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lunedì, 2 Dicembre 2024

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Interruzione Volontaria di Gravidanza: l’iter da seguire

di Melissa Frulloni – IL’IVG o Interruzione Volontaria di Gravidanza è regolamentata dal 1978 dalla Legge 194/78, che descrive con chiarezza le procedure da seguire in caso si necessiti di questo intervento. L’IVG è quindi un diritto che lo Stato italiano garantisce ad ogni donna che è libera di optare o meno per questa scelta. I motivi che possono spingerla a farlo sono molteplici, da malformazioni rilevate nel feto, a cause da ricercarsi in ragioni sociali, economiche o psicologiche.

Resta il fatto che si tratta di una decisione assolutamente individuale e personale e che ogni donna deve essere ben informata su tutta la procedura, in modo da essere totalmente consapevole nella scelta. Il Sistema Sanitario Nazionale permette di effettuare l’IVG nelle strutture pubbliche del territorio, consentendo ad ogni donna di potervi accedere.

Ma quali sono gli step da seguire in caso si fosse interessate ad interrompere una gravidanza? Quanti sono i medici obiettori, (ossia quelli che si rifiutano di effettuare la pratica abortiva) nel nostro territorio? Quale supporto hanno le donne che si sottopongono all’IVG?

Abbiamo girato queste ed altre domande al Direttore del Percorso Nascita e Responsabile della Rete Consultoriale aziendale e della Specialistica ambulatoriale della ASL Toscana Sud Est, Dottor Ferruccio Sereni (nella foto sotto). “L’Interruzione Volontaria di Gravidanza, come sappiamo è attiva da molti anni, ma recentemente, con la Delibera 827/2020, la Regione Toscana ha deciso di apportare significative modifiche al percorso, sia questo chirurgico che farmacologico. In base alla legge 194, ogni donna ha la possibilità di richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione. Tutto il percorso, inizia dai Consultori del territorio regionale.”

 Dottor Sereni come avviene l’accesso in Consultorio? «Per l’IVG, ma anche per ogni altro aspetto seguito dal Consultorio, vi si accede semplicemente con una telefonata. Non occorre passare dal CUP o fare prenotazioni, basta chiamare il Consultorio del proprio Distretto, fissare un appuntamento e recarsi nella struttura. L’appuntamento telefonico permette non solo di evitare sovraffollamenti, ma anche agli operatori di seguire in maniera specifica ogni donna, garantendo assistenza adeguata e privacy. Molto spesso quando una paziente necessita di un’IVG, arriva in Consultorio già con un certificato rilasciato dal medico di base; spesso infatti sono i medici generici ad essere considerati il primo contatto dell’Azienda a cui rivolgersi. Il medico di base può emettere un certificato che attesta la volontà della donna di interrompere la gravidanza. Il Consultorio mette a disposizione della paziente 4 operatori: medico, ostetrica, psicologo e assistente sociale e, nel caso di donne straniere, se fosse necessario, un mediatore culturale. Questi professionisti garantiscono una buona presa in carico della paziente, accompagnandola in questo delicato momento. L’accesso al Consultorio è il primo contatto tra la donna e l’Azienda Sanitaria, è la prima “faccia” che l’utente incontra.

Quindi è importante che trovi persone disponibili e accoglienti, che la sostengano e la informino su tutta la procedura. Oltre che spiegarle l’iter dell’IVG alla donna vengono date anche informazioni su quali sono le possibilità per portare avanti la gravidanza. Il problema purtroppo è che i sostegni alla natalità sono pressoché assenti e il gap che si crea certamente non aiuta a dare una valida alternativa.»

Dove viene effettuata l’IVG? «La delibera regionale prevede che l’interruzione di gravidanza venga effettuata in strutture funzionalmente collegate ai reparti ospedalieri, per garantire la sicurezza della gestante e per sottoporla, se serve, a terapie antidolorifiche o (caso rarissimo) affrontare eventuali urgenze. Esistono due tipi di IVG, quella farmacologica e quella chirurgica. Per la farmacologica dopo la presa in carico da parte del Consultorio, la paziente viene mandata in una struttura ambulatoriale. Purtroppo i Consultori non hanno né la strutturazione, né un numero adeguato di operatori per far fronte a questa procedura. È un peccato perché sarebbero i luoghi più adatti e meglio preposti a svolgere questa funzione. La donna ha già avuto un contatto con i professionisti che ci lavorano, conosce l’ambiente e anche solo il fatto di non dover entrare in ospedale crea, a livello psicologico, maggiore serenità e tranquillità. In ospedale cerchiamo di trovare luoghi dedicati all’IVG, senza che le donne si incontrino con altre gestanti, proprio per garantire riservatezza ed evitare di inserirle in un contesto che potrebbe metterle a disagio. Durante il primo accesso viene somministrata una pillola, la donna viene poi rimandata a casa e dovrà ripresentarsi in ospedale le 48 ore successive per assumere una seconda pillola. Con i due farmaci l’IVG farmacologica si dice conclusa. A questo punto la paziente tornerà per una visita di controllo dopo 14 giorni al Consultorio e, in questa sede, oltre a valutare il suo stato di salute, si procederà a discutere con lei della sua vita riproduttiva futura, proponendo la contraccezione. In fase di colloquio sarà valutato se utilizzare la pillola anticoncezionale, il cerotto, la spirale o altri dispositivi, in base alla storia clinica della paziente e anche secondo le sue necessità.

Ci tengo a precisare che grazie alla contraccezione gratuita abbiamo ridotto nelle minori l’IVG del 20% dal 2019 al 2022. Sono stati investiti 80 mila euro per la contraccezione che, lo ricordiamo, è sempre gratuita dai 14 ai 25 anni. Esistono poi vari target di esenzione che ne consentono comunque la gratuità fino a 45 anni. La contraccezione è gratuita per tutti gli studenti iscritti ad una università toscana o per i richiedenti asilo. In ogni caso, se non si rientra in nessuna di queste categorie, dai 25 ai 45 anni, il costo a carico della paziente è esclusivamente quello del dispositivo contraccettivo che si intende utilizzare. Per quanto invece riguarda l’IVG chirurgica, la paziente viene ricoverata in day hospital e si procede con l’operazione. A fine percorso c’è una rivalutazione del quadro della paziente e la possibilità che venga presa in carico sia dai servizi sociali, sia dallo psicologo. L’assistenza psicologica è dunque sempre garantita, sia prima della procedura, che dopo.»

Dottore può darci alcuni numeri relativi all’IVG effettuate nella nostra zona? E quanti sono i medici obiettori del nostro Distretto? «In Toscana i medici obiettori non rappresentano un problema, perché sono pochi rispetto alla media nazionale. Il percorso di interruzione quindi è garantito nel nostro territorio. Ad oggi i medici obiettori sono il 38%, mentre nel 2019 erano il 44%. Nelle strutture ospedaliere invece sono il 61%. Spesso non si tratta di una manifestazione ideologica, ma bensì è la necessità di sfuggire ad una mola di lavoro ulteriore. Gli operatori sanitari scarseggiano e sono spesso sottoposti a turni molto lunghi e faticosi; in caso di non obiezione dovrebbero fare anche il lavoro dei medici obiettori ed andare così a coprire anche il loro mancato lavoro. Tra gli anestesisti invece gli obiettori sono il 26%, mentre tra gli infermieri la percentuale scende al 21%. Veniamo ai numeri delle interruzioni, nel 2019 in tutta la ASL Toscana Sud Est sono state 904, nel 2021, invece se ne sono contate 709, con una riduzione del 21%. L’IVG farmacologica rappresenta il 60% del totale delle interruzioni.

Nello specifico, a Bibbiena si sono registrate, nel 2021, 12 IVG, tutte farmacologiche, mentre ad Arezzo sono state 179 di cui 103 farmacologiche.

Ribadisco che la collocazione più idonea per le IVG (come del resto prevede anche la delibera regionale) siano i Consultori. Ma come detto, al momento, non sono strutture in grado di offrire questo tipo di assistenza. Un prossimo riesame regionale del Consultorio dovrebbe rivedere la loro organizzazione, il numero degli operatori addetti e anche le tecnologie presenti, per poter garantire che vengano svolti in questi sede tutti i servizi relativi alla natalità e alla salute della donna in generale. Come sappiamo, fin dall’adolescenza, il Consultorio è un luogo sicuro, di accoglienza e ascolto, accettazione e accompagnamento in toto della paziente. Sarebbe quindi auspicabile che anche per l’IVG si seguisse questa strada e ci si adoperasse per rendere idoneo questo luogo.»

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