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venerdì, 8 Novembre 2024

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Capolona, nel segno della continuità

di Riccardo Buffetti – Cinque anni fa Capolona scelse di cambiare il volto politico del proprio Comune affidandosi ad un nuovo gruppo di persone per portare in avanti lo sviluppo del territorio. Oggi, dopo una pandemia, conflitti internazionali e l’inflazione dei mercati, le idee dei capolonesi non sono cambiate: il voto nel comune, che è avvenuto nei giorni di domenica 14 e lunedì 15 maggio, ha confermato la fiducia a Mario Francesconi. Dati alla mano, alle urne c’è stata un’affluenza maggiore rispetto alla precedente votazione: sono stati, infatti, 2.495 i cittadini che si sono recati ai seggi per votare; trasformati in percentuale si tratta circa del 58% degli aventi diritto. Uno dei pochi Comuni, guardando lo specchio della realtà del nostro Paese ad avere dei numeri in crescita, anche se il 42% – per vari motivi – non si è presentato per il voto.

La vittoria della lista di Francesconi, “Futuro per Capolona”, questa volta non è stata nettissima: sono stati solo 14 i voti in più rispetto al diretto concorrente, Sario Dini con il gruppo “Capolona Dentro Noi”. Tramutato in statistiche: 1.171 voti contro i 1.157 della nuova lista, per un complessivo del 47,36% rispetto al 47,93% dei vincitori. La terza lista, quella rappresentata da Andrea Paolini, ha raccolto solo 115 voti, pari al 4,71%. Tra i votanti, ci sono state 33 schede bianche e 19 nulle, che potrebbero aver influito nel risultato finale, dato il poco scarto di voti che hanno permesso a Francesconi di confermarsi Sindaco.

Francesconi, una vittoria non schiacciante, ma concreta. «È arrivata la conferma sulla quale speravamo e che poi ci ha premiato. Siamo molto felici per questo risultato che ci premette di continuare nella linea che avevamo intrapreso con i progetti già iniziati, con tutti quelli in itinere e già finanziati che andremo a fare. Ricordiamo, infatti, che nonostante le elezioni non ci siamo mai fermati, presentando altre richieste anche durante la settimana conclusiva».

Come ha vissuto, insieme alla sua lista, la giornata decisiva? «Soprattutto lunedì, giorno degli scrutini, sono state delle ore molto tese. Non siamo partiti bene, in quanto nelle prime due sezioni scrutinate, ovvero Castelluccio e Pieve San Giovanni, sono arrivati dei risultati non incoraggianti; ma poi è andata ottimamente. Il capoluogo e le altre frazioni collinari hanno risposto in maniera splendida in tutti i quattro seggi in cui siamo risultati vittoriosi, in alcuni in modo importante mentre in altri di misura per una maggioranza totale che ci ha permesso di emergere di quei pochi voti che ci hanno portato alla vittoria».

E la campagna elettorale? «Non abbiamo fatto una campagna di porta a porta, ma solo distribuito i nostri programmi, incontrato i cittadini nei vari incontri programmati e parlato con le persone. Ho fatto la mia valutazione sulla campagna elettorale del competitor Dini, completamente diversa dalla nostra: noi abbiamo cercato di fare proposte e come obiettivo avevamo mostrare quello che in cinque anni la nostra amministrazione era riuscita a fare, senza parlarle delle altre liste; la loro è stata improntata sulla critica. Non abbiamo avuto la fortuna di fare un confronto diretto nonostante lo abbia richiesto a più riprese».

Nella sua lista spiccano le 152 preferenze per Norcini. «Come cinque anni fa. È stata una conferma e sono felicissimo di questo, così come un ottimo risultato è stato raggiunto da tutte le persone della nostra lista. Probabilmente ci hanno riconosciuto la serietà e l’impegno, in primis anche di chi ha deciso di non rientrare nella lista dei candidati. Tutti hanno partecipato attivamente e siamo, per questo, felicissimi del risultato».

Come si è sentito quando i risultati ufficiali sono stati pubblicati? «Mi sono emozionato, non lo nascondo. Questa seconda rielezione ha un valore dieci volte superiore alla precedente, anche se con un risultato meno netto. Cinque anni fa potevamo essere la novità, oggi significa riconfermare la fiducia su un percorso e sulle persone. Il mio impegno è di portare avanti in primis i progetti sulla scuola, a cui tengo particolarmente; poi turismo e promozione del territorio, efficientamento energetico per andare verso una Capolona green, anche attraverso una comunità energetica».

Perdere per 14 voti può far male, ma Sario Dini, rappresentante della lista “Capolona Dentro Noi”, prova a vedere il risvolto positivo della medaglia: «Siamo contenti di come abbiamo lavorato. Forse la gente non ci ha capito, però rispetto a cinque anni fa siamo stati in grado di recuperare oltre 400 voti».

Dini, come si spiega, quindi, la sconfitta? «La nostra campagna elettorale secondo me è stata ottima e la lista che abbiamo presentato era ricca di persone valide che hanno sempre partecipato attivamente alla vita del paese; si sono amalgamate figure, come la mia, che hanno avuto anche delle esperienze comunali importanti ad una parte di giovani che dovevano – e devono ancora – essere il nostro futuro. Ma non creso che il problema sia dipeso dalle persone che si sono presentate con me. Ho deciso di presentarmi per i malumori che aveva il territorio, vuol dire che la gente che mi fermava per strada forse ci ha ripensato. Questa è la mia analisi del voto».

Potrebbe aver influito, in negativo ovviamente, l’astensionismo? «Premetto che non conosco il motivo per cui oltre il 40% dei cittadini non sia andato a votare, ma è una percentuale in linea con il livello italiano. Alla fine, però, a Capolona ci sono stati più votanti rispetto a cinque anni fa. Dato il calo generale, forse la gente non crede più nella politica».

E lei ci crede ancora? «Sto valutando il da farsi per il futuro, perché la botta è stata grande. Avevo deciso in modo impulsivo, appena appreso della sconfitta, di staccare completamente, ma la vicinanza di molte persone mi sta facendo riflettere molto».

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