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sabato, 27 Luglio 2024

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Santa Maria del Sasso celebra l’Apparizione

Due importanti giornate per Bibbiena e il Casentino. Al Santuario di Santa Maria del Sasso si festeggia infatti l’anniversario dell’apparizione della Madonna. Di seguito il programma dei due giorni.

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LA STORIA DELL’APPARIZIONE In questa località solitaria di Bibbiena, abitata solo da un eremita camaldolese, nel 1347 viene notata, per più giorni consecutivi, una bianca colomba che sistematicamente si posa su uno dei grandi sassi che si trovano tra il verde della zona. I contadini tentano ripetutamente di avvicinarsi e di toccarla, ma la colomba vola via. Anche l’eremita non riesce a toccarla, né tanto meno a catturarla. Solo i bambini possono avvicinarsi al sasso e toccare la bianca colomba. Questo per trenta giorni, poi la colomba sparisce. Il 23 giugno, una donna di Bibbiena scende con la figlioletta Caterina al torrente che scorre vicino al masso della colomba, per lavare i panni. Mentre è intenta al suo lavoro, la piccola Caterina, vagando per il verde prato a raccogliere fiori campestri, si avvicina al masso e vede meravigliata una Signora vestita di bianco che soavemente la saluta, la esorta alla purezza e all’amore di Dio. Poi le riempie il grembiulino di baccelli colti in un campo vicino. La piccola corre dalla mamma e le racconta ogni cosa, ma la donna non dà peso alle sue parole, giudicandole fantasie puerili. Si avviano verso casa e cammin facendo Caterina si lamenta che i baccelli le pesano in grembo, ma la mamma, carica a sua volta del bucato, la esorta a farsi forza e coraggio. Giunte in casa, la donna prende i baccelli ed inizia a sgranarli per poi cuocerli per la cena. Ma un grido le sfugge di gola: i baccelli sono pieni di sangue, presagio di sciagura, di calamità di guerra, di pestilenza! L’anno seguente infatti in Toscana scoppia la terribile e famosa peste descritta dal Boccaccio nel Decamerone, e che, a detta di Sant’Antonino, nella sola Firenze colpisce sessantamila persone, cioè i due terzi della cittadinanza. Quell’apparizione, quel sangue sono un avvertimento della Madonna: occorre pregare molto, emendarsi dai peccati, fare penitenza. Gli abitanti di Bibbiena si recano processionalmente ai piedi del sasso e deliberano di costruire in quel luogo una chiesa votiva. Sorge così la chiesetta chiamata “dell’Eremita Martino” che esiste ancora oggi. I prodigi si moltiplicano: sovente appaiono globi di fuoco, compare nuovamente la bianca colomba, miracoli, guarigioni e grazie spirituali sono frequenti. Cresce la devozione alla «Madonna del Sasso», e ad essa si aggiunge la devozione alla «Madonna del Buio». La storia di questa seconda Madonna è ricca di particolari pieni di grazia e di soavità. All’inizio del cinquecento si pensa di collocare alla base del masso dell’Apparizione, una statua lignea policroma della Madonna, fatta scolpire da un bravo artista. Nel 1511 gli abitanti di Bibbiena chiedono ai monaci di poter avere la bella statua per la loro chiesa di Santo Spirito. Con grande solennità la statua viene processionalmente portata nella chiesa di Santo Spirito, ma il giorno dopo viene ritrovata al suo posto primitivo. Riportata in Bibbiena, nonostante la vigilante sorveglianza notturna, la statua scompare, ed impronte sulla neve della notte conducono al Sasso. La tradizione popolare così tramanda l’avvenimento: “la santa statua della Vergine se ne venne al Sasso, piede e piede, camminando sopra la neve, e quivi giunta, a porte chiuse entrò e al suo primiero luogo si pose”. La statua viene allora definitivamente collocata nella chiesa inferiore, notoriamente buia, vicino alla cappella dell’Eremita con la scritta significativa “in tenebris lucet”, da cui il titolo «Madonna del Buio».

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