11.9 C
Casentino
venerdì, 2 Maggio 2025
Home Blog

Un messaggio di pace portato dal vento

0

di Terenzio Biondi – Sabato 31 maggio 2008. La settimana è stata dura, ma per fortuna ce l’ho fatta: è sabato! Una puntata veloce, la mattina presto, al bar per il solito caffè (e le immancabili chiacchiere con gli amici per sapere in anteprima tutte le novità e i pettegolezzi paesani); una rapida lettura del giornale e poi… via col fuoristrada verso la Vallesanta per una pescata alla trota in uno dei tanti torrentelli della zona. Ma sì, ho deciso, farò il Fosso del Baccio, quel fossiciattolo che nasce proprio ai piedi del Monte Penna, dalla cui cima – così raccontano le leggende locali – San Francesco ancora vigila e protegge gli abitanti della valle. Lascio l’auto presso la Pievina di Montefatucchio e comincio a risalire quella che i pescatori della zona chiamano “Gola del Fosso del Baccio”.

Giornata fantastica! Temperatura quasi estiva, acqua abbondante grazie alle piogge dei giorni passati, esche eccezionali (mi riferisco ai “portasassi” e alle “scimmiette”, in questo periodo numerose sotto tutti i sassi del torrente). Ho messo un amo senza ardiglione e in tal modo riesco a liberare facilmente le trote agganciate. Quasi in ogni pozza catturo una trota. Fantastico! Verso l’ora di pranzo mi fermo su uno spiazzo ombreggiato per fare uno spuntino e riposarmi un po’. Mi distendo sull’erba e mi metto a seguire con lo sguardo qualche candida nuvoletta che corre veloce nel cielo azzurro verso il Monte Penna e il Santuario della Verna. Che pace!

Tiro fuori la mia macchina fotografica e scatto qualche foto al cielo, al torrente, ai fiori lungo la riva, alle fragoline di bosco… Che pace! Poi con calma riprendo a risalire il torrente, di pozza in pozza, di cascata in cascata, fino ad arrivare ai grandi prati ai piedi del Monte Penna.

Che spettacolo! Erba verdissima e miriadi di fiori dai mille colori… e profumi a tratti intensi e a tratti delicati portati dal vento… e farfalle che svolazzano e si posano di fiore in fiore… e il canto dei grilli… e laggiù, lontano, il canto degli uccelli della foresta… Mi distendo sul prato a occhi chiusi e mi sembra di sognare.

Apro gli occhi e solo allora noto a pochi metri da me, adagiato tra due meravigliose orchidee spontanee, un biglietto legato a quel che resta di un palloncino giallo. Mi precipito a leggerlo incuriosito. Viene da Bientina, in quel di Pisa, dove i ragazzi delle scuole hanno stamani festeggiato la Festa della Pace. Ognuno di loro ha scritto un “messaggio di pace” in un biglietto che è stato poi legato a un palloncino e affidato al vento.

Anche Simone ha scritto il suo messaggio di pace: “Giocare insieme”. Lo leggo e mi commuovo. Lo porto a casa e lo mostro ai miei figli. Io ho due figli, caro Simone, molto più grandi di te. Hanno letto il tuo messaggio di pace e si sono commossi. Forse non è stato solo un caso che il vento oggi, Festa della Pace, abbia portato il tuo messaggio nei prati fioriti ai piedi del Santuario della Verna, dove per tanto tempo visse San Francesco, il fraticello che nei secoli bui dell’odio e delle guerre predicava la pace e l’amore fra i popoli.

No, non è stato un caso, Simone, che il tuo messaggio di pace sia atterrato nei prati fioriti ai piedi della Verna. I ragazzi di tutte le nazioni del mondo devono giocare insieme, tutti, sempre. Viva la Pace!

I RACCONTI DEL TORRENTE Storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino

 

È in edicola CASENTINO2000 di maggio

0

Il mese di maggio, con il numero 378, è il mese delle rose, ma forse oggi, per il maggio di questo anno, le rose non bastano a portare un po’ di serenità. Sicuramente non bastano per le donne (casentinesi e non), quindi – come si legge nell’editoriale di questo numero in edicola – è opportuno impegnarsi subito, anche in Casentino, per pretendere molto di più di una rosa di maggio!

Il giornale continua, partendo da Chiusi della Verna e dal tema dell’accesso agli atti, con una riflessione sul Potere e sulla trasparenza spesso negata delle amministrazioni pubbliche. Altro tema importante trattato è quello della raccolta differenziata che sta lentamente crescendo anche in Casentino. Ci spostiamo poi a Bibbiena per parlare del Ranger 2025, il robot a supporto dei soccorsi e dei soccorritori, il nuovo prodotto realizzato da studenti e professori dell’ISIS. Poi a Soci per ricordare la figura, l’impegno e l’opera dell’industriale che guidò la modernizzazione del lanificio di Soci; Sisto Bocci.

E ancora tantissimi sono gli articoli che potete trovare nel giornale di maggio.  Dal corso di clowterapia per volontari della Pubblica Assistenza Casentino, al viaggio verso il campo base dell’Everest di un giovane casentinese, fino alle pagine dello sport con il mondiale di pesca, il rafting a Capolona e il progetto di salute e movimento proposto da Giacomo Giovenali.

Anche questo mese troverete inoltre in CASENTINO2000 l’immancabile la rubrica del Canile del Casentino; le vostre lettere e idee sulla rubrica Blocknotes e ancora Cosa Bolle in Pentola che ci propone un piatto con un protagonista della tavola di maggio; il carciofo. Gli interventi medici e nutrizionali di Essere, la pagina Agroalimentare a 360° curata dalla Coldiretti di Arezzo in cui si parla di agricoltura sociale, le pagine sull’ambiente che si occupano del principe dei boschi; l’abete bianco, Sguardi Oltre il Crinale sull’attesa di sapere di più sulla elezione del nuovo Presidente del Parco nazionale, Il Giro in Bici, con un giro nell’alto Casentino che ci porta fino al bellissimo e suggestivo borgo di Porciano.

CASENTINO2000 di maggio è in edicola, oppure potete acquistarlo online nel nostro shop: scopritelo subito!

Premio Industria Felix, Intertec srl unica azienda aretina premiata tra le 13 eccellenze toscane

0

Intertec Srl è stata insignita dell’Alta Onorificenza di Bilancio nell’ambito del Premio Industria Felix. L’azienda di Bibbiena, attiva da oltre 30 anni nel settore dei fertilizzanti speciali per l’agricoltura (biostimolanti, induttori di resistenza, microrganismi, ecc.), è stata l’unica realtà della provincia di Arezzo a essere premiata tra le 100 imprese più competitive, affidabili e sostenibili del Centro Italia e delle Isole.

Il riconoscimento è stato conferito durante la cerimonia ospitata nell’aula magna dell’Università LUISS Guido Carli di Roma, che ha visto la partecipazione delle eccellenze imprenditoriali del Paese. Le imprese sono state selezionate sulla base di un’indagine condotta da Cerved e Industria Felix Magazine, trimestrale di economia e finanza in collaborazione con Il Sole 24 Ore, analizzando i bilanci di oltre 70.000 società di capitali con fatturato superiore al milione di euro. Le 100 imprese premiate sono risultate, tramite algoritmo di bilancio, oggettivamente più performanti a livello gestionale e affidabili sotto il profilo finanziario.

Queste le parole dell’Amministratore e fondatore di Intertec, Giovanni Cordovani, che ha ritirato il premio: “Il settore in cui operiamo offre prospettive di crescita straordinarie per il futuro. Questo riconoscimento valorizza i molteplici sforzi che Intertec ha da sempre dedicato alla ricerca, all’innovazione e alla sostenibilità nel settore delle biotecnologie. Nel corso degli anni, grazie a partnership internazionali con centri di ricerca e allo studio della fisiologia e della genomica vegetale, abbiamo sviluppato e commercializzato prodotti innovativi, capaci di migliorare la qualità e la quantità delle produzioni agricole, preservando la biodiversità.

Risultati come questo non sarebbero possibili senza una squadra solida e appassionata, che desidero ringraziare, così come rivolgo un ringraziamento speciale a mia moglie, Maria Cristina Niccolini, co-fondatrice di Intertec, il cui supporto costante è stato ed è fondamentale.”

(Nella foto Giovanni Cordovani e Maria Cristina Niccolini, soci e fondatori di Intertec)

Alimentazione e longevità: i segreti dei centenari

0

di Beatrice Boschi – Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha acceso i riflettori su alcune aree geografiche del mondo note come zone blu, dove si registra un numero straordinario di centenari in buona salute. Tra queste spiccano Okinawa in Giappone, la Sardegna in Italia, Icaria in Grecia, Nicoya in Costa Rica e Loma Linda in California.

Ma qual è il segreto della loro longevità? Oltre a uno stile di vita attivo e a un forte senso di comunità, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel favorire un invecchiamento sano e nella prevenzione delle malattie croniche. Uno dei punti in comune tra le popolazioni longeve è il consumo abbondante di alimenti di origine vegetale. Frutta, verdura, legumi e cereali integrali rappresentano la base della loro dieta quotidiana fornendo fibre, vitamine, minerali e antiossidanti essenziali per contrastare lo stress ossidativo e l’infiammazione, due processi strettamente legati all’invecchiamento e alle malattie degenerative.

I legumi in particolare sono una costante nelle zone blu: fagioli neri in Costa Rica, ceci e lenticchie in Grecia, soia in Giappone, tutti alimenti ricchi di proteine vegetali, fibre e composti bioattivi che contribuiscono a mantenere basso il livello di colesterolo e a stabilizzare la glicemia. Le popolazioni longeve non eliminano i grassi dalla loro alimentazione ma li scelgono con attenzione. In Sardegna e Icaria per esempio l’olio extravergine di oliva è una delle principali fonti di grassi, ricco di acidi grassi monoinsaturi e polifenoli con proprietà antinfiammatorie e cardioprotettive, mentre a Okinawa il consumo di pesce e alghe fornisce un’elevata quantità di acidi grassi omega-3, noti per i loro benefici sulla salute cardiovascolare e cerebrale.

Nelle zone blu il consumo di zuccheri raffinati e cibi ultra-processati è estremamente ridotto. Gli abitanti di queste regioni prediligono dolcificanti naturali come il miele o lo zucchero della frutta ed evitano bevande zuccherate e prodotti industriali contribuendo così a mantenere un metabolismo sano e a prevenire patologie come il diabete di tipo 2, l’obesità e le malattie cardiovascolari, tutte strettamente legate a un eccessivo consumo di zuccheri aggiunti. Infine, un aspetto interessante delle popolazioni longeve è la pratica della restrizione calorica involontaria. A Okinawa per esempio è diffuso il principio dell’Hara Hachi Bu, che significa “mangiare fino a sentirsi sazi all’80%”. Questa abitudine riduce il rischio di sovraccaricare il metabolismo e aiuta a mantenere un peso corporeo sano.

L’alimentazione dei centenari delle zone blu non è basata su diete drastiche o regimi alimentari estremi, ma su un equilibrio tra cibi naturali, moderazione e qualità. Il modello che emerge è molto simile alla dieta mediterranea, riconosciuta come una delle più salutari al mondo. Adottare questi principi nella vita quotidiana può rappresentare una strategia efficace per migliorare la salute e aumentare le possibilità di vivere più a lungo in buona forma fisica e mentale.

Dott. SSA BEATRICE BOSCHI Biologa e nutrizionista, beatrice.boschi@virgilio.it – tel. 347 8482948

(Rubrica ESSERE L’Equilibrio tra Benessere, Salute e Società)

Spareggi amari: Bibbiena e Pratovecchio eliminate ai playoff, Subbiano retrocesso

0

di Mirko Goretti – Mentre il Casentino Academy riposava in attesa di conoscere l’avversario che affronterà domenica prossima nella finale playoff del Girone C di Promozione (sarà il Fiesole, che ha battuto 1-0 a domicilio l’Audax Rufina), tutte le altre formazioni impegnate nei rispettivi spareggi e campionati sono uscite sconfitte.

A pagare il prezzo più alto è il Subbiano, che davanti al proprio pubblico si arrende 1-0 al Dicomano nel playout di Promozione e saluta la categoria dopo tre stagioni: i gialloblù sono retrocessi in Prima Categoria.

Il Bibbiena è caduto per 3-1 sul campo dell’Atletico Piancastagnaio venerdì 25 aprile nel match che valeva l’accesso alla finale playoff del Girone F di Prima Categoria. Inutile la rete siglata da Antonio Falsini: la squadra di mister Bazzarini saluta anzitempo la corsa alla Promozione.

Destino analogo anche per il Pratovecchio, eliminato nei playoff di Seconda Categoria. Sul campo della Fratta Santa Caterina finisce 1-0 dopo i tempi supplementari: non basta il cuore ai rossoneri di Saini, che vedono sfumare il sogno promozione uscendo di scena in semifinale.

Infine, sconfitta pesante anche per lo Strada, impegnato nella penultima giornata del campionato di Terza Categoria. I biancoblù sono stati superati 4-2 dalla Sangiustinese, seconda forza del torneo (gol dello Strada firmati da Samuele Ciabatti e Ovidio Ghergut). Questo risultato permette ai valdarnesi di allungare a +10 sulla Tuscar (terza) e +11 proprio sullo Strada (quarto), attivando così il meccanismo della forbice. Con una vittoria all’ultima giornata, la Sangiustinese conquisterebbe la promozione diretta in Seconda Categoria, annullando la disputa dei playoff e infrangendo definitivamente le residue speranze di gloria per la formazione di Castel San Niccolò.

Le siepi campestri

0

di Marco Roselli – Essenziali per trattenere l’acqua e difendere la biodiversità, utili contro l’inquinamento da prodotti chimici. Un’analisi del Climate Change Committee sottolinea l’impatto positivo dell’installazione delle siepi. Nel paesaggio agrario prima della fine degli Anni ’70 le siepi, i frangivento, le alberate nelle diverse sistemazioni agricole, rappresentavano gli elementi caratterizzanti più diffusi.

Belle da ammirare, molto spesso piacevoli da annusare. Ma anche decisamente utili dal punto di vista pratico quando si tratta di trovare soluzioni a basso costo per rispondere alle sfide che la crisi climatica ci sta imponendo di affrontare ormai quotidianamente. Il ruolo delle siepi per difendere biodiversità e la salubrità dei terreni rurali non viene scoperto certamente ora, ma gli studi sui benefici apportati da queste sistemazioni vegetali sono tuttora in corso.

Ad esempio, un tassello della loro importanza arriva dalla Gran Bretagna, dove Il Comitato indipendente britannico sui cambiamenti climatici ha calcolato il loro impatto positivo all’interno del percorso per raggiungere la neutralità climatica entro metà secolo. Sin dall’antichità le siepi hanno formato parte del paesaggio agricolo europeo. Oltre a segnare i confini fra gli appezzamenti, proteggono le colture dal vento (e oggi anche dall’inquinamento), diminuiscono l’erosione perché le radici consolidano il terreno, intercettano i nutrienti dilavati dalle piogge e forniscono frutti e legna da ardere tuttavia le siepi multi specie offrono una serie di servizi difficili da valutare in termini economici, ma non per questo meno importanti. La maggiore biodiversità di una siepe mista favorisce a sua volta la maggiore biodiversità della microfauna, specialmente gli insetti pronubi e i predatori dei parassiti delle colture.  La presenza delle siepi di confine, in particolare quelle multifilari, favorisce la mobilità dei piccoli mammiferi e l’annidamento degli uccelli.

Le specie impiegabili per la realizzazione di siepi perimetrali sono numerose e la scelta varia in base alle caratteristiche del sito di impianto ed allo scopo che si vuole raggiungere (siepe per segnare un confine, siepe difensiva di arbusti spinosi, siepe ornamentale con fioriture ripartite su più mesi per appoggio all’apicoltura, siepe per produzione di legna da ardere).

Le siepi perimetrali possono essere gestite in due modi: – A sviluppo libero, se non si effettuano potature di contenimento e le piante sono libere di svilupparsi in altezza e in larghezza. – A sviluppo controllato (siepe formale), se si procede con periodiche potature laterali e/o sommitali, utilizzando un tosasiepi per contenere l’ingombro della siepe alle dimensioni desiderate. In ambito collinare sono adatte prugnolo e perastro, biancospino e la rosa canina, quest’ultima consigliata a sviluppo libero. In ogni caso, è bene progettare le siepi con specie autoctone.

Le siepi come ecosistemi produttivi polifunzionali Le siepi complesse possono essere considerate habitat di transizione tra ecosistemi adiacenti di natura diversa, in cui si riscontra un numero di specie maggiore rispetto a quelle riscontrabili nei singoli ecosistemi considerati separatamente. Si tratta dunque di combinazioni di tre o più file di siepi arboree e arbustive, che assolvono complessivamente diverse funzioni di seguito descritte. Vediamo di seguito in dettaglio le funzioni positive offerte da un sistema di siepi multi specie progettato e/o adattato con opportuni impianti e/o potature.

Effetto tampone E’ la capacità che ha la siepe di abbattere il carico inquinante, neutralizzandolo. Ne sono un esempio le siepi ripariali ai bordi di campi coltivati, le quali intercettano con i propri apparati radicali le acque superficiali provenienti dai campi stessi. Queste acque contengono soprattutto azoto e fosforo disciolti, provenienti dalle concimazioni. Detti elementi, passando attraverso gli apparati radicali delle piante vengono intercettati e assorbiti nella massa legnosa e quindi sottratti alla dispersione nei bacini di raccolta quali fiumi e laghi. L’effetto tampone è maggiore se la fascia boscata è composta da numerose specie arboree e arbustive e se sotto le chiome è presente anche uno strato erbaceo che funziona da ulteriore filtro per la ritenzione dei nutrienti. L’intercettazione degli inquinanti può riguardare anche quelli trasportati dall’aria, come ad esempio le emissioni di gas e polveri sottili dalle strade a grande traffico. L’efficienza di intercettazione di tali inquinanti varia in funzione dei caratteri fisici e morfologici delle specie impiegate, della localizzazione e dell’andamento dei fattori meteorologici.

Le piante agiscono come filtri purificatori dell’aria intercettando parte dei contaminanti gassosi e del particolato trasportati dal vento. In particolare, il monossido di carbonio (CO), il biossido d’azoto (NO2), l’anidride solforosa (SO2) e l’ozono (O3) sono assorbiti dalle foglie, mentre polveri e particolati sono trattenuti dai peli e dai composti cerosi presenti sulla superficie di queste ultime o dalle rugosità della corteccia di rami e tronchi. Infine, l’effetto di mitigazione delle fasce tampone agisce anche sull’inquinamento acustico. La vegetazione infatti possiede la capacità di deviare, assorbire, riflettere e rifrangere il rumore con un’efficienza variabile a seconda del disegno di impianto e delle specie vegetali utilizzate.

Produzione di biomassa legnosa a scopo energetico Le siepi possono produrre masse legnose importanti dal punto di vista quantitativo e quindi rispondere ai fabbisogni energetici di chi impiega stufe a combustione legnosa con notevole risparmio economico.

Lotta biologica nei pressi di colture condotte con metodo biologico La funzione principale del filare adiacente coltivazioni quali frutteti o vigneti consiste nell’ospitare insetti antagonisti dei parassiti delle colture. Queste siepi si possono potare annualmente, in modo che le loro dimensioni rimangano contenute e non interferiscano con la crescita delle colture stesse o con l’esecuzione delle operazioni colturali. Si riportano qui alcuni esempi di specie adatte alla lotta biologica: – Il carpino bianco (Carpinus betulus) ospita fitoseidi diversi che possono migrare sulla vite ove controllano gli acari tetranichidi. – Il nocciolo (Corylus avellana) ospita anch’esso fitoseidi diversi ed in particolare l’Amblyseius aberrans, agente di controllo degli acari tetranichidi parassiti di varie colture arboree. – Il sambuco (Sambucus nigra) ospita l’afide Aphis sambuci, a carico del quale si sviluppano predatori e parassitoidi che poi migrano sulle colture.

Questi sono solo alcuni esempi di specie vegetali in grado di ospitare insetti e acari utili. Personalmente ho avuto modo di indagare molte siepi spontanee adiacenti i frutteti della Val di Chiana scoprendo che in effetti una quantità di insetti utili le abitano. Da annotare la migrazione degli antocoridi che dalle macchie miste di acero campestre e mora di rovo si spostavano sui pereti per predare la psilla del pero.

Tuttavia, in tempi relativamente recenti, in certe aree ed in seguito all’avvento della cimice asiatica, il ruolo delle siepi come aree rifugio è stato rimesso in discussione visto che la cimice, durante la notte, si accasa proprio sulle siepi adiacenti ai frutteti sui quali torna alle prime luci dell’alba. Per la cimice asiatica sono in atto azioni di lotta biologica con l’introduzione dei parassitoidi quali Trissolcus japonicus (Vespa samurai) da parte di Regione Toscana e Anastatus bifasciatus da parte delle aziende agricole con ottimi risultati.

Ci auguriamo che il parassita venga tenuto in condizioni di equilibrio in modo da evitare il ritorno ad un impiego importante dei fitosanitari.

Zona rifugio per la fauna selvatica I principali fruitori delle fasce tampone sono gli uccelli, che nidificano e traggono nutrimento. Occasionalmente, anche i pipistrelli possono trovare rifugio fra cavità e anfratti piante.

Funzione mellifera Molte specie arbustive e forestali producono polline e/o nettare durante alcuni periodi dell’anno. Il polline è molto importante perché costituisce il nutrimento delle giovani api, fondamentale per il loro sviluppo. All’inizio della primavera la presenza di specie con forte produzione di polline permette di fortificare l’alveare che così arriva al periodo di produzione del miele con un elevato numero di api. Le siepi mellifere contribuiscono inoltre alla biodiversità degli insetti pronubi, da cui dipende la produttività di molte colture, quali ad esempio quelle da frutta.

Prodotti eduli ed officinali Molte specie arbustive e forestali sono vere e proprie bioraffinerie in grado di produrre sia frutti commestibili che foraggio o parti specifiche (gemme, fiori, radici, corteccia) aventi proprietà medicinali. Queste ultime sono quindi in grado di offrire una diversificazione del reddito agricolo. Ove le condizioni pedoclimatiche lo consentono, le specie del genere Quercus ma anche il nocciolo, il pioppo ed il tiglio – sono da considerarsi adatte anche per la produzione tartuficola.

Effetto frangivento Un reticolo di siepi influenza alcuni parametri fisici dell’ambiente agrario essenzialmente agendo da frangivento, ossia filtrando le masse ventose smorzandone la velocità, mediamente tra il 30 e il 50%, soprattutto nello strato più vicino al suolo. I benefici sono: minori danni da vento sulle colture; minor erosione eolica del suolo; minor disturbo agli insetti impollinatori; intercettazione dei semi di erbe infestanti a disseminazione anemocora; minor traspirazione dalle foglie in condizioni di elevata temperatura e vento, con incremento degli accrescimenti; minor evaporazione dell’acqua dal suolo. La velocità dei moti ventosi può così diminuire tra il 40 e l’80%, limitando sia l’incidenza dei danni alle coltivazioni sia, soprattutto, l’evapotraspirazione. Risultato: la produzione agricola, in climi temperati, può aumentare a un tasso compreso tra il 10 ed il 20% con punte del 50%.

Miglioramento del paesaggio e del territorio La vegetazione, in particolare lungo i corsi d’acqua o su terreni con pendenza, può svolgere numerose altre specifiche funzioni d’interesse generale, quali: • difesa dall’erosione delle sponde e dei pendii; • regolazione dei deflussi idrici in caso di piena; • filtro e deposizione del materiale trasportato dalla corrente; • regolazione degli habitat acquatici e ripariali. La vegetazione lungo i corsi d’acqua riduce l’erosione spondale, rallentando la velocità della corrente e consolidando il suolo con gli apparati radicali. La capacità di consolidamento delle sponde e dei versanti (soggetti ad erosione diffusa) varia in funzione delle specie, ed in particolare del portamento e delle caratteristiche dell’apparato radicale: gli alberi con grossi fusti rigidi offrono maggiore resistenza al deflusso rispetto ad arbusti o giovani alberi in grado di flettersi. La vegetazione riparia, rallentando la corrente, favorisce la laminazione delle acque durante gli eventi di piena, immagazzinandole nel suolo per infiltrazione e rilasciandole in modo graduale quando il fenomeno cessa. Questa azione regolatrice sul deflusso delle acque, tuttavia, può avvenire solamente con opere di manutenzione degli alvei di fiumi e torrenti i quali devono essere ripuliti da vegetazione viva o morta; dove scorre l’acqua è imprescindibile la manutenzione!

Funzioni turistico-ricreative Alcune esperienze dimostrano che filari, siepi e boschetti possono contribuire allo sviluppo di attività turistico-ricreative, con immediate ricadute economiche. Fra queste si citano l’agriturismo, in cui la produzione mellifera, i frutti eduli, i funghi e i tartufi possono integrare l’offerta dei prodotti aziendali, ma anche l’escursionismo su percorsi segnalati ed infine l’educazione ambientale, con iniziative svolte da scuole, associazioni e istituti di formazione.

La progettazione delle fasce tampone La progettazione delle fasce tampone è un processo complesso che richiede il coinvolgimento di un dottore agronomo o forestale per valutare una serie di fattori: scopi produttivi, vincoli ambientali, paesaggistici, stradali, caratteristiche pedoclimatiche del posto, ampiezza della fascia necessaria per ottenere gli effetti desiderati, piano di preparazione del terreno, concimazioni e pacciamatura. Fortunatamente le siepi arbustive e arboree sono piuttosto presenti nel territorio provinciale e potrebbero essere oggetto di studio e valorizzazione con risorse modeste ma i benefici ottenibili potrebbero essere notevolmente più importanti dell’investimento.

Maurizio Gerini: passione mountain bike!

0

di Fabio Bertelli – A sentire una qualsiasi intervista o dichiarazione di ciclisti, professionisti e no, una delle costanti è la parola “fatica”. Fatica nel senso fisico, per i numerosi allenamenti e per le gare lunghe centinaia di chilometri, fatica economica, per i numerosi sacrifici che portano a seguire la propria passione, e fatica mentale, per le numerose rinunce che possono essere imposte da una dieta o dalla privazione di un qualsiasi altro vizio.

La domanda che ci poniamo allora è la seguente: “Chi ve lo fa fare?”. Basta proseguire nell’ascoltare o nel leggere le parole del ciclista per trovare una prima, ma definitiva risposta: è la soddisfazione a muovere tutto. La soddisfazione di rivedere ripagati gli sforzi, di superare i propri limiti, di godere di panorami mozzafiato e di sensazioni che, difficilmente, sarebbero percepibili in altro modo.

Proprio per farci parlare di queste soddisfazioni che siamo andati ad incontrare Maurizio Gerini (Tito), casentinese che ormai da quindici anni pratica ciclismo e, superata la soglia dei cinquanta anni, si è accorto di come ciò possa essere non più solo una semplice passione ma una vera e propria ragione di vita.

Ciao Maurizio, ci racconti qualcosa sulla tua squadra di ciclismo? «Innanzi tutto, voglio partire esprimendo quello che è il mio amore per il ciclismo, uno sport bellissimo in grado di regalare emozioni incredibili. È uno sport estremamente faticoso che solo se sei veramente appassionato riesci ad apprezzare. Per quanto riguarda il mio percorso, inizialmente ho gareggiato con l’”Avis Pratovecchio” per due anni, poi per tre anni nella squadra “Bike Star” di Henry Ceccarelli di Poppi, adesso ho cambiato squadra e faccio parte del “Team Errepi” di Pieve Santo Stefano da oramai quattro anni. Per me è un onore fare parte di questa importante squadra. Partecipiamo a campionati di livello nazionale, con gare in tutta Italia. Ovviamente il ciclismo è uno sport individuale e contano i risultati del singolo. Tuttavia, ritrovarsi a lavorare con una squadra di persone con interessi condivisi è qualcosa di estremamente importante, e mi sento fortunato sotto questo punto di vista. Attualmente, grazie allo sponsor, ho due biciclette, una ammortizzata solo davanti ed una ammortizzata sia davanti che dietro. In base al tipo di gara scelgo quale delle due utilizzare».

Quali risultati hai raggiunto e quali vuoi raggiungere? «Parto dicendo che faccio ciclismo da ormai quindici anni e che questo sport rappresenta per me una grande passione. Una passione che, negli ultimi anni, sta diventando sempre più simile ad un lavoro, visto il quantitativo di energie che impiego. Sulla base di quanto detto, è innegabile l’importanza che l’ottenimento di risultati porta con sé, anche in un’ottica di mettersi in buona luce con gli sponsor. Lo scorso anno ho ottenuto degli ottimi risultati: primo posto di categoria nel campionato Umbria Tuscany, ovvero un campionato che si svolge su un circuito in tutta Italia centrale (Toscana, Umbria e Lazio); secondo posto MTB tour Toscana; ottavo posto Coppa Toscana. Avrei anche avuto la possibilità di partecipare ai campionati italiani, ma ho deciso, tuttavia, di rinunciarvi. La volontà sarebbe, quanto meno, quella di confermare i positivi risultati dello scorso anno. Ovviamente lavoro quotidianamente per cercare di migliorarmi e cercare di essere sempre più competitivo. La stagione, iniziata da poco, per ora mi ha portato dei buoni risultati. Nelle prime due gare di Coppa Toscana, a cui ho già partecipato, a Terontola la prima e a Monteriggioni la seconda, mi sono posizionato in quarta posizione, un risultato che mi rende orgoglioso e, al tempo stesso, volenteroso di andare sempre a migliorare. Ho fatto anche un’altra gara a Città della Pieve, ottenendo anche in quest’ultima un ottimo risultato. Spero di ottenere buoni risultati in tre importanti gare della nostra vallata: Casentino Bike, Gf di Poppi e Straccabike di Pratovecchio). Detto ciò, la competitività è certamente importante ma non è tutto. Il mio obiettivo è anche quello di migliorare come persona, fare nuove esperienze e conoscere persone nuove, con le quali condividere la mia passione».

Come avviene la preparazione ad una gara, quante volte vi allenate a settimana? «Solitamente, salvo alcune eccezioni, le gare si tengono la domenica. L’avvicinamento alla gara, dunque, prevede una routine settimanale abbastanza collaudata. Il giorno dopo la gara, il lunedì, è fondamentale, in quanto facciamo lavoro defaticante, importantissimo per sciogliere le gambe e la fatica accumulata durante i chilometri del giorno precedente. Il martedì è l’unico giorno di riposo che abbiamo. Dal mercoledì al sabato ci alleniamo tutte le mattine, all’incirca due/tre ore. Figura fondamentale è, infatti, quella del preparatore atletico (Nicola Corsetti nel mio caso), che permette di organizzare al meglio la gestione di carichi e scarichi, fondamentale per arrivare al giorno della gara il più possibile in forma. La stagione delle gare va da marzo a giugno. I due mesi estivi più caldi, luglio e agosto, sono di stop. Già da settembre, invece, inizio già a prepararmi per la stagione successiva. Come ho già avuto modo di dire, negli ultimi anni sto cercando di essere sempre più attento a questi aspetti: piccolezze per un occhio inesperto, questione fondamentale per chi vuole, come me, sempre cercare di migliorarsi. Fondamentale in tutto ciò è il supporto di mia moglie, che ringrazio caldamente in quanto mi permette di riuscire a coniugare allenamenti e lavoro, non sempre facile in quanto gestisco un’attività insieme a lei».

Segui anche una dieta particolare? «Assolutamente sì. Facendo ciclismo Mountain Bike, ovvero su strade brevi ma estremamente pericolose (discese paurose e terreni impervi), dal mio punto di vista è fondamentale mangiare sano e bene per cercare di rendere al meglio. Per questo motivo mi faccio seguire da un alimentarista che mi ha dato una dieta equilibrata, costruita appositamente per ciò di cui ho bisogno. Mangio moltissima frutta e verdura, carboidrati al giorno e proteine alla sera. Come in qualsiasi dieta è necessario fare delle rinunce ed evitare, sgarri a parte, tutti quei cibi estremamente dolci e zuccherosi. Tuttavia, lo faccio volentieri. Sono una persona determinata che, quando si mette in testa di fare qualcosa, cerca di andare sempre in fondo, e nel miglior modo possibile».

Grazie mille e buona fortuna per il proseguo della stagione! Ringraziamo nuovamente Maurizio per averci raccontato quella che, negli ultimi anni, è divenuta qualcosa più di una semplice passione. Il suo breve racconto ci permette di capire cosa significa amare qualcosa e fare dei sacrifici per cercare di migliorare. Ci auguriamo che la sua perseveranza e la sua costante ricerca di nuovi obiettivi possa essere da esempio per tutti coloro che amano fare qualcosa, ma non trovano la totale motivazione per immergersi del tutto nella loro passione.

Allora concludiamo con una citazione, condivisa in pieno dal nostro Maurizio, in cui il più grande ciclista di tutti i tempi, il ‘Pirata’ Marco Pantani, spiegava cosa fosse per lui il ciclismo. «Il ciclismo mi piace perché non è uno sport qualunque, nel ciclismo non perde mai nessuno, tutti vincono nel loro piccolo, chi si migliora, chi ha scoperto di poter scalare una vetta in meno tempo dell’anno precedente, chi piange per essere arrivato in cima, chi ride per una battuta del suo compagno di allenamento, chi non è mai stanco, chi stringe i denti, chi non molla, chi non si perde d’animo, chi non si sente mai solo. Tutti siamo una famiglia, nessuno verrà mai dimenticato. Chi, scalando una vetta, ti saluta, anche se ti ha visto per la prima volta, ti incita, ti dice che «è finita», di non mollare. Questo è il ciclismo, per me».

Il 25 aprile e i giovani

0

di Gabriele Versari – Esattamente venti anni fa, la redazione di CASENTINO2000 pubblicò in un articolo l’intervista ad un quindicenne casentinese, Luca Grisolini, il quale all’epoca si era appena iscritto ad ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani). Il colloquio ebbe lo scopo di rapportare il ruolo dei giovani alla commemorazione del 25 aprile, visti i sessant’anni trascorsi dalla liberazione dal Nazifascismo. Oggi, che di anni ne sono passati ottanta, si è voluto ripetere l’esperimento, ma stavolta aumentando il numero e la varietà degli intervistati. Ai nostri microfoni si sono infatti prestate e prestati Eva (graphic designer), Viola (cameriera), Gianpiero (studente universitario) e Gianmatteo (operaio metalmeccanico), quattro giovani casentinesi tutti nati nel 1999. La finalità dell’incontro è stata quella di riflettere sul significato di tale ricorrenza e sulle implicazioni che la stessa comporta nella realtà odierna, ormai legata ad un mondo ultra-digitalizzato.

Che valore ha, dal vostro punto di vista, celebrare il 25 aprile e chi sono a vostro parere i partigiani? Eva: «Ora che vivo a Bologna, percepisco il 25 aprile come un giorno di grande festa, un giorno “felice”. Nel corso della giornata la città è in fermento, le vie e le strade sono un fiume in piena, soprattutto nei luoghi storicamente legati alla Resistenza. In Casentino la ricorrenza è meno sentita, almeno da parte mia e del mio gruppo. Sono dell’idea che l’azione partigiana sia stata di fondamentale importanza per la liberazione del nostro Paese, sia militarmente ma soprattutto dal punto di vista sociale. Certamente, non tutta la popolazione italiana dell’epoca sosteneva i partigiani, ma tutti erano a conoscenza del loro operato e di quanto fosse influente nello scenario bellico».

Viola: «La figura del partigiano ha colmato un vuoto che sussisteva all’interno del contesto nazionale italiano durante la guerra. Era necessaria una forte presa di posizione da parte del popolo, ormai stanco di sottostare al dominio Nazifascista. Oggi occorre prendere spunto da quei civili contrastando ciò che non riteniamo giusto e ciò che ci opprime, sia individualmente sia collettivamente, difendendo l’Italia da gruppi e cospirazioni che non contemplano l’ideale democratico, tutt’oggi purtroppo presenti nel nostro Paese».

Gianpiero: «Vedo il 25 aprile come una data fondamentale per la nostra storia. Provo una sorta di fascino riflettendo sui discorsi dei nostri concittadini negli anni successivi alla fine della guerra fino al termine della Prima Repubblica. Si percepisce quanto il sentimento collettivo legato a tale ricorrenza fosse allora enormemente più diffuso di quanto non lo sia oggi. Infatti, a causa sia di una società più fluida e individualista, che della cosiddetta “fine delle ideologie” determinata da un maggiore benessere generale, stiamo assistendo ad un fenomeno di disinteressamento da parte dei giovani verso le vicende della Resistenza e la politica in generale».

Gianmatteo: «Il disinteresse è generato, a parer mio, dai politici stessi, che ad ogni tornata elettorale sembrano presentarsi con l’unico scopo di acquisire il maggiore consenso possibile, invece di portare avanti i propri ideali. Assomigliano a influencer assetati di like e di visibilità più che a rappresentanti di determinati valori socioculturali. Tale dinamica è presumibilmente derivata dal cambio di paradigma che ha subito la comunicazione, che da analogica è passata ad essere in gran parte digitale. Dunque, il disinteresse è sì da imputare ai giovani, indifferenti alle vicende politiche, ma anche ai rappresentanti stessi, i quali sembrano essersi totalmente snaturati rispetto al passato per adattarsi alle logiche comunicative e informative odierne. Tutto ciò genera un astensionismo pericoloso, che favorisce quasi sempre le forze politiche più estremiste».

Riprendendo le parole di Viola, ad oggi l’ideale e l’ideologia fascista rappresenta nuovamente un pericolo? Viola: «L’idea che il fascismo non esista più è fuorviante. In numerose inchieste giornalistiche, effettuate anche all’interno di gruppi politici di estrema destra, è emerso chiaramente come anche tra i più giovani permanga un sentimento nostalgico verso il ‘Ventennio’».

Gianmatteo: «Se alle ultime elezioni nazionali, in un paese come la Germania, un movimento di estrema destra ottiene un quinto dei consensi totali è chiaro che sussista un problema, che per adesso può essere combattuto e arginato poiché si tratta comunque di un embrione. Non bisogna dimenticare, però, come andarono le cose all’incirca un secolo fa: le prime elezioni politiche a cui prese parte il Movimento dei Fasci di Combattimento furono un disastro per lo stesso, poi però tutti sappiamo com’è andata a finire. Quindi, la questione è sicuramente all’ordine del giorno, ma non si deve essere disfattisti o indifferenti, bensì consapevoli del fatto che la situazione possa eventualmente, e ci si augura il contrario, degenerare. Deve far riflettere il motivo per cui nel Paese che ha visto il più importante processo di epurazione – politica, sociale, culturale – dopo i fatti della Seconda Guerra Mondiale, ci si ritrovi ad avere un risultato elettorale quanto mai inatteso (ma non troppo, visto lo spettrometro politico internazionale odierno), dove una buona parte dei votanti sceglie deliberatamente di optare per il partito che rimanda maggiormente a quelle istanze politiche ormai da tempo dimenticate».

Eva: «Com’è già asserito da Gianpiero, in una società in cui imperversano l’individualismo e l’isolazionismo più assoluti, certi rappresentanti della destra possono far leva su determinati elementi propagandistici quali la paura del diverso e la necessità di imputare ad un capro espiatorio la colpa di questa o quell’altra emergenza. L’esempio dell’immigrazione clandestina è lampante: il cittadino, sommerso dal precariato lavorativo, è spaventato dalla possibilità che il proprio lavoro passa essere sottratto da chi arriva ‘da fuori’, perciò tale tipologia di argomentazione attecchisce facilmente».

Celebrare il 25 aprile e i partigiani rimane tutt’oggi un tabù per una certa fazione politica nel nostro Paese. Ciò deriva dal fatto che sia mancato un corrispettivo italiano rispetto a quello che in Germania è stato il Processo di Norimberga? Eva: “Mi viene a mente un tema assai controverso: quelle delle foibe. Non mi esimo dal definirla una tragedia immane, ma spesso viene strumentalizzata dalla destra, soprattutto estrema, per scagionare il fascismo e per vittimizzare i suoi cultori. Tale controversia è solo una delle tante conseguenze della mancanza, dopo la Seconda Guerra Mondiale, di una vera e propria epurazione nel nostro Paese. Non ci sono state grosse ripercussioni per la maggior parte dei gerarchi del regime. Il potere che aleggiava all’interno del contesto politico dell’epoca e l’appoggio agli alleati verso la vittoria finale della Guerra scagionarono diversi uomini chiave della stagione politica dittatoriale. Ciò ha fatto sì che oggi si metta in dubbio l’effettiva buona fede dei partigiani. Spesso, nel dibattito sul ruolo dei partigiani, questi vengono definiti assassini più che valorosi civili che hanno contribuito alla liberazione del Paese».

Viola: «Non mi spiego perché tutto ciò che è legato alla cultura partigiana, come il celeberrimo inno “Bella Ciao”, debba essere per forza additato come un rimando all’estrema sinistra, quando coloro che si impegnarono nella guerra di liberazione erano appartenenti a diverse fedi politiche, a dir la verità tutte fuorché quella fascista stessa. In tal senso, è chiaro come, in Italia, una definizione precisa di chi era dalla parte giusta non sia mai stata effettuata. La tipica frase “ha fatto anche cose buone” è figlia di un sottotesto culturale mai chiarito, che oggi presenta palesi ambiguità».

La vittoria della destra in Italia deriva esclusivamente da tale fattore o ne esistono altri? Gianpiero: «Ritengo che l’opposizione parlamentare si stia attenendo ad un approccio alquanto inadeguato. Sono diversi anni che la sinistra trova nei diritti civili il tema principale della propria azione. Personalmente, li ritengo sì importanti, ma non al punto da lasciar perdere tutto il resto, compresi i diritti sociali che vedono nel lavoro e nella sussistenza economica il proprio cardine. Sono fermamente convinto che entrambe le famiglie di diritti debbano essere tutelate di pari passo».

È innegabile che sussista un divario esponenziale tra i giovani partigiani e quelli appartenenti alla nostra generazione, i cosiddetti “Gen Z”. Il principale fattore di divergenza è il futuro che ci attende: se per i primi ciò che sarebbe avvenuto dopo gli eventi della guerra sarebbe stato in ogni caso la cornice di uno scenario di maggiore benessere, oggi il futuro è incerto, soprattutto se si considerano le vicende internazionali (elezione di Trump, guerra in Europa e crisi economica globale). Quali speranze dovremmo coltivare? Gianmatteo: «È difficile trovare una risposta univoca alla domanda, poiché la stessa implica il fatto che non ci sia un’unica minaccia all’orizzonte, come poteva essere il Nazifascismo per i partigiani, bensì molteplici questioni che rendono il futuro a tratti spaventoso. Manca quell’ideale che porta ognuno di noi ad avere un’unica corrente di pensiero: di nuovo, siamo più individualisti, tendiamo ad essere maggiormente indifferenti verso la comunità. Sarebbe dunque complesso ingaggiare una battaglia per vincere le sfide che l’avvenire ci presenta».

Eva: «Per quanto mi riguarda, credo che un’iniziativa del genere sia realizzabile, adottando però strumenti differenti rispetto a quelli che hanno permesso ai partigiani di vincere la guerra. Occorre un rinnovato interesse per la comunità e per lo stare bene insieme. È vero, le prospettive future sono terrificanti in questo momento storico, ma riesco a rimanere abbastanza positiva poiché noto, sia all’interno delle mie cerchie sociali che nei social, la voglia di mettersi in gioco e fare gruppo tramite iniziative comunitarie e di reciproco aiuto. Percepisco che, in generale, le persone si stiano rendendo conto di quale futuro le attende se le cose non dovessero cambiare, e ciò le porta a mobilitarsi».

Gianpiero: «Sono sia ottimista sia preoccupato. È sotto gli occhi di tutti che la storia si ripete e, come un secolo fa, stiamo affrontando un momento di grande crisi internazionale. Dall’altro canto, però, ribadisco ciò che è stato asserito da Eva: mobilitarsi dal punto di vista civico e partecipativo è fondamentale per salvaguardare i singoli e la collettività. Vedo tale prospettiva come un metaforico antidoto ai veleni dell’individualismo e dell’isolazionismo prodotti dalla società moderna. Concludo sottolineando l’importanza dell’educare a e regolamentare l’utilizzo dei dispositivi digitali, poiché questi rappresentano inequivocabilmente il futuro dell’umanità».

I “piccoli geni” della matematica alle selezioni finali italiane

0

Lorenzo Bendoni della seconda media dell’istituto Comprensivo Dovizi di Bibbiena, Beatrice Bonini della V primaria di Bibbiena, Francesco Griffini della II media di Soci, Thomas Giannini della I A dell’Isis Fermi di Bibbiena sono i giovani che tra pochi giorni saranno protagonisti delle finali dei giochi matematici che si terranno in varie parti d’Italia.

Vittoria Valentini, l’Assessora alla Pubblica istruzione, li ha voluti incontrare prima della loro partenza per un saluto e per ricordare loro l’importanza di coltivare le proprie passioni, ecco le sue parole: “Avevo già visto alcuni di loro, oggi però ho avuto il desiderio di incontrarli di nuovo prima della loro partenza per le finali di alcune sfide matematiche a livello nazionale che li ha visti in qualche modo emergere nelle fasi preliminari e portati con onore in finale. Ho voluto parlare con loro alla presenza dei genitori anche per riflettere sull’importanza delle passioni che, nella vita, sono quelle che ci portano fuori da noi stessi, ci mettono in contatto con il mondo e con gli altri e ci fanno crescere come persone. Credo che questi giovani rappresentino al meglio il lavoro che ogni giorno viene fatto da tanti insegnanti nelle nostre scuole. Per questo vorrei ringraziare proprio tutti gli insegnanti del nostro territorio per l’impegno che ogni giorno mettono nel portare i nostri giovani a coltivare i propri talenti”.

Lorenzo Bendoni ha un talento naturale per la matematica che dice di utilizzare in ogni momento della sua vita, anche per giocare al ristorante, quando si diverte a calcolare a mente il conto complessivo del tavolo.

Beatrice Bonini fin da piccola ha sviluppato un grande interesse per i numeri e la logica, si diverte a fare esercizi, espressioni e problemi anche utilizzando i libri spesso destinati agli insegnanti. Ma la matematica la applica anche quando suona il pianoforte, l’altra sua grande passione. Il suo sogno che coltiva per quando sarà grande è quello di “tenere i conti”.

Francesco Griffini si diverte ogni giorno a fare esercizi sempre più difficili e sfidanti, e i giochi matematici rappresentano per lui una nuova entusiasmante sfida per misurarsi con sé stesso e con tanti altri ragazzi e ragazze della sua età.

Il più grande del gruppo, ovvero Thomas Giannini, è un vero genio della matematica. Da quando era piccola partecipa con grandi soddisfazioni ai giochi matematici. Il suo obiettivo quest’anno è quello di ritentare il risultato ottenuto due anni fa ovvero un bellissimo 24esimo posto su 1700 alle finali.

Questi giovani sono solo la punta dell’iceberg di un bel fenomeno che sta conquistando molti giovani bibbienesi e non solo. Moltissimi ragazzi e tante ragazze anche quest’anno hanno a giochi e campionati internazionali.

Oggi l’amministrazione, nella persona dell’Assessora Vittoria Valentini, è andata a complimentarsi con coloro che hanno ottenuto delle belle qualificazioni a livello nazionale. I Campionati Internazionali di Giochi Matematici della Bocconi di Milano,

Giochi Matematici per la Scuola Premio “Aldo Morelli” XVIII edizione sono solo alcune delle manifestazioni a cui si sono iscritti con profitto i giovani del Casentino. Tra pochi giorni si disputeranno le finali e Vittoria Valentini commenta: “Felice di questi risultati che sono simbolo di un impegno che stiamo portando avanti nei loro confronti con grande entusiasmo. Adesso tocca a loro, ma noi saremo lì accanto a loro perché crediamo che ogni loro risultato, anche simbolico, sia un risultato di tutta la nostra comunità”.

L’insostenibile leggerezza della politica

0

di Anselmo Fantoni – In questi giorni ad alcuni di noi pare scandaloso che si prospetti l’indebitamento del vecchio continente per una cosa sciocca quanto anacronistica: il riarmo. Avevamo lasciato dietro le spalle il secolo delle guerre mondiali, quello dei totalitarismi che oramai sembravano sopiti, le battaglie autarchiche oramai spazzate via dal mercato globale e senza frontiere, una finanza sempre più hi tech, fino a spingerci nel terreno della fluidità di genere cara a certa parte politica sempre attenta ai valori e ai diritti. Poi arriva il buon Vico e zac, corsi e ricorsi della storia, ci ritroviamo di nuovo al via, come al gioco dell’oca, con un bel passo dell’oca, tutti in fila per tre gomito a gomito e front destr. Via il globalismo, via il gender fluid, ma soprattutto all’armi! Ora manca solo la sottolineatura che Dio lo vuole e siamo ripiombati in pieno XX° secolo, e tutti a rincorrere la deterrenza nucleare.

Ma tranquilli, tutto questo solo e soltanto per salvare la pace, per difendere una democrazia che non ha saputo aiutare la Grecia o che decide quale candidato, scelto dal popolo e non dalla troika di turno, debba vincere le elezioni. Ma queste sono questioni di alto livello, difficili da comprendere da noi comuni mortali, a noi basta poco per essere felici, un pizzico di sanità, sempre meno pubblica, una manciata di ciclopista, una rotonda sul fiume e una diritta un po’ più diritta di prima. Voilà, il paradiso è servito, investimenti pubblici necessari per tante campagne elettorali dove si magnificano opere tanto faraoniche quanto inutili per la nostra vita da very normal people.

E il nostro trenino? Quanto ci costa? Che servizio dona alla cittadinanza? Oramai serve solo per portare i nostri ragazzi a scuola, infatti la domenica non c’è, alla faccia dell’infrastruttura che doveva sostenere un turismo eco friendly, del resto anche le ferrovie nazionali nei fine settimana, quando viaggiano soprattutto turisti, da oltre un anno quasi sempre sono vittime di scioperi, rendendo arduo muoversi sulle rotaie e costringendo a utilizzare le autovetture che però non possono avvicinarsi alle città se non vanno a pile. Già, le macchine a pile, altra scelta fatta per noi poveri consumatori costretti a spendere due, tre o quattro volte rispetto a quanto spendevamo prima per acquistare il diritto di fruire delle città.

Ma torniamo al nostro trenino, qualche anno fa, anzi qualche elezione fa, si è sbandierato il grande successo nella sicurezza, si sono fatte le consuete inaugurazioni di piccoli tratti dimostrativi dal politico di turno, e diciamocelo, eravamo tutti contenti che il treno che avrebbe trasportato i nostri ragazzi fosse dotato di un sistema che garantisse sicurezza, addirittura più dell’alta velocità, perché qui quando si fanno le cose mica si scherza, vedi il progetto del raddoppio dei binari e della metro di superficie Stia-Arezzo. Poi, dopo tante elezioni, oramai le opere pubbliche si contano non in anni ma in questi eventi, ti accorgi che 20.000.000 di € non sono stati sufficienti per questo ambizioso progetto, che forse arriveremo a spenderne circa 30.000.000 di €, ma tant’è mica vorrete fare i micragnosi per la sicurezza dei nostri ragazzi. Oramai i treni sono stati tutti aggiornati e sono quasi tutti nuovi, e giù milioni anche li, ma almeno il lungo viaggio verso Arezzo è più confortevole anche se a volte con una carrozza a cavalli si impiegherebbe lo stesso tempo.

Appare veramente marginale vedere in quel di Calbenzano decine, se non centinaia, di recinzioni in cemento armato abbandonate li da tempo immemore, mentre, in spregio alla sicurezza, ancora gran parte della linea, anche in centri abitati, è di libero accesso e non custodita come forse si dovrebbe. Ma i nostri giovani oramai giocano digitalmente e speriamo che a nessuno venga in mente di fare un’escursione sulle rotaie, a proposito, le rotaie sono all’altezza dei nuovi convogli? La manutenzione è regolare? Possono sopportare più convogli e velocità più alte?

L’importante è farle gestire da un’altra struttura che comunque avrà bisogno di un suo consiglio di amministrazione e un presidente che probabilmente sarà ricoperto da un politico locale. Sul nostro treno cominciano a verificarsi spiacevoli incidenti in cui controllori e macchinisti sono vittime di violenza da parte di alcuni viaggiatori poco inclini a pagare il biglietto, ma su questo lato le istituzioni e le forze dell’ordine sembrano aver cercato di arginare il fenomeno con azioni di controllo e contrasto che in alcuni casi sono state risolutive. Speriamo che gli eventi ci smentiscano, che il nostro treno diventi presto più sicuro e più veloce, con coincidenze per le destinazioni turistiche e che soprattutto non faccia la fine della piscina di Certomondo, più volte inaugurata e ahimé ancora tabù per i nostri concittadini che sono costretti ad andare ad Agazzi per le fisioterapie.

Per le nostre necessità i soldi non si trovano e quando si trovano si sprecano malamente, a volte non si può operare per i vincoli di bilancio, né assumere medici e infermieri, perché c’è troppo debito pubblico, ma poi, quando qualcuno dice che siamo in imminente pericolo di invasione, giù soldi per le armi come nel XIX° secolo. Nemmeno aver portato ai vertici europei le donne ci ha salvato da scelte scellerate, e come il mio bisnonno stiamo lasciando in eredità ai nostri figli un mondo con meno servizi socio sanitari, con una ricchezza mal distribuita e soprattutto un ritorno alla logica della via al riarmo, poco importa, se percorsa dai singoli stati imperiali o imperialisti o da un continente unito, per difendere i sacri confini che Dio ci donò.

Ci hanno detto che vanno costruiti ponti e non muri ma pensano alla spesa bellica e non alla diplomazia, che la mobilità dev’essere green, ma le ferrovie per i poveri sono le terze classi dei transatlantici del secolo scorso, per chi i soldi ce l’ha c’è Italo, il trasporto passeggeri di prima classe. Qui invece il nostro povero trenino ancora arranca come un secolo fa e la colpa, forse, è proprio la nostra, perché ad ogni elezione crediamo alle bugie del politicante di turno, a volte lo stesso da decenni. Buon viaggio.

Panoramica privacy

In questa pagina si descrivono le modalità di gestione del sito internet www.casentino2000.it in riferimento al trattamento dei dati personali degli utenti che lo consultano.

Si tratta di un’informativa per il trattamento dei dati personali che è resa anche ai sensi dell’art. 13 Decreto legislativo 196/03 (di seguito Codice privacy) ed in ottemperanza con il Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation).

L’informativa non è valida per altri siti web eventualmente consultabili attraverso i nostri links, di cui Fruska s.r.l. non è in alcun modo responsabile.

Il Titolare del trattamento
Il Titolare del trattamento dei dati personali, relativi a persone identificate o identificabili trattati a seguito della consultazione del nostro sito, è

Fruska s.r.l.

nella persona di Roberto Frulloni
presso la sede legale di via Rignano 11,
Bibbiena, 52011 (Arezzo).
P.IVA 02020850513
Indirizzo email: fruska@fruska.it

Luogo e finalità di trattamento dei dati

I trattamenti connessi ai servizi del Sito Web sito hanno luogo presso la predetta sede della società Fruska s.r.l. e sono curati solo da personale incaricato del trattamento, oppure da eventuali incaricati di occasionali operazioni di manutenzione.
Nessun dato derivante dal servizio web viene comunicato o diffuso a terzi.
I dati personali forniti dagli utenti visitatori che inoltrano richieste di invio di materiale informativo (richieste di informazioni, risposte a quesiti, ecc.) o altre comunicazioni (ordini) sono utilizzati al solo fine di eseguire il servizio o la prestazione richiesta.

Tipi di dati trattati

Dati di navigazione
I sistemi informatici e le procedure software preposte al funzionamento del Sito Web acquisiscono, nel corso del loro normale esercizio, alcuni dati personali la cui trasmissione è implicita nell’uso dei protocolli di comunicazione di Internet.
Si tratta di informazioni che non sono raccolte per essere associate a interessati identificati, ma che per loro stessa natura potrebbero, attraverso elaborazioni ed associazioni con dati detenuti da terzi, permettere di identificare i computer che si connettono al sito.
In questa categoria di dati rientrano gli indirizzi IP o i nomi a dominio dei computer utilizzati dagli utenti che si connettono al Sito Web, gli indirizzi in notazione URI (Uniform Resource Identifier) delle risorse richieste, l’orario della richiesta, il metodo utilizzato nel sottoporre la richiesta al server, la dimensione del file ottenuto in risposta, il codice numerico indicante lo stato della risposta data dal server (buon fine, errore, ecc.) ed altri parametri relativi al sistema operativo e all’ambiente informatico dell’utente.
Questi dati potrebbero essere utilizzati al solo fine di ricavare informazioni statistiche anonime sull’uso del Sito Web e per controllarne il corretto funzionamento. I dati potrebbero essere utilizzati per l’accertamento di responsabilità in caso di ipotetici reati informatici ai danni del sito.

Dati forniti volontariamente dagli utenti visitatori
L’invio facoltativo, esplicito e volontario di dati personali per accedere a determinati servizi, ovvero per effettuare richieste di informazioni agli indirizzi indicati sul Sito Web comporta la successiva acquisizione dei dati personali inseriti nella richiesta del mittente, necessari per rispondere alle stesse.
Specifiche informative di sintesi verranno progressivamente riportate o visualizzate nelle pagine del sito predisposte per particolari servizi a richiesta.