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giovedì, 25 Aprile 2024

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Le “pecorelle smarrite” di Don Ellero

di Terenzio Biondi – Fontanelle, minuscolo gruppetto di case al di là del Rio, lungo la strada che da Chitignano porta a Chiusi della Verna, mi ha sempre affascinato, e sui gradini davanti al portone della chiesetta dedicata a S. Bartolomeo (nella foto) sono solito sedermi tutte le volte che vado a pesca nel vicinissimo Rio di Chitignano, dopo aver parcheggiato l’auto nello spiazzo antistante la canonica.

Nemmeno un’anima viva, nel piccolo borgo (tranne, naturalmente, nel periodo estivo); qualche capriolo sempre presente nei prati al confine con i boschi dell’Alpe di Catenaia; una pace infinita sotto il cielo azzurro che sembra accarezzare, lassù in alto, il Sacro Monte della Verna.

E mi viene sempre da sorridere ripensando a quel che accadde qui nei primi anni del dopoguerra, quando nella minuscola parrocchia di Fontanelle c’era addirittura un parroco, Don Ellero. Qualcosa di simile a quello che Guareschi descriveva nel suo “Don Camillo”.

Tempi duri, in quegli anni. Anni di passioni politiche intense, anni della “guerra fredda”. Era il 1949 e Papa Pio XII promulgò il decreto in base a cui qualsiasi cattolico fosse iscritto al partito comunista o comunque avesse sostenuto il comunismo era da ritenersi scomunicato.

Quando il parroco di Chitignano lesse in chiesa il decreto papale, un brivido scese lungo la schiena di tanti comunisti chitignanini; comunisti sì, ma anche cattolici tra i più praticanti, i più assidui nel partecipare alle processioni, alle rogazioni… Come fare?

Ci pensarono qualche giorno intero; poi, la domenica seguente, un gruppetto di donne e uomini più coraggiosi presero la via che porta a Fontanelle e giunsero al paesino a messa appena iniziata. Si misero in piedi in fondo alla chiesa, tutti composti, attentissimi, gli occhi leggermente abbassati, isolati dal gruppo dei contadini e pastori di Fontanelle e dintorni, quasi… “pecorelle smarrite”.

Rispondevano tutti insieme, in un latino perfetto. “Sursum corda” diceva Don Ellero; e loro in coro, come fosse un’unica voce, “Habemus a domino” inchinandosi verso l’altare.

Arrivati all’Ite Missa est, lasciarono uscire dalla chiesa la gente di Fontanelle e si diressero tutti quanti verso la sacrestia, dove Don Ellero stava svestendosi dei sacri paramenti.

E il più erudito, con il cappello in mano in segno di riverenza, si mise a spiegare al curato il perché della loro presenza alla Messa a Fontanelle.

Quel decreto papalino loro non l’avevano capito bene; della… “scomunica” (si diceva così?) non avevano capito neppure cosa volesse dire. Avevano però capito che a Chitignano i loro canti al Signore non erano ben accetti e volevano sapere se potevano venire alla Messa nella parrocchia di Fontanelle. Don Ellero li fece parlare, li studiò ben bene, poi disse solenne che sì, qualcosa di quel decreto gli era giunto alle orecchie, ma di preciso come stessero le cose non lo sapeva.

“A Fontanelle – disse – non è arrivata alcuna comunicazione. Sapete… qui siamo un po’ lontani dalla città. Ma certo che potete venire alla Messa a Fontanelle, e anche alle Funzioni e alle Processioni. Per ora, poi… quando verrà comunicato anche quassù il decreto, allora vedremo… lo leggeremo… lo studieremo bene… e decideremo. Venite… venite”.

La domenica seguente, la mattina presto, sembrava quasi una processione che dal Rio saliva per il ripido sentiero verso Fontanelle, le donne tutte col capo coperto da un lungo fazzoletto e gli uomini col vestito e le scarpe delle grandi occasioni. Erano talmente tanti che la chiesetta non poteva accoglierli tutti e qualcuno fu costretto a restare fuori dalla porta. Così le domeniche successive.

E che canti, che lodi al Signore! E Don Ellero che gioiva di tanta fede e devozione! Solo una volta si permise di riprendere i suoi nuovi fedeli, quando un giorno, nell’impeto della devozione, avevano intonato un “Tota pulchra es Maria” con tale vigore…

Fece osservare che anche se cantavano un po’ meno forte le lodi arrivavano lo stesso al Padre Celeste, che aveva un udito eccezionale. Con quella foga c’era il rischio che i loro canti si udissero anche a Chitignano e addirittura a Chiusi (e magari a qualcuno veniva l’idea di spedire alla Parrocchia di Fontanelle quel… sì… quel decreto). Già… quel decreto ufficialmente non arrivò mai a Fontanelle.

Sono passati tanti anni, ma ancora oggi tutti i più vecchi della zona si ricordano benissimo di Don Ellero, il “parroco saggio”, e tutti sorridono ripensando alle affollatissime Messe e Processioni della minuscola parrocchia di Fontanelle, e a quelle lodi e canti che arrivavano persino al Sacro Monte della Verna, trasportate – si diceva – sulle ali degli angeli; e a quel decreto che si era perso lungo il sentiero dei boschi di Fontanelle…

(rubrica “I Racconti del Torrente: storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino”)

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