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giovedì, 1 Maggio 2025
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“Salviamo l’Ospedale e i Servizi del Territorio”, un movimento di associazioni e cittadini

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I coordinatori del Movimento Licio Ferrini, Alessandro Giovannini, Ute Klockner, Silvano Polverini e Valerio Bobini informano che il 1° dicembre 2017 hanno consegnato personalmente al Presidente della Conferenza dei Sindaci Daniele Bernardini una richiesta per incontrare in tempi brevi gli Amministratori del Casentino, per un’attenta valutazione di come stanno realmente le questioni relative all’Ospedale. Visto anche il comunicato diffuso dall’Unione dei Comuni, il Comitato attende di incontrare a breve anche tutti gli altri Sindaci.

È giunto il momento di rendere visibile e operativo questo grande Movimento, nato dopo un lungo lavoro con tanti cittadini, associazioni e categorie che vogliamo ringraziare, puntualizzando che il nostro ruolo è di rappresentare al meglio queste realtà che hanno condiviso, appoggiato e aderito alla realizzazione di un soggetto mai ideato prima e forte perché davvero rappresentativo della maggior parte dei casentinesi.

Un grazie va allo Studio Lorenzo Senzi per l’impegno per il supporto giuridico; allo studio grafico di Roberto Rossi per aver elaborato un logo che racchiude il Casentino; l’associazione AVIS zonale, presente in tutti i Comuni del Casentino con tantissimi donatori; l’Aido zonale; l’intera rete dei circoli Arci, presenti nei grandi centri ma soprattutto nelle piccole frazioni; il LIONS International; il Centro Sociale di Bibbiena Stazione; le Proloco di Corezzo, Partina, Badia Prataglia, Soci, Bibbiena Stazione; la Proloco Pratovecchio Europa e la Proloco Pratovecchio; l’Associazione Enalcaccia; le associazioni sportive A.C. Bibbiena, ASD Corsalone, Moto Club Le Torri di Partina, Club Mountain Bike, la palestra Body House; l’associazione Carnevale Storico di Bibbiena; la Filodrammatica di Bibbiena; il CREST; il Comitato “Nascere e Vivere in Casentino” che ne entra a far parte integrante e le associazioni di categoria Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio e CIA. Altre associazioni entreranno a farne parte appena avranno concluso i lori incontri con i propri associati. Pertanto, grazie a tutti i soggetti elencati che con il loro grandissimo numero di associati ci consentono di rappresentare il settanta per cento dei casentinesi!

Per questo sentiamo la responsabilità di non deludere la fiducia riposta nel Movimento, mantenendo l’autorevolezza necessaria a non prestare il fianco a nessuno e cercando di essere preparati per affrontare i prossimi importanti impegni.

 

Ducci: “Non esiste più la conferenza dei sindaci socio-sanitaria”

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“Ai cittadini dobbiamo soprattutto chiarezza, di intenti e di parole”. Così Eleonora Ducci, Sindaco di Talla e assessore alle politiche sociali dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, replica alle esternazioni del primo cittadino di Bibbiena sull’accorpamento dei distretti sanitari e sulla presunta tutela dell’autonomia del distretto casentinese, rivendicata appunto da Bernardini. Ma quali sono queste inesattezze? “Intanto va precisato che in questa fase Bernardini rappresenta sé stesso e il suo Comune”, dice la Ducci. “Non esiste più la conferenza dei sindaci socio-sanitaria zonale di cui il Sindaco di Bibbiena era presidente. Lui lo sa, e lo ha detto ai Sindacati proprio nella riunione di giovedì scorso alla quale ero presente. Non esistono nemmeno articolazioni della conferenza dei Sindaci che oggi comprende Arezzo, Casentino e Valtiberina, con Presidente il Sindaco Ghinelli. La discussione dunque è tutta su un altro piano: non si tratta più di rimanere soli oppure no, come distretto Casentino siamo già stati accorpati ad Arezzo e Valtiberina, tutti i documenti provano che molti altri Sindaci (fra cui la sottoscritta) hanno espresso la loro contrarietà ad una decisione che comunque è stata presa da Firenze. Oggi, dunque, non si tratta di decidere se fondersi o meno agli altri distretti, ma come ridisegnare il distretto attuale. Cosa stiamo facendo come Sindaci del territorio? Un ragionamento volto a restituire peso politico ai nostri distretti, che così come li ha disegnati la Regione sono sproporzionati, per dimensioni e per popolazione, e mettono il Casentino in condizioni di subalternità. Lavoriamo per un distretto organico con le stesse possibilità per tutti di influire sulle decisioni che riguardano i territori”. Sempre secondo Eleonora Ducci, “Stona molto questo atteggiamento da parte di chi, come noi, ha fatto lo stesso percorso fino ad ora, condividendo certe scelte o subendone altre”. Infine un’ultima nota verso i Comitati in difesa della salute pubblica: “I Sindaci dell’Unione sono disponibili ad interloquire, singolarmente o tutti insieme presso la nostra sede, in eventuali incontri”.

Sanità d’emergenza, meno medici e punti territoriali

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«Taglio di 25 punti di emergenza territoriale con medici in ambulanza e, complessivamente, una massiccia demedicalizzazione del sistema di emergenza-urgenza»: è quanto – secondo un’interrogazione del Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana Stefano Mugnai (capogruppo Fi) – la Regione si starebbe preparando a deliberare. Mugnai, nel suo atto, attribuisce la notizia a «segnalazioni ricevute al mio ufficio» secondo le quali «la Giunta avrebbe in procinto di emanare una nuova delibera sulla riorganizzazione dell’Emergenza Sanitaria Territoriale nella Regione Toscana». Nel dettaglio, si legge nell’interrogazione che prevede risposta in forma scritta, «a fronte dei tagli, purtroppo sistematici, sul sistema sanitario regionale, si paventa anche per l’emergenza urgenza territoriale una massiccia demedicalizzazione del territorio con creazione di “punti di emergenza territoriale” dotati di Ambulanze BLSD dislocati sul territorio in misura di 1 ogni 1000 abitanti (parametro tra l’altro non contemplato dal DM 70/2015 o legge Balduzzi)».

«Il taglio – si specifica – dovrebbe riguardare, a livello regionale, circa 25 PET con medico a bordo a favore di mezzi con soli volontari a bordo, e altri mezzi medicalizzati saranno invece sostituiti con mezzi infermierizzati». «Se la riorganizzazione riguardasse anche territori vasti ma scarsamente abitati o montani – riflette l’esponente di Forza Italia – vi sarebbe un problema nel garantire l’assistenza in emergenza. La legge Balduzzi contempla invece parametri correttivi per le zone disagiate, appunto per garantire l’adeguata funzionalità dei percorsi clinico-assistenziali (in certi casi di fondamentale importanza per salvare vite umane come nei casi di infarto o ischemie cerebrali)».

Mugnai formalizza così alla giunta toscana i propri quesiti, chiedendo di sapere «se quanto descritto in narrativa corrisponda a verità», «quale sia il reale piano di riorganizzazione dell’Emergenza Sanitaria Territoriale», «quanti punti di emergenza sarebbero tagliati, quanti medici sostituiti, quanti volontari e quante associazioni sarebbero interessate dalla paventata riorganizzazione» e «la quantificazione dei risparmi per il SSR (sistema sanitario regionale, ndr) per una siffatta riorganizzazione».

INT_riorganizzazione emergenza urgenza 2017

Bernardini: il Casentino non può essere ridotto a periferia di tutti (è suonata un’altra sveglia?)

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Dopo il PD di Soci che si è svegliato dal torpore sulla sanità territoriale, ecco subitaneo il risveglio del Sindaco di Bibbiena! L’Archiano mormorò, io non firmerò… non passa il Desideri”. Zan, zan! E una serie di altre considerazioni perentorie in difesa della sanità casentinese. Non sappiamo se ridere o piangere per questa fiammata tardiva di “civica” consapevolezza dopo che i buoi hanno da tempo immemore lasciato la stalla, i Patti territoriali sono stati sottoscritti (primo firmatario Bernardini), il Punto Nascita è stato chiuso. Il tempo è finito e speriamo che qualcuno, sicuramente animato da buoni propositi, non faccia da stampella a questi tentativi di riguadagnare posizioni e fiducia in una parte ampia di delusi casentinesi. Il tempo è finito, è il caso che le battaglie, per essere ancora credibili, le facciano altri. Per qualcuno tornare a lavorare è la scelta più dignitosa…

Il Badalischio

 «Il Sindaco Daniele Bernadini, anche in qualità di Presidente della Conferenza zonale socio sanitaria, ha incontrato ieri i cordinatori del neonato movimento “Salviamo l’ospedale e i servizi del territori” Licio Ferrini, Alessandro Giovannini, Ute Klockner, Silvano Polverini, Valerio Bobini. Un incontro molto positivo nel quale, in sostanza, il movimento appena costituito ha chiesto di poter incontrare quanto prima la Conferenza dei Sindaci, ma soprattutto si è reso disponibile a condividere con il territorio e con le istituzioni locali, le azioni da intraprendere in un’ottica di collaborazione”, commenta Bernardini.

Il Sindaco di Bibbiena ha poi evidenziato un altro aspetto: “L’approccio tenuto dai coordinatori che ho incontrato, parla del Movimento come di un soggetto realmente desideroso di collaborare e non solo di porsi in contrasto con tutto e tutti e soprattutto intenzionato ad ottenere veri risultati in termini di mantenimento dei servizi al di là di ogni velleità personalistica.  Ciò che in questi anni spesso ha diviso alcuni organizzazioni dalle istituzioni – cosa che ritengo assolutamente insensata – è stato soprattutto il comportamento quantomeno sfuggente di alcuni rappresenti, più attenti a curare la propria immagine sui media che non a dialogare con i soggetti preposti e con i rappresentanti dei comuni. La filosofia di una contestazione facinorosa e fine a se stessa, ha purtroppo bloccato tanti processi, bloccando quella naturale collaborazione che dovrebbe esserci, in una valle come la nostra, tra istituzioni e cittadini. Oggi si apre un altro capitolo che ritengo ci porterà ad avere risultati importanti”.

Il Sindaco Bernardini lancia una proposta operativa a seguito dell’incontro: “La legge regionale sulla sanità prevede la nomina di un comitato di partecipazione con la funzione di incontrarsi e discutere periodicamente con la conferenza dei sindaci. Alla luce di questa opportunità, proporrò a miei colleghi che sia questo movimento il comitato di partecipazione, viste le finalità e le modalità di azione presentate”.

Il Sindaco di Bibbiena ha già inviato una lettera alla Conferenza dei Sindaci Socio Sanitaria del territorio per incontrare quanto prima i rappresentanti del Movimento, ma ha anche iniziato a muoversi su altri fronti caldi come quello sui distretti. “Non firmerò la proposta fatta alla Regione di accorpare Casentino e Valtiberina in quanto ribadisco che il Casentino dovrebbe rimane zona distretto. La nostra valle ha peculiarità per le quali serve vicinanza, prossimità con tutto ciò che significa socio sanitario. Non è possibile decidere a chilometri di distanza ciò che serve ai nostri cittadini. Su questo non credo che ci potrà essere una possibile mediazione. Se la Regione ritiene di farlo lo farà senza mio mio avallo” conclude Bernardini.»

Lo “strano” caso della ferrovia del Casentino. L’incredibile silenzio dei sindaci

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La vicenda della ferrovia del Casentino ci sembra ben rappresenti lo stato confusionale della politica casentinese e, purtroppo, la marginalità del nostro territorio. Vorremmo provare a riassumere i fatti, ma confessiamo di sentirci impotenti. Non siamo certi di aver capito bene che cosa sta succedendo.Proviamo a riassumere quello che ci sembra di aver capito:

  1. Si istituisce un treno diretto Stia -Firenze. Ottima cosa, vorremmo dire. Solo che poi guardiamo gli orari e scopriamo che si tratta di un viaggio di due ore e mezzo (dalle 6,57 alle 9,27). E’ lo stesso tempo che ci mette il pullman e maggiore di quello attuale per ferrovia con cambio ad Arezzo. Non ci sembra un granché come servizio! A ciò si aggiunge che, per il momento, ci sarà solo il treno di andata, perché per il ritorno non si sono trovati gli orari giusti, che non sconvolgessero gli orari previsti per gli studenti (che, come noto, costituiscono la maggior parte dell’utenza).

Insomma, un grande annuncio, che vorremmo giudicare positivamente, ma con scarsi risultati concreti

  1. Il Presidente della provincia in una intervista annuncia che la LFI non è più strategica per l’ente, quindi la provincia uscirà dalla società (di cui detiene quote maggioritarie)-
  2. Il presidente della LFI comunica che la scelta della provincia significherebbe la fine della società e, quindi, del treno stesso del Casentino (altro che potenziamento). Come al solito, sono seguite poi precisazioni, aggiustamenti ecc. ecc.
  3. Tutto questo avviene all’interno del PD che esprime sia il Presidente della Provincia, sia il Presidente della LFI, sia l’assessore regionale ai trasporti (che, guarda caso, è anche casentinese).

    Che dire? La vicenda della ferroviaria è’ parte della lotta tra le correnti del PD sulla pelle del Casentino e dei casentinesi? I questa vicenda sorprende (ma ormai non ci sorprendiamo più) il silenzio dei sindaci. Come è possibile assistere inetti alle dichiarazioni del Presidente della Provincia per il quale il Casentino non è strategico? Tanto più, ricordiamolo, che il Presidente della Provincia non è eletto dai cittadini, ma dai sindaci. Ha concordato anche con loro la posizione sulla LFI? O solo con quelli del Valdarno (che tra l’altro vorrebbero andare con Firenze)? Perché non chiedono le dimissioni dello stesso Presidente o, almeno perché non lo costringono ad una nuova posizione? Il dramma è che i nostri beneamati sindaci sono tutti presi dalle loro piccole beghe locali e non riescono a vedere oltre i loro confini da strapaese. Sulla loro inadeguatezza si gioca il futuro del Casentino.

    La smettano lor signori di occuparsi delle identità locali, dei supermercati a gogò e delle sagre e si occupino del futuro di questa vallata, se ne sono capaci.

    Movimento Arturo, Circolo Bibbiena e Poppi

Bibbiena: il Comune con le tasse più basse del Casentino e tra le più basse della Toscana

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Riceviamo e pubblichiamo. In risposta ai signori a cui piace tirare numeri a caso sul bilancio e le tasse del Comune di Bibbiena, vorrei ricordare che il nostro comune risulta tra i più virtuosi della regione in questo settore. Infatti, il Comune di Bibbiena ha la pressione fiscale pro capite (e quindi le tasse) più bassa del Casentino, e tra le più basse della Provincia; con 550 euro pro capite, siamo molto al di sotto dei comuni limitrofi, come Chiusi della Verna che arriva addirittura a 887 euro pro capite e Poppi che si ferma a 692 euro (Vedi tabella in basso). Inoltre, se guardiamo la classifica dei Comuni Toscani per pressione fiscale pro capite, troviamo Bibbiena tra i primi 50 con pressione fiscale più bassa (precisamente al 43° posto). Ricordo infine che Bibbiena presenta numerose agevolazioni sul lato dei tributi; una di queste è l’esenzione dal pagamento dell’addizionale IRPEF per redditi al di sotto dei 10 mila euro e quella introdotta quest’anno sull’esenzione dal pagamento della COSAP nei centri storici e nelle frazioni.

Filippo Vagnoli, assessore al bilancio Comune di Bibbiena

articolo tributi

Ricordando il “Vecchio Cinema Dante”

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di Monica Prati – “Prima o poi arriva un tempo che parlare o stare muti è la stessa cosa. E allora è meglio stare zitti.” Recitava così il protagonista del grande film di Giuseppe Tornatore “Nuovo Cinema Paradiso”. Sempre di cinema si parla, ma quando ci riferiamo alla nostra vallata non possiamo non volgere lo sguardo a Poppi, al “Vecchio Cinema Dante”, che nonostante sia stato considerato da generazioni intere di casentinesi un luogo di educazione, cultura, intrattenimento e crescita, sta pian piano scomparendo dal nostro territorio, dato che è già stato dato avvio alla sua demolizione…
L’amaro in bocca è rimasto a tanti, mentre la nostalgia ha colpito soprattutto chi, negli anni d’oro del cinema Dante, ha vissuto in prima persona tra i pop-corn di quelle sale.
Domenico Alvaro Vagnoli (nella foto) ha lavorato tanti anni per la famiglia Pieri, proprietaria della “sala cinematografica Dante” di Poppi. RAVENNA 039
Signor Vagnoli cosa ha rappresentato il cinema Dante per il paese e… per lei? «Il cinema per la gente del paese era tutto, perché negli anni che ho vissuto io e anche negli anni migliori del cinema a Poppi, questo era cultura, educazione, insegnamento, parlare e vedere, perché si andava al cinema per guardare quello che c’era, informati dal cartellone. Non era tanto il film in sé ma quello che c’era dietro, quindi per il paese il cinema era tutto.
Negli anni ‘70 non c’era l’orario del cinema come lo conosciamo oggi, c’era l’apertura del locale alle 15 con l’inizio della proiezione fino a sera; chi voleva vedere il film poteva venire a qualsiasi ora perché l’orario era continuato. Chi andava al cinema andava anche per imparare, quindi il cinema ha portato benefici al paese e alla gente.
Iniziai a lavorare nel cinema di Poppi nel 1968, a quel tempo la sala era anche un teatro che ha ospitato personaggi illustri dello spettacolo, della televisione, del teatro appunto. Mi ricordo che ogni volta che si apriva bisognava essere minimo in due a strappare i biglietti a controllare le persone che avevano fretta di entrare per prendere i posti, infatti questi erano limitati a circa 600, il locale quindi si riempiva subito.
La gente guardava il cartellone e diceva: “C’è uno spettacolo, bisogna andare a vederlo perché domani non ci sarà più!” E tutti volevano andare al cinema! Ho ricordi bellissimi di quel periodo, tanta gente dello spettacolo veniva al Dante, per fare alcuni esempi Orietta Berti, Patty Pravo, Adriano Celentano e via di seguito. Sono stati anni d’oro fino al ’72, ’73 poi è iniziata la crisi del cinema. Si passò dalle 14 sale che erano in Casentino a 3 locali, cinema Sole, cinema Italia, cinema Dante, tutto si ridimensionò e si discuteva della possibile fine del cinema a causa della televisione…
Personalmente il cinema l’ho vissuto non solo come un lavoro, ma come una vera e propria famiglia. Era un lavoro che mi piaceva, lo facevo volentieri. Stavo in gabina, ma ero sempre a contatto con la gente e stavo anche molto a controllare la macchina da presa quando all’inizio andavano sorvegliate mentre girava la pellicola perché c’era il rischio che si rompesse o prendesse fuoco. Dopo diverso tempo che me ne occupavo presi più confidenza e quindi potevo scendere giù al bar a servire la gente, a parlare, è stato davvero un bel lavoro! E un bel rapporto con la famiglia Pieri. Piero Pieri, Gessi Pieri e figli/e per me sono stati e restano una famiglia, non dei datori di lavoro.
Dagli anni ’80 in poi gestivo l’intero cinema, sono stati gli anni più belli della mia vita anche se lavoravo nei giorni festivi e qualche volta ero stanco, è stata lo stesso un’esperienza meravigliosa.»
Cos’è cambiato negli anni? «È cambiato tutto! Peccato che i giovani d’oggi non abbiano potuto viverlo e non sanno cos’è stato il cinema Dante in quell’epoca d’oro, peccato! Fino agli anni ’70, ’75 il cinema era cultura; l’80% delle persone veniva dalla campagna e non aveva visto niente, quindi andava al cinema per il gusto di andare al cinema, per divertirsi e vivere un momento di svago, allora non c’erano altri passatempi. Quando si proiettava un film giallo la gente alla fine usciva dalla sala chiedendosi se c’era qualcuno che aveva capito qualcosa, perché a volte non ci avevano capito niente, però l’importante era avere passato qualche ora al cinema.
Oggi il cinema è nelle mani delle grandi aziende cinematografiche americane e il film è diventato un prodotto da vendere da scambiare, che ha poco a che fare con la cultura.
Ma bisogna adeguarsi al mutare dei tempi, così negli ultimi 5, 6 anni di vita del cinema Dante, il proprietario aveva un bel progetto da realizzare, voleva ristrutturare e ingrandire le sale, avrebbe voluto acquistare il terreno adiacente al cinema per creare 3 sale, 2 all’interno del cinema e 1 accanto, in questo modo il cinema sarebbe rimasto aperto negli anni a venire. Con enorme dispiacere e rammarico non è stato possibile realizzare il progetto e non solo per motivi economici, ma anche perché il terreno adiacente è stato venduto e poi utilizzato per altri fini.»
Si ricorda qualche circostanza particolare, qualche aneddoto sul cinema?
«Un episodio che mi è rimasto impresso è stato non riconoscere il cantante Albano che è stato uno dei primi cantanti che da giovane è venuto a cantare a Poppi. Ricordo che la sera in cui doveva cantare io ero nei camerini perché il cantante avrebbe dovuto firmare gli autografi alla gente, ero stato incaricato di fare entrare una persona alla volta in camerino, nel frattempo arrivò la titolare, Gessi Pieri che mi chiamò: “Alvaro! Alvaro!” Stava parlando con un ometto un po’ più basso di me, poi mi disse: “Questo è Albano!” E io ci rimasi male perché non l’avevo riconosciuto, era proprio all’inizio della carriera, cantò diverse canzoni incantando tutti. Il non riconoscerlo mi è sempre rimasto in mente, naturalmente poi mi fu presentato, lo conobbi e fui molto contento.
In un’altra occasione, sempre verso la fine degli anni ’70 arrivò l’attore Carlo D’apporto con la sua compagnia teatrale per rappresentare una commedia dal titolo “Il visone viaggiatore”. Mi ricordo che montarono le scene, ma lo spazio non era sufficiente, gli attori e le comparse erano tanti e i camerini non contenevano tutti, allora parlando con Carlo D’apporto questi mi desse: “Una volta al Metropolitan! Una volta al Dante!” Per lui era un po’ allo stretto, ma lo spettacolo fu un successo, la gente applaudiva impazzita e sarebbe anche salita sul palco.»
Una volta chiuso che fine ha fatto tutto il materiale del cinema? «Per quanto riguarda la pubblicità cartacea, i manifesti, i cartelloni, le locandine del cinema, quelle incollate nei muri andavano distrutte, ma quelle che erano in sala venivano riconsegnate alla casa perché venivano poi riutilizzate in altri cinema. Anche le pellicole erano contate, quando un film arrivava da noi come minimo erano passati 3, 4 mesi dall’uscita nelle sale delle altre città, quindi la pellicola era già vecchia e anche la pubblicità era meno nuova.
Con il tempo tutto è cambiato, la pubblicità arrivava nuova e non veniva più restituita. Io avevo riempito una stanza di 40 mq di reclami recuperate in buono stato, avevo schedato tutto, ma in quel periodo non interessava a nessuno quel materiale così l’ho dovuto consegnare allo smaltimento della carta, venduto a peso per poco. Purtroppo il materiale accumulato nel tempo poteva diventare pericoloso, c’era molto umido nel deposito e la carta tendeva ad ammuffire e a marcire quindi nel tempo tutto è andato distrutto. Ora mi rendo conto che se avessimo tenuto tutto, avremmo venduto a collezionisti e appassionati di cinema l’intero materiale, oltretutto alcuni manifesti erano disegnati a mano ed erano dei veri capolavori artistici. Mi ricordo che tenevamo qualcosa da parte per 2, 3 persone che si sapeva venivano a chiederle, io consegnavo le chiavi e le facevo entrare nel magazzino dove prendevano quelle le cartoline che più gli piacevano.»
Alvaro ci ha raccontato delle storie preziose e la sua memoria è vero tesoro per Poppi e per tutti i casentinesi… Ma cosa pensano dell’ex cinema gli abitanti di Ponte a Poppi? Che cosa vorrebbero vedere sorgere al posto della storica sala cinematografica? Ci siamo fatti una passeggiata per la via principale del paese e le risposte sono state diverse.
Un commerciante ha detto: “Dicono che ci viene un parcheggio e io me lo auguro perché ce n’è bisogno a Ponte a Poppi, inoltre per i negozianti i parcheggi sono fondamentali, se è vero, io sarei proprio contenta, ovviamente ci vorrebbe un parcheggio senza disco orario, così le persone potrebbero lasciare l’auto per tutto il tempo necessario e a livello commerciale darebbe un contributo alla ripresa.”
Diverso il punto di vista di un genitore che invece lamenta la mancanza di un parco giochi ben attrezzato e ben tenuto: “Al posto dell’ex cinema ci vorrebbe un bel parco per bambini visto che lì c’è la casa della salute e ci sono sempre tanti bambini che nell’attesa di andare dal pediatra potrebbero giocare. Inoltre c’è anche l’asilo davanti, quindi un’area verde con tavoli e giochi sarebbe l’ideale, ci sarebbe anche più gente in giro per il paese dato che ora non c’è niente, c’è solo asfalto e strada a Ponte a Poppi.”
Secondo un’altra persona servirebbe un punto di aggregazione sociale: “Niente supermercati perché ce ne sono già tanti, dicono che lo spazio verrà utilizzato dai venditori ambulanti del martedì. A me personalmente piacerebbe un bel giardino con una fontana, o comunque qualcosa che servisse di ritrovo per tutto il Casentino, visto che quando c’era il cinema venivano bambini, ragazzi, adulti; ci vorrebbe qualcosa che nel 2017 rispecchi quello che una volta si faceva andando al cinema.”
Continuando a parlare con le persone entriamo in un bar e il titolare dice che ci vorrebbe un parcheggio, tanto le aree per bambini ci sono già, anche dietro la parrocchia è stato realizzato un campetto da calcio e dei giochi: “In piazza c’è un parcheggio con il disco orario e più di un’ora non si può stare, il martedì sarebbe utile che lo spazio venisse occupato dal mercato così sarebbe libera la piazza, mentre negli altri giorni lo spazio potrebbe essere usato come parcheggio senza disco orario.”
Infine, qualcuno ha nostalgia della piazza del Ponte che tanto tempo fa era un’isola verde con una fontana e degli alberi ombreggianti: “Mi ricordo la piazza una volta… Com’era bella! Poi è stata trasformata in un grigio parcheggio. Se vogliono asfaltare ancora non sono d’accordo, bisognerebbe fare un bel parco magari con una pista da skateboard che piace tanto ai ragazzi!”

(tratto da CASENTINO2000 | n. 288 | Novembre 2017)

Il Parco? Per qualcuno solo una chiassosa e pacchiana passerella

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Quando questa lettera è arrivata in redazione nessuno poteva credere che fosse davvero possibile! A scriverci era proprio lui, il nostro “maestro”, il terribile mostro strisciante che, con la sua lingua pungente, è la nostra principale ispirazione per articoli e inchieste… Chissà come avrà fatto poi, con quelle braccia corte e gli artigli lunghissimi a digitare sulla tastiera del computer; fatto sta che la lettera del Badalischio è arrivata in redazione (nonostante le Poste!) e non potevamo certo non renderla pubblica ai nostri lettori.
Il Badalischio ci ha persino ordinato di farci la copertina, tanto è importante per lui questa vicenda… E allora ci facciamo da parte e lasciamo a Lui la parola, anzi il ruggito, quello cattivo e arrabbiatissimo dell’inquietante e sibilante drago casentinese.

«Cara Redazione, dopo la decisione che ho preso, non potevo non spendere parte del mio tempo per inviarvi queste poche righe e mettervi al corrente della mia decisione. Il mio tempo è prezioso e non posso sprecarlo… Ho troppi politici da colpire con la mia lingua biforcuta; il lavoro è tanto, lo sapete bene anche voi, ma tra una ruggita e l’altra o trovato qualche minuto per scrivervi e poi per andare alle Poste a spedirvi questa lettera… Mi sono scomodato dalla mia tana solo per voi, perché credo che siate degni eredi del il mio lavoro; sapete come si fa insomma… Ormai siete diventati dei veri Badalischi anche voi! Peccato per il vostro aspetto poco mostruoso, ancora con quello non ci siamo, ma non si può avere tutto…
E comunque la farò corta e arriverò dritto al punto. In Casentino, il nostro non è più un Parco per Badalischi!
Metteteci anche che sono vecchio, ho quasi un milione di anni, che gli acciacchi iniziano a farsi sentire e che a volte il mio ruggito non è più come quello di una volta, ma quello che è diventato il Parco delle Foreste Casentinesi non lo posso più tollerare e ho deciso di lasciarlo!
Dovrò trovarmi un’altra tana (quindi dobbiamo pensare anche ad un altro covo per le nostre riunioni di redazione).
Il Casentino però non lo posso lasciare; sono nato qui e poi di lavoro da fare ce ne è ancora tanto… Le fusioni, il referendum, il PD, Bernardini, Ceccarelli, Desideri, l’Ospedale, Santa Mama…
Non posso certo lasciarvi da soli a lottare, l’impresa è troppo grande quindi non posso non darvi una mano! Però voi dovete aiutarmi a trovare un’altra dimora degna del mio portamento strisciante, perché nel Parco no! Non ci voglio più stare!
Lo scorso mese ci siamo riuniti con tutti gli animali delle Foreste ed erano in tanti a pensarla come me… Si prospetta un periodo buio per tutti noi… Dal Parco infatti continuano a sostenere che il turismo è aumentato del 20%! Lo dicono ogni stagione. In inverno per il turismo bianco, in estate per le tante persone che amano passeggiare nei nostri boschi, in autunno per il fail foliage, in primavera… mmm… forse ancora per la primavera non lo hanno mai detto, ma lo faranno vedrete! Quindi facendo due conti, anche con il Lupo, ci siamo detti davvero preoccupati; nel bosco ci saranno solo turisti! Più turisti che animali e non ci sarà più posto per noi; saremo invasi da quest’orda di gente, questo fiume di olandesi pronti a scattarsi selfie e a fare il bagno nei corsi d’acqua delle Foreste. Un incubo!
La regola del 20% colpirà ancora…
Per noi parlare poi delle televisioni. Rai, documentari, troupe televisive, fari, flash, riprese a ogni giorno dell’ora e della notte, riprese aeree con l’elicottero; siamo sempre sotto i riflettori ed è davvero troppo stressante, anche per un mostro come me!
E allora io lascio anche perché questa regola del 20% mi corrode il fegato… Ma come? Tutti questi turisti nel Parco e ancora la nostra vallata non riesce a vivere di turismo? Dopo una vita non riusciamo ancora a farli “calare” dalla Verna, Camaldoli o dalle Foreste, come e dove si registra questo incremento? Soprattutto a chi serve? Al Parco stesso forse per farsi figo in tv e per sventolare dati (questa cosa del 20% di incremento a ogni stagione sta diventando davvero ridicola!) sui giornali… ops… giornalini amici?
Al Casentino no di certo, non alle attività commerciali della vallata o alle strutture ricettive che si trovano lontane dal bosco… Ormai le Foreste sono solo una passerella, assomigliano più a una chiassosa e pacchiana sfilata che al luogo di silenzio e natura incontaminata che invece dovrebbero essere.
Purtroppo c’è chi le sfrutta solo per i propri fini, personali e politici, per emergere e farsi notare e soprattutto per arrivare chissà dove, inseguendo chissà quali poteri; pronti se serve a schiacciare la Foresta stessa e i suoi animali pur di arrivare… Del Parco non gliene può fregar di meno!
Per questo da oggi lascio… Il nostro non è più un Parco per Badalischi!»

(tratto da CASENTINO2000 | n. 288 | Novembre 2017)

Telecamera scoraggia incivili

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Un nostro lettore ci ha segnalato con questa foto una “presunta” telecamera (in alto a destra nel cerchio rosso) posta a sorvegliare i cassonetti locati in via della Ferriera a Stia. Non sappiamo se questa telecamera sia vera o solo messa lì da un buontempone stiano, ma comunque se è vera è stata una scelta giusta da parte del Comune o di SEI, la società addetta alla raccolta dei rifiuti. Se fosse solo finta, può essere una buona idea per gli enti sopra, un mezzo per scoraggiare tutti quelli che incivilmente (e sono tanti) depositano rifiuti di ogni genere fuori dai cassonetti di via della Ferriera.

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Bibbiena: arriva la stangata

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Riceviamo e pubblichiamo. Nel 2017 non sono stati sufficienti quasi mezzo milione di euro di entrate straordinarie da oneri di urbanizzazione, in questi anni utilizzati per finanziare molti degli investimenti della Giunta Bernardini, aggiunti a duecentomila euro di risorse liberate dalla rinegoziazione dei mutui, pure impegnate per asfaltature e manutenzioni in corso o programmate nei prossimi mesi, per soddisfare le esigenze di bilancio.

Dopo la recente rinegoziazione dei mutui, nuovo pesante indebitamento che i cittadini di Bibbiena dovranno colmare a partire dal 2020, l’Amministrazione comunale sta inviando richieste di pagamento ai proprietari di aree edificabili per aumentare ulteriormente le entrate tributarie.

Purtroppo, però, sta assumendo valori venali per la determinazione dell’imposta IMU pari a 140 euro a metro cubo per tutte le lottizzazioni già urbanizzate. Valori assolutamente astronomici, ben lontani da quelli di mercato negli anni compresi tra il 2012 e il 2017, oggetto delle comunicazioni. Oltre all’entità della richiesta si pretende, non in veste di accertamento, il pagamento di cinque annualità arretrate. Un vero e proprio regalo natalizio all’Amministrazione Comunale.

Al di là dell’ironia, insomma, le strategie dell’assessore al bilancio non promettono nulla di buono per i cittadini del comune. Prima si è indebitato l’Ente rinegoziando i mutui, poi si svuotano le tasche dei contribuenti che possiedono un terreno fabbricabile: poco importa, poi, se la possibilità di costruire è a volte puramente formale. L’importante è fare cassa. Ci faremo carico di controllare con quali canoni vengono effettuate tutte le verifiche.

In ogni caso, questo modo di agire ci pare ingiusto verso i cittadini, rivolto soltanto a reperire risorse non strutturali da investire a breve termine, forse quello delle prossime elezioni o, forse, del prossimo referendum.

PD Bibbiena

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nella persona di Roberto Frulloni
presso la sede legale di via Rignano 11,
Bibbiena, 52011 (Arezzo).
P.IVA 02020850513
Indirizzo email: fruska@fruska.it

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