A guardare i numeri si potrebbe parlare di “disastro” vista l’affluenza alle urne pari al 2,62% per le prime elezioni dei consiglieri dell’Ato 2 Alto Valdarno. Ma, si sa della partecipazione da tempo nessuno si preoccupa, l’importante è che ci sia quanto basta per assegnare i posti e le poltrone in gioco.
Comunque la notizia non è solo questa, ma il fatto che il giudice ha stabilito che le spese legali dei ricorsi vinti portati avanti dai cittadini saranno a carico del Consorzio. Si tratta dei numerosi ricorsi, spesso vinti, contro la tassa dei fossi che vedono i contribuenti schierati contro l’ente. Il Consorzio, dopo aver perso in commissione tributaria, ha portato i cittadini in appello ma anche lì il balzello è stato giudicato illegittimo.
Ora questa patata bollente sarà la prima prova per i neoeletti consiglieri la cui elezione non ha certo suscitato l’approvazione dei gruppi di destra in Consiglio Regionale.
I consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Marina Staccioli, Giovanni Donzelli e Paolo Marcheschi tornano a contestare le modalità di svolgimento delle elezioni dei nuovi consorzi di bonifica: «Mentre a molti aventi diritto continuano ad arrivare le lettere informative, le elezioni dei consorzi di bonifica si sono svolte e hanno già proclamato i nuovi rappresentanti, e a testimoniare la mancanza di corretta informazione che avevamo denunciato c’è il dato sull’affluenza che non supera il 3%, quindi circa 40mila elettori su quasi un milione e mezzo. Nonostante alcuni stravolgimenti strumentali della nostra posizione, la contestazione che abbiamo mosso in merito alla legittimità delle elezioni era riferita ad un’informazione non funzionale a garantire una partecipazione attiva degli elettori sia come partecipanti che come candidati, aspetto invece espressamente previsto dalla legge regionale – spiegano i consiglieri – e alla fine il risultato è stato quello previsto: soliti nomi tra i candidati e pochissimi elettori andati alle urne. La democrazia tanto proclamata da chi governa questa regione e il rispetto delle leggi con questa elezione dei consorzi di bonifica sono venute a mancare – proseguono – tant’è che lo stesso assessore Bramerini ha dovuto ammetterlo tra le righe, in un’intervista; risulta però molto goffo il tentativo di scaricare sulle Poste Italiane la colpa dei ritardi di consegna delle lettere informative, visto che la stessa lettera del Governatore Rossi è datata 14 ottobre, quindi entro il termine di 60 giorni previsto dalla normativa. L’impressione è che alle urne si siano recati per lo più amici dei candidati o comunque voti, diciamo, sicuri – attaccano Staccioli, Donzelli e Marcheschi – e che si sia fatto di tutto per mantenere i nuovi consorzi il classico giochino riservato a pochi, con una legittimazione quasi nulla, ed oggi, come se non bastasse, sentiamo anche proclami per la buona partecipazione alle elezioni. Probabilmente per loro, visti gli esiti, lo è».
Dello stesso tenore la preso di posizione del gruppo regionale del Nuovo Centrodestra. Il vicepresidente Marco Taradash, il suo capogruppo Alberto Magnolfi e i Consiglieri Andrea Agresti e Roberto Benedetti sono pronti a tradurre in proposta di legge i contenuti della mozione che hanno presentato e in cui si chiede di abrogare la disposizione che prevede l’elezione dei 90 componenti delle assemblee dei sei consorzi di bonifica toscani nelle forme attuali e sostituirla con nuove e meno costose modalità di selezione.
Ncd fa due conti: «Rilevato dai dati forniti che su 1 milione 441mila toscani chiamati ad eleggere i nuovi componenti dei Consorzi, hanno effettivamente partecipato al voto circa 40mila toscani, pari al 2,7% degli aventi diritto, e constatato che per lo svolgimento delle votazioni – si legge nella mozione – la Regione Toscana ha speso circa 650mila euro, il risultato è di circa 16 euro a voto». Va da sé che il gruppo alfaniano non esita a definire «tali costi esorbitanti per una consultazione che certo non suscita grande interesse e di cui si fa difficoltà a vedere l’utilità». Altro paio di maniche per i Consorzi in sé che, scrivono i Consiglieri regionali, «in molte parti della regione svolgono una utile attività di prevenzione idrogeologica e di sicurezza del territorio».
Non si tratta di annullare tout court la partecipazione dei cittadini. Tutt’altro. Nella mozione, il gruppo Ncd specifica la necessità di salvaguardare quella piccola quota di cittadini che alle urne ci si è recato e che ad avere rappresentanza alla guida dei Consorzi ci tiene eccome: «La forma andrà studiata – spiegano Taradash, Magnolfi, Agresti e Benedetti – perché dobbiamo garantire la massima rappresentanza nei Consorzi come ovunque. Bisogna rivedere le forme di selezione degli organismi di vertice dei Consorzi, e su questo siamo decisi ad andare avanti. La mozione non è che il primo passo».
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