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venerdì, 8 Novembre 2024

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28 agosto. Liberazione di Bibbiena. Il silenzio della politica

Lettera di Giorgio Renzi e Luca Tafi – E siamo arrivato al 78° anniversario della liberazione di Bibbiena! Liberazione da chi? Potrebbe sembrare una domanda retorica. Ma di questi tempi, purtroppo, non lo è. Per quelli della nostra generazione è scontato che parliamo della liberazione dal nazifascismo e della fine di una guerra sciagurata, che nel nome della “patria” ha mandato a morire, inutilmente, tanti giovani e che ha fatto incredibili e tragiche stragi di innocenti cittadini. Basta ricordare per limitarci al nostro territorio, Vallucciole, Partina, Moscaio ecc.ecc.
Ogni anno cogliamo l’occasione per una riflessione sull’argomento e sul significato e l’importanza della memoria,e, soprattutto, sulla irrinunciabilità della conoscenza della storia e della sua complessità.
Ci è capitato di criticare le manifestazioni rituali che le amministrazioni, sempre più stancamente, organizzano ogni anno.
Quest’anno, a dire il vero, per quanto riguarda Bibbiena, non abbiamo nemmeno visto alcun programma della solita marcetta. Abbiamo consultato i diversi giornali on line, ma non abbiamo trovato alcun comunicato ufficiale della amministrazione comunale. Sicuramente saremo stati disattenti noi!
Eppure quest’anno ci sarebbe qualche motivo in più per dare importanza a questo anniversario. Per dare una maggiore attenzione e rilevanza.
Siamo nel mezzo di una campagna elettorale che sembra foriera di grandi novità sicuramente non positive (almeno per noi), e con grandi rischi per la democrazia, per come è stata codificata nella nostra costituzione repubblicana.
Sembra che tutto ad un tratto parlare di fascismo e del suo pericolo sia sconveniente.
A forza di equiparare le vittime di tutte le parti siamo arrivati ad equiparare fascismo e antifascismo. I caduti della repubblica di Salò sono ormai equiparati ai partigiani! E questa sarebbe la “memoria condivisa”!
L’abbandono della storia, del suo studio, e della sua conoscenza, la sua sostituzione con gli slogan sui social hanno facilitato questo revisionismo storico, mettendo in un unico calderone gli organizzatori di stragi e di deportazioni, con chi rischiò la vita per abbattere questo regime, fascisti e antifascisti.
Per questo cogliamo l’ occasione dell’anniversario per qualche suggerimento di lettura. Sappiamo che leggere, studiare è una fatica, come anche la democrazia è una fatica E’ più facile leggere i post su facebook, twitter, instagram. Tiktok ecc.
Ma noi siamo all’antica, crediamo ancora nel valore dello studio, della reale conoscenza, unico strumento per garantire una vera democrazia e non farsi turlupinare dagli imbonitori di turno, sempre più numerosi tra i politici in campagna elettorale, che godono della ignoranza e cercano di incrementarla ed utilizzarla
Per capire che cosa è successo in questi anni, e perché si è verificata questa pericolosa deriva culturale, suggeriamo le seguenti letture:
-Michela Murgia: “Istruzioni per diventare fascisti”. Alla fine del breve saggio c’è anche il “fascistometro”, un questionario per verificare il grado di fascismo che ci può essere in ognuno di noi, anche a nostra insaputa,
-Carlo Greppi: “L’antifascismo non serve più a niente”. Destra e sinistra sono superate. Quindi l’antifascismo non serve più. Ma è proprio così? Leggete il saggio e avrete qualche suggerimento interessante, che, in particolare, dimostra l’assurdità della vulgata che l’antifascismo non serve più.
-Chiara Colombini: “ Anche i partigiani però…”, in cui c’è una analisi di come nel tempo si è modificato lo spirito dell’antifascismo, fino a trasformarlo in una specie di “a-fascismo”, insomma, detto con il vecchio Hegel, in una notte in cui tutte le vacche sono nere.
Se qualche nostro amministratore avesse tempo e voglia di accogliere questi nostri suggerimenti, magari il prossimo anno il 28 agosto non passerà sotto silenzio. Sempre che dopo il 25 settembre sia ancora possibile celebrare questi anniversari e non essere costretti a celebrare la marcia su Roma!

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