La vita dell’autotrasportatore ha una costante che in realtà non ha nulla di matematico, l’imprevedibilità, quindi il caos, gli orari di partenza sempre diversi in base alle esigenze della committenza, la continua incertezza sul rientro a casa e la quasi totale impossibilità di poter organizzare la propria vita personale e familiare. I viaggi che facciamo per portare le merci a destinazione sono pieni di incognite dovute alle condizioni del traffico e delle strade, ma anche alle diverse tipologie di carichi trasportati che differenziano ogni volta la giornata lavorativa e mettono in obbligo l’autista a dover scegliere soluzioni diverse per ottimizzare il proprio lavoro.
Parliamo quindi di una professione che per essere svolta necessita di piena lucidità e consapevolezza delle proprie capacità fisiche e mentali, da quando prendi in mano il volante del camion per la prima volta a quando arriva il fatidico momento di lasciarlo una volta per tutte, il “bestione”, quel mezzo meccanico che per più di 40 anni è stato il nostro prolungamento naturale, nel bene e nel male, il nostro compagno di avventure.
In questa uscita vogliamo approfondire proprio questa tematica, come si conclude la carriera di un uomo (o donna) che ha dedicato gran parte della sua vita al camion? Lo facciamo raccontando la storia di un grande camionista, Alberto Acciai, che quest’anno ha deciso di godersi la meritata pensione, una colonna portante dell’autotrasporto casentinese che saluta vecchi e nuovi colleghi lasciando in ognuno una serie di indimenticabili aneddoti e storie di momenti passati insieme.
Alberto, classe 1956, ha una vitalità che tradisce la sua carta d’identità, chi in questi ultimi anni di lavoro lo ha incrociato nei cantieri di tutta Italia e non solo, lo può confermare, un ragazzo con molta esperienza. Una lunga carriera iniziata con il fratello Franco nel 1977 a 21 anni, 46 anni al volante di qualsiasi tipo di camion, a partire dallo storico Fiat 690, passando per il mitico IVECO 190.48 Turbo Star e per lo Scania, fino ad arrivare all’ultimo amore, il suo DAF di un inconfondibile colore rosso al servizio della Baraclit. Diverse generazioni di veicoli industriali che hanno scandito i suoi giorni, le sue notti, le sue vicissitudini umane e lavorative, si perché il camion per chi ci lavora diventa un ambiente vero e proprio, un ufficio, una stanza per riposare e sempre più spesso una cucina dove pranzare o cenare, pronto a qualsiasi evenienza.
Lui è uno di quelli che non fa il camionista solo per professione, lui è uno di quelli che è camionista per stile di vita, perché ha scelto una vita nomade, imprevedibile, piena di incognite, uno come Alberto come si deve rapportare con un cambio di abitudini così radicale come quello che impone la pensione?
Abbiamo fatto qualche ricerca e ci è sembrato interessante il parere della “British Psycological Society” che da alcuni consigli su come affrontare al meglio questo difficile momento della vita.
– Darsi un nuovo ruolo nella società, nel sociale, nell’aiuto del prossimo anche in ambito familiare, del resto un camionista con il suo lavoro questo lo fa tutti i giorni, mettersi al servizio degli altri.
– Coltivare i propri hobby, ammesso che ci sia stata la possibilità di averne avviati visto il tanto tempo che un camionista dedica al lavoro, ma vista la passione e la competenza per la meccanica che normalmente abbiamo qualcosa si può sempre rimediare.
– Iniziare ad avere uno stile di vita sano, orari regolari, ore di sonno giuste, alimentazione corretta e magari fare un po’ di esercizio fisico facendo qualche chilometro a piedi dopo i tanti fatti al volante.
Quest’ultimo consiglio dovrebbe essere seguito anche da chi ancora è in attività viste le svariate patologie che il nostro lavoro comporta, che tratteremo nelle prossime uscite della rubrica, tutti consigli di buon senso che potrebbero sembrare scontati ma che scontati non sono perché è importante anche nell’età matura avere nuovi stimoli, avere voglia di continuare ad imparare senza chiudersi in sé stessi e nella propria autocommiserazione.
Alberto Acciai è stato un esempio per tante nuove generazioni di autisti, siamo sicuri che lo sarà anche nella sua nuova avventura da pensionato, noi intanto continuiamo a partire a tutte le ore del giorno e della notte e continuiamo a portare la nostra professionalità al servizio delle aziende del territorio, sempre con la massima prudenza e con il rispetto delle regole. un’ultima raccomandazione, siamo in settembre e dopo le ferie ripartirà in pieno l’attività produttiva e con essa l’autotrasporto.
Da esperti raccomandiamo a tutti gli utenti della strada la massima attenzione, vediamo spesso manovre e sorpassi al limite della decenza che poi non portano reali vantaggi in termini di tempo di percorrenza su una strada come la nostra SR71 piena di insidie, buche, cantieri e traffico. Buon viaggio e buona strada a tutti.
“Trasportare Il Casentino” – Storia, cronaca ed attualità dell’autotrasporto di vallata a cura di “Quelli della SS71”