituati a trovarla. Il tutto per la realizzazione dell’ennesima «grande opera» con un risultato finale che presenta una chiusura in vetro dello spazio del Padiglione che non passa certo inosservata. Quello che ancora non c’è, è un nuovo spazio dedicato alle fonti dell’acqua considerato che, adesso, l’intera struttura non è più accessibile liberamente, ma solo in occasione di eventi e iniziative.
Non si sa quando, come e in che modo si tornerà a garantire un approvvigionamento libero dell’acqua che, ricordiamolo, era, ed è, una caratteristica per lo spazio del Palagio e anche motivo di richiamo. Per quanto riguarda gli interventi realizzati, abbiamo la nuova vetrata, ma chiunque non può evitare di restare un po’ perplesso di fronte alla barriera in legno sul restro che è rimasta tale e quale, composta da tavole vecchie e usurate. Se poi veniamo all’utilizzo di questo spazio, che non sappiamo bene come definire, le ipotesi sono varie e non tutte sembrano offrire soluzioni interessanti.
Se voleva essere un auditorium, per quale ragione farlo visto che nel Comune già esistono due teatri comodi e funzionanti? Se è uno spazio per attività estive, forse si rischia di andare incontro a problemi per il caldo. Se è uno spazio per attività invernali, oltre ad essere come detto un doppione, forse si rischia di dover affrontare problemi per il freddo.
Certo, rimangono sempre le mezze stagioni ma, come si sa, anche quelle sembrano scomparse… A parte la facile ironia, sembra che questo nuovo contenitore trasparente sia una specie di punto interrogativo. Intanto sembra già che le famose serate di discoteca, quelle che ricordavamo in precedenza, abbiano dovuto fare i conti con il «clima» che si crea nella nuova struttura, tanto che, nelle prime uscite, più che di un bagno di folla sembra si sia trattato di un vero e proprio bagno di sudore, visto le temperature che in queste sere d’estate si raggiungono all’interno. Immaginiamo che ci sarà già chi sta pensando a imponenti interventi per risolvere la situazione, magari prevedendo l’installazione di un costoso impianto di riscaldamento-condizionamento, di cui, oltre al prezzo non osiamo immaginare l’impatto visivo.
Questa, in sintesi, la situazione. In attesa di novità e indicazioni più chiare non resta che immaginare le facce perplesse di qualche turista che, visitando il parco del Palagio, si troverà davanti questa enorme vetrata completamente vuota e chiusa. Immaginiamo anche la fatica dei frequentatori della discoteca e sarebbe interessante avere qualche feedback e commento sulle nuove soluzioni trovate per trascorrere le serate musicali.
Ci chiediamo poi se le nuove fonti saranno presto collocate, in modo da essere fruibili, comode, esteticamente belle e, magari, in uno spazio adeguatamente coperto e riparato, cosa che farebbe molto piacere.
Infine, non possiamo non dire la nostra in merito alla destinazione di questo spazio. Si, ci sembra perfetto e anche orientato nella direzione giusta, tanto che potremmo davvero sfidare i cambiamenti climatici allestendo, già da adesso, una capiente serra di piante tropicali che, cresciute al riparo durante l’inverno, possano in estate acclimatarsi nel nostro territorio. Pensiamoci seriamente, potrebbe essere una soluzione originale e creativa. In fondo, per adesso, l’alternativa sembra solo quella di fare la sauna in discoteca.