di Riccardo Buffetti – Navigare l’Arno, così come veniva fatto in passato, non è più un’utopia, anche se si tratta di sport. Sono tanti i riferimenti storici che collegano Capolona al famoso fiume, navigare l’Arno, specialmente in questa zona, rievoca tempi in cui il fiume era una via di trasporto cruciale per merci e persone. Capolona ha mantenuto il suo legame con l’Arno, che oggi è visto più come un patrimonio naturale e culturale da valorizzare.
«Tutto è nato dal progetto di un anno e mezzo sul parco pluviale, – presenta così il progetto il Vice Sindaco Gianluca Norcini, con deleghe allo sport, rapporti con le Associazioni, cultura, politiche giovanili, comunicazione e turismo. – Abbiamo fatto un progetto di riqualificazione totale dell’area dal cimitero di Capolona fino alla Pro Loco, in cui è prevista un’area cani, area sosta camper, una riqualificazione con la creazione di un terrazzino nella discesa per accedere all’Arno sotto il palco soldini. Nel campo adiacente alla Pro Loco vogliamo tenere eventi e creare un percorso benessere, per quest’ultimo è già stato richiesto un finanziamento attraverso il Coni; nel frattempo il progetto dell’area camper è in mano ad un ingegnere, ritengo sia un obiettivo principale a livello turistico».
Norcini, quando nasce l’idea di provare a percorrere l’Arno come pratica sportiva? «Tre anni fa abbiamo iniziato il percorso della navigabilità dell’Arno con possibilità di farlo attraverso l’aiuto di associazioni. Abbiamo individuato la T-Rafting, associazione di volontari di Firenze, come quella più organizzata dal punto di vista di brevetti e patentini, la più affidabile insomma. I primi a partire sono stati a Ponte Buriano, ma nel frattempo il nostro progetto è andato avanti fino all’ok del settembre scorso. Poi, insieme al T-Rafting, è stata individuata l’area più adatta per questa attività: da Buta fino al ponte di Buon Riposo, ovvero Castelluccio. Sono otto chilometri e mezza di tratto. Secondo loro è il pezzo più bello dell’Arno fino a Pisa, perché si formano delle gole dove nascono correnti che paiono riportare all’interno di un canyon. L’associazione ha tracciato il percorso e fatto dei test per controllare fin dove c’è l’acqua, ricordiamo che la navigazione sarà limitata nel tempo in base alla stagione. Nel frattempo c’è un altro punto navigabile: dal parco Soldini di Capolona fino al punto panoramico della cascata. Un tratto di 1,2 km per famiglie e bambini. Verrà ovviamente messo un cavo con delle boe segnaletica, ma non sarà possibile effettuare il percorso in autonomia: ci sarà sempre istruttore».
Come maggioranza siete stati i primi a provare questa esperienza? «Esattamente. Credo sia un’esperienza da provare, è stata incredibile. E poi abbiamo fatto un piccolo bagno: garantisco che l’acqua dell’Arno è più pulita rispetto a tanti anni fa. Usciranno i dati di campionature: è pulita, ci si può fare il bagno. L’idea dell’area sosta camper prevederà docce all’aperto, piazzole con tavoli area barbecue e accesso automatico per parcheggio, libero a tutti. Immaginiamo quel pezzo: area sosta camper, visuale fino al ponte, Torre Santa Flora, si creerebbe un ambiente bellissimo tenendo pulito un bel tratto di Arno. Castelluccio, grazie alla Pro Loco, sarà la sede del rafting e delle canoe, con la biglietteria che sarà ubicata al campo sportivo. Lì ci sarà il centro con un servizio a 360°. Deve essere un qualcosa da far provare al turista che cerca l’esperienza da fare nel nostro territorio».
L’area maggiormente qualificata sarebbe quella all’uscita di Capolona Nord? «Sarà essenziale per il futuro del nostro paese, la svolta che possiamo dare oltre alla scuola, il benessere passa attraverso la riqualificazione di questo tratto e della parte vicino all’Arno, rendendolo maggiormente vivibili e usufruibile a tutti. Deve diventare una cartolina, per troppo tempo è stato lasciato al degrado totale».
Quindi potrebbe essere un far riscoprire il fiume anche alle nuove generazioni? «Il concetto è questo: la maggior parte dei nostri amici forse sono scesi due volte nella vita, in realtà è il valore aggiunto del nostro territorio, in passato è sempre stato una possibilità. Obiettivo finale è quello di creare il “Palio dei foderi”: rievocazione storica dei foderai che dal Casentino trasportavano il legname delle foreste casentinesi a Firenze via Arno, le portavano con delle zattere. L’idea sarebbe quella di coinvolgere tutti i Comuni del Casentino in una sorta di gara, guardando al passato e facendo riscoprire ai giovani qualcosa da riproporre».