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lunedì, 9 Dicembre 2024

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Pratovecchio, Eremo di Camaldoli, Poppi: un “mistico” giro in bici

di Marcello Bartolini – Siamo arrivati alla fine dell’inverno, a fine mese inizierà finalmente la primavera e potremo godere di giornate più lunghe e, soprattutto, più calde. Per questo motivo propongo un giro che va un po’ più in alto del solito, ovviamente sarà anche un po’ più impegnativo in quanto non mancheranno le salite, anche se non troppo dure.

Partiamo da Piazza Paolo Uccello a Pratovecchio, ci dirigiamo verso Lonnanno sulla via che porta a Camaldoli, si inizia subito con una salita abbastanza impegnativa che ci porta dopo pochi chilometri in paese. Possiamo fermarci un attimo per dare un’occhiata alla sua chiesa intitolata ai Santi Vito e Modesto che risale al XII secolo, giusto il tempo di riprendere fiato e si riparte, sempre in salita su fondo asfaltato, ma un po’ sconnesso, quindi chi decidesse di usare la bici da strada deve fare un po’ di attenzione al fondo stradale che non è dei migliori. Al termine della salita siamo immersi nella foresta camaldolese, una breve e tortuosa discesa ci porta verso l’Eremo di Camaldoli la cui fondazione risale al 1743.

Consiglio caldamente di prendersi il tempo per visitare la struttura e la chiesa, poi potete approfittarne anche per rifocillarvi e fare rifornimento d’acqua alla fonte che si trova proprio all’ingresso dell’Eremo. è tempo di ripartire, imbocchiamo la “corta” dell’Eremo, una bella e ripida discesa che in pochissimo tempo ci porta a Camaldoli, da qui si va in direzione del Montanino, una lieve salita ci porta alla sommità per poi scendere sino a Moggiona e da qui sempre in discesa andiamo a Ponte a Poppi. Il rientro a Pratovecchio può essere fatto sia sulla strada principale come nella mappa riportata in questo articolo e quindi totalmente su asfalto, oppure, nel caso abbiate la bici adatta, tramite la ciclabile dell’Arno.

Un giro decisamente affascinante sia per la bellezza dei luoghi attraversati che per il tipo di attività fisica che permette. Sarà necessario affrontarlo con il dovuto impegno in quanto presenta diversi chilometri di salita e obbliga il fisico ad un impegno continuo, impegno assolutamente ripagato dal paesaggio, dalla natura e dalla sensazione di libertà che certi angoli del nostro bel Casentino riservano a chi si prende il tempo per assaporare certe sensazioni, senza tralasciare il fatto che sarà possibile per chi lo vorrà, visitare alcuni dei luoghi iconici della nostra vallata, il tutto condito da una Natura unica ed incontaminata che si ritrova ormai purtroppo davvero in pochi luoghi del nostro paese.

E’ davvero una fortuna abitare in luoghi del genere, ci saranno mille difficoltà, tutte però ripagate da un ambiente decisamente fuori dal comune; un po’ come andare in bici, si fatica sì, però la soddisfazione che si prova al termine di un bel giro come questo, ripaga di tutti gli sforzi fatti.

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