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venerdì, 19 Aprile 2024

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Il sogno di ogni pescatore

Mi chiamo Andrei Bogatu, sono nato a Bibbiena nel 2003, abito a Ponte a Poppi. E da quando sono piccolo che mio babbo mi porta sempre con lui a pescare. Mi è sempre piaciuto molto perché mi diverto con lui (anche se da piccolo non ero molto bravo). Ho cominciato piano piano a pescare. Nel corso degli anni ho iniziato a praticare molte tecniche di pesca, ma quella che mi ha particolarmente attratto è la pesca a spinning con il classico “cucchiaino” o semplicemente i classici artificiali. Questi “artificiali” lanciati nell’acqua, imitano un pesce debole in modo tale da creare un’esca facile per il pesce che lo attacca. I classici cucchiaini vengono forniti in varie misure, ma quella che viene più usata è la misura 2 del classico meps, con fondo oro e pallini rossi, proprio come una trota! Di solito si pesca con canna da 1.50 fino hai 2 metri di lunghezza con poca rigidità ch permette di lanciare e sentire le “vibrazioni” nell’acqua.

Sabato 4 aprile, verso le ore 14,00 mi reco da solo con la mia attrezzatura verso il fiume Arno, che passa a pochi passi da casa mia. Quel sabato pomeriggio non avevo tanta voglia perché ero appena tornato da scuola da Bibbiena ed ero un po’ stanco, però mi sentivo fiducioso nel prendere qualcosa. Ricordo quel sabato pomeriggio, era abbastanza caldo, tirava un filo di vento quasi da non sentirsi, temperatura perfetta per pescare.
Giunto sotto “il ponte dell’Arno” inizio a pescare tranquillo nell’acqua calma dopo la correntina dove stanno i pesci più interessanti come le trote, cavedani, carpe e molti barbi.

Quel giorno non ero molto interessato alla “specie” ma dopo un paio di lanci con il rotante della marca meps, sento subito una “mangiata” molto debole, quasi da non sentirla. Dopo un paio di secondi sotto riva mi vedo agganciata una “trotella” piccola, ma bellina. Quasi presa a guadino, mi si slama e la vedo andare via; meglio per me così ho potuto ripescare in quel punto.

Lancio e recupero tranquillo in quel punto ma senza i risultati che speravo, quindi decido di andare più in su e pescare nella buca che forma il pozzone “magico”. Quindi cambio esca e metto di nuovo un ondulante rosso e nero, magari ottengo altre catture. Dopo un paio di lanci, vedo uscire fuori dalla buca una sagoma, lunga, nera, ma soprattutto enorme. Sento una mangiata feroce, ma non ho individuato bene che pesce era, tanto che pensavo fosse una carpa che aveva inseguito l’esca. Provo a ripescare con diverse esche per attirare di nuovo il pesce, ma niente abboccate da parte del pesce nero. Quindi mi sposto ancora più in su e riprovo nel pozzone, magari cambiando direzione si insospettisce un po’ meno e forse ottengo un abboccata. Dopo un lancio in quella direzione sento un morso del pesce, ma dopo un paio di metri mentre recupero, sento un peso attaccato che va verso la buca controcorrente, quindi tiro su la canna mentre recupero e vedo saltare fuori dall’acqua un pesce enorme e nero che non avevo ancora decifrato che pesce era. Dopo tante allentate di frizione del mio mulinello, riesco a portare il pesce vicino a riva e li riesco a vedere la magica trota nera che si nascondeva da tanto tempo lì sotto!

Dopo diversi minuti di combattimento per evitare di perderla, riesco a portarla nuovamente sotto riva, in modo da sfilare il guadino e prenderla. Una volta guadinata, quasi incredulo che fosse una trota, mi metto quasi a piangere; non ho mai visto un pesce così grande nell’Arno di Ponte a Poppi!

Ripongo il guadino nello zaino e metto subito la trota nello zaino meravigliato di averla presa. La trota pesava 2,145 chili ed era lunga 55 centimetri.

Corro subito a casa contento di aver preso un pesce così bello. I miei genitori e il mio migliore amico pescatore, Michael Loddi, è venuto pure lui a vederla, molto sopreso dal pesce che gli ho descritto per telefono.

Ripenso sempre al pesce che ho preso quel sabato pomeriggio, ma soprattutto non posso ancora credere che lì, in quel posto, sotto il ponte, ci sia stata una trota così grande da così tantissimo tempo.

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