di Mauro Meschini – Nasce in un Comune del nostro territorio, sta crescendo con l’ingresso di altri, ma il suo nome ricorda l’unica cosa che unisce tutti. Questa in sintesi è l’Associazione CER Casentino un soggetto che è stato costituito il 31 maggio 2024 e che ha sede a Castel San Niccolò.
«Una CER è un insieme di privati cittadini, piccole e medie imprese, attività commerciali, aziende agricole, enti territoriali e autorità locali, incluse le Amministrazioni Comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associati alla comunità».
Queste alcune informazioni che si possono leggere sul volantino diffuso in uno degli incontri informativi che in queste settimane si sono svolti in tutta la vallata per far conoscere il progetto e far crescere la Comunità, una parola che dà già l’idea di un gruppo che persegue un obiettivo comune. In fondo questa idea è nata fin dall’inizio per coinvolgere tutto il territorio, perché quando si parla di energia si deve avere una visione lungimirante e, nel nostro caso, anche approfittare per una volta dei vantaggi dovuti al nostro «isolamento». Infatti il Casentino si trova a fine tratta, cioè è una derivazione della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica e fa riferimento ad una unica cabina che alimenta la sua rete secondaria.
In questo ambito, che comprende Pratovecchio Stia, Castel San Niccolò, Poppi, Ortignano Raggiolo, Bibbiena, Chiusi della Verna, Chitignano e Castel Focognano è possibile condividere l’energia elettrica rinnovabile tra i diversi soggetti produttori e consumatori. Avvicinare i punti di produzione e consumo di energia da fonti rinnovabile aumenta l’efficienza nell’approvvigionamento di energia perché la rete di distribuzione nazionale non è progettata per trasportare energia a distanze elevate e, d’altra parte, non è che l’energia si può conservare, la situazione ottimale è che in ogni momento sia consumata tutta l’energia prodotta o, in altre parole, che si riesca a produrre energia in relazione all’effettiva capacità di consumo.
Tutto questo in un ambito come il Casentino, cioè a valle della cabina di Bibbiena, è possibile perseguirlo e ottenerlo riducendo così anche la produzione di energia da fonti inquinanti perché se la Comunità riesce ad essere autonoma, non occorre assorbire energia dalla rete nazionale che, come sappiamo, è prodotta anche da fonti fossili. In una situazione ottimale ognuno dovrebbe essere in grado di produrre la sua energia, naturalmente con fonti rinnovabili. Ma nella realtà, purtroppo, questo non è possibile, ci sono luoghi dove non si possono realizzare impianti, anche piccoli; ci sono zone che non hanno la collocazione ottimale; ci sono edifici che non si prestano a questa funzione… Bene. Quello che non è possibile ottenere con l’autoconsumo individuale, lo si può raggiungere con l’autoconsumo diffuso all’interno di una CER, dove il produttore locale, anche il più piccolo immette nella rete di zona l’energia che può essere utilizzata da chi è solo un consumatore. L’autoconsumo condiviso si ottiene quando c’è contemporaneità tra produzione e consumo di energia e tutto questo può essere oggi verificato e attestato dai nuovi contatori che ormai tutti abbiamo installati nelle nostre case.
Ma come è organizzata la CER? Come detto è nata a Castel San Niccolò su iniziativa del Comune e di alcune aziende che hanno rappresentato il primo nucleo di soci fondatori. Un avviso pubblico ha indicato nel 30 novembre 2024 il termine del periodo in cui è possibile entrare per ampliare questa platea di soci fondatori, tra gli altri hanno aderito i Comuni di Poppi, Bibbiena, Pratovecchio Stia, Chitignano…
Per entrare nella Comunità come soci ordinari non c’è invece nessun ostacolo, si può entrare in ogni momento. Chi entra, naturalmente, si deve trovare in una di queste tre condizioni: – essere un produttore – essere un consumatore – essere un prosumer, cioè avere un proprio impianto, in genere piccolo, ma utilizzare anche l’energia proveniente dalla rete.
L’adesione alla Comunità rappresenterà uno stimolo anche alla produzione di nuovi impianti nella vallata, sia piccoli che più grandi, anche perché saranno queste nuove installazioni che potranno essere riconosciute come parte attiva dell’associazione. Ma, ricordiamolo, è importante anche l’adesione di chi è semplicemente un consumatore, perché sarebbe inutile un aumento dell’energia prodotta senza un altrettanta quota di consumo che permetta di chiudere il cerchio e realizzare quello che sopra abbiamo definito autoconsumo condiviso. La CER non ha il compito di dare indicazioni o vincoli rispetto alla realizzazione degli impianti, rimane una totale libertà di scelta del tipo, del fornitore e del realizzatore. Utile sapere che sono previsti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) finanziamenti a fondo perduto, fino al 40%, per la realizzazione di impianti posti nei territori comunali sotto i 5.000 abitanti. Inoltre, sempre per lo stesso scopo e senza limiti del numero di abitanti, è previsto un bando della Regione Toscana riservati ai territori dove sono state costituite delle CER.
Naturalmente, visto che comunque l’obiettivo della CER è la condivisione, nel caso si ottengano contributi per la realizzazione di un impianto, si avrà una riduzione dell’incentivo legato alla produzione. A questo proposito, e parlando di numeri, si prevede in generale un incentivo economico per i produttori pari a circa 50 euro il Mwh. Mentre per il consumatore si possono ipotizzare circa 80 euro all’anno.
La CER Casentino nel suo regolamento ha comunque deciso di ridurre le quote per i produttori al 45%. Il restante, per il 70% è previsto per i consumatori mentre il 30% per opere sociali. In queste ultime aride cifre si può comprendere comunque lo spirito che anima questa iniziativa che, come detto, ha il suo centro nella parola condivisione. Non saranno previste quote in grado di dare risposte risolutive individualmente, la risposta sarà data da un sistema che vedrà tanti casentinesi organizzare il loro modo di utilizzare energia in modo tale da permettere, minore consumo, minore inquinamento, garanzia di far parte di un sistema comune. Anche il fatto che a presiedere la CER sarà sempre un sindaco dei Comuni fondatori contribuisce a mettere ancora di più l’accento sul concetto di Comunità e di obiettivo comune.
Come sapete a noi la parola comune ci piace particolarmente, se poi la troviamo vicina alla parola Casentino ci piace ancora di più. Vedere che, per una volta, un’idea nata localmente si pone l’obiettivo di andare ben oltre i confini comunali fa piacere; così come vedere attribuito, in un momento in cui si vorrebbe cancellare ogni riferimento territoriale alle nostre foreste, il nome Casentino a un progetto che riguarda la quasi totalità della nostra vallata.