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martedì, 15 Ottobre 2024

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Non siamo figli di un Dio minore

di Luca Galastri – Dobbiamo partire dalla verità: la situazione in Casentino è molto grave. Solo negli ultimi 5 anni Bibbiena ha perso 400 abitanti, Castel Focognano 200 e via dicendo. Lo spopolamento anche di attività economiche in atto è allarmante. La popolazione under 35 anni è meno del 30%, i servizi sanitari sono stati depauperati pesantemente, non c’è un forte Pronto Soccorso che doveva essere il nostro baluardo imprescindibile della sanità.

Potrei estendere questo elenco di mancanze a lungo però nella mia vita ho sempre agito propositivamente cercando di inventare strade e far nascere germogli di speranze, soprattutto per i giovani. Quindi cosa possiamo fare? Quando sei in difficoltà o ti arrendi o rilanci, o cambiamo o restiamo destinati ad un irreversibile declino. La vera sfida è quindi avviare processi ed innovare. Dobbiamo rendere questa valle, rapidamente, un modello di successo appetibile da chi vi è fuori.

1) Un Comune Unico. La nostra geografia ma anche le dinamiche del mondo spingono verso un’ovvia conclusione: questa terra è destinata ad essere unificata sotto una sola gestione.  Il mio sogno e quello di tanti è quello del Comune Unico del Casentino. Questo è il primo ed essenziale punto di partenza perché solo un ente unitario può avere la forza e le risorse per promuovere la bellezza di questa terra, avere il peso politico necessario per rafforzare i servizi ai cittadini ed implementare investimenti nei trasporti.

2) Ambiente. Parliamo di ambiente! La sostenibilità ambientale e le risorse naturali, con il cambiamento climatico in atto, saranno sempre più importanti. Le persone, soprattutto dalle grandi città, saranno sempre più interessate a visitare e vivere realtà come la nostra. Dobbiamo per questo realizzare iniziative nazionali per far conoscere e promuovere questa terra per quello che è: uno straordinario scrigno di flora e fauna tra tradizioni ed arte. La natura è la nostra unicità e quello che le persone si aspettano, non può essere da solo il Parco Nazionale a svolgere questa essenziale comunicazione. Rendiamo il Casentino un territorio sostenibile rendendo obbligatoria la raccolta differenziata, costituendo comunità energetiche per abbattere il costo delle bollette e tramutando il treno del Casentino in una vera metropolitana di superficie (diminuendo anche i tempi di percorrenza).

3) Giovani. Il Casentino attragga nuovi giovani attraverso l’attivazione di proposte con i fondi Erasmus+ per apprendisti, tirocinanti, professionisti e studenti per le nostre aziende (le uniche che ancora tengono in piedi il nostro tessuto sociale) spesso in sofferenza per la mancanza di figure specifiche e tecniche da inserire. Poiché i giovani sono sempre meno e molti si spostano a vivere in altre zone, dobbiamo dimostrare di credere realmente in loro e nella loro opinione. Sperimentiamo quindi nuove forme di coinvolgimento come un’Assemblea permanente con l’incarico di mappare i bisogni ed i saperi della comunità. Sarebbe bellissimo se i saperi preziosi degli anziani fossero appresi e salvati dai più giovani. Un modo per unire le generazioni. Sosteniamo poi la loro occupazione ed il fare impresa con il finanziamento per la nascita di cooperative di comunità di under 35 che si vogliano occupare dei servizi di prossimità per i cittadini. Mappiamo (come la legge prevede) le molte terre abbandonate ed assegniamole in concessione per progetti agricoli e la promozione del paesaggio a giovani.

4) Terza Età. Gli anziani devono essere un valore e non un peso. Il loro saper fare va salvato e reso fattore di sviluppo. Serve un passaggio di saperi tra generazioni (come scritto sopra) e laboratori di cittadinanza attiva per coinvolgerli nel miglioramento del decoro e nella sicurezza urbana. Ovviamente è necessaria una sanità forte locale che ci assicuri che vivere bene in Casentino sia possibile (vedi Comune Unico).

5) Viabilità. Dobbiamo rendere raggiungibile questo posto! Quindi almeno va migliorata la strada di fondovalle nel suo manto stradale fatiscente, vanno creati dei punti di attraversamento di doppia corsia per far svuotare le lunghe file che si creano, va realizzata la variante del Corsalone (il cui mancato realizzo è un fatto gravissimo) e va inserito nel piano triennale delle opere pubbliche un traforo da Ortignano Raggiolo verso Incisa Valdarno (che è un tratto breve di perforazione).

6) Cultura. Serve la creazione di una piattaforma unica di promozione e coordinamento degli eventi e sagre in Casentino. Serve un Festival, a livello nazionale, della biodiversità e sostenibilità. Va creato un marchio per i nostri prodotti tipici. Vanno valorizzate le piccole associazioni che realizzano progetti culturali.

Va resa la speranza di cambiamento un progetto e soprattutto dobbiamo smettere di sentirci figli di un Dio minore. Dobbiamo dire basta all’apatia del declino a cui ci siamo abituati.  Dobbiamo dire che possiamo farcela e pretendere i servizi che meritiamo perché nessuno altrimenti ci regalerà nulla.

LUCA GALASTRI Laureato in Giurisprudenza, ha due Master in Gestione delle Risorse Umane e nello Sviluppo del personale. Ha fondato e presiede l’Associazione giovanile culturale LIRIA, la più grande della Provincia di Arezzo. È stato premiato dalla Commissione Europea e dall’Agenzia Nazionale Giovani per meriti sociali e di studio. Ha avuto esperienze di lavoro internazionali ed è volontario della Onlus della nota tassista Zia Caterina.

(“Idee per il Casentino” è una rubrica di Mauro Meschini)

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