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martedì, 6 Maggio 2025
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La cultura che resiste… riaprendo un’edicola

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di Melissa Frulloni – Quando chiude un’attività commerciale all’interno di una comunità è sempre un momento triste. Ma quando riapre un’edicola c’è veramente da fare i salti di gioia, visto i numeri impietosi che si registrano a livello nazionale (secondo la FIEG, Federazione Italiana Editori Giornali, le edicole sono circa 11.000 ma venti anni fa erano oltre 36.000, registrando una moria pari a quasi il 70%), questa diventa una notizia che porta il Casentino in controtendenza rispetto al resto del nostro Paese. Quindi la notizia che questo mese ci teniamo a sottoporre alla vostra attenzione (e che ci riguarda da vicino) è una bella notizia, una di quelle che ti danno speranza e ti fanno sentire bene, veramente parte di una comunità, in modo reale al di là di frasi retoriche o supercazzole varie.

Oggi riaprirà la storica edicola di Piazzolina a Bibbiena e lo farà grazie a diversi attori che sono scesi in campo per far ripartire questa che vuol essere molto di più che una mera attività commerciale. C’è Aruba e il Comune di Bibbiena che contribuiranno economicamente (un supporto più che necessario per avviare tutto il progetto) e poi c’è l’Associazione “Il Podestà per l’arte e la cultura” con tutti i suoi volontari e volontarie, Michele Luciello, storico titolare dell’edicola che proseguirà nella gestione e la casa editrice Fruska, nonché il nostro giornale che hanno abbracciato con entusiasmo l’idea della riapertura e contribuiranno alla promozione e diffusione di tutto quello che verrà fatto a L’Edicola di Piazzolina.

Sì, perché (lo potete leggere nel nostro articolo postato il 5 aprile) questo non sarà soltanto un luogo in cui poter tornare ad acquistare giornali, quotidiani e riviste (o libri legati al Casentino, o prodotti della vallata e molto altro), ma sarà un punto di ritrovo, aperto a tutti e per tutti, in cui incontrarsi, condividere, organizzare eventi, ma anche semplicemente leggere un libro o fare quattro chiacchiere.

Le edicole sono un luogo identitario, una componente del tessuto urbano e per questo vanno preservate; questa è l’idea che ogni attore coinvolto ha messo alla base della sua partecipazione a questo progetto. Nei piccoli paesi rappresentano un presidio sociale come le poste e il bar; un punto di riferimento, un luogo in cui ritrovare il senso di comunità.

Chi si propone di rigenerare i territori sa che deve valorizzare quei luoghi che sono il centro di scambi e relazioni che danno risposta ai nuovi bisogni sociali. Scambi e relazioni che anche nei piccoli centri come i paesi del Casentino stiamo perdendo. La riapertura dell’edicola di Piazzolina è stata possibile grazie alla volontà di molti, ma non possiamo escludere che si siano allineati diversi pianeti affinché ogni persona, ente, azienda coinvolta nel nuovo progetto facesse la sua parte e le cose filassero lisce per poterla far ripartire. Il contributo economico (essenziale!) ha abbracciato la volontà di chi crede che quel luogo rappresenti molto per Bibbiena e il suo centro storico e che possa essere un esempio per altri paesi del Casentino in cui manca un’edicola (pensiamo a Ponte a Poppi o a Soci).

Come detto serve che qualcuno ci creda davvero, che qualcun altro finanzi il progetto e che (non meno importante) la fortuna assista tutto e tutti nel percorso, ma è possibile farlo! Il progetto de L’Edicola di Piazzolina è ovviamente aperto a chiunque abbia voglia di partecipare, magari dedicando il proprio tempo in uno dei turni dei volontari che la terranno aperta anche nel pomeriggio e nei weekend, oppure proponendo un’iniziativa, un evento, o semplicemente affacciandosi in edicola, fermarsi a leggere il giornale o il proprio libro preferito nella saletta interna che verrà allestita proprio per questi (e altri) scopi.

Speriamo che questo diventi un luogo di incentivo alla lettura o che comunque aiuti a riscoprire la bellezza della carta, quella di sfogliare un libro o un giornale, facendolo magari con gli altri e non da soli seduti davanti allo schermo del PC o dello smartphone. Crediamo fermamente che la carta possa avere questo potere, quello di creare relazioni e scambi veri, di riportarci alla realtà delle cose concrete che purtroppo anche in paesi come quelli del Casentino si è persa.

Ovviamente nonostante questo, viviamo nel nostro secolo e quindi non possiamo non dirvi di seguire i social (le pagine Facebook e Instagram) de L’Edicola di Piazzolina per rimanere aggiornati sul progetto. Ma vi aspettiamo anche in Piazza Roma nel centro storico di Bibbiena per ritrovarci e condividere idee. Oggi pomeriggio, di questo sabato 12 aprile, brinderemo insieme all’inaugurazione del nuovo corso dell’edicola. Non potete mancare!

Le offerte di lavoro in Casentino del Centro per l’Impiego

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Le nuove offerte settimanali di lavoro in Casentino del Centro per l’Impiego. Anche questa settimana gli incentivi e le opportunità regionali per i datori di lavoro e le persone fisiche, oltre le chiamate dirette al lavoro. I tirocini curriculari retribuiti 2023/24. Gli Avvisi Pubblici per la concessione di contributi a imprese e/o datori di lavoro finalizzati a garantire incentivi all’assunzione degli iscritti alla legge 68/1999 con disabilità di natura psichica. Il bando per servizi innovativi delle imprese di GiovaniSì. E l’avviso pubblico per il finanziamento di piani di Welfare Aziendale per la conciliazione di vita-lavoro 2023-2025.

Scarica la newsletter: Offerte Lavoro Casentino 11 04

Gli orari dei Centri per l’Impiego della Toscana sono i seguenti:

lunedì 9:00 – 13:00

martedì 9:00 – 13:00 pomeriggio 15:00 – 17:00

mercoledì 9:00 – 13:00

giovedì: (dalle 9 alle 13 su appuntamento) e 15:00 – 17:00

venerdì 9:00 – 13:00

Il sabato sera sale la febbre…

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di Beatrice Mazzanti – Nella piccola realtà in cui viviamo è nato ed è presente un luogo dove la musica è di casa, un centro di aggregazione che unisce e allo stesso tempo divide intere generazioni. Pensiamo ad una canzone che cantavamo negli Anni ‘80’che poi è diventata un remix o base di una canzone techno questo per dirci che è finito un secolo, ma ne è iniziato un’altro.

Abbiamo deciso di intervistare Stefano Lanini (nella foto piccola sotto) proprietario del River Piper per sapere da lui come si sente a essere il “creatore” di uno di quei luoghi che hanno segnano e continuano a segnare la fine di un’era e l’inizio di un’altra, di uno di quei luoghi in cui il trascorrere degli anni è scandito dalle trasformazioni musicali e da tormentoni che non passano mai di moda.

Intanto grazie per la disponibilità. Come sanno tutti in Casentino lei è il proprietario e gestore del locale River Piper, cosa significa e come vive questo ruolo in una realtà e in contesto diciamo “piccolo”? «Sono una persona molto socievole, mi piace essere a contatto col pubblico e rapportarmi con gli altri, conosco molte persone in Casentino, Arezzo e Firenze, ho uno spirito associativo».

Com’è nata l’idea e il progetto di aprire una discoteca? «L’idea è nata molti anni fa, la nostra azienda familiare, fin dal 1931 ha sempre avuto la vocazione di attività nel settore horeca (settore dell’industria alberghiera, n.d.r.) quindi per diversificare, mi piaceva entrare nel mondo della notte, ho sempre frequentato fin da giovane locali sia in Versilia che in Riviera romagnola, dove è nato tutto il mondo della notte, e lì avevo molti rapporti di lavoro e tanti amici».

Con il passare degli anni ha visto dei cambiamenti nel suo locale e nel modo di vivere la musica? «Dagli Anni Ottanta, in avanti i cambiamenti e le mode sono stati moltissimi, dopo Febbre del sabato sera con la dance music, è arrivata l’elettro house, EDM; negli Anni Novanta la Techno la fa da padrone, oggi ai giovanissimi piace la musica trap, rap, EDM…».

La pandemia da Covid-19 ha colpito anche il vostro settore in modo pesante, ma poi c’è stata una ripresa? «Nel settore dei locali notturni il Covid ha causato molti disagi, di conseguenza molta crisi e molte chiusure di attività, dopodiché abbiamo avuto una buona ripresa delle attività nell’immediato post pandemia».

Il passaggio generazionale si nota guardando il tempo scorrere in un locale e, per quanto riguarda le nuove serate over 40, questa idea com’è nata? «Oggi abbiamo due tipologie di pubblico che frequentano i locali, i giovani e giovanissimi e gli over 40, ed è il pubblico che frequentava le Discoteche negli Anni Novanta – Duemila. Lidea di organizzare delle serate dedicate proprio ai giovani di fine secondo millennio è nata da una ricerca che abbiamo fatto insieme a Marco Comakema, nostro collaboratore e direttore artistico. Nelle diverse serate il pubblico stesso ci ha dato subito risposte positive, con molto entusiasmo e voglia di ballare, divertirsi, e incontrare di nuovo amicizie che da tempo non si vedevano e che si era perdute, le serate sono molto belle, coinvolgenti con una bellissima partecipazione». Forse niente come la musica accompagna la vita delle persone, ogni periodo ha la sua colonna sonora e, non è un caso, se le canzoni e i brani che abbiamo ascoltato da giovani siano sempre i più belli di sempre, sicuramente migliori di quelli che ascoltano i giovani che sono venuti dopo.

Magari anche questo soffio di nostalgia porta sempre a riascoltare con piacere i pezzi di qualche anno o decennio fa, ma non fa niente, la musica gira intorno, in avanti e indietro ma non invecchia. Adesso però attenzione quando ci abbandoniamo ai ricordi del passato, ballare e divertirsi va benissimo, ma attenti a non alzare troppo il gomito perché, anche per i contolli stradali, la musica è cambiata…

La ricetta del mese: un riso “quaresimale”

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di Anselmo Fantoni – La Pasqua si avvicina e in Quaresima si sa le abitudini alimentari sono un po’ meno pirotecniche e abbondanti, ma con un po’ di attenzione si possono ritrovare sapori e piatti meno opulenti, ma comunque piacevoli. Il periodo di riflessione per i cristiani comporta un cambio di abitudini o almeno comportava.

Con mia nonna tutto era diverso, via la carne e piccole ristrettezze il venerdì, la via crucis la sera nella chiesa del paese, il rosario, i fioretti e poi la domenica delle palme che apriva la settimana santa, dal giovedi al sabato i forni del paese emanavano profumi incredibili di panine e dolci di ogni tipo e poi la Pasqua in cui in un giorno si spazzavano via tutti i digiuni e le astinenze, dalle colazioni con panina e ovo sodo benedetto fino al pranzo con primi e secondi della tradizione e un finale con un nutrito cabaret di dolci, sopravvissuti alla colazione mattutina.

Perché la magia del Natale è forse più sentita, ma il pranzo pasquale è davvero un’altra cosa, lo si prepara da tempo e ci arriviamo dopo un periodo di morigerazione alimentare.

Non sarebbe male riscoprire non solo sapori semplici e gustosi, ma anche un periodo di riflessione e introspezione alla riscoperta della pace interiore e perché no, anche esteriore.

Riso Quaresimale

Ingredienti

  • 500 gr di riso
  • 250 gr di patate
  • 250 gr di salsa di pomodoro
  • 150 gr di fagioli zolfini
  • 1 cipolla
  • 1 limone
  • Olio EVO
  • sale e pepe q.b.
  • Peperoncino a piacere

Preparazione

La sera prima ammollate i fagioli strizzando nell’acqua un limone. Il giorno dopo mettiamo a bollire 2 litri d’acqua, quando bolle gettiamo i fagioli scolati, nel frattempo peliamo le patate e tagliamole a tocchetti e mettiamole insieme ai fagioli, dopo qualche minuto mettere il riso, salare e pepare. In un altro tegame facciamo appassire la cipolla tagliata finemente, una volta appassita aggiungere il pomodoro e fare insaporire qualche minuto. Quando il riso è quasi cotto aggiungere il pomodoro e il peperoncino a vostro gusto, tenere qualche minuto a fuoco lento per fare amalgamare il tutto. Servire su piatti riscaldati e buon appetito.necessario poco brodo vegetale. E buon appetito.

VINO CONSIGLIATO

Marì Rosè IGT Toscana Società Agricola Il Sosso s.s. La Valdichiana è terra speciale, terreni generosi, clima mite e dialetto particolare. Molte sono le aziende salite alla ribalta soprattutto col Syraz ma altre, pur mantenendo un forte legame col passato e con le tradizionali uve toscane si sono spinti in territori nuovi che danno risultati interessanti. Il prodotto simbolo di questa terra è certamente l’aglione che sta conquistando velocemente fama e apprezzamento non solo in Toscana. Il piatto di questo mese non è molto tipico per noi aretini perché da noi più che il riso in quaresima si consumava la polenta, ma oramai le contaminazioni culinarie sono all’ordine del giorno e quindi non ci scandalizziamo più. Patate e fagioli però sono tipici della nostra amata valle e il pomodoro oramai è più italiano che americano.

Certo lo zolfino è un gran bel fagiolo e le patate se sono di Montemignaio sono il non plus ultra, ma vanno bene anche quelle di fondovalle o meglio ancora di Cetica. La salsa di pomodoro non manca certo nella nostra dispensa, che sia fatta in casa o acquistata già pronta, ce ne sono di veramente buone, non può mancare per dare colore e soprattutto sapore ai nostri piatti. Il piatto è semplice ma saporito e il vino scelto è adatto anche al periodo quaresimale, non troppo rosso e non troppo bianco, e si sposa bene con la pietanza. Il colore ramato fitto e piacevole di grande vivacità introduce a sentori di piccoli frutti rossi di fragolina di bosco e lampone con un cenno di giaggiolo e geranio. In bocca è piacevole e rinfrescante con i frutti sostenuti da una freschezza che alleggerisce il sorso con un finale sapido e accattivante di amarena.

Questa realtà vitivinicola in quel di Lucignano ha saputo coniugare tradizione e innovazione, regalandoci vere perle enoiche a volte potenti e a volte elegantissime, un filo conduttore con la Valdichiana di ieri e di oggi, un tempo rude e dalle mani callose, oggi più elegante ma solida nei suoi prodotti. Una cantina che merita sicuramente una visita, non è lontana, i proprietari persone semplici e squisite sapranno farvi innamorare così come i loro avi che nel 1965 acquistarono questa tenuta. Da vent’anni l’azienda ha fatto il salto di qualità col reimpianto dei vigneti e la costruzione della nuova cantina funzionale per l’ottimale gestione dei 27 ettari di vigne. Se poi preferite rimanere a casa con amici o parenti beh il vini di questa fattoria vi sapranno fare buona compagnia.

Mi raccomando, come sempre moderazione per la vostra e altrui salute, ancor di più per il periodo quaresimale. Naturalia non sunt turpia. 

(SAC A POCHE e MONDOVINO sono due rubriche di Anselmo Fantoni)

Una giornata dedicata al tesseramento per la Misericordia di Bibbiena

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Una giornata dedicata al tesseramento per la Misericordia di Bibbiena. La Domenica delle Palme rappresenta, tradizionalmente, un momento di ritrovo per gli associati della storica confraternita casentinese che in questo giorno di festa possono rinnovare il loro impegno di solidarietà, attenzione e supporto verso i bisogni della comunità e del territorio.

L’appuntamento è fissato per domenica 13 aprile nell’ufficio in piazza Tarlati che, con orario dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, aprirà le proprie porte con la duplice finalità di rinnovare le tessere e accogliere gli aspiranti soci per illustrare le attività della Misericordia di Bibbiena, con l’opportunità di conoscerne missione e servizi resi alla collettività. La giornata proseguirà poi alle 21.00 con l’assemblea di approvazione del bilancio nella nuova sede in via Dante che scandirà un ulteriore momento di condivisione e di pianificazione aperto ai circa milleduecento associati e agli oltre cento volontari.

La campagna di rinnovo del tesseramento prenderà il via già da giovedì 10 aprile tra le 9.30 e le 12.30, poi nello stesso orario la sede della Misericordia di Bibbiena resterà aperta anche nei giorni da lunedì 14 aprile a sabato 19 aprile. Un’ulteriore data segnata sul calendario è venerdì 18 aprile quando tutti i soci riceveranno la panina benedetta in dono e quando i volontari saranno presenti alla Via Crucis nelle vie del centro storico per il servizio di assistenza e primo soccorso.

«La Settimana Santa – commenta il governatore Gabriele Conticini, – è un momento di profonda riflessione spirituale, ma anche di grande impegno per rinnovare il tesseramento. Associarsi alla Misericordia permette di sostenere direttamente una confraternita che dal 1584 opera al servizio della comunità, di ottenere agevolazioni per servizi e attività del territorio e, soprattutto, di far parte di una realtà impegnata in tanti settori che spaziano tra trasporto sociosanitario, emergenza sui mezzi di soccorso, Protezione Civile e Antincendio Boschivo».

Un importante sabato di cultura a Bibbiena: inaugurazione dell’Edicola di Piazzolina e della mostra per i 20 anni del CIFA

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EDICOLA DI PIAZZOLINA “Un bel progetto di rilancio di un pezzo importante del centro storico fatto grazie a un accordo tra privato, pubblico e associazionismo attivo. L’amministrazione ha voluto sostenere questo progetto per sostenere tutto il centro storico, visto il valore culturale di questa realtà e la sua centralità nel contesto del tessuto sociale. Il nostro grazie va all’azienda che ha reso possibile questa operazione, all’associazione Il Podestà, alla società Fruska, che si occuperanno della gestione dell’edicola. Un ringraziamento va anche a Michele, il proprietario dell’edicola, che continuerà a essere parte attiva di questo progetto. Oggi questa realtà inizierà a promuovere cultura nel centro storico e a Bibbiena, a essere presenza attiva, luogo dove nascono collaborazioni virtuose e nuove idee”, commenta il Sindaco Filippo Vagnoli che invita tutti i cittadini a prendere parte a questa inaugurazione

 L’Edicola di Piazzolina è il nome che è stato scelto per riaprire lo storico locale che rimanda al senso di appartenenza dei bibbienesi ad uno dei luoghi simbolo del paese – Piazzolina, appunto – dove ogni anno si tiene il momento più bello della tradizione della Mea.

Vagnoli conclude: “Questa cordata di solidarietà e amicizia, che vede impegnate varie realtà nella riapertura e varie anime del centro storico per la gestione, volontari dell’associazione, secondo me, è un momento altissimo di civismo e di impegno che ci piace festeggiare come merita. L’inaugurazione dell’edicola è quindi un momento della comunità che si vuole ritrovare nella cultura e nella condivisione”.

CIFA La casa ella fotografia di autore, il CIFA, compie 20 anni. Istituito nel 2005 per volontà della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF), con l’obiettivo di evitare la dispersione della produzione più significativa degli autori italiani e valorizzare il patrimonio della fotografia italiana non professionale, da sempre al centro dell’attività della Federazione, fondata nel 1948 e oggi presente con oltre 500 circoli affiliati e decine di migliaia di soci attivi su tutto il territorio nazionale.

Il CIFA rappresenta oggi un esempio unico nel panorama culturale italiano: un centro espositivo permanente, un archivio attivo, un motore culturale diffuso, profondamente radicato nel territorio e, al tempo stesso, proiettato in una visione nazionale e internazionale della fotografia.

Per celebrare questo importante traguardo, il CIFA apre i propri archivi, la propria memoria e il proprio sguardo sul futuro con una mostra che racconta e onora questo straordinario percorso culturale.

Le tante sfumature della Cultura Fotografica – 20 anni del CIFA | 2005 -2025 è

un’esposizione che invita il pubblico a intraprendere un viaggio attraverso i progetti, gli autori, le immagini e le idee che hanno segnato due decenni di attività. Un’occasione non solo per ripercorrere quanto realizzato, ma anche per riflettere sul ruolo della fotografia nella costruzione del nostro immaginario collettivo.

La mostra – visitabile dal 12 aprile al 2 giugno 2025, con inaugurazione sabato 12 aprile alle ore 17.00 – propone un articolato percorso espositivo che racconta vent’anni di progettualità e visione della FIAF attraverso linguaggi, generazioni e memorie fotografiche.

Saranno esposte otto delle mostre più curatoriali realizzate dalla FIAF in questi anni

accanto a una selezione di immagini tratte dai Progetti Nazionali, dall’archivio storico del CIFA, dalle Biennali dei Giovani Autori e dal progetto “Crediamo ai tuoi occhi”.

Uno spazio sarà dedicato anche ai tredici Grandi Autori che la FIAF ha celebrato nel corso del tempo, mentre una sezione speciale renderà omaggio ai vincitori di “Portfolio Italia”.

Completano il percorso una serie di tavoli tematici con l’esposizione delle pubblicazioni storiche e recenti edite dalla FIAF, a disposizione del pubblico per la consultazione.

Il CIFA era nell’ottocentesco un carcere mandamentale e la mostra è anche un’occasione preziosa per scoprire lo straordinario contenitore architettonico, un edificio ottocentesco di grande fascino, recuperato con un accurato intervento di restauro conservativo che ne ha mantenuto intatta la struttura originaria, reinterpretandola in chiave culturale.

Costruito nella seconda metà del XIX secolo e dismesso negli anni ’60, il complesso è stato oggetto di un importante progetto di rigenerazione urbana che ha saputo restituire alla comunità uno spazio dalla forte identità storica, trasformandolo in un luogo di incontro, studio e produzione culturale. Le sue sedici celle originali, distribuite su due livelli, oggi accolgono mostre fotografiche ed esposizioni temporanee, mentre gli spazi comuni – tra cui un suggestivo ballatoio affacciato sul

corridoio centrale e una corte interna protetta da alte mura perimetrali – conservano il carattere austero dell’antica destinazione d’uso.

Il risultato è un unicum nel panorama italiano: un museo della fotografia che dialoga ogni giorno con l’architettura che lo contiene, capace di evocare memorie, suscitare riflessioni e offrire una fruizione culturale intensa e immersiva.

 

Il Sindaco Filippo Vagnoli commenta: “Grazie al grandissimo lavoro della FIAF, di Roberto Rossi e degli appassionati di fotografia siamo arrivati a festeggiare questo bel traguardo. Questo è il luogo che ha dato impulso alla galleria Fotografica a Cielo aperto, a Bibbiena città della fotografia, al Festival internazionale di fotografia del Casentino. E’ un luogo che, soprattutto negli ultimi anni, è diventato un punto di riferimento importante del nostro territorio, dove i cittadini e le cittadine si rispecchiano e si ritrovano a celebrare la cultura come bene di tutti. Ringrazio le tante persone che ogni giorno, da venti anni, hanno lavorato in maniera profonda per arrivare a questi risultati che, oggi, vogliamo celebrare tutti insieme”.

Ponte a Poppi: nuovo assetto del mercato

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Il mercato storico di Ponte a Poppi torna in piazza Garibaldi al completo. Soddisfazione di Confesercenti che in più occasioni ha sollecitato l’amministrazione comunale a tornare all’assetto  originale come richiesto dalla maggioranza degli ambulanti.

“Da martedì scorso“ spiega Marco Alterini, presidente Confesercenti Casentino e storico commerciante di Ponte a Poppi “il mercato settimanale è tornato alla normalità riposizionandosi come nel periodo pre Covid”.
La pandemia aveva imposto per consentire il rispetto delle normative sul distanziamento, la divisione tra settore alimentare  e non, creando di fatto due mercati: uno non alimentare in piazza Garibaldi e l’altro alimentare, in una parte del parcheggio della Casa di Comunità.

Adesso che il periodo emergenziale è lontano, finalmente la scelta amministrativa, come da tempo richiesta da Confesercenti e dalla maggioranza degli operatori, di tornare alla normalità con la disposizione dei concessionari.

“Finalmente l’amministrazione comunale” continua Marco Alterini “ha accolto una richiesta di cui a più riprese ci eravamo fatti interpreti nella convinzione di migliorare la fruibilità e l’accessibilità di un evento di grande interesse grazie alla varietà merceologica e all’offerta commerciale di 30 banchi protagonisti di un appuntamento settimanale tra i migliori a livello provinciale. A Ponte a Poppi il mercato storico del martedì è infatti ben radicato tra le abitudini dei consumatori e resta attrattivo per la clientela non solo locale ma di tutta la vallata”.

Il ringraziamento di Confesercenti va quindi all’amministrazione comunale. “Grazie al comune di Poppi” ribatte il presidente di Confesercenti Casentino “per la soluzione adottata. Per il futuro, restano ancora alcuni aggiustamenti da apportare per renderlo maggiormente equilibrato e funzionale. L’auspicio è quindi che al termine del breve periodo di sperimentazione di questo nuovo assetto, si possa entro l’estate, adottare formalmente in consiglio comunale la nuova planimetria”.

“Ed in un’ottica più ampia” conclude Alterini “invitiamo le amministrazioni comunali dell’intera vallata del Casentino a porre maggiore attenzione ai mercati affrontando la riorganizzazione e prevedendo, dove necessario, anche tagli funzionali di posteggi per renderli maggiormente compatti in modo da poter rilanciare l’immagine anche grazie alla promozione”.

Campaldino Tennis, tesoro di Poppi

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di Eleonora Boschi – Di voci, si sa, ne girano sempre tante, ma se anche voi avete sentito dire che il Tennis di Poppi verrà spostato… beh, forse avete sentito bene. Lucio Valeri, presidente del Campaldino Tennis da ormai più di dieci anni, ci racconta la storia di quei campi da tennis che tutti ormai conosciamo e quello che potrebbe succedere in un futuro non troppo lontano a una società che oggi accoglie tanti bambini e adulti da tutto il Casentino.

Ci racconti qualcosa del Campaldino Tennis, la sua storia, le attività svolte e i servizi offerti? «La Campaldino Tennis è nata nel 1965 e proprio quest’anno festeggiamo i 60 anni dell’attività. Per questo motivo, il 14 giugno, faremo una grande festa. Stiamo organizzando un convegno al Castello dei Conti Guidi di Poppi dal titolo “Il tennis ieri, oggi e domani”, che sarà seguito da una festa al circolo del tennis con un evento sociale. Ci saranno anche degli ospiti, dei quali adesso però non posso ancora fare i nomi. Il tennis è nato all’interno della polisportiva omonima e, all’epoca, era l’unica società del comune di Poppi che proponeva vari sport quali calcio, tennis, basket e bocce. Venne fondata dal Dottor Mario Carlo Magno che aveva preso spunto dalla sua attività a Firenze presso il Circolo Tennis Firenze, uno dei più antichi in Italia. Dalla sua idea iniziale l’attività ha continuato a svilupparsi fino ad arrivare ai nostri giorni. All’inizio la struttura era composta solo da un campo di calcio, poi subito dopo pochi anni dalla costituzione furono creati i campi in terra rossa da tennis, un campo da basket e una piccolissima palazzina che ancora oggi è simbolo principale della struttura. Negli Anni ’80 sono stati costruiti poi ulteriori campi da tennis e da lì ci siamo evoluti fino ad arrivare a oggi. L’attività ha visto un grande sviluppo perché i consiglieri e l’allora presidente Giuseppe Valeri decisero di costruire una scuola tennis; questo comportava la necessità di avere un maestro, e il primo, che è ancora con noi oggi, è stato Gino Lucci. Da li siamo diventati una vera scuola di insegnamento. Negli Anni Ottanta avevamo circa 110 bambini iscritti alla scuola e l’attività iniziò ad allargarsi creando squadre, competizioni e tornei fino ad arrivare nel tempo a numerosi risultati anche agonistici sia di carattere regionale che nazionale. Arrivando ai nostri giorni e soprattutto dopo il Covid il tennis ha avuto uno slancio sotto tutti i punti di vista. Già prima della pandemia il nostro era uno sport in netta crescita, dopo un po’ di crisi avuta negli anni precedenti. Oggi, vantando l’Italia di alcuni dei giocatori migliori del mondo, possiamo dire che il tennis e la nostra attività sono in forte crescita. Negli anni, la voglia di far conoscere il nostro sport ci ha permesso di costruire una bella azienda.

Ad oggi siamo un ASD senza scopo di lucro, ma con esigenza di staff tecnico, una custodia e una segreteria. Oggi la Campaldino Tennis conta 5 persone quasi a tempo pieno e quindi può essere considerato come una vera azienda. Avendo a che fare con bambini, che sono la nostra priorità, la gestione di tutto non è semplice, dovendo rispettare normative sempre più esigenti. Si tratta di un’attività molto legata al rapporto col territorio e con i bambini, ma è importante ricordare che il circolo sportivo fa anche molta attività sociale: si tratta di punto di ritrovo, che organizza eventi cercando di ramificare le attività di un comune dove non ci sono soltanto giovani. Negli ultimi anni abbiamo iniziato a fare anche delle attività fuori dal circolo, andando a Badia Prataglia, Talla e Chitignano. A seguito di varie richieste abbiamo messo a disposizione il nostro staff tecnico ad altre realtà che sono poi cresciute con noi. A Chitignano, per esempio, contiamo circa 35 persone che hanno iniziato a giocare a tennis alla Pro Loco».

Abbiamo saputo che c’è in programma di trasferire i campi da tennis per costruire un parcheggio sotto il castello, è vero? Cosa può dirci al riguardo? «Abbiamo parlato in modo tranquillo con l’Amministrazione comunale subentrata all’ex sindaco Toni e ci hanno prospettato un probabile spostamento del circolo. Non credo che, se la cosa riuscirà, sarà fatto in tempi brevi. La scelta dell’Amministrazione può essere condivisibile come no, ma io ad oggi non ho una risposta. La nostra problematica a fronte di uno spostamento è che Campaldino Tennis necessità della struttura che ha. Se ci sposteranno, dato che la proprietà del terreno è del comune, noi abbiamo l’esigenza di almeno replicare la struttura che abbiamo oggi a Bramasole e quindi vorremmo una struttura che possa garantirci di andare avanti con un certo tipo di attività. Abbiamo bisogno dei campi, di una palazzina, dei servizi.

Abbiamo in mente di ampliare le offerte creando anche un campo da padel, uno da pikleball, una piccola palestra, dei campi tribuna dove poter svolgere manifestazioni e tornei importanti, quindi se il comune ha esigenza di spostarci, deve assecondare anche le nostre richieste progettando insieme qualcosa che sia utile anche a ciò che vogliamo fare noi. Non ho molte notizie al riguardo però. Abbiamo parlato di questa ipotesi nel nostro consiglio; noi valuteremo tutto a tempo debito.

Se lo spostamento avverrà tutto dovrà essere programmato con attenzione, perché noi non possiamo permetterci di fermare le attività ed è per questo che ho chiesto massima collaborazione all’amministrazione. A tal proposito, so che stanno cercando delle risorse e soluzioni per gestire lo spostamento mettendoci in condizioni di iniziare subito da un’altra parte. Noi siamo molto disponibili al dialogo e a cercare di capire cosa si può fare insieme, ma dobbiamo aspettare e vedere quelle che saranno le proposte più concrete perché ad oggi non ho niente in mano. Siamo in continuo contatto con il nostro referente che è l’Assessore Maggi che devo dire si sta veramente prodigando e con il quale stiamo lavorando ottimamente».

La società ha ancora una convenzione per la gestione dello spazio per altri 4-5 anni: cosa succederà dopo la scadenza? «Si, c’è una convenzione in atto, e per il momento continua ad essere valida. La convenzione dovrebbe scadere tra qualche anno, vedremo cosa succederà. Ad oggi, realizzare un impianto sportivo che rispetti le normative vigenti e le nostre esigenze non è facile. Non si tratta quindi di uno spostamento che avverrà dall’oggi al domani ed è importante che venga comunicato per tempo, anche perché, un circolo come lo vorremmo noi, comporta almeno un anno di lavori e una programmazione molto attenta».

Quali sarebbero le conseguenze di una riduzione dei campi da 4 a 2 per il circolo e per chi lo frequenta? «Questa è una voce che si è sentita dire in giro per il Paese ma non è una strada percorribile. La nostra intenzione è quella di ampliare l’attività e dimezzare i campi sarebbe quindi una grande perdita. Oggi la nostra attività si basa su quattro campi che, in alcuni casi, sono già pochi. Inoltre sarebbe una perdita anche economica, perché con 80 bambini, 5 dipendenti e le utenze da gestire, è fondamentale per noi mantenere i ritmi attuali».

Qualora dovesse avvenire questo spostamento, il nuovo impianto sarà sempre a Poppi o c’è la possibilità che cambi anche luogo? «Sicuramente sarà a Poppi, anche perché ci sono già altre realtà in Casentino, vedi Bibbiena e Stia, anche se con attività diverse. Noi siamo la società più antica di Poppi e vorremmo rimanere qua. Se la posizione cambierà da Poppi Alto a Ponte a Poppi non so, ma ciò che conta è rimanere qua assolutamente nel nostro Comune».

C’è un messaggio particolare che vuole lasciare in questa situazione di incertezze? «Vorrei far capire alle persone, in generale, che molti non si rendono conto della nostra importanza a livello sociale all’interno di una comunità. Un genitore affida i propri figli a una società e crescono insieme a noi, giocano, vincono, si ritrovano. Inoltre, non si percepisce molto lo sforzo che anche noi facciamo. A parte i cinque dipendenti regolarmente contrattualizzati, noi siamo tutti volontari e per mandare avanti tutto ci sono nove persone in aggiunta alle altre che ogni giorno si ritrovano, risolvono problemi, affrontano spese. Noi viviamo del nostro lavoro e della nostra attività e non possiamo permetterci di sbagliare. Molti dovrebbero cercare capire meglio cosa vuol dire gestire un’attività sportiva dove si ha a che fare con tante persone, soprattutto con bambini, e con tutti i rischi che ne seguono. Aldilà della gestione di per sé, le normative stringenti introdotte negli ultimi anni negli ambienti simili al nostro, ci impongono di far osservare dei regolamenti che per molti sono scontati.

Ci sono problemi legati a responsabilità oggettiva o medica, per esempio, e quindi non si può accedere ai campi senza certificato medico non agonistico. Questo meccanismo che ci impone di essere normativamente in regola viene spesso sottovalutato dagli altri. Vorrei anche però menzionare alcune persone all’interno della Campaldino Tennis che insieme a me dedicano gran parte della giornata al fine di portare avanti il nostro concetto di Sport. Il mio Vice Presidente Davide Martone che insieme a me è cresciuto fin da piccolo qui a Bramasole; Cristiano Alterini che ormai è diventato il punto di riferimento di tutti i nostri Atleti; Giuseppe Valeri, uno dei Fondatori e Presidente per tantissimi anni, il quale sta dedicando tutto il suo tempo a questa gloriosa Società. Vorrei ringraziare Patrizio Ricci e Michela Martelli i nostri gestori, Matteo Lucci il nostro giovane Maestro Nazionale e Direttore della Scuola, Gino Lucci il nostro Maestro storico, Rita Gori la nostra Maestra Giocatrice, Andrea Ferro Preparatore Atletico, Fabrizio Gargiani il nostro arbitro e poi Giuliano Brunelli, Luca Fortino, Francesco Barbanti e Pierpaolo Cipriani i nuovi consiglieri da poco eletti».

Ci salutiamo così, senza sapere bene quale sarà il futuro del Campaldino Tennis di Poppi, ma con la grande speranza che, ovunque sarà, questa grande società possa continuare ad arricchire la nostra vallata come fa da tanto tempo.

La Toro si ritira, la Hsg continua a lavorare

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“E’ una grande gioia”. Alessandro Mugnai, dirigente Filctem Cgil, la butta sul personale ed evita il sindacale.  “E’ stato garantito il futuro a 13 lavoratori e alle loro famiglie”.

La Toro Wood ha comunicato la sua rinuncia alla nuova asta per lo stabilimento di Castel San Niccolò che andrà quindi alla Hsg, l’impresa che attualmente lo occupa per la sue lavorazioni tessili. La Toro Wood ha dichiarato di non volere “essere in qualsiasi modo complice del licenziamento dei dipendenti”.

Oggi pomeriggio nuovo incontro il Prefettura che, a questo punto, non dovrà far altro che prendere atto della nuova situazione. “Ed è quella per la quale ci stiamo battendo da settimane – commenta Mugnai. La Hsg sarà proprietaria dell’immobile e potrà quindi proseguire l’attività garantendo l’occupazione. Per noi è una grande gioia perché si è garantito il futuro a 14 persone e alle loro famiglie. E saranno proprio i dipendenti della Hsg ad apriire il corteo per i 5 referendum che sabato partità da Bibbiena per raggiungere Soci. Quella che abbiamo ottenuto è una vittoria di tutti”.

Mugnai ringrazia la Hsg per aver creduto in questa vertenza e la Toro Wood per avere compreso a quale rischio avrebbe esposto i lavoratori. Un ringraziamento speciale al Prefetto di Arezzo che  si è impegnato al massimo, con i suoi uffici, per il raggiungimento di questa positiva soluzione. Un ringraziamento ai Comuni della vallata per il loro impegno e ai media per la professionalità e l’attenzione che hanno dedicato a questa vertenza.

“Un ringraziamento particolare – conclude Mugnai – va al livello confederale della Cgil che con Alessandro Tracchi ha sostenuto con determinazione la categoria. Infine grazie ai lavoratori che non hanno mai mollato la presa e hanno difeso con grande coraggio e decisione non solo il loro posto di lavoro ma un pezzo importante dell’economia casentinese”.

Il Montemignaio vince e si salva, il Casentino Academy è in finale playoff

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di Mirko Goretti – Termina con un pareggio per 1-1 il big match dell’ultima giornata di Promozione tra Casentino Academy e Audax Rufina. Un risultato che consente ai gialloverdi di chiudere al secondo posto ma che non basta per attivare il cosiddetto “meccanismo della forbice”. Secondo il regolamento FIGC, infatti, se il distacco tra seconda e terza classificata è pari o superiore a 10 punti, i playoff di girone non vengono disputati e la seconda accede direttamente alla Final Four regionale.

In questo caso, il margine tra Casentino Academy e Audax Rufina è rimasto a 8 punti, rendendo necessaria la disputa della semifinale playoff tra la terza (Audax Rufina) e la quarta (Fiesole). Il Casentino Academy, forte del +10 sul Montagnano (quinto), grazie alla stessa regola sopra citata salta la semifinale e vola direttamente alla finale playoff del girone C, dove attenderà la vincente della sfida tra Rufina e Fiesole. Pareggia 1-1 anche il Subbiano sul campo del Viciomaggio (gol di Samuel Steccato). Un punto che vale oro, perché garantirà ai gialloblù di disputare il playout salvezza tra le mura amiche: appuntamento fissato per il 27 aprile, contro il Dicomano.

In Prima Categoria, doppio 0-0 per le casentinesi impegnate in trasferta: il Bibbiena impatta contro l’MC Valdichiana, mentre il Capolona Quarata chiude a reti inviolate contro il Montalcino. Con una sola giornata al termine, i rossoblù di mister Bazzarini si mantengono quinti a 45 punti, ma per accedere ai playoff dovranno battere il Montalcino o sperare in un passo falso del Torrenieri (secondo con 9 lunghezze di vantaggio sul Bibbiena), impegnato contro l’Atletico Piancastagnaio. Un eventuale arrivo a 10 punti di distacco escluderebbe automaticamente il Bibbiena dagli spareggi. Il Capolona Quarata, invece, è atteso da un’ultima sfida fondamentale in chiave salvezza: servirà una vittoria contro l’Amiata per evitare i playout e conquistare la permanenza diretta in categoria.

Scendendo in Seconda Categoria, la più rappresentata dalle squadre casentinesi, è missione compiuta per il Montemignaio (nella foto), che regala una delle prove più convincenti della stagione nel momento decisivo: netto 3-0 interno al Rassina, con doppietta di Parise e sigillo di Castri. Vittoria che vale la salvezza matematica con un turno d’anticipo e la certezza di disputare anche la stagione 2025/2026 in Seconda Categoria. Sconfitta comunque indolore per il Rassina, già salvo da una settimana e ora nono con 38 punti, uno in più proprio del Montemignaio. Battuta d’arresto per il Poppi, che esce sconfitto per 3-1 dal campo della Fratta Santa Caterina. A nulla è servita la rete di Yannik Koffi. Ai ragazzi di Roberto Gnassi domenica prossima servirà almeno un punto contro il Terontola, già retrocesso, per evitare i playout, a patto che il Laterina venga sconfitto dal Badia Agnano. Se il Laterina dovesse pareggiare, al Poppi servirebbe invece una vittoria. Terzo pareggio consecutivo per il Pratovecchio, che non va oltre l’1-1 a Terontola con gol di Luca Ciabatti. Ai rossoneri basterà un punto nell’ultima giornata contro la Fortis Arezzo per blindare il quarto posto e accedere ai playoff. Lo Stia, già campione, cade 3-1 in casa contro l’Indicatore, con rete di Lorenzo Vangelisti, all’ottava marcatura stagionale.

Lo Strada, squadra valligiana impegnata in Terza Categoria, esce sconfitta per 2-0 dal campo di Faella. Nonostante il ko, i biancoblù restano quarti in classifica con 46 punti e pienamente in corsa per un posto nei playoff. Con tre partite ancora da giocare, la sfida del 27 aprile contro la Sangiustinese, attualmente seconda, si preannuncia già decisiva per il cammino finale dei ragazzi di Michele Mazzone.

 

 

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