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giovedì, 28 Marzo 2024

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La Cimice Asiatica

di Marco Roselli – La Cimice Asiatica, conosciuta anche come cimice marmorizzata, è un insetto originario dell’estremo oriente (Cina, Giappone) ed è stata segnalata per la prima volta in Italia nel 2012 in Emilia- Romagna.
Da allora i ritrovamenti si sono susseguiti rapidamente in molte altre regioni italiane ed in poco tempo si sono registrati ingenti danni alle coltivazioni nonché disagi alle persone, causati dall’abitudine dell’insetto di svernare negli edifici, (talvolta in ammassi impressionanti di individui).

Segnalazioni e presenza del fitofago sul territorio
La presenza massiccia sul territorio della Valdichiana aretina è stata segnalata dalla Coldiretti di Arezzo con nota del mese di giugno 2020, quando il servizio di assistenza tecnica ha rilevato ingenti attacchi sulle colture frutticole della zona.
Le colture interessate erano state il pesco e il pero, con molti appezzamenti danneggiati fino al 70-80%. Nella lettera di segnalazione sopra ricordata si sollecitavano gli assessorati regionali competenti affinché si potessero attivare, come in altre regioni italiane, gli interventi di lotta biologica tramite l’antagonista naturale Trissolcus japonicus (Vespa samurai). Per ora non si hanno segnalazioni di cimice asiatica in Casentino.

Premessa
La Cimice asiatica (Halyomorpha halys) appartiene al sottordine degli eterotteri, famiglia Pentatomidae (ordine dei Rincoti).
Si tratta di un insetto fitofago, con apparato boccale di tipo pungente-succhiante.
La cimice asiatica riesce ad alimentarsi a spese di molte specie vegetali (oltre 150), sia di importanza agraria che di interesse ornamentale e forestale. Tra le piante maggiormente colpite si ricordano: melo, pero, kiwi, nocciolo, albicocco, pesco, ciliegio, vite, asparago, fagioli, mais, peperone, pisello, pomodoro, soia, ma anche pioppi e aceri ed altre piante ancora, tanto che l’elenco è in continuo aggiornamento.
Si nutre su frutti e semi, e nei primi stadi di sviluppo, interviene anche direttamente sulle lamine fogliari o sui piccioli. Si alimenta pungendo e succhiando; il danno prodotto è dovuto sia alla sottrazione di sostanza vegetale che al rilascio, durante la fase di alimentazione, di metaboliti che inducono necrosi e suberificazioni.

Informazioni per il riconoscimento
Nella famiglia delle cimici le specie sono numerose; in alcuni casi le differenze morfologiche sono notevoli, ma in altri la confusione è possibile ecco perché, in caso di incertezza, ci si può sempre rivolgere a persone esperte, anche per evitare di effettuare interventi inutili o addirittura dannosi.
Ad esempio, se paragonata alla comune cimice degli orti, quella che troviamo spesso sui pomodori, notiamo delle differenze molto marcate. Nel territorio però esiste la possibilità di riscontrare anche cimici molto simili a quella asiatica, come nel caso della Cimice grigia (Rhaphigaster nebulosa) la quale vive su essenze spontanee e selvatiche. La scheda seguente mette a confronto questa specie con quella asiatica, facendo vedere come – oltre ad alcuni aspetti cromatici non facilissimi da rilevare – sia l’assenza, in quest’ultima, di una spina ventrale (invece presente in quella grigia) l’elemento significativo di riconoscimento.

Presenza della cimice asiatica nella corrente campagna agraria
La corrente annata agraria è stata caratterizzata da un andamento climatico sfavorevole, iniziato con la gelata di aprile (-8°C) e proseguito con le elevate temperature di giugno.
In particolare la gelata tardiva primaverile ha recato ingentissimi danni sui pescheti e i pereti i quali, trovandosi in fase fenologica avanzata a causa delle elevate temperature di marzo, hanno registrato danni tra l’80 e il 90%. Importanti danni si sono avuti anche su melo, con il 50% circa di riduzione della produzione.
Nonostante la riduzione della produzione a causa degli eventi climatici (o forse proprio per questo), la cimice asiatica risulta essere diffusa e molto aggressiva sia su pesco che su pero, dove si segnalano danni fino al 100%.

Interventi di difesa
Stante la situazione descritta le aziende hanno provveduto ad effettuare i trattamenti fitosanitari con i prodotti ammessi dalla normativa.
Di questa situazione però risentono i delicati equilibri dell’agroecosistema dove la presenza degli acari utili (fitoseidi) e degli insetti utili (coccinellidi predatori di afidi e acari; antocoridi predatori di psille; ditteri sirfidi predatori di afidi e molti altri) è stata studiata e favorita dai servizi di assistenza tecnica fin dagli anni 90.

Segnalazioni di cimice asiatica su altre colture
Alla data odierna Halyomorpha halys è stata segnalata anche su vite, olivo e pomodoro, in appezzamenti di privati.

La questione della difesa biologica della cimice asiatica
Il sistema più efficace e duraturo per limitare la presenza della cimice asiatica consiste nell’effettuazione della lotta biologica attraverso i suoi nemici naturali. In natura le dinamiche predatori e prede, parassitoidi e ospiti, sono molto diffuse e vengono studiate per poterle applicare in campo agricolo infatti, l’impiego di insetti e acari utili allevati dalle biofabbriche è ormai di larga applicazione. Nel caso della cimice asiatica l’approccio principale è quello di introdurre il suo nemico naturale nel territorio di origine, la vespa samurai (Trissolcus japonicus).

Questo insetto, tuttavia, essendo esotico, può essere impiegato solo dopo valutazione di impatto ambientale da parte degli Enti pubblici preposti.

Questo tipo di valutazione comporta dei tempi medio lunghi, pertanto, anche al fine di evitare l’impiego di insetticidi dannosi, il servizio di assistenza tecnica di Coldiretti Arezzo è intervenuto individuando l’insetto Anastatus bifasciatus (autoctono in Italia), allevato dalla Bioplanet di Cesena (biofabbrica di insetti e acari utili), quale parassitoide della cimice (le femmine dell’Anastatus, come quelle della vespa samurai, ovidepongono dentro le uova della cimice asiatica). L’impiego dell’insetto Anastatus bifasciatus, essendo un organismo già presente nel territorio nazionale non comporta alcun tipo di problema di modificazione degli equilibri naturali e si affiancherà alla vespa samurai quando l’iter di valutazione ministeriale ne autorizzerà l’impiego.
Con questo intervento, che verrà ripetuto negli anni, le imprese sperano di poter portare la presenza della cimice asiatica ad un livello non dannoso, sempre con l’obiettivo di offrire al consumatore prodotti di elevata qualità nel massimo del rispetto ambientale.

Bibliografia
– Regione Toscana, La Cimice Asiatica
Halyomorpha halys (Distruttiva in
agricoltura – fastidiosa per l’uomo)
– Bioplanet, Scheda tecnica
Anastatus bifasciatus

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