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sabato, 27 Luglio 2024

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L’oro blu: quale acqua per i nostri bambini?

di Antonella Oddone – Molti si meraviglieranno nel sapere che il componente principale del nostro corpo è… l’acqua. Nel bambino rappresenta l’80%, via via che passano gli anni la percentuale diminuisce ma rimane sempre il costituente principale del nostro organismo. I 2/3 sono rappresentati da acqua intracellulare e 1/3 dall’acqua che compone sangue, linfa, liquido cefalorachidiano e l’interstizio tra le cellule. Nell’acqua si è sviluppata la vita milioni di anni fa e sulla nostra terra il ciclo dell’acqua si compie e ricomincia continuamente: l’acqua ricopre il 70% del nostro pianeta, ma l’acqua dolce, quella a noi utile, rappresenta solo il 3%.

Che differenza c’è, dunque, tra l’acqua in bottiglia e quella del rubinetto? Beh, innanzi tutto la prima compare spesso in televisione bevuta da modelle bellissime e depuratissime e da sportivi che brindano con acque minerali sul tetto del mondo. La seconda è un po’ cenerentola, bistrattata e sprecata da molti, senza alcuna pubblicità. Quindi prima considerazione: l’acqua dovrebbe essere accessibile a tutti, e non data in concessione per poi essere rivenduta a prezzi altissimi (una bottiglietta da mezzo litro può costare fino a due euro). Secondo: le acque minerali girano l’Italia in lungo e in largo per lo più in bottiglie di plastica (e sappiamo che la plastica, soprattutto se lasciata al sole estivo, può rilasciare interferenti endocrini) contribuendo non poco all’inquinamento.

È vero che le acque minerali provengono da falde profonde, mentre l’acqua dell’acquedotto può essere di falda o provenire da fiumi o acque superficiali, ma l’acqua del rubinetto è 4 volte più controllata. Infatti la legge italiana prevede un minimo di 4 controlli l’anno, numero che può aumentare in base al volume di acqua e alle caratteristiche dell’acquedotto, controlli effettuati sia dalla società che gestisce l’acquedotto che dalla ASL (quindi doppio controllo) e che riguardano 67 parametri, più di quelli a cui è sottoposta l’acqua in bottiglia, che è invece certificata una volta l’anno e dall’azienda stessa che la gestisce. L’unico svantaggio dell’acqua del rubinetto può essere il sapore, perché quando proviene da acque superficiali è addizionata con cloro per garantirne la sicurezza. Ma il cloro è un composto volatile e basta conservare la nostra acqua una mezz’oretta in una brocca perché lo sgradevole aroma di varichina svanisca.

In caso di sapori sgradevoli dell’acqua, inoltre, è bene controllare anche le tubature interne della nostra casa (che ne sono spesso la causa), perché la società che gestisce l’acquedotto ha la responsabilità solo delle condutture esterne. In questo caso potremo intervenire con sistemi di filtraggio.

Riassumendo, se proprio vogliamo spendere tanti soldi per l’acqua, utilizziamo almeno quella venduta in bottiglie di vetro. Ricordiamoci inoltre che il calcio contenuto nell’acqua (il tanto disprezzato “calcare”) è un calcio assorbibile e utile per il nostro organismo. Le acque oligominerali vanno riservate alle persone con calcolosi renale e ai lattanti alimentati con latte adattato in polvere. In questo caso nei primi mesi di vita il latte va ricostituito con acqua oligominerale (Un’acqua povera di sali può anche sgorgare dal rubinetto! Puoi conoscere la composizione dell’acqua potabile nel tuo territorio rivolgendoti alla società fornitrice del tuo comune).

Ricordiamoci anche che il bambino allattato al seno non ha assolutamente bisogno di bere acqua, nemmeno nei climi torridi: il latte materno è alimento e bevanda, completo sia per mangiare che per bere. E se qualcuno non può fare a meno dell’acqua frizzante? Ci sono tanti modi per ricavarla dall’acqua di rubinetto: per esempio aggiungendo bustine come la vecchia idrolitina, una miscela di bicarbonato di sodio, acido malico e acido tartarico, tutti in forma di polvere e non dannosi, che rendono l’acqua effervescente. Oggi esistono anche dei dispositivi appositi per gassare l’acqua potabile.

DOTT.SSA ANTONELLA ODDONE Medico pediatra

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