5.7 C
Casentino
giovedì, 13 Febbraio 2025

I più letti

«La Nostra Storia Camminando» I cartelli che spiegano il Casentino #6: Poggio alla Forca

di Giorgio Innocenti Ghiaccini – Il toponimo Forca indica una biforcazione o un valico su un monte. Questo è il monte ricordato nel doc. 53 (anno 1020) del Reg. Chart.: “[…] usque ad via maiore da lo munte […]” ed era uno dei confini del terreno di proprietà della Diocesi di Arezzo.

Terreno che il vescovo Elemperto, nel settembre del 1008, dette alla Badia di Prataglia fondata da pochi anni ed era: “[…] in plebe de Biblena in villa Offiniana […]” (villaggio di Fignano) (Reg. Cam.). Con lo stesso atto dette anche un podere a Montefatucchio: “[…] alterum mansum de Monte Fatucolo […]” assieme alla: “[…] vinea nova […]” che gestiva tale Giovanni Scario e fece piantare lo stesso Vescovo. Quella vigna è la prima ricordata in Casentino.

Da qui, in lontananza, si vede il poggio acuto dove era il castello di Montefatucchio: “Questo è un monte elevato da tutte le parti, sicché dalla sua sommità scorgonsi tutti i villaggi e castelli di Vallesanta” (Borghi nel 1810).

Vi è ancora visibile la cisterna per la raccolta delle acque piovane. Scrisse il Borghi: “Monte Fatucchio era anticamente Contea e Signoria dei conti Stufi i quali avevano la loro rocca e fortezza nel castello al di sopra di Montefatucchio. “[…] Naturalmente è difeso abbastanza dalle rupi che lo circondano aggiungendovi quel di più che c’è stato costrutto con l’arte vedendosi pure attualmente le mura che senza risparmio di spesa e di fatica vi erano erette. Ciò che sorprende è una cisterna sempre abbondante d’acqua ancor oggi nella più alta cima della fortezza. Da quale epoca sia stata abolita questa contea rimane all’oscuro. Quello che si sa è che il giorno di S. Silvestro (ignorasi l’anno), venendo alle mani i detti conti con quelli della Gufaia di Giampereta, nella chiesa che rimaneva tra monte Silvestro e Giampereta detta la Chiesina, si uccisero (tutti) per causa di discendenza (credo per una precedenza nell’entrare in chiesa) come fecero in seguito tra di loro, i rispettivi servitori, rimanendo perciò interdetta la Chiesa. Dopodiché il S. Fonte fu trasferito a M. Fatucchio la cui chiesa si chiamò Battesimale”. (Borghi nel 1910?).

Giù in basso, in direzione Rimbocchi, rimane il toponimo “Caggio” dal longobardo “gahagi”: recinto per bestiame (cavalli) o prato riservato al Signore (Aristocrazie e Società).

Ultimi articoli

Articolo precedente
Articolo successivo