di Monica Prati – La storia della columba livia, in gergo popolare “piccione selvatico occidentale” è una storia lunga. Parte dalle antiche civiltà egizie persiane e anche greco romane che lo utilizzavano come principale veicolo di comunicazione di informazioni importanti, per divenire oggi, nell’era tecnologica, un volatile fastidioso che si annida sui tetti delle case dei centri storici dei paesi e delle campagne e che genera, con i suoi escrementi, danni alle proprietà pubbliche e private. Ne sanno qualcosa gli abitanti del centro storico di Bibbiena, sia residenti che commercianti, che devono affrontare ogni giorno i disagi causati dai suddetti volatili.
Dopo che in redazione ci sono arrivate lamentele un po’ da tutto il Casentino, siamo andati a raccogliere alcune testimonianze nel centro storico di Bibbiena, tra cui quelle della titolare del negozio “Arte del Regalo” Sig.ra Rosanna, della titolare del negozio “Prestige Abbigliamento” Sig.ra Antonella e della Sig.ra Maria Luisa, che abita nella via più invasa dai piccioni: via Borghi.
Inoltre, abbiamo cercato di raccogliere informazioni per cercare di capire come è possibile affrontare l’emergenza e quali accorgimenti potrebbero essere adottati per contenere il fenomeno.
Sig.ra Rosanna come è la situazione del centro storico di Bibbiena?
«Il centro storico è pieno di piccioni, anche se ora quasi tutti i palazzi hanno i “dissuasori”, per contenere il fenomeno delle colonie sui tetti. Ci sono però ancora dei punti dove riescono ad entrare e si sono annidati di nuovo e siamo punto e a capo. Ci sono parti di strade del paese dove non si riesce a tenere pulito; stiamo cercando di mettere i dissuasori anche in questi punti. Ciò non significa che il problema non sussista più e sia risolto, il problema persiste e i piccioni sono dappertutto. Negli angoli dei borghi dove non ci sono negozi, dove nessuno pulisce, ci sono escrementi in quantità enorme e ciò è indecente per il decoro del paese in generale. Questo problema dovrebbe risolverlo l’Amministrazione, non noi commercianti! Abbiamo chiesto alla ASL, ma ci ha cortesemente indirizzati al Comune e viceversa, non sappiamo più a che santo votarci. Noi privati cittadini, con un costo non indifferente, abbiamo cercato di risolvere il problema adottando gli accorgimenti necessari, ma nessuno ci è venuto incontro, dicendo: “vi diamo un aiuto, chiudiamo il traffico, così potete fare pulizia sopra i tetti con il camion cestello del Comune”. Niente di tutto questo da parte di nessuna autorità, non né corretto né giusto».
Sig.ra Antonella cosa ne pensa del problema dei piccioni lungo via Borghi?
«Il problema dei piccioni c’è tutto l’anno e d’estate è ancora peggio. Esasperata da questa situazione ho fatto delle foto che volevo mandare in comune. Davanti al negozio mi creano diversi problemi, non solo di cattivo odore, ma soprattutto sporco e anche le piante ornamentali davanti alla vetrina sono piene di escrementi e si stanno seccando. I piccioni sono annidati sul tetto dell’edificio e ogni giorno bisogna pulire per terra, non basta lo spazzino che passa la mattina, ma anche noi del negozio dobbiamo dare una pulita ulteriore. In alcuni punti dei tetti sono stati collocati degli spunzoni e lì ce ne sono meno, ma il problema così non è risolto, perché i piccioni si annidano anche sui cornicioni. Occorrerebbe un intervento su tutta la via principale, ma non sarebbe sufficiente. Secondo me, occorrono provvedimenti urgenti di altro tipo per porre fine alla vicenda».
Sig.ra Maria Luisa ha problemi anche lei con i piccioni?
«Altro che problemi! La strada sotto la finestra che da su borgo Martellini è piena, oggi è piovuto e non si vede tanto lo sporco, ma qui è sempre pieno di escrementi e il problema riguarda tutti i palazzi della via. Io ho persino comprato una canna e con l’acqua cerco di mandare via i piccioni e lo sporco. In casa ho trovato persino le zecche, presumo siano stati proprio i piccioni! Insomma anche via Borghi è piena e anche gli altri commercianti che hanno i negozi sulla strada non sanno più come fare a gestire l’emergenza».
Per cercare di capire quali accorgimenti potrebbero essere adottati per contenere il fenomeno e soprattutto la concentrazione di piccioni nei centri storici, si deve premettere che la questione dei danni provocati dai piccioni viene regolata dalla legge n.157 del 1992 sulla protezione della fauna selvatica e la caccia. Con questa legge viene riconosciuto il diritto alla vita degli animali randagi che prima potevano venire soppressi. Ma i piccioni sono trattati in modo diverso rispetto agli animali randagi che vivono per strada in branco o in solitudine e senza padrone. I piccioni sono patrimonio indisponibile dello Stato, dunque non possono essere catturati o uccisi, pena la commissione del reato di maltrattamenti di animali.
Detto questo, il problema è sia sanitario che un problema di decoro dei centri storici. In caso di colonie di piccioni in aree private, i proprietari possono segnalarlo al dipartimento di igiene pubblica della ASL che potrà consigliare gli strumenti da mettere in atto per arginare il problema dell’invasione delle colonie di piccioni.
Purtroppo è un problema comune in tutta Italia, in particolare dove ci sono edifici vecchi i piccioni si introducono in ogni foro, insenatura che trovano. Sono un problema perché gli escrementi cadono sulla strada, sulle panchine, sui gradini di accesso alle case. In commercio si possono trovare dei “mezzi“ per arginare il problema, che possono essere impiegati regolarmente dai cittadini che sono: gli spunzoni da collocare sui tetti o sulle finestre, esistono anche delle macchine a ultrasuoni, esistono dei pupazzi di plastica, simili a dei rapaci che fungono da spaventapasseri.
Comunque, quando la situazione diventa intollerabile per i cittadini, dovrebbe essere risolta dalla ASL, che in base al risultato di un sopralluogo e in base alla situazione riscontrata, dovrebbe prendere i provvedimenti necessari affinché vengano migliorate le condizioni igienico sanitarie del posto interessato. La ASL può arrivare in casi gravi e urgenti a chiedere l’emissione di ordinanze da parte del Sindaco.
Per quanto riguarda poi la responsabilità per eventuali danni a cose o persone, essendo patrimonio indisponibile dello Stato, nella specie “fauna selvatica” non sorge alcuna responsabilità in capo a soggetti determinati, compresi organi pubblici, che astrattamente per legge sono proprietari, in quanto manca una concreta relazione tra l’individuo e l’animale che può far sorgere una posizione di custodia con conseguente responsabilità; di conseguenza i danni prodotti dagli animali in questione rientrano nel caso fortuito.
La situazione non è semplice, ma ci sono gli strumenti perché chi è chiamato ad agire lo faccia.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 328 | Marzo 2021)