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sabato, 31 Maggio 2025

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Riace può continuare a sognare

di Mauro Meschini –  Non è un periodo in cui sia possibile spesso ascoltare buone notizie, al contrario, sembra che l’impegno massimo di molti sia rivolto a promuovere, ideare, sostenere le situazioni più critiche, le decisioni più assurde, le leggi più barbare. Era quasi la fine di settembre quando il Governo ha partorito l’ennesimo decreto, firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, insieme la Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Le nuove norme prevedono, per i migranti giunti in Italia via mare o via terra lungo la rotta balcanica da Paesi “sicuri” (e già su questa definizione ci sarebbe molto da dire, n.d.r.), la possibilità di evitare di essere rinchiusi in un CPR (Centro di Permanenza e Rimpatrio) esibendo una fideiussione bancaria o assicurativa di 4.938 euro. Tanto per essere chiari e rendere ancora più odiosa questa norma si chiarisce che il pagamento sarà individualmente a carico del richiedente e altri non potranno farlo per lui. Possiamo immaginare quanto possa essere possibile per una persona arrivata su imbarcazioni di fortuna senza praticamente niente, e magari dopo aver rischiato di annegare poco prima, seguire una procedura del genere.

Meraviglia non vedere la firma del Ministro Salvini sotto una porcheria del genere, considerato che ci sembra in linea con i suoi decreti e le sue ostinate azioni contro chi scappa da guerre, violenze e povertà. Ma per fortuna nel buio di questo presente si è accesa ad ottobre una piccola luce. Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, che in primo grado era stato condannato a 13 anni e due mesi per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e altri reati dai giudici del Tribunale di Locri, nel processo di Appello che si è tenuto a Reggio Calabria ha avuto solo una condanna a un anno e sei mesi con pena sospesa per abuso d’ufficio.

Ci sembra dovuto parlare di completo ribaltamento del giudizio di primo grado e di una assoluzione nei fatti, anche per quello che proprio gli attuali esponenti del Governo, con il Ministro Nordio in testa, dicono del reato di «abuso di ufficio» che vogliono addirittura cancellare. Quello che in ogni caso è importante è che Mimmo Lucano non ha niente a che vedere con le accuse che gli erano state scagliate contro, anzi, più precisamente, il sistema criminale che si pretendeva di legare al modello Riace non esiste e non è mai esistito. Forse non è una coincidenza che si sia arrivati a una sentenza di questo tipo proprio adesso, nel momento in cui, per le inefficaci decisioni assunte e per le incapacità dimostrate nella gestione del fenomeno, l’immigrazione è tornata ad essere un’emergenza.

Un’emergenza che dura da 30 anni e come tale non può certo essere più definita così. A reti unificate arrivano dichiarazioni, proclami, allarmi per «l’invasione» che sta interessando l’Italia e l’Europa, se non fosse per la guerra in Ucraina e per la tragedia che interessa di nuovo il Medio Oriente, si parlerebbe a sproposito di immigrazione 24 ore al giorno, probabilmente evitando di raccontare i risultati positivi ottenuti quando si sono pensate e realizzate politiche di accoglienza focalizzando l’attenzione sulle persone. A Riace si è fatto questo. Si è partiti dall’esigenza delle persone che arrivavano e avevano necessità di un luogo dove vivere e dove costruire un proprio percorso di vita. Ma si è anche voluto trovare una soluzione per restituire un futuro ad una realtà che, come tante altre nel nostro Paese, vive l’abbandono e, nei fatti, rischia di scomparire.

In un articolo su L’Unità del 20 giugno 2023 Mimmo Lucano così spiegava cosa lo aveva spinto a trasformare il suo Comune in quello che poteva essere un modello da esportare in tante realtà italiane ed europee. «Il “modello Riace” l’ho imparato dalle comunità bracciantili, da un senso naturale di rispetto e d’incontro con gli altri da sé. Mi hanno insegnato che non esistono “migranti” ma esseri umani in fuga dalle guerre, dai disastri ambientali, dallo sfruttamento disumano. Persone alla ricerca di una speranza e di un futuro degno di essere vissuto. […] Noi abbiamo fatto una cosa semplice: aprire le case che i nostri migranti, negli esodi verso il nord Italia e prim’ancora nei paesi d’oltre oceano, avevano lasciate abbandonate. Non costruire hot spot, ma far convivere le persone nello stesso tessuto cittadino. Questo è il “modello Riace” di cui vado fiero. L’ospitalità diffusa. Altro che “minaccia”. Noi dobbiamo ringraziare queste persone che ci hanno permesso di preservare un patrimonio urbano che altrimenti sarebbe andato perduto, dismesso. Sono cittadini preziosi. […] Abbiamo dimostrato che il rispetto delle persone, dei loro diritti, è possibile ovunque. I disperati di Cutro o quelli morti sulla costa greca potevano essere salvati. La chiusura delle nostre coscienze porta a questo. […] A Riace abbiamo dimostrato che il mondo può essere migliore».

Ora, pur tra tante difficoltà, sarà possibile continuare a costruire quel sogno e non solo a Riace.

“Scuola Società” sognando futuri possibili è una rubrica curata da Sefora Giovannetti e Mauro Meschini

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