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sabato, 24 Maggio 2025
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Le offerte di lavoro in Casentino del Centro per l’Impiego

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Le offerte di lavoro in Casentino del Centro per l’Impiego. Anche questa settimana anche gli incentivi e le opportunità regionali per i datori di lavoro e le persone fisiche e le chiamate dirette al lavoro.

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Leonardo Giovannini, il coraggio di avere coraggio

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di Giacomo Giovenali – Quante volte nella vita dovremo confrontarci con chi siamo, con le nostre paure e con i nostri limiti? Paradossalmente ogni giorno, banalmente mai. Eppure c’è qualcuno che con queste paure vuole stabilire una relazione di valore e lo fa attraverso uno sport che non tutti sono disposti a fare: l’Ironman. Il motto della competizione non lascia spazi a coloro che si aggrappano ai limiti come ad alibi a portata di mano: Anything is possible, tutto è possibile. In quel tutto c’è qualcuno che ci ha messo anche il suo cuore, Leonardo Giovannini.

Questa storia inizia stranamente dal fondo, dall’arrivo nella competizione Ironman di Cervia dello scorso 16 settembre 2023, la prima di Leonardo, classe 1976, commerciale di successo nell’azienda di costruzione di case in legno Lam Ambiente. 3.8 chilometri di nuoto in mare aperto, 180 chilometri di bicicletta, 42 chilometri e 200 metri di corsa, il tutto completato in 9 ore e 58 minuti.

“Non ho mai guardato l’orologio, non mi sono mai fatto ingannare dalla paura di poter andare oltre, di non farcela, di fallire. Ho solo pensato a farlo, a correre, a nuotare, a pedalare come il mio coach Giacomo Giovenali mi ha insegnato a fare. Questo mi ha consentito di arrivare al traguardo godendomi il viaggio posso dire, quello che la vita, con le sue cadute e i suoi problemi, mi ha fatto fare fino a oggi. Questa prima esperienza è stata anche una bella metafora del mio percorso personale: godersi il percorso è stata la cosa più bella che potessi regalarmi in questa prima volta indimenticabile”.

Con queste parole Leonardo si racconta “in corsa”, mentre vive la sua vita e ricerca la sua forza in questo sport così duro e allo stesso tempo così affascinante, poiché ti mette a contatto diretto, faccia a faccia a muso duro, con le tue paure e i tuoi limiti. Leonardo, subito dopo l’esperienza della malattia oncologica, già allenato da Giacomo Giovenali un veterano dell’Ironman ma soprattutto un coach di grande esperienza e con una preparazione importante alle spalle: studi fatti tra I.S.E.F, Scienze Motorie e brevetti che hanno portato al MTrainingLab, un servizio di coaching che ha aiutato atleti provenienti da tutto il mondo a raggiungere i propri obiettivi.

Era il 2017 e Leonardo esce dall’esperienza logorante della malattia con tanti obiettivi in tasca: affrontare la paura, affrontare la fragilità del proprio corpo, mettere alle corde il senso di impotenza, capire dove va a finire il coraggio, fin dove si può spingere e soprattutto, perché. Così partecipa al mezzo Ironman in Sardegna nel 2019, in piena ripresa post pandemia. Era il 24 ottobre, una data simbolo per lui che in quel giorno, tre anni prima, si era operato al tumore.

Nel 2022 Leonardo, mentre si prepara per un Ironman completo, però, ha un incidente mentre si allena in bicicletta. Una caduta che causerà la rottura della clavicola in tre pezzi e gli costerà cinque costole. Dopo l’operazione con la quale gli viene installata una placca nella clavicola sinistra, il nostro combattente ricomincia il suo allenamento ma non lo fa in solitaria.

Ecco le sue parole: “Giacomo mi è sempre stato vicino. Lui non è solo un allenatore del corpo, ma è soprattutto un motivatore, una persona che conosce bene l’essere umano nelle sue varie sfaccettature e sa tirare fuori il meglio da ognuno. Così ha fatto con me in un momento molto duro, l’ennesimo della mia vita. Solo così sono riuscito a ripartire facendo poi un altro mezzo Ironman a Iesolo dove sono riuscito a lasciare tutte le mie paure e fragilità”.

La partecipazione alla gara di Iesolo sarà per Leonardo la fine delle sofferenze anche psicologiche e l’inizio di un allenamento continuativo sotto l’ala protettrice e lo sguardo attento del Coach di acciaio Giovenali. Gli allenamenti giornalieri portano Giovannini a fare uno sprint e un olimpico a Cesenatico dove, finalmente, sente le sue potenzialità, le tocca, ne assapora la gioia. Leonardo arriva così al 16 settembre 2023 a Cervia, più forte della malattia, più forte delle cadute, più forte di ogni paura.

Il suo racconto è emozionante: “Ricordo che la mattina della gara Giacomo mi ha salutato con una commozione che non conoscevo e mi ha detto: “Hai fatto bene i compiti a casa, quindi ce la farai!” Per lui avermi portato fin lì dopo la malattia è stato una grande cosa, me lo ha fatto capire con grande affetto e con la determinazione che lo contraddistingue e che condividiamo. Quando sono uscito dal mare bellissimo di quella mattina e sono andato in bici era molto tranquillo, mi aveva aiutato il mare di quella mattina che mi aveva accolto come in un abbraccio di energia pura. Dopo ho trovato alla rastrelliera tutta la squadra che mi faceva il tifo. E’ stata gioia pura per me perché ho capito che stavo andando bene. Allora non ho più avuto paura, dubbi, limitazioni. Mi sono buttato nella corsa come in una liberazione da tutto questo. Quando ho iniziato la maratona ho sentito e visto tante persone che erano venute lì per me, come mio cugino Ruggero. Ho spinto ma con la gioia nel cuore, senza ansia. La cosa più bella che ricordo del Red Carpet è stata quando ho dovuto suonare la campana del mio primo Ironman”.

Il grido dello speaker: “Sta arrivando un uomo di Giacomo Giovenali, Leonardo Giovannini!” è il grido della libertà per il nostro nuovo incredibile Ironman.

Leonardo conclude così il suo racconto: “Ho toccato la terra e ho guardato il cielo, ringraziando chi mi aveva portato fin lì, primo tra tutti mio nonno Chiaro che credo di avere avuto accanto per tutta la competizione. Nel completino c’è scritto il suo nome. Se mi sono rimesso in gioco oltre Giacomo, devo ringraziare anche la forza che mio nonno mi ha lasciato prima di andarsene”.

Ma gli obiettivi per gli uomini di acciaio non finiscono mai: prossima tappa Oman 70.3. Aristotele diceva che il coraggio è la prima delle virtù perché rende possibili tutte le altre. Ma, come ci ha dimostrato Leonardo, avere coraggio non significa non avere paura, ma utilizzare l’energia che proviene dalla paura, avendo la consapevolezza che qualcosa di più bello esiste e si trova proprio oltre le nostre paure.

Consulenze nutrizionali gratuite alla palestra Body House di Bibbiena

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Consulenze nutrizionali gratuite alla palestra Body House di Bibbiena. Il 2024 del centro fitness casentinese è arricchito dall’attivazione di un nuovo servizio volto a ribadire lo stretto legame tra sport e alimentazione, sensibilizzando verso l’importanza di perseguire un corretto stile di vita e offrendo la possibilità di sottoporsi a una valutazione delle percentuali di massa grassa e massa magra nel corpo. Le visite saranno tenute dal dottor Mirco Feni, biologo-nutrizionista di EatBe, e permetteranno di individuare percorsi personalizzati per un maggior benessere psicofisico attraverso un adeguamento dell’alimentazione quotidiana a seconda dei propri bisogni dove privilegiare dieta mediterranea e stagionalità delle materie prime.

Le consulenze nutrizionali arricchiscono le attività condotte all’interno della palestra Body House che, fondata nel 1991 da Andrea Dalla Ragione e dalla dottoressa Valentina Fioravanti, è oggi tra i punti di riferimento casentinesi per il fitness con oltre trecento atleti e atlete di tutte le età. Lo spirito innovatore di questa realtà è confermato dal costante ampliamento dei corsi con proposte all’avanguardia tra cui rientra la più recente attivazione del Pilates Aereo che viene effettuato attraverso l’utilizzo di amache con esercizi in assenza di gravità per sviluppare equilibrio, flessibilità, agilità, resistenza e tono muscolare. Questa proposta va ad affiancarsi ai tradizionali allenamenti di ginnastica funzionale, Metabolic Training, Flexibility Training, Hamazon e Total Body già condotti alla Body House da un team di professionisti tra personal trainer e dottori in scienze motorie.

«La nostra volontà – spiega Dalla Ragione, – è di promuovere sani e corretti stili di vita dove l’attività motoria si unisce a piccole accortezze quotidiane necessarie per perseguire il benessere. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale e, per questo motivo, siamo orgogliosi della collaborazione con il dottor Mirco Feni che permette di fornire consulenze e servizi professionali anche in ambito nutrizionale».

Nuove forze ed energie per il Carnevale storico di Bibbiena. Prima riunione del tavolo di lavoro

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Si riunisce per la prima volta il tavolo tecnico nato per portare nuove idee all’organizzazione del Carnevale storico di Bibbiena, il 15 gennaio alle ore 18.15 nel palazzo comunale possono partecipare tutti i cittadini interessati all’iniziativa. A farne parte saranno, oltre al direttivo ed al presidente uscenti, rappresentanti di associazioni del territorio e simpatizzanti, volti noti e giovani che per si avvicinano a questa realtà per dare nuovo slancio alla più antica tradizione del paese, premiata nel 2014 con la medaglia del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per il suo alto valore culturale. Un evento che va avanti senza interruzioni, fatta eccezione per il 1943, il ‘44 ed il 2021, anni della guerra e della pandemia. Negli ultimi anni, oltre ad aver riallacciato rapporti con le scuole, il direttivo uscente ha realizzato l’idea di presentare la ragazza bibbienese che ogni anno interpreta la bella popolana Bartolomea in un consiglio comunale aperto alla cittadinanza e con la partecipazione del consiglio dei ragazzi, inoltre è giovane ma ormai consolidato l’evento estivo del “banchetto alla corte del Tarlati”. Il prossimo gruppo di lavoro dovrà mettersi all’opera per scegliere la nuova Bartolomea e per organizzare l’edizione invernale del Carnevale che si svolgerà tra il 10 ed il 13 febbraio 2024.

“Considerato che il consiglio direttivo è giunto alla sua naturale scadenza e c’è voglia di lasciare spazio ai giovani, ma tenuto anche conto dell’importanza di questa associazione nell’ambito storico, culturale e turistico di Bibbiena – spiega l’assessore Francesca Nassini – l’amministrazione comunale si è fatta promotrice della sua riorganizzazione, coinvolgendo attivamente le istituzioni scolastiche, le associazioni e tutti i concittadini interessati alla manifestazione, in primis per la scelta della nuova ragazza che nel 2014 darà il volto alla Mea. L’auspicio è di trovare nuove forze ed energie che possano affiancare chi in questi anni si è impegnato assiduamente per proseguire questa antica tradizione le cui origini risalgono al 1337”.

Taglio di 400 medici? La mazzata finale per la sanità toscana

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“La situazione della sanità è già molto critica ora e uno dei maggiori problemi è la carenza di personale. Per questo l’ipotesi di un’ulteriore riduzione del numero di medici in Toscana, con il blocco parziale del turnover per tre anni, rischierebbe di dare la mazzata finale”.

A dirlo è Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze.
“Comprendiamo che la Regione e le Asl toscane – dice Dattolo – debbano far quadrare i conti in una situazione ormai ai limiti della sostenibilità a causa della progressiva riduzione di finanziamenti statali. Da anni è in atto uno smantellamento del sistema sanitario nazionale, che sta favorendo di fatto una privatizzazione del servizio e che contrasta con i principi previsti dalla nostra Costituzione. Noi diciamo da tempo che il primo provvedimento da prendere per rafforzare la sanità pubblica in Italia è l’abolizione del tetto di spesa deciso nel 2004 dal governo nazionale”

“Detto ciò – conclude Dattolo – chiediamo alla Regione di aprire un confronto con i professionisti della sanità e i loro rappresentanti sul tema della sostenibilità del sistema e della riorganizzazione ormai non più rimandabile, nel quadro dei tagli decisi a livello nazionale. Come Ordine dei Medici di Firenze siamo pronti a collaborare come abbiamo sempre fatto, convinti che la sanità sia prima di tutto un servizio che ha al centro le persone: i pazienti, i medici, gli infermieri e tutte le altre professioni sanitarie”.

L’inverno, la stagione dei cavoli

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di Anselmo Fantoni – D’inverno si sa qui in Casentino freddo e gelo la fanno da padroni ma le verdure non mancano certo nell’orto. Questo mese abbiamo scelto i broccoli, più saporiti del cavolfiore, più eleganti rispetto al cavolo nero. La preparazione è semplice e il risultato vi stupirà. Anche le cose più semplici hanno bisogno di tempo e dedizione e il piatto può essere preparato con patate o farina che hanno la funzione di rendere gli gnocchi soffici e consistenti; il condimento può farvi sbizzarrire e potrà essere a base vegetale di carne e di formaggio con la raccomandazione di evitare uno troppo saporito che potrebbe sovrastare la delicatezza del broccolo.

Gnocchi di broccoli Ingredienti 200 gr di broccoli 150 gr di farina, 1 uovo 1 foglia di alloro, 1 spicchio d’aglio, 1 cipollotto, 1 costa di sedano 1 carota piccola. Qualche foglia di rosmarino Sale e pepe q.b., Olio EVO q.b. 50 gr di taleggio, 50 gr. di Brie, 50 gr di mozzarella, 50 gr di scamorza Preparazione In una vaporiera mettere nell’acqua aglio, carota, sedano, l’alloro, il cipollotto e il rosmarino. Il vapore cuocerà il broccolo insaporendolo delicatamente. Appena cotto mettere il broccolo in una ciotola e schiacciarlo con una forchetta o con un cucchiaio eliminando l’acqua. Quando sarà freddo aggiungete l’uovo mescolate e poi aggiungete la farina la cui quantità è indicativa perché dipenderà da quanta il broccolo ne richiederà, gli ingredienti sono parti attive delle ricette. Aggiungete un filo d’olio EVO e impastate energicamente, mettete un po’ di farina alla volta per facilitare l’amalgama aggiungendo anche poco sale e pepe. Una volta che il composto è pronto spolverate la spianatoia con della farina e date forma agli gnocchi a vostro piacimento, se li volete piccoli fate delle strisce tipo un grissino, se li volete più grossi formate dei panetti come una salsiccia. Tagliate e buttate in acqua bollente leggermente salata e cuoceteli come fossero quelli di patate. Prima di procedere alla cottura preparate il condimento, mettete in una terrina di dimensione adeguata a contenere gli gnocchi i formaggi a dadini con mezzo bicchiere dell’acqua utilizzata per cuocere i broccoli un pizzico di sale e fate sciogliere a fuoco basso, una volta fuso tenete in caldo e cuocete gli gnocchi. Adagiate gli gnocchi sulla fonduta di formaggio facendoli insaporire bene, spolverate con pepe nero e il gioco è fatto. A piacere, per i più ghiotti potete spolverare con un po’ di grana o aggiungere un filo d’olio EVO.

VINO CONSIGLIATO Oltrepò Pavese Metodo Classico Extra Brut DOCG Montelio 2019 Az. Agr. Montelio Siamo in mezzo alle feste natalizie e come possiamo disintossicarci dalle bollicine? Impossibile. In Italia ce ne sono per tutti i gusti e stavolta siamo andati nell’Oltrepo’ Pavese. La famiglia Brazzoli in quel di Codevilla possiede i terreni aziendali dal lontano 1803, un monastero e i suoi possedimenti espropriati da leggi napoleoniche, difficile trovare aziende più storiche di queste. Nel 1848, data importantissima per il Risorgimento, inizia la storia ufficiale e i suoi vini si sono fatti apprezzare fin da subito ma ancora oggi l’Oltrepo’ stenta a fare breccia nei consumatori come invece Trento e Franciacorta hanno saputo fare. Qui il re dei vitigni è il Pinot noir, spumantizzato con maniacale cura dona vini eleganti e potenti al tempo stesso. Il metodo classico sta sempre più prendendo piede e si presta anche a una grande versatilità negli abbinamenti anche perché la cucina diventa sempre meno pesante. Il piatto del mese sottolinea un prodotto stupendo: il broccolo. Il sapore delicato si esalta nella preparazione e ci dona un piatto che scalda l’atmosfera fredda dell’inverno.

Il vino appare di un colore paglierino brillante con bollicine finissime e persistenti, i profumi decisi di note agrumate, crosta di pane e pera chiude con delle note mentolate. In bocca le bollicine esplodono in una piacevole cremosità regalando momenti di intenso piacere con freschezza e sapidità ben controllate dall’alcool e un lungo finale di caramella d’orzo particolarmente piacevole. Una cantina che vale la pena visitare e una famiglia innestata in un territorio da cui trae forza e sostentamento, ancorata alla tradizione ma mai stanca di nuove sperimentazioni. Il Pinot noir che regala vini rossi importanti qui dona spumanti dal sorso interessante, potente e vellutato tanto da poter fare una bella presenza in un pranzo completo. L’abbinamento con gli gnocchi è piacevole e interessante perché non troppo spesso ci spingiamo ad abbinamenti tra bollicine e piatti tradizionali. Se nella prossima primavera non sapete dove passare una piacevole gita ricordatevi dell’Oltrepo’, ne rimarrete piacevolmente colpiti. Se poi siete degli stanziali, una buona bottiglia e un piatto di gnocchi tra amici vi permetterà comunque di passare momenti degni di memoria.

Come sempre moderazione per la nostra e altrui salute, e se avete abbondato con l’ottimo vino trattenetevi col mercante in fiera, tombola o la fuorilegge bestia così da smaltire i fumi dell’alcool prima di mettervi alla guida. Omnia quae nunc vetustissima creduntur, nova fuere. 

(COSA BOLLE IN PENTOLA e MONDOVINO sono due rubriche curate da Anselmo Fantoni)

Officina 104, il valore del sociale

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di Riccardo Buffetti – L’anno che si è appena concluso ha portato al territorio casentinese un altro fiore all’occhiello per il sociale. Dall’Associazione Crescere Odv, e spinta dalla presidente Faustina Bertollo, è nata la Cooperativa sociale Officina 104. Un’idea che è diventata una concreta opportunità di lavoro.

«Officina 104 è una cooperativa sociale a tutti gli effetti e nasce per creare opportunità lavorative a persone con disabilità e per favorire loro l’accesso al mondo del lavoro, con una visione differente», dice Bertollo. Si tratta di un’impresa innovativa e ambiziosa resa possibile dalla sinergia tra istituzioni pubbliche, enti profit ed organizzazioni non profit, riunite per un obiettivo comune.

«Al 30 novembre scorso sono stati assunti i primi 6 ragazzi con due educatori. Vogliamo che Officina 104 possa essere la loro palestra lavorativa, con il lungimirante obiettivo che possano in un futuro lavorare in modo autonomo in aziende. Ci occupiamo dell’integrazione lavorativa di persone con disabilità intellettiva medio-grave finalizzata ad aumentare il grado di autonomia personale e a sviluppare comportamenti socialmente competenti, primo fra tutti l’acquisizione di un lavoro, anche protetto, che richiede la partecipazione attiva e che consente una rete di collegamenti con i vari settori produttivi del territorio. La finalità deve essere quella di permettere alla persona con disabilità di trovare un’identità sociale, sperimentare relazioni di reciprocità e strutturare i tempi della giornata secondo i ritmi della vita attiva».

In cosa consiste la produzione principale?  «La parte principale riguarda i biscotti, anzi, l’Ami-cotto. L’idea di Ami-cotto, il biscotto amico, nasce come laboratorio per le abilità dell’Associazione Crescere. Abbiamo sviluppato il progetto basandoci sulla semplicità con un prodotto dolciario da forno che accontentasse tutti, prodotto dai nostri ragazzi in collaborazione con chi ha l’esperienza necessaria per supportare il progetto e abbiamo incontrato la sensibilità e l’accoglienza del Panificio Pancini & Ciardi mettendo a punto una ricetta unica, che rispecchi la tradizione, che possa essere consumata da tutti a tutte le ore della giornata. Il prodotto valorizza il lavoro dei ragazzi, la qualità e la tradizione. Ogni mese facciamo una produzione, soprattutto per le ricorrenze come il Natale. Quest’anno abbiamo messo in piedi 1.100 pacchi di biscotti e 100 cesti, con all’interno di ognuno una storia dietro».

Quindi c’è una forte partnership con le aziende del territorio?  «La cooperativa si occupa anche di lavoro conto terzi. Già con delle aziende ci occupiamo di imbustare prodotti, etichettare o confezionare. Collaboriamo anche per l’agricoltura sociale e a breve avremo una linea di moda: nel 2024 verranno lanciate le magliette create insieme ad una stilista. Un nostro brand diciamo. Ci saranno disegni di ortaggi, con i ragazzi che ne hanno scelti i colori, l’accessorio e una frase contenente la prima lettera del loro nome e cognome, in modo tale che si possano identificare con le maglie. Questo sarà un inizio che ci piacerebbe proseguisse con zaini e altri oggetti».

E con l’Associazione Crescere come unite le attività?  «Tutto è legato in primis all’acquisizione di abilità che poi si trasformeranno per loro in possibilità, come quella di avere una vita sociale e autonoma, e per farlo devono abituarsi ad essere organizzati, lavorare in gruppo, avere delle regole. Crescere fa sempre da contorno con percorsi propedeutici al lavoro, accogliendo i ragazzi nei momenti non lavorativi con laboratori per le autonomie e la socializzazione per offrire sempre nuove esperienze ed opportunità di socializzazione. Quindi si occupa di offrire tutta la parte ludico-creativa. I sei assunti sono tre anni che sperimentano la collaborazione tra loro. Lavoriamo per un modello capace di valorizzare le competenze ed abilità di ognuno».

Arriveranno altri inserimenti?  «Certamente, altri due ragazzi stanno per entrare nel gruppo. Stiamo costruendo le fondamenta di quello che diventerà un modello unico nel suo genere per esaltare talenti ed abilità. L’idea in un periodo non lunghissimo è quello di assumere altri ragazzi, ma per farlo dobbiamo avere lavoro, ovviamente dalle aziende. Comunque non serve solo lavoro, l’obiettivo è far capire anche ai ragazzi che nelle ore di una giornata serve anche il divertimento, lo sport, svago e uscite. Loro  hanno pochi momenti relazionali all’esterno quindi è difficile trovare gruppi di pari che vengano coinvolti. Per questo facciamo delle attività con le moderne tecnologie per farli conoscere e vedere, quando vengono riconosciuti sono contenti. Podcast, previsioni del tempo, attività di speaker, oroscopo, giornalini, cose semplici per un altro ma per loro no. Il lavoro con i biscotti piace veramente tanto e lo fanno bene, c’è tanto lavoro di squadra. Non mancano tra loro momenti di tensione perché difficilmente si regolano, però stanno proseguendo bene nel loro percorso».

Si è chiuso il 2023. Che bilancio può fare di quest’annata e cosa si aspetta, invece, dal 2024?  «Noi siamo soddisfatti del percorso che abbiamo fatto finora. Pensate che abbiamo anche istaurato una collaborazione con una scuola del Valdarno, con un progetto all’interno per ragazzi con disabilità legato all’attività dell’orto. Per il 2024 ci hanno chiesto di continuare con altri progetti. L’Associazione ne ha fatti diversi buoni, ed è stato un anno, il 2023, positivo, in cui abbiamo portato a termine diverse cose. Ci sono stati due bandi vinti – uno con la Cassa di Risparmio e l’altro con Fondazione Intesa San Paolo – sul tempo condiviso e per i podcast; uno legato alla Regione per le abilità domestiche dei ragazzi in vista di una futura vita indipendente. Abbiamo tante idee, con cui cerchiamo di stimolarli il più possibile: tra tutti i fronti, trovano sempre quello che gli piace, per questo differenziamo il più possibile. Anche per il 2024 ci sono tante idee: tra gli obiettivi c’è quello di fare una gita al mese di un giorno e 2-3 fine settimana portare tutti i ragazzi in esterno, sono stati bravissimi e tutto quello che avevamo proposto nel 2023 lo hanno fatto. Gli faremo fare anche un corso di inglese per la vendita dei prodotti: in questo caso l’intento del nuovo anno sarà quello di fargli gestire un e-commerce».

Piano strutturale intercomunale del Casentino: le osservazioni di Confesercenti

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Sull’adozione del Piano Strutturale Intercomunale del Casentino, Confesercenti ha presentato le osservazioni all’Unione dei Comuni chiedendo un incontro ai sindaci della vallata in modo da potersi confrontare sulle scelte che influenzeranno il territorio e l’economia per il futuro. Secondo Confesercenti “non c’è bisogno di pianificare un’esuberante quantità di medie superfici di vendita, peraltro con una previsione di nuove edificazioni ben superiore a quelle da recuperare.Secondo Confesercenti: “le scelte di urbanistica commerciale richiedono ragionamenti che tengano conto della peculiarità dei territori. C’è bisogno che vengano tutelati e valorizzati. È per questo che è necessario valutare gli effetti sociali ed economici derivanti dalle nuove strutture commerciali”. “È evidente” aggiunge Confesercenti “che gli effetti delle scelte avranno un impatto sulle attività locali che sono in gran parte piccole imprese familiari gestite da imprenditori residenti in Casentino”.

Dopo l’analisi del piano strutturale intercomunale del Casentino, Marco Alterini presidente di Confesercenti Casentino e vicepresidente provinciale “ritiene che le nuove medie superfici di vendita previste non corrispondono alle future esigenze della popolazione sia a seguito del calo di popolazione sia a seguito della strutturale denatalità”.

“Il Piano Strutturale, per come adottato” puntualizza Alterini “prevede un significativo sbilanciamento delle previsioni per le nuove strutture commerciali. Essendo, tra l’altro, tutti i nostri politici di vallata convinti che il futuro economico del Casentino dovrà necessariamente passare attraverso un incremento dello sviluppo turistico, come è giusto che sia, per attuare questo dobbiamo salvare i nostri borghi e centri storici che sono strettamente legati alla sopravvivenza dei negozi di vicinato”.

E così Confesercenti tramite la direttrice Valeria Alvisi chiede “l’azzeramento delle previsioni per le medie strutture di vendita e la pianificazione del commercio nelle sole forme degli esercizi di vicinato. E solo nel caso in cui le amministrazioni non accolgano la richiesta di azzerare il dimensionamento per le medie superfici di vendita, l’associazione di categoria ipotizza che possa essere previsto il dimensionamento per medie superfici di vendita ma in maniera considerevolmente ridotta e ammesso esclusivamente per gli interventi di recupero. In ogni caso è da escludere che
siano ammessi interventi per l’edificazione di nuove medie superfici”.

In ogni caso servono studi e analisi per valutare gli effetti.
“Inoltre chiediamo che la previsione, mediante recupero, di nuove medie superfici di vendita” conclude Alvisi “sia ammessa dal Piano Operativo-Regolamento Urbanistico solo dopo aver attentamente valutato gli effetti economici e ambientali prodotti dall’intervento”.

Furti in abitazione: i Carabinieri di Bibbiena recuperano 10 preziosi in oro e 5 orologi Rolex per un valore complessivo stimato in circa 150.000 euro

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Nelle scorse ore i Carabinieri della Compagnia di Bibbiena si sono resi protagonisti di un’importante azione di contrasto al fenomeno dei furti in abitazione. Ad operare sono stati i Carabinieri della Stazione di Bibbiena in sinergia con il Nucleo Operativo.

Siamo alle porte del Natale quando, ai Carabinieri della Stazione di Bibbiena, viene denunciato un furto in abitazione, subito, nello specifico da una signora residente nel capoluogo casentinese, nel corso del quale vengono asportati vari gioielli e alcuni orologi Rolex di notevole pregio,

Scattano le prime indagini e nessuna ipotesi viene tralasciata. Vengono ripercorse le abitudini della vittima e le sue frequentazioni. All’esito degli accertamenti investigativi i militari hanno ottenuto dalla Procura di Arezzo, che ha condiviso le risultanze investigative, un decreto di perquisizione a carico di una persona residente nella vallata casentinese.

L’attività di polizia è scattata alle prime luci dell’alba di oggi 9.01.2024 quanto gli uomini in divisa entrano all’interno dell’abitazione della persona ritenuta responsabile del furto in abitazione per operare una perquisizione, che si conclude con il rinvenimento della refurtiva che era celata in un nascondiglio ricavato all’interno del garage. Sono stati ritrovati e saranno restituiti alla legittima proprietaria, 10 preziosi in oro e 5 orologi Rolex per un valore complessivo stimato in circa 150.000 euro.

Quanto sopra, nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.

Se l’amianto è sostenibile

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VOLLEY PALLAVOLO. Consar Ravenna - Consoli Sferc Brescia.

di Francesca Corsetti – In ambito di economica circolare, una start up italiana si è recentemente distinta vincendo il Premio per lo Sviluppo Sostenibile 2023 alla Fiera di Ecomondo, una delle manifestazioni principali per la transizione ecologica: stiamo parlando del progetto CIRTAA, cioè del Centro Internazionale delle Ricerche sul Trattamento e Applicazioni dell’Asbesto, con sede in Sicilia. Grazie all’esperienza e alla ricerca del fondatore e amministratore unico, il casentinese Paolo Tuccitto (nella foto mentre riceve un premio per la sua attività), CIRTAA propone di trasformare l’amianto, noto per la sua pericolosità, in una preziosa materia prima.

Tuccitto, che da anni collabora con l’Università di Siena, l’università Milano Bicocca e l’Università di Catania, è titolare di vari brevetti sui processi per l’inertizzazione dell’amianto, in Italia (UIBM) e all’estero (EPU). Ci siamo rivolti a lui per ottenere informazioni dettagliate sul suo lavoro e sui progetti in corso, esplorando al contempo le sue scoperte innovative.

«CIRTAA si occupa di sviluppare quello che sono le mie invenzioni, è uno strumento con cui le metto a punto. Lo scopo è quello di studiare applicazioni su come può essere utilizzato l’amianto e sull’operazione che possono renderlo inerte; quindi, come prima cosa, dobbiamo occuparci di renderlo non pericoloso, poi ne studiamo le applicazioni. Le applicazioni che io ho brevettato sono le materie prime critiche e strategiche: io riesco a estrarre dall’amianto alcune di queste».

L’amianto, per le sue caratteristiche e i bassi costi di lavorazione, è stato utilizzato nel tempo in numerosi campi e in oltre tremila tipologie di prodotti. «È l’unica roccia che si può tessere, perché ha un aspetto fibroso e gli antichi ne facevano i tessuti. Ad esempio, vi avvolgevano i defunti, e poi lo usavano nella cremazione per separare le ceneri. Oppure veniva usato nei vasi ceramici: molti vasi che sono riusciti ad arrivare ai giorni nostri contengono amianto» che, non a caso, significa “incorruttibile”.

«Un altro esempio è il cemento che è stato usato per la costruzione del Pantheon o del Colosseo, cementi che contenevano amianto, che li ha fatti durare nel tempo. Negli anni si è poi scoperto che era cancerogeno: già agli inizi del Novecento si sapeva che chi lavorava l’amianto aveva vita più breve, ma ci sono voluti decenni per vietarlo». Fu, infatti, la legge numero 257 del 27 marzo 1992 a dettare le norme per la cessazione dell’impiego dell’amianto e per il suo smaltimento controllato.

Oggi invece, l’amianto non fa più paura. Continua Tuccitto: «l’amianto è principalmente formato da silicio e magnesio: sono materie prime tra quelle più importanti perché il silicio serve, ad esempio, per produrre i pannelli solari, ma viene utilizzato anche in agricoltura o come integratore. Anche il magnesio viene ricavato da minerali che lo contengono, e principalmente parliamo di amianto. Paradossalmente, è quello che ne contiene più di tutti: viene estratto utilizzando degli impianti termici e può essere quindi utilizzato nell’industria farmaceutica o anche nell’industria bellica , già a inizio del Novecento, essendo altamente infiammabile, il magnesio veniva usato per produrre le bombe incendiarie».

Quindi, una volta inertizzato, dall’amianto si possono produrre le materie prime critiche, ma si può utilizzare semplicemente anche il prodotto della trasformazione: la forsterite, un silicato di magnesio. «Sono stato uno dei primi a determinare la forsterite come biomateriale, o materiale bioinerte. Oggi, a distanza di qualche anno, ci sono sempre più pubblicazioni scientifiche che confermano la mia tesi: cioè, che la forsterite ha caratteristiche di elevata biocompatibilità ed è quindi un materiale che può essere riassorbito dal tessuto osseo e può rigenerarlo. Riesco dunque a produrre forsterite, materiale molto raro in natura, tant’è che è considerato materiale meteoritico, dal processo di inertizzazione dell’amianto che ho brevettato. Questa è stata l’invenzione per cui ho ricevuto il premio di Ecomondo».

Concentrandoci un po’ più sulle sue esperienze personali e professionali, come si è arrivati alla fondazione di CIRTAA? «Prima di questa start up ho avuto altre società che si occupavano sempre di inertizzazione, i primi brevetti risalgono al 2011. Nel 2015 ho creato una società negli Stati Uniti, poi un’altra in Italia, ed ero legato ad altre persone, sempre collaborando con grandi studi, ingegneri e chimici. Però, come succede anche nelle migliori famiglie, non sempre i rapporti sono sereni. Le società sono terminate e nel frattempo io mi sono dedicato ai miei studi, utilizzando la parte termica. Io ho fatto il commercialista per vent’anni, ma avevo come clienti grandi società che si occupano di termovalorizzatori, quindi grandi impianti termici. La mia esperienza è stata fondamentale. Ho utilizzato delle forme particolari di combustione, che sono utilizzate in ambito metallurgico per il trattamento dei metalli per particolari usi industriali, come i metalli preziosi, che devono essere trattati prima di essere venduti. In ambito metallurgico, per l’acciaio viene utilizzata questa particolare categoria di forni, chiamati forni ad atmosfera controllata perché utilizzano delle atmosfere in alta temperatura. Sono rari in Italia, ma molto sviluppati all’estero, e io li ho usati modificando i parametri di gas nelle miscele gassose utilizzate per la combustione e li ho adattati ai minerali, e non più ai metalli. Nel tempo sono riuscito a trovare la formula giusta per poter essere applicata anche negli amianti. Da lì, negli anni, è venuto fuori lo studio su come fare le varie applicazioni. I risultati hanno interesse da grandi gruppi. Un gruppo industriale che voleva fare un impianto con me è la Sei Toscana: nel 2019 avevo un contratto per realizzare un impianto, ma con il Covid è saltato. Sono stato avvicinato dalle acciaierie di Taranto o dall’Interporto di Gala, ma anche da gruppi petroliferi come Eni e altri, di cui non posso fare il nome, anche esteri».

Sappiamo adesso che per questa procedura vengono impiegati i forni ad atmosfera controllata, ma può parlarci meglio del processo che ha brevettato? «Uno dei miei soci costruisce quei forni da cinquant’anni, e sono ad oggi utilizzati nell’ambito metallurgico. Non è il forno che cambia, ma è il come può essere alimentato: le miscele di gas devono essere parametrate per quello che è il funzionamento, ma la tipologia di forno è la stessa. L’impianto non è rappresentato solo dal forno, ma anche da un sistema automatico di gestione. Tutta la movimentazione viene fatta in camere in depressione, che fanno sì che l’attività microbica e fibrotica rimanga confinata all’interno in modo da non contaminare l’esterno. Poi abbiamo un sistema di trattamento aria, una tecnologia finlandese per polarizzare l’aria: questo significa che l’aria non viene filtrata, ma caricata elettricamente e quindi viene catturata come se fosse una calamita. In questo modo siamo sicuri di trattenere tutte le fibre. Infatti, l’amianto ha fibre nanometriche e non esistono filtri che possano trattenere fibre così piccole, non essendoci questa tecnologia, mi avvalgo di un’altra: polarizzo le polveri e le fibre di amianto. Questo è il sistema che ho brevettato e serve per poter svolgere in sicurezza la lavorazione dell’amianto».

Quali sono quindi gli obiettivi futuri del progetto CIRTAA? «L’obiettivo è quello di realizzare un primo impianto sperimentale in collaborazione con università ed enti pubblici; quindi, al momento è molto importante individuare un sito idoneo, in Italia o all’estero. Ad oggi, il valore della materia prima prodotta dall’amianto varia dalle diverse decine di migliaia di euro al chilo. Le applicazioni sono molto ricercate, perché possono essere strategiche, per centrali nucleari, industria della difesa, elettronica, aerospaziale, biomateriali, ma anche per i metalli preziosi, perché la forsterite è un cristallo che si misura in carati (0,2 grammi), il cui valore più arrivare anche a cento euro al grammo. Quindi più che la sperimentazione è importante trovare il partner giusto, ci sono molte proposte che sto valutando, ma non è una scelta facile».

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