di Nadia Guidotti – Non conta da quanti anni svolgi volontariato, in ambienti come il canile non ti abituerai mai al dispiacere, alla malinconia, alla rabbia, al dolore. Non imparerai ad accettare l’ingiustizia, tanto meno riprenderai ad apprezzare un genere che si definisce umano ma che, nel 2025, ancora pretende di considerarsi superiore, migliore degli animali che ha maltrattato e abbandonato. Avrai piuttosto persistenti enormi groppi sul cuore e un ingombrante, sfiancante pensiero che subito martellerà la tua coscienza ogni singola volta in cui chiuderai il cancello del rifugio alla fine del turno: avrò fatto abbastanza per loro?
Un giro di chiave, e ripensi a Camilla. Anni che sembrano infiniti dietro quelle sbarre, insicurezze che sta combattendo giorno dopo giorno, carezze che sta imparando ad amare, passeggiate al guinzaglio che sta iniziando a volere, e nessuno ancora che la voglia adottare.
Un altro giro di chiave, pensi a Brunilde, Fido, Gelindo. Hanno corso tantissimo nel bosco, hanno cercato lucertole più veloci di loro, fatto il bagno nella tinozza, nel fiume al guinzaglio, nei campi a passeggio con noi. Hanno preso carezze e ancora carezze, palline al volo giocando come cuccioli cresciuti, ma poi, alla fine, anche loro son dovuti rientrare nel box, pronti all’ennesima lunga notte di solitudine.
Ancora un giro di chiave, e ripensi a Birillo, che una casa ce l’aveva, e che ora non ha più niente. Solo ampi metri quadri dove correre, tutti i giorni gli stessi, tutti i giorni da solo. E Prie, che è stanco, davvero stanco di vivere le sue giornate scandite dalla monotonia, dalla solitudine, dalla malinconia. Loro lo sanno, glielo leggi negli occhi tutto lo sconforto, la pena. Si sono arresi alla condanna che proprio le loro famiglie gli hanno inflitto.
Il cancello è chiuso, controlli per sicurezza provando ad aprire, e ti sale l’ultimo pensiero che ti annienta, quello verso Joy, Iuta, Gelsomina e Guendalina. Sono questi i cuori più puri e più devastati. Cani fobici, schiacciati non soltanto dalla solitudine delle gabbie, ma anche da paure più grandi di loro. Meravigliose, dolcissime anime troppo ferite, che richiedono tempo, richiedono rispetto, richiedono amore. Hanno corso tanto, i più coraggiosi sono usciti al guinzaglio fino quasi al paese, ma tu sai già che, dietro quelle sbarre, mentre aspettano che qualcuno possa sceglierli così come sono, si annullano, si chiudono dentro una colpa che non hanno.
Hai finito, sali in macchina, sembrano tranquilli, nessuno abbaia, ma tu la senti subito la marea che sale, la pugnalata nel cuore. Avrò fatto abbastanza per loro?
Conoscete la nostra realtà: hanno tutti quotidianamente lunghi e sereni momenti di corse nel bosco, di coccole e giochi, di passeggiate e distrazione. Ma un canile, seppure a quattro stelle come il nostro (mi si passi il termine), rimane sempre un canile. Stiamo cercando famiglie che possano adottarli, regalandogli finalmente il destino che si meritano, che possano amarli nella loro essenza, anche nella loro enorme e meravigliosa delicatezza e vulnerabilità.
Stiamo cercando famiglie che possano salvarli, che possano salvarci.
Canile intercomunale di San Piero in Frassino http://canilicasentino.blogspot.com Per info: 347.5421554 – orario di apertura al pubblico: Sab. e Dom. dalle 10,00 alle 12.00