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martedì, 6 Maggio 2025
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“Il Bosco in festa” di Coldiretti, a Bibbiena tre giorni per celebrare i custodi della foresta e la filiera del legno

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“Il Bosco in festa” è il nome dell’iniziativa organizzata da Coldiretti Arezzo in collaborazione con il Comune di Bibbiena, manifestazione che si terrà a Bibbiena dal 27 al 29 ottobre prossimi con il patrocinio della Camera di Commercio Arezzo – Siena, del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, della Provincia di Arezzo, del Comune di Bibbiena e di Terranostra Arezzo.

“Nell’ambito delle nostre attività promozionali abbiamo pensato a questo momento con la finalità di divulgare un nuovo modo per parlare del bosco, delle foreste e della filiera del legno Made in Italy – ha spiegato il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci – “Il Bosco in Festa” disegna una occasione di confronto con i rappresentanti delle istituzioni, con gli agricoltori, gli operatori forestali, i cittadini ed i media con momenti dedicati agli studenti delle scuole, agli operatori di settore, alla cittadinanza tutta con l’obiettivo di promuovere l’intero settore. Nella tre giorni verrà data promozione al ruolo dei custodi del bosco e quindi degli operatori del settore, inoltre sarà valorizzato il settore forestale come elemento strategico dell’economia circolare, sviluppando il principio a cascata di utilizzo efficiente delle risorse legnose, garantendo l’equilibrio fra produzioni industriali ed energetiche, coerentemente agli obiettivi climatici ed energetici europei, nel rispetto della sostenibilità ambientale”.

Venerdì 27 si apre subito al mattino con i laboratori didattici dedicati agli studenti delle scuole del territorio con “Il bosco si racconta” a cura di Daniele Taffon, Responsabile Ambiente e Biodiversità di Campagna Amica attività che si svilupperanno nella prestigiosa Sala delle Bandiere del Comune di Bibbiena.

Sabato 28 alle ore 10 è il giorno del confronto “I Custodi del bosco e la Filiera del legno” presso il Teatro Dovizi, la tavola rotonda che sarà condotto dal Direttore de La Nazione di Arezzo Federico D’Ascoli, prevede la partecipazione di studiosi, esperti del settore, enti ed istituzioni oltre alla rappresentanza nazionale, regionale e provinciale dell’associazione di categoria.

Sempre sabato 28 alle 18 presso Le Logge del Tarlati e Il Podestà in Piazza Tarlati a Bibbiena, sarà la volta del momento conviviale con le eccellenza di Campagna Amica per l’agri aperitivo e serata in musica con “Il Porto” Dj set.

E domenica 29 è il giorno della festa a partire dalle 9:30 con la sfilata dei mezzi agricoli con inizio dal centro commerciale Casentino ed arrivo a piazzale della Resistenza e dalle 10 alle 18 sarà possibile visitare in piazza Tarlati il Mercato straordinario di Campagna Amica per gli acquisti a km zero, gustare lo streetfood contadino (che si estende anche nelle piazze Camaiani e Pierazzuoli) ed ancora informarsi con lo spazio del Comando Carabinieri Unità Forestali, ammirare le creazioni degli artigiani del legno, osservare gli antichi mestieri con i Bigonai, visitare l’esposizione di alberi di Natale, e partecipare ai laboratori con le fattorie didattiche. Sempre dalle 10 alle 18 al Chiostro di San Lorenzo mostra micologica, mostra pomologica e presenza dello sportello micologico dell’Azienda Usl Toscana Sud Est, nella piazzetta Poltri “Sole nel bosco” in collaborazione con il Centro Italiano della Fotografia D’Autore, mostra collettiva della masterclass “Ivano Bolondi” a cura del regista fotografo Lorenzo Cicconi Massi. Alle 10:30 da Piazza Tarlati partirà la camminata “Passeggiando nella natura organizzata da Uisp Comitato Territoriale di Arezzo, per tutta la giornata sarà possibile visitare l’esposizione dei mezzi agricoli e visitare l’esposizione dei mezzi antincendio ed assistere alla dimostrazione dell’antincendio boschivo a cura dell’Unione dei Comuni del Casentino ed all’esposizione dei mezzi antincendio a cura del Coordinamento delle Misericordie Aretine nel piazzale della Resistenza oltre che visitare l’esposizione dei mezzi antincendio del Coordinamento Misericordie Aretine, osservare le dimostrazioni di tree climbing lungo viale Garibaldi e dalle 15 sempre a cura della Uisp presso i giardini della bocciofila invece inizieranno i “Giochi di una volta” per grandi e piccini, dalle 16 in piazza Tarlati  musica e folklore con il gruppo sbandieratori e musici della città di Bibbiena.

 

“Come amministratori abbiamo sostenuto il programma e la manifestazione perché riteniamo fondamentale attivare una nuova riflessione sul bosco e il suo ruolo nella nostra vita – ha commentato il Sindaco di Bibbiena Filippo Vagnoli – l’attualità ci chiama ad una nuova responsabilità nei confronti di questo patrimonio di valori che è il bosco. Dobbiamo riportare il bosco tra le nostre priorità anche gestionali poiché il futuro passerà dalla cura di questa immensa e fragile eredità che ci dobbiamo impegnare a portare nel futuro”.

L’Assessore alle politiche energetiche, ambiente, paesaggio ed aree protette del Comune di Bibbiena Daniele Bronchi ha spiegato come la manifestazione rappresenta una grande occasione per portare il bosco in città o meglio ricreare un antico legame tra comunità e bosco.

“Un rapporto che i casentinesi conoscono bene ma che nel tempo dobbiamo rafforzare nella consapevolezza che il bosco è vita e che dal bosco passeranno le future strategie di contrasto ai cambiamenti climatici. Tutto il progetto – ha conclude l’Assessore – sarà interessante anche per riflettere anche sull’importanza economica del bosco per le nostre popolazioni. Come amministratori ancora prima della soppressione regionale sul vincolo, abbiamo tolto gli oneri per le aziende che operano nel comune di Bibbiena”.

Maggiori informazioni www.arezzo.coldiretti.it arezzo@coldiretti.it 0575/39951.

Ci salveranno i girasoli?

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di Marco Roselli – Alzi la mano chi non ha mai scattato una fotografia ai girasoli fioriti! La pianta occupa la Toscana ormai da diversi decenni contribuendo non solo alla produzione agricola ma anche alla caratterizzazione paesaggistica. La bellezza di un campo di girasoli con lo sfondo del Castello di Poppi, della città di Arezzo o di Cortona non sfuggono a nessuno, tanto meno ai set cinematografici o ai cataloghi dei grandi studi fotografici. Le pianure e le colline della nostra provincia si tingono di giallo arancio creando orizzonti irresistibili, soprattutto al tramonto, quando i cromatismi si fondono.

La coltura Il girasole (Helianthus annuus) è una pianta erbacea annuale che appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Il nome latino deriva da due parole greche ‘helios’ (sole) e ‘anthos’ (fiore), in riferimento alla tendenza di questa pianta nel far girare il bocciolo verso il sole. Questo comportamento è noto come eliotropismo. La parola annuus indica il ciclo biologico che è annuale. Anche il nome comune italiano (girasole) deriva dalla rotazione dei boccioli in direzione del sole. Il girasole entra ottimamente nella rotazione agraria in quanto segue il grano come coltura da rinnovo, ma è in grado di sfruttare l’effetto positivo dei residui di una pianta ‘preparatrice’, come ad esempio il mais. La coltura ha un ciclo primaverile-estivo molto breve e lascia il terreno in buone condizioni di fertilità. Si raccoglie tra agosto e settembre, in base al momento in cui è stato seminato. La raccolta inizia quando si verifica la caduta spontanea degli involucri fiorali portati dal frutto, il viraggio al bruno della calatide e la completa secchezza delle foglie basali. Una buona produzione di acheni si aggira intorno a 20-25 quintali ad ettaro. In condizioni molto favorevoli di può arrivare a 35-40 quintali. Da 100 kg di semi di girasole si ottengono 35-40 kg di olio, con un buon valore alimentare ed una notevole attitudine ad essere impiegato come combustibile per motori per autotrazione in luogo di benzina e diesel.

Emblematica la vicenda dei biocarburanti in Brasile Mai come in questo periodo la discussione attorno alla possibilità di utilizzare alternative agli idrocarburi, benzina e diesel, è divenuta tanto accesa. L’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio, la necessità di ridurre la dipendenza economica dai paesi produttori, nonché la crescente coscienza ecologica, che spinge i singoli individui e le aziende a raccogliere maggiori informazioni sul tema, sono alcuni dei fattori che stanno spingendo il mondo verso cambiamenti radicali. Nel tentativo di pianificare una risposta efficace e convincente alla crescente dipendenza dal petrolio, sta aumentando significativamente anche l’interesse dei governi verso fonti alternative e rinnovabili, purché ecosostenibili, non solo dal punto di vista dell’inquinamento, ma anche della produzione su larga scala e dei possibili effetti sui mutamenti del territorio. I paesi interessati a questi processi stanno rivolgendo l’attenzione a diversi procedimenti per la fermentazione delle biomasse e l’ottenimento di olii combustibili (soia, colza, girasole); in questo contesto è interessante notare come i paesi più “ricchi” in termini di idrocarburi, siano anche quelli all’avanguardia in questo tipo di ricerca.

A questo punto viene naturale domandarsi: “esiste un paese nel quale i carburanti alternativi al petrolio vengono utilizzati al punto di determinare una significativa riduzione della domanda interna di veicoli mossi a benzina o a diesel?” A dire il vero, esistono diverse nazioni in cui certe tecnologie vengono utilizzate. E’ questo il caso della Svezia e gli Stati Uniti, dove, può sembrare un paradosso, la possibilità dei privati di sviluppare filiere è molto libera, tanto da esserci concessionarie che commercializzano, ad esempio, automobili ad aria compressa. Tuttavia l’esempio più significativo è quello del Brasile, una nazione dove si sono ottenuti i risultati più importanti sia in termini quantitativi che qualitativi (% di mezzi di trasporto alimentati da combustibili alternativi e ottima qualità dell’aria, risultato certificato addirittura dalla Nasa). Questi successi sono stati ottenuti anche attraverso una politica lungimirante nell’utilizzo dell’etanolo e degli oli vegetali, nonostante si tratti di una nazione che ha immense risorse naturali e che è praticamente autonoma dal punto di vista energetico.

L’etanolo: una storia antica L’alcool etilico si ottiene a partire da biomasse per mezzo di un procedimento di fermentazione degli zuccheri ricavati dalla barbabietola, dalla canna da zucchero ma anche dall’ uva e dal granoturco. L’etanolo possiede un’ampia varietà d’impieghi, sia industriali che quotidiani, ma il suo utilizzo come carburante per autotrazione è quello che ha fatto concentrare su questo prodotto una crescente attenzione. Per la verità, l’idea di utilizzare etanolo al posto dei carburanti a base di idrocarburi è tutt’altro che recente, dato che è nata praticamente insieme all’automobile, essendo l’alcool meno infiammabile e meno tossico della benzina o del gasolio. Per molti anni si è lavorato sull’adattamento dei motori per consentirne l’utilizzo in maniera affidabile, fino a giungere all’elaborazione del motore Flex (a benzina e ad alcool). Sempre in Brasile, già da molti anni, specifici programmi governativi miranti alla sua adozione e al contenimento del prezzo, hanno portato alla decisione di fabbricare vetture Flex su larghissima scala. Negli Stati Uniti, dove il motore Flex è stato inventato, l’alcool viene prodotto dal mais, mentre in Europa deriva dalla fermentazione della barbabietola. L’alcool è un ottimo carburante per autotrazione poiché presenta un livello di ottani superiore alla benzina, ma brucia ad una pressione inferiore e non contiene zolfo, comportando pertanto ridotte emissioni inquinanti.

Purtroppo la sciagurata politica di dismissione degli zuccherifici avvenuta in Italia negli anni novanta (chiusi 16 zuccherifici su 19!) ha di fatto tagliato le gambe a questa utilissima filiera. Attualmente, nel nostro Paese, la maggior parte del mercato è controllata da tre giganti stranieri, il primo dei quali è la multinazionale tedesca Sudzucker, che vanta 31 siti in tutta Europa.

Il secondo padrone dello zucchero in Italia è la francese Cristal Union, acquisitrice di Eridania, che con 10 stabilimenti nel mondo sforna 2 milioni di tonnellate all’anno di prodotto. Sempre d’Oltralpe è la multinazionale Tereos, che detiene 45 siti industriali in 13 paesi ed è il primo produttore francese con 3,7 milioni di tonnellate, per un giro d’affari di 5 miliardi di euro. Eppure, anche in provincia di Arezzo è esistito per moltissimi anni lo zuccherificio di Castiglion Fiorentino, il quale, oltre a fornire una produzione di alta qualità, garantiva il mantenimento di una economia importantissima che faceva ospitare la coltura della barbabietola nelle aziende agricole da Arezzo a Grosseto fino ad arrivare all’Umbria.

Il biodiesel è perfettamente compatibile con i motori per autotrazione Il biodiesel è un carburante per autotrazione di origine vegetale (può essere ricavato dal girasole, dal ricino, dalle arachidi e altre piante oleose). Nel paese sudamericano di cui abbiamo parlato, l’impiego del biodiesel si è sviluppato da decenni, parallelamente a quello dell’etanolo, con risultati eclatanti in termini di impiego. Il biodiesel può sostituire il gasolio per motori diesel o essere miscelato con esso in qualsiasi percentuale, essendo perfettamente compatibile con questo tipo di motori, che non richiedono alcuna modifica per il suo utilizzo. Possiede però il grande vantaggio di essere ecologico in quanto biodegradabile, rinnovabile, non tossico e privo di zolfo e composti aromatici. Secondo alcune ricerche, dalla sostituzione di un chilo di petrolio con un chilo di biocombustibile si ottiene una riduzione di tre chili di gas carbonico nell’atmosfera.

A costo di auto denunciarmi, confesso di essere stato uno di quelli che, una ventina di anni fa, metteva tranquillamente l’olio di colza (nella foto sopra, campi di colza) nel motore della Fiat Punto diesel. Miscelato al 50-60% l’automobile andava che era una meraviglia, poi, come spesso capita in terra italica, lo Stato ci mise gli occhi e dopo un po’ di buriana pensò bene di far alzare il prezzo ai supermercati, in modo da non renderlo più conveniente, tanta era (ed è tutt’ora) la fame di accise.

Non solo batterie al litio. L’opportunità dei contratti di filiera per il biodiesel in Toscana L’agricoltura toscana partecipa da protagonista alla sfida energetica del Paese perché ha messo in cantiere un progetto di recupero di oltre 350 ettari di terreni agricoli abbandonati per destinarli alla coltivazione di girasoli “energetici” da trasformare in biodiesel.

A rendere possibile questa progettualità sono stati i contratti di filiera che, come dice il loro nome, sono accordi che vincolano tutti i soggetti, dai produttori agricoli primari fino all’agroindustria, con obiettivi specifici e condivisi. In questo caso, con la promozione di Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia, viene ad attuarsi una collaborazione tra ENI e BF (Bonifiche Ferraresi) per sviluppare nuove filiere ad uso energetico in Italia.

Il progetto punta, inoltre, a garantire l’accesso alla terra agli agricoltori e a introdurre tecniche e processi all’avanguardia, con l’obiettivo di contribuire a ridurre le emissioni di CO2 nei settori dell’agricoltura e dei trasporti. Si tratta di una iniziativa che, secondo i promotori, contribuirà a riportare alla produzione molti terreni in stato di abbandono. Dai primi risultati emerge come grazie ai contratti di filiera è stato possibile assicurare alle imprese agricole un prezzo molto più vantaggioso e remunerativo per ogni quintale ritirato e sono stati valorizzati centinaia di ettari di terreno.

La sfida per l’impiego di carburanti molto meno inquinanti rispetto ai derivati del petrolio è in pieno svolgimento e potrà essere vinta solo grazie ad un insieme di più soluzioni; il rischio di affidarsi ad una sola, quella delle batterie, peraltro monopolizzata da una unica nazione detentrice dei minerali rari, appare fin troppo densa di incognite.

Castanea Sativa

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testo e foto di Andrea Barghi Goaskim – Alta, snella, silenziosa e imponente diventa curvy al raggiungere di una certa età. In autunno ci guarda camminare sui suoi capelli caduti dalle sue braccia, per far posto ai nuovi, più belli, folti e in primavera infiorettati da candidi fiori. Straniera in un mondo italiano dove è stata considerata molto di più che altrove… si è innamorata delle nostre foreste e per gratitudine le ha abbellite di maestosità donando i suoi prelibati frutti a uomini e animali, è considerata la bistecca del Casentino in tempi di carestia, sfamando molte persone.

In genere vecchie e deformi sono circondate da giovani snelle, alte, piene di vita… ma non sagge come loro… o forse antiche e sagge che, qua e la, vivono dopo essere state decimate dalla malattia contagiosa del terribile cancro corticale causato dal fungo Cryphonectria parasitica. Adesso stanno riprendendo vigore e vivono di ottima saluta. Sono talmente felici che spesso nell’età della saggezza aprono una porta per farci visitare la loro casa accogliendo i viandanti sperduti o scappati dall’imminente temporale. La capostipite è nella foresta di Camaldoli… adesso al sicuro di un recinto da chi non la rispettava e sempre maestosa e felice. Non ha voluto farsi ritrarre e, anzi, mi ha suggerito un posto, dove sue vecchie amiche si riuniscono nel mese di ottobre per raccontare i fasti del passato che risale a secoli fa.

Queste sue amiche sono vecchie, ops, scusate, antiche, e non hanno più voglia di muoversi… stanno dove molti secoli fa hanno messo radici. Alcune mi hanno detto che il loro nome deriva da quello della città greca di Kastania in Tessaglia, ma non è vero. È la città che le ha “rubato” quel nome che l’Antico degli antichi le ha messo quando ha battezzato colei che per la prima volta è apparsa sul pianeta terra.

Camminando tra loro e nei suoi viali, si riceve una sensazione particolare. Ti senti accolto e il tuo spirito ne beneficia. Quando c’è la nebbia, tutto diventa magico e non è difficile incontrare ungulati ghiotti dei suoi frutti dispensati in abbondanza al suolo, perché quando sono ancora attaccati ai rami, si proteggono da un guscio con aculei simili a un riccio e da qui hanno preso il nome.

È talmente intelligente, la nostra Castanea, che i “ricci” si aprono solo quando il frutto è maturo e, come sappiamo, è lasciato cadere a terra tra i loro “capelli” che da verde smeraldino son diventati arancio e a poco a poco rossi lasciandosi cadere e tappezzando prati e viali, inondando di magia il castagneto e la foresta che lo circonda. Mitico quello di Camaldoli circondato da molti che sembrano proteggerlo come fosse uno scrigno colmo di tesori.

Dobbiamo ricordarci che il Casentino è ricco di tesori e le foreste ne rappresentano la parte più preziosa.

NEET in Casentino

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di Gabriele Versari – L’acronimo NEET (“Not [engaged] in Education, Employment or Training”, la cui traduzione letterale è “Non [attivi] in istruzione, in lavoro o in formazione”) è riscontrabile in molti articoli di giornale e riecheggia nei nostri teleschermi quando si ascoltano notiziari o talk show inerenti a tematiche relative alla condizione giovanile, al disagio e alla disoccupazione, oppure quando scrolliamo con il dito il nostro smartphone alla ricerca di contenuti divulgativi sulle stesse tematiche, all’interno di pagine social di informazione.

Molto spesso capita di rimanere perplessi di fronte a questo strano vocabolo, quando in realtà il suo significato non è poi così complesso: si tratta infatti di un riferimento a quei giovani, o comunque individui di età compresa tra i 18 e i 34 anni (l’ISTAT compie le indagini relative ai NEET considerando tale fascia di età), che non studiano, non lavorano, né sono interessati a trovare un’occupazione, dopo numerosi tentativi di fallimento o per altri motivi legati alla sfiducia, trovandosi talvolta in una situazione che può essere di estremo disagio. Non è raro, considerando l’economia odierna, ritrovarsi a fare i conti con una realtà complessa e crudele, un mondo del lavoro che invece di accogliere risulta essere respingente ed esclusivo; un sistema educativo in cui spesso il diritto allo studio rimane una norma scritta ma, di fatto, inapplicata; una società dove ci si sente estranei, se non del tutto alienati.

I dati raccolti dagli enti di statistica, primo tra tutti l’ISTAT, dovrebbero invitare a far riflettere in maniera profonda e approfondita sulla questione. Nonostante, infatti, si tratti di un fenomeno ormai internazionale, sicuramente influenzato dall’incertezza economica globale a tutti i livelli, secondo EUROSTAT, che considera i giovani compresi nella fascia di età 15-29 anni, nel nostro paese la percentuale di NEET è più alta di quasi dieci punti rispetto alla media europea (11,7%) e si attesta intorno al 19%, seconda solo a quella della Romania (19,8%). Siamo dunque il primo, tra i paesi fondatori dell’Unione, per numero di giovani che non studiano e non lavorano, né sono in cerca di lavoro.

Notoriamente e per senso comune, i giovani rappresentano il futuro economico, politico e socioculturale di un Paese. Di fronte alle enormi sfide che l’avvenire ci pone davanti, non ci si può permettere di lasciare i nostri giovani dietro le quinte, facendo affidamento ad una classe lavoratrice ormai esausta e incapace di poter attuare una rivoluzione del lavoro che possa essere definita tale e di cui il nostro paese ha un estremo bisogno.

Quella dei NEET è solamente una delle problematiche che affliggono il mondo giovanile, un mondo sempre più isolato dal resto della società. Cercare di risolvere la questione è solo un primissimo passo verso un ricambio generazionale che sia effettivo, ma vale sicuramente la pena tentare di reinserire questa porzione di popolazione nei circuiti dell’istruzione e dell’occupazione, in generale dell’interazione umana: di fatto, se ci si ritrova in tale circostanze, purtroppo vengono a mancare anche una serie di rapporti alla base del benessere personale, essendo il mondo della scuola e del lavoro generatori di incontri interpersonali per la loro stessa natura sociale.

Per ciò che riguarda il nostro territorio, confrontando le analisi e le ricerche effettuate dall’Unione dei Comuni del Casentino in collaborazione con il servizio di statistica della regione Toscana con i dati ISTAT e della Provincia di Arezzo ed effettuando una stima ponderata, sappiamo che i giovani NEET del territorio compresi nella fascia 15-34 anni sono 1138. Questo numero, se confrontato con l’ultimo anno di riferimento (2016), è inferiore ma non è diminuito proporzionalmente rispetto al calo demografico della nostra valle. Pertanto, si può tranquillamente affermare che il numero dei NEET è aumentato in valore assoluto, di pari passo con la tendenza nazionale ed europea. Inoltre, anche se non eccessivamente, il numero di donne NEET è maggiore rispetto a quello degli uomini. A tal proposito, l’Unione dei Comuni ha recentemente vinto il bando promosso a livello nazionale a seguito dell’accordo stipulato l’8 novembre 2021 fra il Dipartimento per le politiche giovanili, il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei ministri e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), il cui fine è quello di utilizzare il fondo per le Politiche Giovanili. L’obiettivo di tale progetto è proprio quello di effettuare azioni di emersione e riattivazione dei giovani NEET, destinandone le risorse del Fondo.

Daniela Nocentini, responsabile Servizi Sociali presso l’Unione dei Comuni, spiega: «È stato pensato di dedicare la prima fase del progetto alla formazione di operatori che possano, in un secondo momento, dedicarsi alla realizzazione dell’iniziativa. L’Unione dei Comuni ha individuato nello specifico due operatori, uno proveniente dal mondo del terzo settore e l’altro membro delle istituzioni che hanno promosso tale iniziativa. Una formazione, della durata di tre giorni e in cui si sono svolti lo stesso numero di incontri, incentrata sulle progettualità legate alle politiche giovanili e in particolare legata al fenomeno dei NEET. In materia di finanziamenti, sono state elaborate varie fasce di contributo a seconda degli abitanti di riferimento di ciascuna sezione; per quanto concerne l’Unione di Comuni è stato previsto un importo massimo di circa 80mila euro. Attraverso un cofinanziamento aggiunto si è arrivati a 100mila euro totali. Abbiamo deciso, vista la natura sociale dell’iniziativa e per evitare una progettazione “a tavolino”, di coinvolgere diverse associazioni e cooperative oltre alla nostra Unione, naturalmente fornendo le linee di indirizzo dettate dalle istituzioni che hanno permesso l’attuazione del progetto. In particolare, la richiesta è stata accolta da due associazioni giovanili, “Casentino Musica” e “Thèmenos”, due cooperative, “L’Albero e la Rua” e “Alioth” e, ultima ma non per importanza, la “Woodworn”, società che si occupa di eventi musicali a livello nazionale. Tutti questi gruppi sociali sono legati indissolubilmente al mondo dell’arte e, soprattutto, della musica, principale tematica posta al cento del progetto legato alla vittoria del bando. Le linee progettuali si susseguiranno nei 18 mesi di durata dell’iniziativa e si possono sintetizzare nei seguenti imperativi: venire incontro ai giovani, mappando il territorio casentinese attraverso la somministrazione di questionari; incontrare i giovani nei loro luoghi di ritrovo e in quelli delle associazioni coinvolte, coinvolgendoli e organizzando con loro varie iniziative ed eventi musicali per poterli “agganciare”, cioè creare in loro interesse; costruire insieme a loro percorsi laboratoriali che li vedano coinvolti nell’organizzazione degli stessi eventi, con l’ausilio degli operatori; creazione di un evento finale musicale. Su quest’ultimo punto la Woodworn sarà sicuramente di grande aiuto. Puntiamo ad un coinvolgimento generale di circa 350/400 ragazzi e ragazze, di cui venti appositamente selezionati per l’organizzazione degli eventi. Inoltre, verranno effettuate delle verifiche relative alle “skill” e al “know how”, cioè le abilità e le conoscenze dei coinvolti nel progetto, da poter inserire nel proprio curriculum e spendere successivamente per una futura occupazione. Si cercherà di mettere in atto il cosiddetto “learning by job” (imparare lavorando), rafforzando le competenze con l’obiettivo finale di assicurare futuri inserimenti lavorativi».

Sulle modalità con le quali informare i giovani casentinesi NEET dell’iniziativa, Nocentini ragguaglia: «È prevista un’attività di promozione e pubblicizzazione che però non sia preconfezionata da aziende terze, bensì costruita dai giovani per i giovani. È ormai risaputo che pubblicizzare iniziative di stampo giovanile implichi l’utilizzo di canali social come Instagram e Tik Tok; volantinaggio e locandine non sono più efficaci. Oltre a ciò, gli stessi social saranno utilizzati per la creazione o l’aumento della visibilità dei profili personali dei ragazzi coinvolti».

Sulla motivazione per la quale è stata scelta la musica come tema centrale del progetto, Daniela Nocentini risponde: «Ci sembra che in Casentino l’interesse per il mondo musicale sia elevato, visti i numerosi eventi a tema che si svolgono nella valle e visto anche il numero di gruppi presenti nel nostro territorio. Oltre a ciò, crediamo che l’arte in generale sia motore di interesse, inclusione e partecipazione, dunque, oltre alla musica, vogliamo promuovere attività fotografiche e audiovisive, per imparare anche come saper esprimere sé stessi, lavorando sulle emozioni. Rivolgendosi a giovani che, vista la loro condizione, passano molto tempo a casa, oltre che a indirizzarli verso un’occupazione occorre insegnargli come rimettersi in gioco. La musica e le altre forme artistiche che proponiamo fungeranno da canali comunicativi utili a dare nuova linfa alle potenzialità dei ragazzi e delle ragazze».

Le offerte di lavoro in Casentino del Centro per l’Impiego

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Preselezione codice AR-202433 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: addetto stipendi e paghe Studio   commerciale   ricerca   OPERATORE   ELABORAZIONE   PAGHE   E AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO INDETERMINATO Luogo di lavoro: BIBBIENA

Preselezione codice AR-202494 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: addetto ad attività di back office Importante struttura alberghiera ricerca un ADDETTO ALLE ATTIVITA’ DI BACKOFFICE. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: PRATOVECCHIO STIA

Preselezione codice AR-202502 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: aiuto cameriere ai piani Importante   struttura   alberghiera   ricerca   figura   di   AIUTO CAMERIERA/E AI PIANI. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: PRATOVECCHIO STIA

Preselezione codice AR-202552 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: addetto agli stiratoi per capi confezionati Azienda artigiana di capi abbigliamento ricerca ADDETTO AGLI STIRATOI PER CAPI CONFEZIONATI. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: POPPI

Preselezione codice AR-202553 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: Riparatori e manutentori di macchinari e impianti industriali Azienda artigiana di confezioni ricerca RIPARATORI E MANUTENTORI DI MACCHINARI E IMPIANTI INDUSTRIALI. Richiesta esperienza: NO Tipologia   contrattuale:   APPRENDISTATO   PROFESSIONALIZZANTE   O CONTRATTO DI MESTIERE Luogo di lavoro: POPPI

Preselezione codice AR-202253 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: badante Si ricerca figura come BADANTE per assistenza full time H 24 per coppia di anziani parzialmente autosufficienti. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: BIBBIENA

Preselezione codice AR-201139 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: Installatori e riparatori di impianti elettrici industriali Azienda ricerca elettricisti da impiegare nei vari cantieri di lavoro. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO INDETERMINATO Luogo di lavoro: CASTEL SAN NICCOLO’

Preselezione codice AR-201141 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: muratore in mattoni lavori di manutenzione Azienda ricerca muratori da impiegare nei vari cantieri di lavoro. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO INDETERMINATO Luogo di lavoro: CASTEL SAN NICCOLO’

Preselezione codice AR-199506 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: operatore macchine complesse perforazione del sottosuolo Si ricerca personale per impresa edile specializzata nelle opere di consolidamento: la risorsa individuata, dovrà essere in grado di eseguire micropali, tiranti ecc. in qualità di operatore macchine complesse perforazione del sottosuolo. Offerta lavoro tempo determinato con possibilità di trasformazione a tempo indeterminato. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: SUBBIANO

Preselezione codice AR-202875 Scadenza: 02/11/2023 Qualifica: Vetrai Azienda artigiana specializzata nella lavorazione del vetro ricerca APPRENDISTA VETRAIO. Richiesta esperienza: NO Tipologia   contrattuale:   APPRENDISTATO   PROFESSIONALIZZANTE   O CONTRATTO DI MESTIERE Luogo di lavoro: BIBBIENA

OFFERTE DI TIROCINIO

Tirocini codice AR-202014 Scadenza: 20/10/2023 Qualifica: Addetti alla lavorazione di bigiotteria Azienda del settore orafo ricerca tirocinante da impiegare come ADDETTO ALLA LAVORAZIONE AL BANCO. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: TIROCINIO Luogo di lavoro: PRATOVECCHIO STIA

OFFERTE DI LAVORO IN CONTATTO DIRETTO

Contatto Diretto codice AR-203003 Scadenza: 02/11/2023 Qualifica: modellista in metallo Si ricerca IMPIEGATO/A DESIGNER MODELLISTA per azienda orafa di Capolona. La figura ricercata dovrà occuparsi di ideazione stilistica e ideazione nuove collezioni. Per candidarsi inviare il CV per e-mail all’indirizzo AGENZIALAVORO@ARTIGIANIAREZZO.IT Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: CAPOLONA

Contatto Diretto codice AR-203046 Scadenza: 02/11/2023 Qualifica: cuoco capo partita RISTORANTE CASENTINO DA BENITO di Poppi ricerca CUOCO CAPO PARTITA CON ESPERIENZA. Per candidarsi contattare Raperoni Stefano al n. 0575529090 o inviare il cv per email a info@albergocasentino.it Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: POPPI

 

Educare… ne saremo capaci?

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di Mauro Meschini – Dopo una tragedia come quella che è accaduta a Caivano, dove due minorenni sono state abusate da un gruppo di coetanei e dove si è poi rivelata essere presente da tempo una situazione di violenza continua, è arrivata la visita, tardiva ma a quel punto obbligata, del Governo, con il corteo di auto blu che per una mattina ha monopolizzato la vita di un intero quartiere. Poi nei giorni successivi un’azione in forze con centinaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri impegnati. Si sono buttate giù porte, si sono perquisiti appartamenti e cantine, alla fine sono stati trovati qualche migliaio di euro, alcune armi e proiettili, materiale per confezionamento della droga. Forse molto altro era già stato trasferito altrove e comunque, dopo pochi giorni da questo blitz, da quelle parti le armi sono di nuovo tornate a farsi sentire nella notte.

Sono poi arrivate le decisioni, il Decreto Legge di rito che dovrebbe porre rimedio alla situazione. Un elenco di misure che inasprisce le pene per i minori, rende più facile l’arresto e la permanenza in carcere, come se i destinatari di quelle sanzioni fossero vecchi boss della camorra. Invece si tratta di ragazzi e ragazze, a volte bambini visto che si è deciso di introdurre anche «una nuova tipologia di ammonimento del Questore per i minori di età compresa tra i 12 e i 14 anni che commettono delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 5 anni…».

Sembra ci sia una costante in queste scelte, la volontà di prendere le distanze, si prevede il carcere, si estende l’applicabilità del cosiddetto “daspo urbano” (divieto di accesso a particolari aree della città) ai maggiori di 14 anni, si aumenta di un anno la durata massima del divieto di rientro nei comuni dai quali si è stati allontanati e si inasprisce la sanzione, che diviene penale, nei casi di violazione del provvedimento di allontanamento.

Non crediamo ci si potesse aspettare altro da questa compagine di Governo, la voce grossa contro i più deboli, che siano poveri, migranti o minori, sembra ormai una costante, ma queste risposte rischiano di peggiorare le cose, non risolvono le situazioni, non creano miglioramenti, ma spezzano speranze, segnano pesantemente giovani vite, rendono più difficile ricostruire dalle macerie. Continuare ad alzare muri non serve, chiudere dei ragazzi dietro ad un muro non aiuta né loro né la società di cui loro saranno i futuri protagonisti.

La decisione di prevedere il carcere per i genitori che non si preoccupano di far frequentare la scuola ai figli rende poi palese quanto lontano sia, chi sta decidendo, dalla reale situazione che sta vivendo il destinatario delle decisioni. Il problema in troppe parti di questo Paese è che i bambini e i ragazzi non vanno a scuola proprio perché i loro genitori sono già in carcere o, comunque, non ci sono. È questo totale abbandono che apre le porte alla criminalità che diventa esempio, fonte di sostentamento, rifugio in cui sentirsi, per quanto possibile, al sicuro.

Non si è ancora riusciti a costruire una società in grado di offrire luoghi sicuri dove crescere, incuriosire, proteggere, educare i più piccoli. La scuola spesso viene citata come il luodo deputato a questo, ma nei fatti è stata progressivamente indebolita e affogata in una burocrazia pesante e inutile che rende tutto più complicato. Il luogo dove tutti dovrebbero trovare la possibilità di esprimere le loro capacità e attitudini è diventata un percorso di selezione che fin dai primi anni divide chi è portato per lo studio da chi sarà destinato ai lavori manuali. La didattica è principalmente teorica, frontale, tutto ciò che era laboratorio, manualità, creatività è stato eliminato o messo ai margini. Una scuola così non è per tutti, una scuola che si dice deve formare lavoratori e non cittadini non è quello che occorre, prima è necessario far crescere ragazze e ragazzi in grado di conoscere sé stesse/i e di riconoscere gli altri, è necessario educare alla socialità, al rispetto delle persone e del mondo in cui si vive. È necessario educare ad essere curiosi e saper comprendere le proprie passioni, attitudini e capacità; è necessario educare a non essere indifferenti verso ciò che ci accade intorno, a comprendere e saper esprimere sentimenti ed emozioni.

Senza indirizzi e scelte complessive diverse per la scuola non crediamo che le «disposizioni in materia di offerta educativa», previste nel Decreto, potranno dare risposte utili e sufficienti, perché andranno ad inserirsi in una struttura scolastica dove la continuità didattica è un’utopia, visto i tanti professori precari che cambiano ogni anno, e dove non c’è spazio per andare oltre programmi scolastici ingessati e nozionistici.

Poche settimane fa sono stati ricordati i 30 anni dalla morte di Don Pino Puglisi, parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia a Palermo. Don Puglisi partiva sempre dai più piccoli e fragili e organizzò il Centro “Padre Nostro” dove riuscì a sviluppare esperienze positive per i ragazzi togliendoli dalla strada. Spesso diceva: «Dobbiamo liberare la gente dall’ignoranza perché l’uomo che non sa, non conosce, non cresce e non dà un contributo costruttivo alla crescita degli altri».

Don Puglisi non alzava muri, non allontanava i ragazzi ma li andava a cercare, offriva alternative e occasioni per crescere. Educava… sapremo fare altrettanto?

“Scuola Società” sognando futuri possibili è una rubrica curata da Sefora Giovannetti e Mauro Meschini

Lo stipendio dei sindaci e la “crisi delle vocazioni”

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Lettera di Giorgio Renzi e Luca Tafi – Confessiamo che in un mondo in cui, come dice il Papa, si sta svolgendo una guerra mondiale a pezzi, parlare delle nostre miserie locali sembra da irresponsabili facinorosi. Pur tuttavia è necessario andare avanti, combattere la nostra vita e difendere la nostra democrazia. Mai come in questa situazione internazionale si è sentito il bisogno di democrazia. Erano anni che ci eravamo illusi di vivere in una eterna pace. Invece il rumore di guerra torna a farsi sentire. Sia in Europa (vedi vicende Ucraine) sia in medioriente (Gaza, Israele e dintorni). Che in realtà vuol dire il coinvolgimento di mezzo mondo. E insieme cominciano a scricchiolare le democrazie, fino ad inventare il nuovo termine di “democratura”
Eppure la difesa della democrazia passa anche attraverso la difesa delle istituzioni locali e delle loro forme democratiche.
Quanti sono consapevoli, per esempio, che tra pochi messi (nella prossima primavera) ci saranno le elezioni amministrative per eleggere i nuovi sindaci ed i nuovi consigli comunali? Ma chi se ne sta interessando? Avete sentito qualche intervento in Casentino (in qualche altra realtà si) su questo problema?A noi sembra regni il più assoluto silenzio.
Una volta, quando c’erano i partiti che funzionavano, già si sarebbe attivata la discussione su programmi e candidature. Con la crisi di rappresentanza dei partiti e l’elezione diretta dei sindaci sembra che il tutto sia diventato un problema personale dei candidati.
Nei giorno scorsi si è attivata una discussione scandalizzata sull’aumento degli stipendi, anzi delle indennità, dei sindaci. “Ma con la crisi finanziaria ed economica che c’è vi sembra questo il momento di aumentare lo stipendio dei sindaci?.” Questo è stato un ritornello ripetuto un po’ in tutta la stampa ed in particolare sui social. Qualcuno ha cercato di difendere la scelta ritenendola uno strumento di contrasto alla “crisi delle vocazioni”, cioè alla crisi delle candidature. Potrà sembrare strano, ma si fa fatica a trovare nuovi candidati. E’ una questione di soldi? Ora vi scandalizzeremo anche noi. L’aumento delle indennità dei sindaci è cosa buona e giusta. Non è che non ci si candida a sindaco perché si guadagna poco. Non ci si candida perché consapevoli delle gravi responsabilità che si concentrano sulla figura del Sindaco. Qualsiasi cosa succeda, un incidente di auto, un pedone che inciampa su strada comunale, un’acqua del rubinetto al di fuori dei parametri ecc. è colpa del sindaco Insomma fare il sindaco vuol dire rischiare ogni giorno denunce e perfino il proprio patrimonio personale e familiare, e rinuncia alla propria carriera professionale. Non c’è confronto tra le responsabilità di un sindaco e quelle di un consigliere regionale o di un parlamentare che non hanno tutti questi rischi e guadagnano di più.
La “crisi delle vocazioni” non è dovuta ai soldi, ma ai rischi. Uno si domanda: perché devo fare il sindaco e mettere in pericolo anche la mia famiglia? Una volta almeno c’erano i partiti che un po’ di tutela la assicuravano. Ma ora? Ognuno è solo nel suo ufficio.
Così si capisce perché non si trovano candidati nuovi. E purtroppo soprattutto non si trovano candidati di qualità. Anche perché in politica è venuto meno il progetto, la visione del futuro.
Sarà per questo che nessuno parla delle prossime elezioni. I sindaci uscenti con un solo mandato possono stare tranquilli, non ci sarà la corsa a sostituirli.
Sarà per questa situazione che la selezione dei candidati mira al basso…e ne paghiamo tutti le conseguenze.
Forse anche l’elezione diretta dei sindaci con la conseguente marginalizzazione dei consigli comunali ha contribuito a questa crisi. L’elezione diretta dei sindaci ha portato a uno scontro tra persone non tra partiti organizzati. E questo ha comportato una degenerazione della democrazia locale.
Ci direte che siamo nostalgici. Può darsi. Ma la “crisi delle vocazioni” impone una riflessione sulle modalità della nostra democrazia.

La ricetta del mese: il filetto Albamora di Agnese e Michele

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di Anselmo Fantoni – Questo mese incontriamo Agnese e Michele che hanno alle spalle un passato milanese e in giro per il mondo, ma come fanno così giovani ad avere una storia così complessa? Ma la nostra valle colpisce spesso al cuore, così i nostri eroi non sono riusciti a stargli lontano e anzi, hanno deciso di stabilirsi da noi e progettare non solo una vita in campagna ma anche trarre sostentamento dalla terra. Questa volta più che domandare ascoltiamo come nasce questo atto di sana follia.

Da Designer a Esploratori del mondo, fino a Micro contadini con la passione per l’ospitalità «Nel 2020 nasce Albamora, un sogno, idee, progetti e incoscienza. É il risultato di un lungo viaggio. è prima di tutto una micro azienda agricola dalle tante risorse, Michele e io portiamo avanti colture tradizionali, produciamo prodotti biologici e puntiamo ad essere ospiti premurosi. Sosteniamo il turismo lento in Casentino, quello fatto di persone ed esperienze autentiche. É casa di tutti quelli che avranno voglia di venirci a trovare, che sia per un caffè, una cena o un weekend.  Da sempre amanti della cucina, ma soprattutto felici di ospitare gli amici a casa, dagli aperitivi a buffet nel nostro appartamento milanese, alle spizzate nel nostro forno a legna fino alle cene strutturate per occasioni speciali. La creatività è parte del nostro DNA e, grazie ai lunghi viaggi fatti insieme, spesso realizziamo piatti che sono un mix di ingredienti locali con influenze internazionali. Cucinare per noi significa condividere e regalare gioia. Durante le preparazioni non manca mai un po’ di musica di sottofondo e una bottiglia di vino aperta per accompagnarci nei lunghi pomeriggi di messa a punto dei piatti.  La nostra è pura passione, speriamo presto diventi anche fonte di guadagno, sempre però dimensionato alle nostre capacità e ai nostri spazi. In due riusciamo a gestirci senza problemi con degli equilibri e delle regole non scritte che fanno sì che si arrivi a fine della cena ancora con il sorriso sulle labbra.  Detto questo, siamo degli eterni insoddisfatti, ma forse è questo quello che ci dà la carica per costruire sempre qualcosa di migliore.» Chi sa cosa ci racconteranno in futuro…

Filetto Albamora

Ingredienti – Per la Carne: 1 filetto di maiale possibilmente di Grigio del Casentino (circa 800gr) 3 cucchiaini di sale 1 cucchiaino di zucchero – Per la Salsa: 2 noci di burro, 1 scalogno 250 gr di more, 1 pizzico di sale qualche goccia di succo di limone, qualche chicco di melograno per la guarnizione

Preparazione Condisci la carne con il mix di sale e zucchero solo un attimo prima di procedere alla cottura. Procedi alla cottura a bassa temperatura, per una carne rosata il tempo necessario è di 1,5h ad una temperatura di 62°C Nel mentre prepara la salsa alle more. Lava accuratamente le more, taglia lo scalogno sottile. Scalda su un pentolino il burro e, una volta sciolto, aggiungi lo scalogno e lascia imbiondire. Successivamente aggiungi le more, il sale, lo zucchero e qualche goccia di limone. Lascia cuocere a fuco basso fino a che le more saranno sfatte. Frulla e setaccia la salsa, ed eventualmente aggiusta di sapore. Una volta terminata la cottura del maiale scalda una piastra a fuoco vivace e, appena calda, sigilla il filetto su tutti i lati avendo cura di non bucare la carne. Lascia riposare qualche minuto e taglia a fette dello spessore di circa 1,5 cm. Per l’impiattamento aiutati con un pennello per disporre la salsa a semi cerchio, disponi qualche fetta di filetto di maiale e condire con un filo d’olio, infine guarnire con qualche chicco di melograno. In accompagnamento alla carne suggeriamo una patata al forno con burro alle erbe.

Vino consigliato: Merauva 2020 IGT Toscana Rosso Az. Agr. Albamora

Oramai in Casentino c’è vino per tutti i gusti, bollicine, vini bianchi interessanti e i grandi rossi degli chateuax, che in questo caso ricordano il nostro glorioso medioevo alla cui ombra nascono vini di qualità eccelsa riconosciuta a livello internazionale. Ma stasera vogliamo parlarvi di un vino controcorrente, o forse meglio dire, che segue la ultima “moda” fare vino senza aggiunta di sostanze diverse dall’uva. Il piatto di questo mese è un piatto di stagione, finita l’estate è il momento di frutti dolcissimi come more, fichi e melograni e stasera nella ricetta ritroviamo due di loro. Il melograno, frutto particolarissimo dai simbolismi religiosi profondi riconosciuti sia dalla tradizione ebraica che coranica, frutto caro al Vate che in Casentino ha scritto alcuni tra i più bei versi. Non a caso in questi giorni di bramiti, d’Annunzio compose, forse nel Castello di Romena, la lirica “La morte del cervo”. Ma in cucina stavolta i semi scarlatti servono come guarnizione e di accompagnamento alla carne e alla salsa di more e scalogno. Un piatto lento, da assaporare con calma e religioso silenzio per scoprire completamente la quintessenza del cibo, la bellezza dell’arte culinaria, l’imparabile sensualità di un’ospitalità delicata.

Se poi aggiungete una patata adeguatamente condita, si raggiunge la quadratura del cerchio, le saporite carni del nostro grigio vi porteranno nell’eden, proprio sotto l’albero della vita. Il vino scelto è quello prodotto dai nostri chef e che quindi si accompagna benissimo con la preparazione. Mèrauva è un blend tra il nostro rustico Sangiovese e l’opulento Merlot, il matrimonio ci regala un vino dal colore rubino intenso con riflessi purpurei. L’olfatto è vinoso e fruttato con piccoli accenni di spezie delicate e suadenti, direi quasi brioso con ciliegia geranio e legno di rosmarino che si rincorrono in un vortice fresco di un girotondo di bambini. Il sorso è toscano, schietto, asciutto, ma simpatico, freschezza e morbidezza avvolgono in una piacevole sensazione di pulizia equilibrata. La bottiglia si svuota velocemente e il vino si abbina egregiamente al piatto delicatissimo. Che dire dei produttori Agnese e Michele? Nulla, sono vicini a noi in quel di Rassina e per passare un pomeriggio con loro non c’è bisogno di spendere molto in benzina, per cui consiglio vivamente una visita, a volte la semplicità ha bisogno di veramente poco per uscire dalla banalità.

L’attrattività della nostra vallata non è rappresentata solamente dalla fauna e dalla flora dei nostri monti, ma anche e soprattutto dalla nostra cucina, dai nostri cibi tipici, dalle nostre pievi e dai nostri castelli, dai nostri conventi e monasteri, dalla rudezza dei suoi abitanti e dalla dolcezza delle nostre nonne; chi viene da noi non sa di rischiare, non percepisce il pericolo di innamorarsi di una terra dura e affascinante, matrigna crudele e madre amorevole al tempo stesso. Anche i nostri due giovani sono stati conquistati dalla “contea”, potremmo rimanere ammaliati anche noi dalla loro ospitalità, ma conviene provarci. Se comunque decidete di consumare il vino a casa vostra con gli amici migliori, beh come sempre, raccomando moderazione per la vostra e altrui salute, magari cominciando a bere casentinese, oggi si può e si deve, noi cercheremo soltanto di darvi alcuni suggerimenti. Litterae thesaurum est et atificium numquam moritur. 

(SAC A POCHE e MONDOVINO sono du rubriche curate da Anselmo Fantoni)

«Devastante impatto economico causato dalle chiusure improvvise dei passi di montagna»

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Desideriamo iniziare questa lettera con un sentito appello e con la preoccupazione condivisa da molte operatori del settore turistico-alberghiero e non del Casentino con il sostegno ulteriore delle associazioni di categoria, quali Confcommercio e dal rappresentante di Federalberghi Casentino.

Ci rivolgiamo a voi, come operatori turistici del Casentino, per esprimere una crescente e profonda preoccupazione che riguarda in modo significativo il nostro settore e, in generale, l’economia della nostra regione. Desideriamo mettere in luce il devastante impatto economico che le chiusure improvvise dei passi di montagna hanno sulle nostre attività, e vorremmo sollecitare un’azione risoluta da parte Vostra per mitigare questo danno.

Nel corso dell’anno, abbiamo dovuto fare i conti con la chiusura dei passi dei Mandrioli, della Calla e dello Spino, eventi che accadono senza preavviso, privandoci di un accesso cruciale al nostro territorio. Queste chiusure inaspettate hanno creato non solo disagi ai nostri ospiti, ma anche ingenti perdite economiche alle nostre aziende dovute alle cancellazioni degli ospiti che, viste le difficoltà di accesso, hanno rinnunciato alle prenotazioni.

Il turismo rappresenta una importante fonte di guadagno per la nostra economia locale e pertanto è di vitale importanza garantire l’accessibilità continua al nostro territorio. Chiediamo con urgenza alle autorità competenti di affrontare questo problema con la massima serietà, adottando misure preventive che assicurino che le chiusure dei passi di montagna siano pianificate con ampio anticipo e comunicate in modo tempestivo.

Inoltre, riteniamo imperativo sottolineare che, se le chiusure dei passi sono necessarie per lavori di manutenzione o altri motivi, tali lavori dovrebbero essere programmati in modo da permettere l’agibilità dei passi durante il fine settimana, specie il sabato e la domenica. Questa soluzione consentirebbe a noi e ai nostri visitatori di evitare disagi significativi anche per mantenere una certa continuità nelle nostre operazioni turistiche.

Sollecitiamo altresì una maggiore collaborazione tra le amministrazioni locali e regionali per evitare che vengano chiusi contemporaneamente i passi di montagna. Un recente momento critico si è verificato il 12 ottobre, quando i passi dei Mandrioli, il passo di Croce a Mori e il passo dello Spino erano chiusi simultaneamente, creando disagi per i nostri visitatori desiderosi di esplorare il Casentino con notevoli perdite finanziarie per le nostre aziende.

In conclusione, questa lettera riflette l’urgenza e l’importanza di questa questione per l’intera comunità del Casentino e per il futuro del turismo nella nostra regione. Siamo disposti a collaborare con le autorità competenti per trovare soluzioni pragmatiche che preservino il nostro settore e, di conseguenza, contribuiscano al benessere economico della nostra amata regione.

Cordiali saluti, (in ordine alfabetico)

Agriturimo Antico Fio
Agriturismo Caccialupi
Agriturismo Catarsena
Agriturismo La dolce Vista
Agriturismo Montremoli
Agriturismo Podere La Casaccia
Agriturismo Poggio a Poppi
Agriturismo Quata Tuscany Country House
Agriturismo Vecchia Quercia
Albergo diffuso Il Borgo dei Corsi
Antico Casale di Ferdinandi
B&B La Guardia
Borgo I Tre Baroni
Boutique Hotel Via Roma 33
Camping Camaldoli
Camping La Pineta
Casa Vacanze Canto del Fiume
Casa Vacanze Castello di Sarna
Castello di Porciano
DeiMori LaMassa
Eremo Montemezzano
Hotel Borgo Antico
Hotel Bosco Verde
Hotel Falterona
Hotel Giardino
Hotel La Foresta
Locanda dei Baroni
Podere Sant’Angelo
Poggio di Dante
Rifugio Casa Santicchio
Villa Carda

Sostegno al volontariato

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di Francesco Meola – Continua a tenere banco lo stato di criticità che stanno vivendo gli enti e le associazioni di volontariato toscane impegnate nel trasporto sanitario d’emergenza. Una conseguenza della difficile situazione economica contingente, complicata ulteriormente da alcune scelte recenti del Governo che, con l’approvazione del Def dello scorso 11 aprile, comporteranno una drastica riduzione del rapporto tra spesa sanitaria e Pil con importanti conseguenze sul breve e lungo termine.

Un tema che naturalmente non coinvolge solo il territorio locale ma l’intera nazione ed è per questo, infatti, che la maggioranza delle regioni, nei mesi scorsi, ha consegnato al Ministro della salute e a quello dell’economia, la richiesta di un robusto incremento del fondo sanitario nazionale. Per quanto riguarda la Toscana, l’esecutivo, a seguito dell’accordo raggiunto con Misericordia, Anpas e Croce Rossa, ha incrementato di sei milioni di euro il fondo regionale, anno 2022, destinato alle associazioni di volontariato e ai comitati della Croce Rossa impegnati nel trasporto dell’emergenza-urgenza, con l’obiettivo di mettere un freno alle condizioni di sofferenza provocate dall’aumento dei costi, a partire da quello carburante. Un’iniziativa volta a rispondere alle richieste delle associazioni che mettono a disposizione, quotidianamente, risorse umane, automezzi e attrezzature per garantire ai cittadini i vari servizi di trasporto sanitario.

L’intento, dunque, è quello di porre rimedio a una situazione che si trascina oramai da tempo e rispetto alla quale, stando alle dichiarazioni del Governatore della Misericordia di Bibbiena, Gabriele Conticini, la Regione sarebbe intervenuta con una certa determinazione: «La situazione del trasporto sanitario d’emergenza e la questione rimborsi è una storia ‘antica’. Per tanto tempo si è vissuta una situazione di stallo che neanche noi siamo riusciti bene a comprendere da cosa dipendesse. Finalmente, però, sembra che qualcosa si sia smosso, considerato che lo scorso 5 settembre si è tenuto un importante incontro in Regione che ha visto l’intervento in prima persona del presidente Giani. I termini degli accordi raggiunti non li conosciamo ancora (al momento dell’intervista la riunione si è tenuta da pochi giorni, n.d.r), ma tutto lascia presagire che ci siano le basi per venire fuori da questo stato di impasse».

Una condizione che ovviamente riguarda anche il Casentino dove, gli utenti che si servono dei servizi di trasporto delle Misericordie, sono un gran numero. «Naturalmente – prosegue Conticini – anche il nostro territorio risente delle problematiche di carattere regionale. Nonostante tutto è nostro dovere andare avanti anche in mezzo alle varie difficoltà che si presentano. Il nostro compito, in quanto volontari, è quello di mettere sempre al primo posto il benessere delle persone cui portiamo assistenza. Da questo punto di vista, poi, la Toscana è una regione particolare, considerato che è l’unica in Italia, per sua scelta, a individuare le associazioni di volontariato, ovvero Misericordie, Pubbliche Assistenze e i comitati della Croce Rossa italiana, quali parte integrante del Servizio Sanitario Regionale. Per quanto concerne la Misericordia di Bibbiena, stiamo cercando di risolvere le problematiche legate al servizio di emergenza-urgenza mettendo in campo tutte le nostre forze e avvalendoci anche di personale dipendente. Quest’ultima scelta è il frutto di un progetto sperimentale che scadrà a fine settembre (il giorno 30 dello scorso mese per chi legge) e che ci è stato di grande aiuto. È vero che, per definizione, il volontariato dovrebbe essere portato avanti soltanto da volontari ma, per quanto mi riguarda, se avere personale dipendente serve a garantire un servizio migliore, come nel nostro caso, ben venga il supporto di queste persone…».

E nel frattempo, a pochi giorni dalla nostra conversazione con il Governatore Conticini, dalla Regione emergono anche i termini della “riforma” sull’emergenza-urgenza in Toscana, approvata all’unanimità dopo un lavoro di sintesi in commissione Sanità tra maggioranza e opposizione. L’atto, che fa seguito alle audizioni in Commissione delle associazioni quali Misericordie, ANPAS, Comitato Croce Rossa Toscana, impegna l’Ente anche per quanto concerne l’implementazione degli autoveicoli con equipe sanitaria a bordo e spinge per l’avvio di un confronto con le ASL locali affinché si possano trovare soluzioni per alleggerire, finalmente, i costi indiretti sostenuti dalle associazioni di volontariato.

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