di Mauro Meschini – Viviamo in un tempo in cui sembra quasi di essere sommersi dalle parole e dalle informazioni. Veniamo da un periodo in cui, la forzata necessità di stare separati e chiusi nelle proprie case ha contribuito un’ancora più ampia diffusione dei contatti attraverso la rete; abbiamo da poco assistito, probabilmente con poco entusiasmo, ad una campagna elettorale anomala, nata e cresciuta in un periodo assurdo dell’anno, in cui, come ormai da troppo tempo accade, la politica ha parlato per frasi fatte, per vuoti slogan, distribuendo promesse e solleticando gli istinti peggiori.
Bene, se questo è il quadro della situazione in cui ci troviamo non può che essere positivo andare a ricercare, sempre attraverso la rete, una proposta che da qualche anno prova ad andare controcorrente. Si tratta del “Manifesto della comunicazione non ostile”, “una carta che elenca dieci principi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete… un impegno di responsabilità condivisa… Vuole favorire comportamenti rispettosi e civili… Vuole che la Rete sia un luogo accogliente e sicuro per tutti”.
Il manifesto è frutto dell’impegno e del lavoro dell’associazione “Parole O_Stili” nata a Trieste nell’agosto 2016. L’associazione ha l’obiettivo di diffondere una cultura che porti chiunque a sentirsi maggiormente responsabilizzato quando si trova a rapportarsi con gli altri attraverso la rete. Questo perché è importante far comprendere a tutti “che l’ostilità in Rete ha conseguenze concrete, gravi e permanenti nella vita delle persone”.
Per raggiungere i suoi obiettivi l’associazione organizza specifiche iniziative di sensibilizzazione e formazione cercando la collaborazione e il coinvolgimento di scuole, università, imprese, associazioni e istituzioni nazionali e territoriali.
Questa proposta, in questi anni ha ottenuto molti riconoscimenti, tra i quali le medaglie di rappresentanza ricevute durante incontri con il Presidente della Repubblica. Indubbiamente si tratta di una proposta forte, che va controcorrente e cerca di offrire una via di uscita alla deriva verbale violenta, pesante, irrispettosa che imperversa nella rete, evidenziando, al tempo stesso, l’estrema povertà di argomenti e contenuti che la contraddistinguono.
Ma vediamo quali sono i 10 principi che vengono proposti per una comunicazione non ostile: 1. Virtuale è reale. Dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona. 2. Si è ciò che si comunica. Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano. 3. Le parole danno forma al pensiero. Mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso. 4. Prima di parlare bisogna ascoltare. Nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura. 5. Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri. 6. Le parole hanno conseguenze. So che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi. 7. Condividere è una responsabilità. Condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi. 8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare. 9. Gli insulti non sono argomenti. Non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi. 10. Anche il silenzio comunica. Quando la scelta migliore è tacere, taccio.
I 10 principi sono poi stati declinati in modo specifico per diversi ambiti: politica, pubblica amministrazione, aziende, infanzia, sport, scienza e per l’inclusione. Da questo punto di vista particolarmente interessanti alcuni punti specifici indicati per la politica: 4. Prima di parlare bisogna ascoltare. Prendo in considerazione gli argomenti dei miei interlocutori anche se non li condivido. Non li interrompo. Non deformo le loro parole per controbattere meglio. Preferisco il dialogo e il serrato confronto delle idee al monologo. 10. Anche il silenzio comunica. Non parlo solo per occupare spazio o sottrarre spazio ai miei avversari. Quando parlo, faccio discorsi rilevanti, che hanno un peso e un significato. Quando taccio, anche il mio silenzio ha un peso e un significato.
Più volte può essere capitato di ascoltare qualcuno straparlare in presenza, in TV o nel web e forse fare riferimento a queste semplici considerazioni sarebbe stato utile…. Il Manifesto ha trovato veicoli di diffusione in libri e programmi TV e nel 2017 è stato distribuito in tutte le scuole d’Italia. Una proposta nata in gran parte proprio nel mondo della comunicazione e della cultura, per iniziativa di chi meglio di altri è tutti i giorni a contatto con la realtà della rete e ne conosce meglio opportunità e rischi. Una voce fuori dal coro che propone un messaggio di buonsenso, come abbiamo ricordato sopra, “un impegno di responsabilità condivisa”, e basta soffermarsi un attimo per comprendere quanto sia importante, forse ancora di più oggi, la responsabilità di ognuno e di tutti.