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venerdì, 13 Dicembre 2024

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Il Re è nudo

di Anselmo Fantoni – Il Casentino è terra complicata, diviso tra castelli pievi e monasteri, sintetizza la complicatezza dei rapporti umani, della convivenza civile, dello sviluppo economico.

Possiamo trovare così, cavalieri al servizio del popolo, tutti i volontari che offrono le loro braccia e il loro impegno a chi si trova in una situazione di bisogno. Signorotti locali attenti soprattutto a se stessi e al benessere dei propri vassalli. Uomini di chiesa che aggregano intorno a se chi ha bisogno di curare il proprio spirito o chi cerca qualcosa che vada al di sopra della vita materiale. Anche se a volte sembra che tutto sia immutabile, che il destino abbia una strada fissata da cui non si possa uscire, ti accorgi che le avventure della vita invece danno sempre la possibilità di avere un’alternativa, una scelta possibile.

Cambiano gli abati, i soggetti in campo, cambiano i Sindaci, ricordando che nessuno è invincibile. E tutti questi cambiamenti ci offriranno scelte diverse, progetti impossibili, traguardi inaspettati.

I castelli, le pievi e i monasteri rimangono tali, ma i soggetti che al loro interno operano cambiano, ma molti rimangono nella credenza che nulla cambierà, invece, dovremmo essere convinti che tutto potrà cambiare quando per primi sapremo cambiare noi stessi. Se il mondo sceglie la guerra, ma ognuno di noi sceglie la pace, le guerre cesseranno. Se il mondo sceglie la violenza ma noi saremo portatori di mitezza la violenza cesserà.

Quando decenni fa ero bambino, tutto ruotava intorno alla Chiesa, il Parroco ci insegnava il catechismo, a maggio c’era la novena per la Madonna, il periodo in cui si andava a raccogliere “l’incenso”, era resina di pino, costava nulla e faceva un gran fumo profumato. A Natale e Pasqua c’erano le celebrazioni tradizionali, i venerdì di quaresima la via crucis, gli altri il rosario, quasi tutti i giorni entravamo in chiesa, si imparava la liturgia, come usare il turibolo o il mantello. Poi usciti di chiesa si andava a rubare le ciliegie, le fave o altri frutti infischiandoci del settimo comandamento.

Se avevamo l’orzaiolo (congiuntivite, ndr) si andava dalla vecchia del villaggio che con un ago e un po’ di filo e sussurrando qualche preghiera ci faceva guarire. Tutto era contrassegnato dai Santi, se pioveva o tirava vento, e per tutti gli eventi c’era una semplice preghiera sia di ringraziamento che per chiedere favori, sentimentali o meteorologici, si pregava anche la natura chiedendo al cucco di indicarci tra quanti anni ci saremo sposati: “cucco, cucco dal becco di foglie, quant’anni c’ho a prendere moglie? Oppure, Cucco cucco dal becco fiorito quant’anni c’ho a prender marito?” e poi si aspettava la risposta del pennuto che quasi mai diceva la verità, ma noi imperterriti passavamo giornate intere ad urlare verso il bosco.

Poi siamo cresciuti e le campagne e i castagneti sono stati abbandonati, abbiamo studiato, ci siamo evoluti, oggi giriamo il mondo sugli aerei, siamo stati sulla luna, abbiamo case e macchine super tecnologiche, spendiamo in un mese quanto prima spendevamo in un anno e le chiese sono vuote, apparentemente vuote. I seminari poveri di seminaristi, le parrocchie di campagna senza più pastori, e non solo per allevare le pecore. Sembra quasi che si creda soltanto alla scienza, alla tecnologia, oramai le storielle i bambini non le credono più, così le chiese si svuotano, ma è proprio vero? Sembra oramai che i casentinesi si siano allontanati dalle proprie chiesette e dalle maestose pievi, ma anche dai monasteri in cui si è anche fatto sintesi per la nuova organizzazione repubblicana dopo l’addio alla monarchia. Poi vai a vedere e le chiesette sono ancora lì e anche ben tenute, certo non si dice Messa tutti i giorni, ma quando i pochi parroci rimasti hanno tempo. C’è un matrimonio? La chiesa si riempie. Una prima comunione? Anche li sold out. Un battesimo? Idem. Un funerale o una celebrazione per un giovane defunto? Ancora più gente. Solo folklore? Solo tradizione? O forse la natura ci sta riportando verso lo spirito?

Avete in mente la fisica classica, quella che ci ha formato spiegandoci come funziona l’universo? Oggi non è più così, con l’approfondimento della fisica quantistica tutte le regole che fino ad oggi sembravano eterne e immodificabili, traballano sotto le osservazioni del mondo quantico. Tutte le complesse semplificazioni che fino ad oggi rendevano la scienza esattamente vera, cadono piano piano sotto le intuizioni quantistiche. Intendiamoci, un corpo immerso in un liquido riceverà comunque una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del liquido spostato, ma un fotone lanciato verso un oggetto percorrerà un tragitto diverso se lo guardiamo o meno. E se anche l’atomo avesse una coscienza?

Il nostro corpo è costituito a base di carbonio e altri componenti, che cos’è che fa decidere che degli elementi chimici si uniscano per costruire muscoli, ossa e pelle? Oppure tronchi rami e frutti se parliamo del mondo vegetale? O ancora ferro rame e ammoniaca per il mondo minerale? Il DNA? E il DNA chi lo costruisce? Più scaviamo, grazie alla tecnologia sempre più sviluppata e più l’esistenza di Dio è un’eventualità plausibile. Se quindi c’è bisogno di pastori sensibili alle necessità spirituali degli uomini, c’è anche bisogno di uomini e donne che prendano coscienza che nell’universo e negli atomi di cui siamo composti, c’è qualcosa di ancora sconosciuto, di non rivelato, o forse c’è una provocazione, la volontà di stupirci, di porci delle domande, di indicare il giusto cammino.

Prendere coscienza di tutto ciò dovrà portarci a dire: “Il Re è nudo”, vada lui a combattere le sue guerre, noi scegliamo di volerci bene, di condividere e non arraffare, di proteggere e non di offendere, di costruire e non di distruggere. Allora le chiese torneranno a riempirsi, ma soprattutto si saranno ricostruite le comunità. Utopia? Se gli Scienziati e i Santi del passato non fossero stati un po’ pazzi e non avessero sfidato il sistema, oggi la terra sarebbe ancora piatta.

E se il sistema vuole la guerra noi dobbiamo amare il nostro nemico, altrimenti le guerre non finiranno mai, altrimenti spenderemo fortune per creare morte, mentre dovremmo partecipare tutti allo sviluppo della vita in armonia con ciò che ci circonda. Questo ci raccontano le foreste, le pievi, i castelli e i monasteri.

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