di Melissa Frulloni – Baraclit Spa è stata inserita tra le 240 aziende italiane “Leader della sostenibilità 2025”. Un risultato importante e prestigioso che vede l’azienda casentinese come unica a rappresentare il nostro territorio all’interno della classifica stilata da il Sole 24 Ore e Statista. Si tratta di un riconoscimento annuale che premia le aziende italiane più virtuose nel campo della sostenibilità, valutando il loro impegno in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG). Il titolo viene attribuito a quelle realtà che si distinguono per le loro pratiche sostenibili e per il loro contributo alla transizione ecologica.
Abbiamo incontrato Luca Bernardini, AD di Baraclit (nella foto sotto a sinistra), per conoscere i dettagli di questo importante riconoscimento e per scoprire i futuri progetti dell’azienda legati al tema della sostenibilità.
Che cosa significa per lei sostenibilità? «Il termine è molto usato per non dire abusato, inoltre tende ad essere fumoso e retorico. Mi piace pensare che Baraclit fosse sostenibile quando ancora questo termine non era così utilizzato; eravamo sostenibili senza saperlo. Già dalla sua fondazione, in azienda si parlava di attaccamento al territorio, di responsabilità sociale dell’impresa, di attenzione alle risorse; che cos’era tutto questo se non una visione sostenibile dell’imprenditorialità? Negli anni i termini si sono evoluti, ma i concetti di base e la sostanza delle cose resta la stessa. Per me sostenibilità significa che un’azienda, per soddisfare i bisogni dei propri portatori di interesse, deve operare senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare a loro volta i propri bisogni. E per farlo deve usare le energie rinnovabili, avere un impatto positivo sul territorio investendo anche nel capitale umano, optare per una filiera corta che non delocalizzi la produzione dell’altra parte del mondo, fidelizzando i fornitori e credendo fortemente nel legame con la propria comunità; impegnandosi nel sociale e gestendo i dati sui propri prodotti in maniera trasparente. Al di là di ogni retorica dobbiamo lavorare oggi senza compromettere il domani.»
Quale è il percorso che vi ha portati ad essere inseriti nella classifica del Sole 24 Ore? «“Leader della Sostenibilità 2025” è un contest gestito e promosso da il Sole 24 Ore e da Statista, azienda tedesca specializzata in ranking, ricerche di mercatoe e analisi di dati aziendali. Lo scopo è quello di far conoscere quali sono le aziende con la maggiore attenzione alle tematiche ambientali e sociali. Il contest ha previsto una registrazione e l’annuncio era rivolto a tutte quelle aziende con requisiti in ambito sostenibile. Abbiamo aderito e, oltre ad una serie di dati “pubblici” (come il Bilancio di Sostenibilità), sono stati analizzati anche altri indicatori che ci sono stati richiesti una volta passate le selezioni. Formalizzata la nostra candidatura, ci sono stati dei mesi di attesa e revisione da parte degli organizzatori che hanno portato alla pubblicazione dei risultati lo scorso maggio. Si erano iscritte oltre 5 mila aziende, ridotte poi a 500; di queste solo 240 sono state dichiarate “Leader della Sostenibilità 2025”, tra loro anche Baraclit che appare in un elenco di aziende italiane prestigiose e dal fatturato importante; si leggono infatti nomi come Prada, Brunello Cucinelli, Enel, ma anche numerose banche. Ben rappresentata anche la provincia di Arezzo con Baraclit, Italpreziosi, Seco e Estra; un dato che fa onore al nostro territorio.»
In che cosa vi siete distinti? In quali ambiti avete ottenuto i punteggi migliori? «Come “Leader della Sostenibilità 2025” Baraclit ha ottenuto dei riconoscimenti per le migliori performance in tema di acqua, diversità e trasparenza. Vado molto fiero, in particolare, del nostro sistema integrato di recupero, trattamento e stoccaggio delle acque a “ciclo chiuso”: siamo i primi in Italia per questo tipo di gestione della risorsa idrica; l’oro blu, come la chiamo, la cosa su cui temo le nazioni si scontreranno nel prossimo futuro… Nel contest il Sole 24 Ore e Statista ci hanno assegnato 100, il massimo punteggio. Produciamo manufatti in calcestruzzo e l’ingrediente principale di tutto il ciclo produttivo è proprio l’acqua; ne consumiamo 105 milioni di litri, ma nonostante questi numeri così importanti, non preleviamo niente dalla falda. Tutta l’acqua che utilizziamo nella produzione arriva dal nostro lago interno che si trova proprio qui a Bibbiena; si tratta di un lago naturale alimentato anche dalle acque piovane di recupero provenienti dai tetti del nostro stabilimento. Questo ci permette, tra le altre cose, anche di smorzare l’effetto di eventi estremi, come le bombe d’acqua, sulle coperture.
L’acqua viene prelevata dal lago per essere utilizzata nei processi produttivi, poi viene depurata e reimmessa nello stesso. Il lago, grazie al suo ecosistema vegetale e animale, filtra ulteriormente l’acqua creando un equilibro che si mantiene nel tempo e che ci permette di avere un bacino idrico che ha una percentuale di tasso di riciclo del 70%. Il resto si perde nella produzione e a causa dell’evaporazione. Questo sistema ci permette di prelevare dall’acquedotto soltanto ciò che serve per soddisfare il fabbisogno per servizi igienici, docce e mensa. Su questo aspetto il contest del Sole 24 Ore ci ha dato la “bandiera blu”, per così dire, riconoscendo il grande valore dell’uso che facciamo di questa risorsa. Inoltre, abbiamo ricevuto punteggi importanti anche per quanto riguarda la diversità; Baraclit è costantemente impegnata a promuovere inclusione di genere, competenze e background culturali diversi per creare ambienti di lavoro più aperti, stimolanti e rappresentativi della società. Ne è un esempio il fatto che molte donne occupino in azienda ruoli apicali o che facciano parte del consiglio di amministrazione. E infine sulla trasparenza, che si traduce in una rendicontazione chiara e accessibile delle nostre attività. Siamo stati premiati anche per l’uso delle rinnovabili, per il decremento delle emissioni di CO2 e per la mobilità sostenibile.»
Quali sono i vostri progetti futuri in ambito sostenibile? «Abbiamo dei progetti che realizzeremo a breve, uno su tutti è arrivare a produrre il 100% di energia da fonti rinnovabili. Grazie al nostro impianto fotovoltaico infatti riusciamo ad autoprodurre l’energia che serve al nostro stabilimento e abbiamo migliorato il processo introducendo un sistema di accumulo. È stato un progetto ambizioso che però siamo riusciti a portare a compimento e che ci è stato anche riconosciuto e certificato. Inoltre, vorremo incrementare l’impianto fotovoltaico posizionando altri pannelli proprio sul nostro lago; si tratterà di un impianto galleggiante che massimizzerà la produzione, riducendo l’evaporazione delle acque. Abbiamo realizzato uno studio per capire come integrare al meglio il nuovo impianto nel lago, per far sì che questo possa aiutare e migliorare l’ecosistema del nostro bacino idrico. Stiamo lavorando anche sul tema dei materiali di riciclo; l’obiettivo è aumentarne la percentuale all’interno dei nostri manufatti. Infine, ma non per importanza, non posso non citare l’attenzione che Baraclit sta riservando alla mobilità sostenibile. Dallo scorso anno abbiamo utilizzato in maniera più programmatica il trasporto ferroviario. In 12/18 mesi abbiamo tolto mille camion dalla strada; è un dato significativo dal quale vogliamo partire per fare sempre meglio. Il trasporto ferroviario è complesso da gestire, ma è sempre più incoraggiato sia dagli enti pubblici che dai nostri partner tecnici; promuoverlo, nel nostro settore, vorrebbe dire dare davvero una sterzata verso la sostenibilità. Per quanto riguarda invece il trasporto su gomma stiamo rinnovando la nostra flotta, così da mettere sulla strada camion con emissioni minori.»
Parlando di viabilità, che cosa pensa della situazione della SR71 e come vede i lavori che si sono susseguiti per cercare di migliorarla? «Mio padre ha più volte lanciato negli anni un grido d’allarme sull’uso di un’unica strada di fondovalle così tortuosa e trafficata… Da imprenditore non posso che essere favorevole agli investimenti che vengono fatti per migliorare la viabilità, ma spesso la mancanza di una pianificazione adeguata crea più disagi della strada stessa. Inoltre credo che questi siano eventi marginali che non risolvono niente; è come dare un’aspirina ad un malato terminale… Manca un dialogo serio e costruttivo con i privati; più volte mi sono seduto ai tavoli di discussione con enti e sindaci chiedendo che ci fosse maggiore attenzione per le aziende del Casentino.
Mi sembra naturale, ad esempio, che prima di fare una nuova rotatoria ci si debba accertare che un camion riesca a passarci… Abbiamo avuto seri problemi a fornire alcuni clienti nelle zone di Pratovecchio Stia perché i nostri camion non passano dalla rotonda di Poppi. Apprezzo la volontà di migliorare le cose, ma credo che tutto dovrebbe essere fatto con più criterio, cogliendo anche i suggerimenti dei privati per capire quali solo le priorità e come portare a compimento le opere; questa fase la reputo importante tanto quanto le infrastrutture stesse.»