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giovedì, 16 Gennaio 2025

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Il sogno di Tullio deve diventare realtà!

di Mauro Meschini – Ci sono articoli che non vorresti mai scrivere, perché legati ad eventi tristi. Allo stesso modo ci sono occasioni in cui ti trovi a parlare di persone che non hai mai conosciuto, ma che poi diventano familiari quando inizi a conoscere storie e particolari che hanno caratterizzato la loro vita.

In questa pagina si mescolano pensieri ed emozioni contrastanti, dobbiamo parlare della scomparsa di Tullio Ceccherini, un casentinese, un architetto, un amante della natura e del territorio in cui abitava. Ma dobbiamo e possiamo dire anche molto di più, facendo tesoro del racconto che ci ha fatto Jolanta, sua moglie.

Possiamo dire intanto che Tullio, laureato in Architettura e in Storia dell’Arte, da giovane si era fatto le ossa lavorando come muratore con suo padre e che in tutto quello che faceva metteva sempre entusiasmo ed energia. Viene così più facile comprendere perché, dopo un primo viaggio in Madagascar circa 10 anni fa, Tullio abbia nel tempo costruito un legame particolare con il Paese africano, particolare come è lo stesso Madagascar: un po’ Africa, ma anche un po’ isola, un mondo a sé capace di affascinare e catturare soprattutto chi mostra curiosità ed è capace di ascoltare e fare propri suoni, odori e sensazioni così diverse da quelle che ci circondano ogni giorno.

Questo legame particolare lo ha portato a viaggiare più volte un po’ in tutto quel Paese, così tanto da sentire alla fine l’esigenza di non essere solo uno dei tanti che passavano in quella terra; da questa sensibilità è cresciuta la determinazione e la volontà di realizzare e lasciare qualcosa di concreto alle popolazioni che aveva conosciuto e che lo avevano accolto. Così, circa 3 o 4 anni fa, l’aiuto di alcuni amici e l’incontro con i parroci di un villaggio nel nord del Madagascar, Befotaka, sono stati la scintilla che ha fatto nascere l’idea di realizzare una scuola per i circa 180 studenti delle scuole elementari e medie che lì vivevano.

Come architetto, e prima ancora muratore, Tullio aveva le conoscenze e le competenze giuste per avventurarsi in questa sfida. Fin da subito la praticità e l’essenzialità sono state al centro del progetto. Per prima cosa era necessario realizzare dei nuovi bagni accoglienti, funzionali e spaziosi. Poi si sarebbe passati a costruire la scuola: tre grandi aule in grado di ospitare circa 30 allievi ciascuna, così da poter organizzare le lezioni per tre gruppi al mattino e tre gruppi nel pomeriggio e dare così a tutti la possibilità di studiare, di crescere, di acquisire quelle conoscenze che potranno aiutarli a migliorare la loro vita e a immaginare un futuro migliore.

Il progetto però guarda anche più avanti e non si ferma alle necessità strettamente legate allo studio, così si prevede in futuro anche l’organizzazione di una mensa, che da quelle parti vuol dire concretamente creare le condizioni per dare a tutti una ciotola di riso ogni giorno, un sostegno importante che non sempre lì è garantito. In questi anni una parte del lavoro è stata realizzata, i bagni sono stati ultimati. Le difficoltà da affrontare sono state tante e i tempi si sono allungati, ma importante è stato il risultato. Non dobbiamo pensare che, da quelle parti, il lavoro sia stato portato avanti come potrebbe accadere qui da noi.

Lì non si può fare affidamento su qualcuno che procuri i materiali necessari, così anche i mattoni sono stati realizzati sul posto, uno per uno, sotto la preziosa guida di Tullio che ha messo a frutto tutte le sue conoscenze tecniche e qualità creative. Adesso anche il lavoro alle fondamenta della scuola è già iniziato e Tullio, come faceva ogni due volte l’anno, ad ottobre scorso era ancora lì, in quella terra, che aveva imparato ad amare e sentire propria, impegnato a seguire l’iter dei lavori e a vedere piano piano crescere e concretizzarsi il suo sogno. A questo punto è successo però quello che nessuno immaginava, una notizia inaccettabile è arrivata dal Madagascar a portare profondo dolore e tristezza per la famiglia e tutti coloro che conoscevano Tullio.

Anche noi, che raccontando questa storia abbiamo potuto, almeno in parte, conoscere e condividere questi momenti, sentiamo la tristezza per quanto accaduto, ma anche la forza che proprio quel progetto così importante per Tullio può trasmettere a chi adesso sente la sua mancanza. Abbiamo condiviso questo pensiero proprio con Jolanta, la moglie di Tullio, intenzionata a fare di tutto per contribuire a portare avanti la costruzione di quella scuola e tutto ciò che sarà possibile fare per aiutare quelle bambine e quei bambini.

Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ci saranno iniziative e occasioni per contribuire tutti a portare avanti il sogno di Tullio Ceccherini, un sogno che deve diventare realtà!

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