di Denise Pantuso – Anche questo mese ho pensato di parlare ancora dell’amore. In TikTok, Instagram, Facebook per citarne alcuni, mi sono trovata spesso a veder passare video tutorial su “Come salvarsi da un narcisista? Come uscire dalla sua manipolazione? Come ferirlo? ”. Quando non “Cinque modi per capire se di fronte a te hai un narcisista!”. La modalità polarizzata dei discorsi che ho ascoltato, che sottolineano l’esistenza di “santi e di demoni” mi spinge a scrivere questo articolo da un’altra prospettiva: quella dell’incontro. Nello scorso articolo avevo parlato di un’esperienza complessa dell’essere umano, l’insistenza del rapporto sessuale come quell’aspetto dei rapporti in cui a fatica si riesce a fare tutt’uno con l’altro.
Questo aspetto è dato anche dal fatto che nell’incontro tra persone, nell’innamoramento così come nella prosecuzione delle relazioni, ciò che si attiva sono tutta una serie di interpretazioni e bisogni appartenenti al proprio mondo interiore. Rispetto al narcisismo Sigmund Freud ci insegna che questo è necessario alla nostra vita e distingue un narcisismo primario, che risponde alla necessità di sopravvivere, e un narcisismo secondario, che pare caratterizzarsi per una certa necessità di mantenere l’interesse libidico rivolto verso di sé. La costruzione del narcisismo secondario è quella “incriminata” nei legami affettivi in quanto questo rivolgimento verso di sé necessita, innanzitutto, del nutrimento dall’altro.
Questo nutrimento, necessario come difesa al vuoto interiore che sarebbe estremamente doloroso per il soggetto, rende il narcisista una persona estremamente affascinante, simile al principe azzurro con cui ciascuna generazione femminile è cresciuta. Simile anche a un qualsiasi personaggio femminile che entri nell’idealizzazione degli uomini. Una cosa che non si dice abbastanza è, infatti, che il narcisismo non è una patologia di genere, cioè non è appartenente esclusivamente agli uomini, seppur se ne parli sempre al maschile, ma è un tratto che possiamo trovare anche nella donna e sempre più frequentemente. Il narcisista o la narcisista hanno la fascinazione di saper cogliere il punto delicato, vulnerabile e suggestivo di un soggetto di cui si innamorano o desiderano. Infatti il soggetto narcisista, uomo o donna che sia, si innamora, desidera, vuole essere amato e desiderato come tutti.
Ciò che distingue la logica narcisistica è una particolare sensibilità a cogliere le parole da dire, sa cosa può far piacere, ha il tempismo perfetto che fa innamorare ciascuno o ciascuna che ha, in forma invertita, lo stesso bisogno: essere visto e amato. Il punto critico non sta dal lato del desiderio ma dell’amore. L’amore può essere troppo, l’amore può fare paura «Nel momento in cui sentivo di aver bisogno della donna, di non poterne fare a meno mi spaventavo e quindi scappavo oppure iniziavo a snobbarla, rifiutarla, dirle di tutto per farmi lasciare. Non sopportavo la vulnerabilità in cui cadevo se provavo amore».
Essere desiderato, ricevere cure, essere amato e amare è una prerogativa non solo del narcisista ma anche della partner o del partner che viene individuato. Tanto è che possiamo dire che la coppia rappresenta in maniera inversa lo stesso bisogno. È qui che si agganciano e legano, nel riconoscimento inconscio del bisogno di amore e nell’impossibilità di realizzarlo. L’uno si identifica nella maniera attiva, ricercandolo per poi sottrarsene, l’altra in maniera “passiva” ricevendolo per poi rifiutarlo. Quando la relazione riesce a durare un po’ ricerca e ricezione si invertono di continuo mantenendo in piedi un legame inevitabilmente burrascoso in quanto sostenuto su un senso di vuoto comune, una mancanza radicale interiore del senso di sé e dell’amore per cui l’altro o l’altra divengono il pozzo su cui gettare l’acqua e insieme il pozzo che si svuota.
L’aggressività che poi parte in queste coppie è inevitabile poiché entrambe si difendono dal dolore del vuoto, della mancanza, della dispersione di sé in assenza dell’altro. Sono entrambe coinvolti in esperienze precoci di idealizzazione e svalutazione da parte delle figure genitoriali, esperienze che rimangono incise nella carne e che si ripetono creando continuamente vuoto interiore.
Dott.ssa Denise Pantuso Psicologa e psicoterapeuta individuo, coppia e famiglia www.denisepantuso.it – tel. 393.4079178
(Rubrica ESSERE L’Equilibrio tra Benessere, Salute e Società)