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venerdì, 19 Aprile 2024

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La tartaruga di Moieto

di Terenzio Biondi – Sto tornando alla mia auto parcheggiata a Vogognano dopo un pomeriggio di pesca nel piccolo Romaggio, affluente del Torrente Gravenna.

Dalle cime dell’Alpe di Catenaia prendo in discesa lungo il bosco che costeggia il Romaggio fino ad incontrare un grande sentiero che attraversa enormi vecchi prati per poi arrivare ai resti dell’antico abitato di Moieto.

Mi metto a girovagare per le viuzze del piccolo borgo, sommerse da un’infinità di pianticelle e grandi siepi piene di more di rovo. Entro anche in quelle che erano le stalle, con ancora alle pareti le mangiatoie delle pecore.

I tetti sono tutti crollati, come pure i pavimenti delle stanze ai piani superiori e le scale fatte con pietre prese dal vicino torrente. Poco distante da una casa ci sono anche i resti di un antico pozzo, nei pressi di una pozzetta (quasi un minuscolo laghetto) al centro del prato.

Ma… là, nel prato, c’è… sì… c’è qualcosa che si muove… Mi avvicino per vedere meglio e… rimango di stucco: una enorme tartaruga si sta muovendo in direzione della stalla.

Bellissima! Accarezzo delicatamente la corazza, la testa, la coda, le zampe… Mi sento emozionato: è la prima volta in vita mia che faccio un incontro simile. La saluto anche, mentre si dirige verso la stalla. A presto, amica mia tartaruga!

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