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martedì, 15 Ottobre 2024

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Cosa piove dal cielo

di Umberto Rossi – Il cinema Dessè va avanti con la sua programmazione e questa settimana ci presente “ Cosa piove dal cielo”, di Sebastián Borensztein con Ricardo Darín, Huang Sheng Huang, Muriel Santa Ana, Enric Rodriguez, Ivan Romanelli. Commedia, durata 93 min. – Argentina, Spagna 2011.
Un racconto prevedibile, tra tono favoloso e dolce-amaro, su un personaggio solo e singolare, arriva a Soci giovedì 28 febbraio ore 21,30 al cinema Italia.
Roberto è un burbero proprietario di un negozio di ferramenta a Buenos Aires. Nella sua vita, ogni giorno è meticolosamente uguale all’altro e di questa routine ha fatto una rude corazza per restare isolato dal mondo esterno e dalle assurde richieste della sua clientela. Unici capricci di questa burbera esistenza sono la costante ricerca di notizie bizzarre e incredibili sui quotidiani mondiali e le visite di Mari, un’amica di campagna da sempre innamorata di lui. Un giorno, proprio di fronte al suo negozio, viene scaraventato fuori da un taxi un giovane cinese. Il ragazzo non parla una parola di spagnolo ma ha un indirizzo scritto sul braccio che li porta a un alimentari un tempo gestito da suo zio. Roberto chiede allora aiuto all’ambasciata cinese, dove gli annunciano che per tutto il tempo necessario a ritrovare lo zio disperso, il giovane resterà sotto la sua tutela.
Come partorito da un destino stravagante, Cosa piove dal cielo? si presenta come un classico “Canto di Natale” dickensiano contaminato dalla comicità da cartoon e dalle fantasie bizzarre di Jean-Pierre Jeunet. Il protagonista Roberto è infatti un moderno Scrooge pronto a redimersi non di fronte alle visite dei fantasmi natalizi ma di quella altrettanto fantasmatica di un ragazzo cinese sopravvissuto a una mucca caduta dal cielo; così come la sua passione per le storie assurde e surreali ricorda molto da vicino gli aneddoti che entusiasmavano la giovane Amélie Poulain. Malgrado le notevoli differenze che dividono i profili delle due città e i caratteri dei relativi protagonisti, la Buenos Aires di Borensztein finisce col somigliare alla Parigi di Jeunet in funzione di un viraggio vagamente vintage che rende fuori dal tempo le proprie immagini, e di quel tono “favoloso” e dolce-amaro che fa dell’elemento surreale e grottesco il collante umoristico per portare avanti storie di personaggi soli e singolari.
Incupito dai fantasmi della guerra delle Falkland, il Roberto di Cosa piove dal cielo? fa vagare attorno a sé molti meno personaggi satellitari rispetto alla più giovane e radiosa cugina di Montmartre. Ma, pur demandando all’inevitabile ilarità di una “strana coppia” formata da un burbero argentino e da un cinese sfortunato l’energia comica della sua parabola di socializzazione, al cuore della storia resta la stessa schietta filosofia prevertiana che vede che in quei casi senza senso della vita ciò che dà un senso a tutto il resto.
In questo modo, Borensztein lascia tutto in balia di qualche esilarante paradosso e nelle mani e nel volto rugoso di Ricardo Darín. Fra i due è senza dubbio lo straordinario misantropo ad elevare il film dall’essere qualcosa di più di una simpatica boutade dalle velleità surrealiste. Il resto, mucche volanti, barbieri assassini o amanti dalle vetture troppo ristrette, sono per lo più gli imprevedibili incastri del caso che fungono da ameni inserti in un racconto prevedibile.

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