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martedì, 30 Aprile 2024

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I profumi e le emozioni dell’Antica Spezieria di Pratovecchio

di Lara Vannini – Ad occhi chiusi, proviamo ad immergerci nei sentori di un profumo lontano e dopo pochi istanti la nostra fantasia verrà sicuramente rapita da pensieri e mille ricordi. Fin dai tempi remotissimi, incensi, unguenti, olii essenziali, sono stati molto di più di un aroma per rendere gradevole un ambiente, hanno accompagnato ritualità, momenti speciali e perfino il misterioso passaggio della morte. Pensiamo alla Mirra, l’incenso liturgico che viene bruciato tutt’oggi durante i riti funebri, e che nel passato era una resina utilizzata nella pratica della mummificazione.

Pensiamo alla Lavanda, una pianta erbacea molto comune, il cui olio essenziale è stato impiegato fin dall’antichità, come antinfiammatorio e ansiolitico ma anche come profumo per il corpo grazie al suo gradevole sentore che evoca immagini della natura e di pace. Per non parlare della Ginestra, la pianta catartica per eccellenza con il suo colore giallo brillante, rende boschi e campagne dipinti a cielo aperto.

La coltivazione e trasformazione delle piante officinali è stata nei secoli una tradizione monastica, proprio perché i centri religiosi sono stati da sempre centri di accoglienza e rifugio del pellegrino, “oasi” in cui l’elemento spirituale ovvero la cura dell’anima, si sposava con la cura del corpo, una medicina spesso fitoterapica che si basava sulla trasformazione dei prodotti naturali.

A Pratovecchio, in Casentino, esiste un monastero domenicano chiamato “Madonna della Neve e San Domenico”, una comunità di 16 sorelle che coniugano sapientemente la vita spirituale con il lavoro pratico e hanno dato vita da pochi anni all’Antica Spezieria. In realtà, la lavorazione delle piante officinali, non è cosa nuova per l’Ordine domenicano che ha un’importante tradizione alle spalle su questo tipo di attività e solo da pochi anni è stata ripresa dalle consorelle del Monastero di Pratovecchio. Il lavoro è stato talmente proficuo, che l’Antica Spezieria ha addirittura vinto il “Premio Perseo 2023” dedicato all’espositore più apprezzato dal pubblico nel corso della XXIXa edizione di “Artigianato a Palazzo” a Firenze.

Suor Giovanna, Suor Paola e Suor Rosa, Suore di Clausura dell’Ordine domenicano, ci raccontano questa importante esperienza e come un’attività, a tutti gli effetti imprenditoriale, possa felicemente coniugarsi con la pratica spirituale.

Suor Giovanna, come nasce l’attività della Spezieria? «Come è possibile notare, solo da pochi anni ci siamo trasferiti in collina nella sede attuale del Monastero. Prima le sorelle erano dislocate in più sedi, nell’area centrale di Pratovecchio poi in anni recenti la decisione di spostarsi in un’area maggiormente immersa nella natura. Come racconta la planimetria del nostro Monastero che si sviluppa come un abbraccio rivolto a tutta la vallata, noi siamo Suore di Clausura ma non per questo viviamo un’esistenza totalmente distaccata dalla realtà e completamente di tipo devozionale. Semplicemente non facciamo apostolato ovvero le sorelle non praticano attività di pubblico servizio al di fuori del Monastero ma possiamo accogliere e lavorare vendendo i nostri prodotti.

La Spezieria non è la prima esperienza di lavoro, in passato abbiamo realizzato le particole ovvero le ostie riservate ai fedeli durante le celebrazioni, ed anche le tomaie delle scarpe per un calzaturificio del Nord Italia. Da tempo cercavamo però un’attività che si adattasse alla nostra vita monastica e si legasse alla tradizione del nostro Ordine. Così dallo studio dei nostri documenti di Archivio abbiamo ritrovato vecchie cronache che raccontavano della lavorazione delle piante officinali con tanto di ricette ed indicazioni pratiche. Grazie ad un conoscente esperto del settore che ci ha messo a disposizione la propria strumentazione, abbiamo iniziato a fare i primi esperimenti e simulare piccole produzioni così nel Natale del 2018 abbiamo iniziato a realizzare i primi prodotti e farli conoscere attraverso un sito web e i canali social come Fb. Con grande sorpresa ed anche gioia abbiamo subito ricevuto i primi ordini e cosi nel tempo l’attività dell’Antica Spezieria si è andata sempre più strutturando ed evolvendo».

Parliamo dei vostri prodotti. «I prodotti che noi vendiamo riguardano la cura del corpo ma anche dell’ambiente quindi profumi per la casa ed i tessuti. Per la cura del corpo realizziamo principalmente saponi, unguenti ed essenze profumate emollienti e lenitive. Le piante officinali e i fiori utilizzati sono essenzialmente quelli locali come: lavanda, giaggioli, rose e ginestre mentre l’unguento della Bibbia è una delle poche eccezioni in cui alcuni ingredienti vengono fatti pervenire da fuori. Ovviamente le nostre produzioni si stanno già scontrando con la disponibilità dei terreni coltivabili perché probabilmente non tutti sanno che solo per fare un litro di olio essenziale di lavanda ci vogliono circa 150kg di spighe, una quantità tutt’altro che scontata!».

Suor Paola cos’è l’unguento della Bibbia? «La nostra è una comunità monastica e come è giusto che sia i nostri prodotti devono essere specchio di ciò che siamo. Il Nardo ad esempio è una pianta ricorrente nella Bibbia, soprattutto l’olio che veniva usato per ungere e frizionare il corpo. Il Nardo che conosciamo oggi è una pianta di origini indiane che cresce spontaneamente nelle regioni dell’Himalaya. Da un’attenta riflessione è possibile comprendere come ai tempi di Gesù era abbastanza complicato pensare che qualcuno potesse portare a Nazareth il Nardo dall’Himalaya, quindi tramite alcune ricerche storiche sarebbe possibile ipotizzare l’esistenza di una cittadina chiamata Nardo produttrice del famoso olio biblico. L’unguento della Bibbia è formato da diverse profumazioni: il Nardo, la Mirra, l’Aloe ed il Patchouli, quest’ultima una fragranza molto particolare che aiuta nella ricerca interiore, nel ricongiungimento con la propria anima. Dopo l’esperienza di “Artigianato a Palazzo” posso dire senza ombra di dubbio che i profumi sono veicoli potentissimi per far risvegliare dentro di noi sentimenti ed emozioni sopite. Ho visto più di una persona commuoversi al sentire l’odore di una determinata fragranza».

Suor Rosa come si articola la vostra giornata? «Come già detto, al centro della nostra quotidianità c’è la spiritualità e il dialogo con Dio ma prima di essere Suore di Clausura siamo un corpo incarnato e per questo anche il nostro equilibrio si basa su un buon bilanciamento tra preghiera e attività pratiche. Dalle prime ore del mattino fino alla sera alterniamo il lavoro alla preghiera, con momenti di pausa per pranzare, cenare e fare ricreazione tra noi consorelle. Il lavoro è un mezzo che abbiamo per sostenerci e per tradurre in maniera pratica le nostre attività concrete, insieme all’ascolto delle persone che vengono a trovarci e l’organizzazione di ritiri spirituali che toccano una varietà di tematiche. Ci fa piacere anche pensare di stare costruendo qualcosa di importante per le consorelle che nel futuro arriveranno al Monastero. Il nostro fine è sempre la contemplazione per arrivare alla salvezza delle anime. Potrei definire la nostra spiritualità come qualcosa che va in orizzontale, da Noi alla collettività a testimoniare che Dio è tante cose materiali e spirituali e tutte queste cose devono concorrere alla felicità di ognuno».

Suor Giovanna, perché oggi assistiamo ad una grande rinascita di discipline orientali e di pratiche meditative? «Noi siamo delle religiose ma certamente anche in base a ciò che ci viene raccontato dalle persone comuni, la sfera psichica è costantemente messa sotto pressione dalla sfera materiale che compone la vita di ogni individuo. Nemmeno noi religiose potremmo vivere una vita di benessere dedicandoci esclusivamente alla preghiera, e non è nemmeno consigliabile perché Dio stesso vuole che Noi ci relazioniamo con il mondo, comprendendolo, ascoltandone le necessità. Proprio nel corso della manifestazione “Artigianato a Palazzo”, abbiamo notato con grande gioia che il nostro spazio era sempre pieno di persone non solo per acquistare i nostri prodotti, ma anche per parlare, confidarsi, scambiare opinioni. Abbiamo trovato una gran fiducia da parte delle persone e questo significa che c’è una grande necessità di relazione.

Così come le discipline Orientali anche il Cristianesimo ha momenti di contemplazione e meditazione, e soprattutto Dio vuole la nostra felicità, ed è questa l’ottica di chiunque voglia accostarsi alla spiritualità cristiana. Psiche e corpo devono essere curati e perfettamente bilanciati perché ogni volta che l’individuo cercherà di scindere le due componenti facendone prevalere una soltanto, si allontanerà sempre dalla strada del proprio benessere».

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