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martedì, 3 Dicembre 2024

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La variante delle varianti

di Melissa Frulloni – Giusto lo scorso mese vi avevamo raccontato della interessante realtà della TLF, una storica azienda casentinese che con i suoi giochi e arredi urbani porta alto in Italia e nel mondo il nome del Casentino. Vi avevamo raccontato le varie vicende che negli anni aveva attraversato, dai momenti bui vissuti dai lavoratori, fino alla recente ripresa e rinascita dell’attività, oggi in fortissimo rilancio.

Un’azienda virtuosa, insomma, che sfrutta un materiale green e naturale come il legno per proporre prodotti all’avanguardia e inclusivi, con una produzione quasi totalmente interna e un indotto che coinvolge tantissime realtà del territorio.

Pensate che però tutto questo potrebbe essere messo in discussione e che questa azienda casentinese, che conta oltre 25 dipendenti, potrebbe rivivere un passato che pensava fosse alle sue spalle! Sì, avete letto bene e il motivo per cui una realtà in crescita e con un fatturato importante come quello di TLF potrebbe serrare i battenti, non è da imputare a difficoltà di mercato, a delocalizzazioni o irresponsabili decisioni imprenditoriali. No, la colpa è da ricercare nel progetto della nuova strada, la variante del Corsalone che, per come è stato modificato, dovrebbe passare proprio dove adesso sorge un capannone della TLF.

Il capannone in questione, oltre ad ospitare l’impianto di impregnazione del legno che è una parte essenziale del processo produttivo dell’azienda, non è il classico prefabbricato in cemento, ma una bellissima struttura, interamente in legno, citata nelle riviste di bioarchitettura e disegnata dall’ingegnere Jiulius Nattarer uno dei massimi esperti mondiali di costruzioni in legno.

Se la proprietà fosse costretta a buttarlo giù per lasciare posto alla nuova variante, il destino dell’azienda sarebbe segnato. Chiudere TLF significherebbe perdere molti posti di lavoro; oltre ai dipendenti, infatti, l’azienda ha un indotto importante, nonché un’estesa rete commerciale. Complessivamente si parla di circa 80 lavoratori… Come se non bastasse sono moltissime le commesse che TLF ha già preso in carico e ancor di più sono gli ordini arrivati da tutto il mondo. Ci sono bandi di gara a cui l’azienda sta partecipando, lavorando con le pubbliche amministrazioni e con tanti comuni italiani.

Come si può far finire tutto questo? Possibile che non si riesca a trovare una soluzione per evitare che la strada passi proprio sopra al loro capannone?

Queste domande ovviamente se le è poste anche la proprietà, interpellando più volte gli enti e le autorità che si sarebbero dovute interessare alla vicenda, essendo in fortissima apprensione per le sorti dell’azienda e di tutti i suoi lavoratori.
“Non siamo contrari alla realizzazione di questa infrastruttura anzi, crediamo che migliorare la viabilità del Casentino sia essenziale per aziende e lavoratori del territorio. Non possiamo però accettare che questo avvenga a scapito di una realtà che grazie all’impegno ed ai sacrifici di tutti coloro che vi collaborano sta faticosamente riconquistando il ruolo di leader di un mercato estremamente competitivo come quello dei parchi giochi e dell’arredo urbano. Quello che chiediamo è che venga trovata una soluzione che parta dall’irrinunciabile tutela dell’azienda e di chi con essa lavora. L’importante per noi è che TLF possa con serenità proseguire nella sua crescita assieme alle tante aziende casentinesi che collaborano con lei e che vedono nella filiera corta ed ecosostenibile una grande opportunità di valorizzazione delle risorse del nostro territorio.” Ci ha spiegato Carlo Paci, amministratore unico dell’azienda.

Nelle ultime settimane la divisione in due stralci della variante del Corsalone è tornata agli onori delle cronache perché le organizzazioni sindacali, hanno coinvolto politici, enti e autorità locali e regionali per scongiurare le negative ripercussioni sui livelli occupazionali che una eventuale chiusura di TLF potrebbe comportare. Nel frattempo si è andati avanti con la messa in sicurezza dell’incrocio esistente tra la SRT 71 e la strada comunale del Pollino, e questo tramite la realizzazione di una nuova rotatoria in prossimità del torrente Vessa.

Come si legge nel comunicato della Regione: “L’intervento prevede la demolizione del ponte in muratura esistente e la realizzazione di due nuovi ponti atti ad ospitare la carreggiata stradale dell’anello della rotatoria sulla quale confluiranno sia la Regionale n. 71 che la strada comunale del Pollino. Si tratta del primo lotto dei lavori della cosiddetta “variante del Corsalone” dopo le modifiche al progetto che la Regione deve fare per l’impossibilità di attraversare l’ara ex Sacci, tutt’ora sotto sequestro da parte della Procura della Repubblica di Arezzo.”

La partenza dei lavori al Pollino e poi quelli del secondo lotto che dovrebbero proprio coinvolgere TLF hanno fatto sì che la voce dei sindacati si facesse sentire ancora di più in Regione e tra gli enti e i politici nostrali che potrebbero attivarsi (sarebbe l’ora!) per aiutare l’azienda.

Per fortuna qualcuno si è mosso; il consigliere Veneri ha presentato un’interrogazione regionale, mentre la presidente della Provincia, Silvia Chiassai, si è attivata con i tecnici dell’ente per trovare una soluzione alternativa. E poi la vicenda ha portato in visita nell’azienda l’assessore regionale alle infrastrutture Stefano Baccelli, i consiglieri regionali Vincenzo Ceccarelli, Lucia De Robertis, Marco Casucci, Gabriele Veneri e il sindaco di Chiusi della Verna Giampaolo Tellini.

Dopo la visita di rito, è uscito un altro comunicato sul sito della Regione che fa sperare che quella dei giorni scorsi non sia stata la solita “passerella”, anche se a differenza di quello che hanno riportato alcuni giornali, non si è ancora arrivati ad una soluzione della vicenda: “La Regione è aperta e disponibile a progetti che rispettino i parametri di legge. Le riunioni con le parti interessate ci sono state e continueranno ad esserci sia con le istituzioni che coi sindacati. Siamo disponibili, assieme all’ente locale, a valutare, nel rispetto della normativa e della trasparenza, tempistiche di accesso alle aree interessate dai lavori in modo che le stesse possano essere compatibili con la realizzazione dei lavori e funzionali alla logistica della produzione dell’azienda in modo da ridurne il più possibile il disagio.” Ha dichiarato l’assessore alle infrastrutture e trasporti Stefano Baccelli.

“Siamo ovviamente molto preoccupati ma anche fiduciosi che si possa trovare una soluzione alternativa a quella attualmente prospettata. Nessuno mette in discussione la necessità che la variante debba essere fatta ma l’importante è che questa tenga conto, nel generale rispetto della legge e trasparenza, degli ineludibili ed irrinunciabili diritti dei lavoratori e dell’azienda. Siamo pertanto confidenti che la sensibilità espressa dall’assessore regionale Baccelli nell’incontro che si è svolto martedì scorso, possa portare a soluzioni condivise e di reciproca soddisfazione. Per questo l’azienda ha rinnovato la sua fattiva disponibilità a valutare proposte che possano garantire pienamente la continuità aziendale.” Ci ha detto Carlo Paci.

Sì, è veramente impensabile mettere in crisi un’azienda in un momento complicato come questo ed ancor più incomprensibile sarebbe non riuscire a trovare per distanze minime una soluzione, un’alternativa che salvaguardi questa emergente e positiva realtà imprenditoriale. Ci auguriamo che la Regione si impegni davvero in questo senso e lavori concretamente per permettere a questa azienda del nostro territorio di continuare a lavorare.

Vi terremo aggiornati su come si evolverà la vicenda che continueremo sicuramente a seguire molto da vicino.

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