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martedì, 6 Maggio 2025
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Pittura, compagna di una vita

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di Federica Andretta – «Un giorno ebbi l’opportunità di vedere una scatola con i quadrotti degli acquerelli; erano più di quaranta colori e mi sembrò così meraviglioso che rimasi incantato per oltre mezz’ora».

Abbiamo voluto iniziare questo nostro articolo citando un ricordo tratto dall’infanzia del protagonista della nostra intervista, il pittore Carlo Lanini. Classe 1949, sin da quando era un bambino Carlo ha mostrato subito una forte inclinazione al disegno e alla pittura che lo avrebbero accompagnato poi per tutta la vita. Gli abbiamo posto alcune domande riguardo il laboratorio di pittura tenutosi a Poppi dal 25 al 27 agosto e su di lui e le sue opere.

La mostra intitolata “Il Gusto dei Pittori”, è stata organizzata in concomitanza con il “Gusto dei Guidi”. L’evento, che ha visto la partecipazione di circa venti pittori hobbisti casentinesi, è stato organizzato proprio da Carlo Lanini che li segue e li guida nella crescita del lavoro di pittura, sia per quanto riguarda la soggettistica sia per quanto concerne la tecnica cercando di insegnar loro il taglio dell’immagine, l’uso del colore, la tecnica dell’olio ed infine la scelta dei soggetti. Carlo, che opera nel settore da oltre cinquantacinque anni, dopo aver svolto quest’attività come professionista fino ad alcuni anni fa la prosegue come hobbista. Durante l’evento sono state esposte al pubblico le opere realizzate dai pittori nel tempo.

Carlo, facciamo una piccola introduzione. Quando nasce e come si sviluppa la pittura nella storia dell’arte? «I primi ad occuparsi di pittura sono stati i pittori rupestri con i loro dipinti raffiguranti scene di caccia. Successivamente, la Chiesa ha iniziato a commissionare pitture con la funzione di narrare la storia della religione, della Bibbia e di Dio alle persone che non sapevano né leggere né scrivere; dunque, dal ‘200 in poi i soggetti sono stati quasi tutti di natura religiosa. Giunti al ‘500 gli artisti si sono invece cimentati nella soggettistica, poiché i loro committenti erano cambiati. Non era più la Chiesa a commissionare le opere ma il signorotto il quale desiderava la decantazione di sé, della sua famiglia e delle sue gesta; ciò è durato fino alla fine del ‘700. Dopodiché, dall’ ‘800 in poi gli Impressionisti e i Macchiaioli in Italia hanno cambiato la tecnica pittorica e soggettistica, diventando i primi (salvo qualche eccezione) ad abbandonare quasi o del tutto il tema religioso e la ritrattistica dei signorotti, dedicandosi alla rappresentazione della vita comune e dei soggetti comuni, come ad esempio i paesaggi; i pittori hanno cominciato così a pitturare di tutto (natura morta, ecc). Fino agli inizi del ‘900 vi era un pittore ‘generico’, ossia un artista in grado di rappresentare varie tipologie di cose: dallo scorcio di luce a un familiare andando così a raffigurare qualcosa che lo colpiva; nasceva dunque nel pittore il desiderio di cimentarsi con una certa immagine. Successivamente dal Realismo siamo giunti infine al ‘900 passando così all’Astrattismo, poi al Cubismo, al Dadaismo e a tutte quelle tendenze che sono ancora oggi molto attive. C’è stato pertanto uno sconvolgimento del soggetto che ha portato alcuni pittori a riconoscersi nell’identità di una certa immagine. Fernando Botero, per esempio, creava immagini tutte uguali (questa scelta rappresenta l’identità dell’artista). Questo vale anche per Pablo Picasso (che è passato dal Cubismo per poi scomporre i soggetti) e ancora oggi il mercato è fatto di queste cose. Antonio Possenti, ad esempio, si è focalizzato e specializzato in certe figurine inserite in tipi specifici di ambiente; infatti, i suoi quadri sono quasi tutti uguali, perché l’artista si identifica proprio in quel tipo di soggettistica, specializzandosi anche nel tipo di pennellata.»

Carlo, che tipo di pittore è? «Mi occupo di pittura Realista, o meglio di Realismo Fotografico. Le mie rappresentazioni si avvicinano infatti alla fotografia ma con la differenza che aggiungono all’immagine un pittorialismo tale da trasformare una fotografia in una pittura; a partire da un’immagine fotografica, lavorando infatti con i colori e le pennellate, la rendo una vera e propria pittura. Non ho una predilezione per il soggetto. Mi sono focalizzato soprattutto sulla parte fine ‘800 e ‘900 ma a differenza dei pittori da me citati, io invece sono rimasto nel Realismo. Credo che un vero pittore non debba specializzarsi su qualcosa in particolare ma rappresentare varie cose. A tal proposito, il mio sviluppo artistico nasce appunto dalla ricerca di un’immagine che mi piace e non dalla soggettistica ed è ciò che cerco di insegnare alle persone che seguo. Bisogna imparare a guardare e a scegliere, perché se si impara a guardare, si impara a scegliere e quindi a crescere nella scelta personale dei soggetti e nell’impaginazione. Ma la mia passione per la pittura va ben oltre, infatti possiedo più di 5.000 libri di pittura».

Quanti quadri ha dipinto? «Nel mio percorso artistico ho prodotto circa 1.500 quadri».

Avrà viaggiato molto… «Sì, sono andato in giro per il mondo. Ho partecipato a varie mostre in molte parti d’Italia e all’estero, come ad esempio a Parigi, Vienna e Londra. In Italia vale la pena ricordare il Caffé “Le Giubbe Rosse” situato a Firenze dove sin dai primi del ‘900 si riunivano i pittori fiorentini e dove ancora oggi si tengono varie mostre».

… e avrà vinto anche dei premi. «Sì, tra questi un premio ricevuto presso la Galleria d’Arte Ponte Rosso di Milano».

Può citarci qualche suo quadro di rilievo? «Alcune mie opere importanti (nelle foto) che tengo a menzionare sono “Boldini a Parigi” (olio su tavola 52 X 34 raffigurante sulla sinistra una ragazza vestita di scuro che sta correndo e sulla destra un pannello pubblicitario che mostra un’opera del pittore Giovanni Boldini) e “San Francisco” (olio su tavola 80 X 60 che presenta al centro dell’immagine un’automobile d’epoca di colore rosa e sullo sfondo alcuni negozi di San Francisco)».

Quali figure ama in genere dipingere? «Mi occupo di natura morta, paesaggi, interni, ritratti, insomma di tutto».

Pensa mai al futuro? «Al momento continuo a fare la mia pittura. Per quanto riguarda il futuro, ho settantacinque anni e a quest’età, si sa, ci sono delle limitazioni. Non sono ormai più giovane. Molto si vive di ricordi e di piccole cose».

Ha qualche rimpianto? «Non ho rimpianti, per averli bisognerebbe avere la consapevolezza delle proprie valutazioni. Normalmente, si devono considerare i pro e i contro che alla mia età sono diversi da quelli che avrei potuto avere a vent’anni».

Com’è iniziata la passione per la pittura? «Da piccolo a cinque anni. Quando ero ragazzetto abitavo in una casa condominiale composta da quattro famiglie; dipingevo sui pianerottoli, perché mia mamma non voleva che lo facessi in casa. Nel 1975 ho fatto la mia prima mostra al Castello dei Conti Guidi a Poppi. Mia mamma era una ricamatrice, mio nonno un fabbro con la vena artistica, mentre mio fratello è disegnatore pubblicitario».

Ha qualche artista a cui si ispira? «Ho molti artisti che mi hanno ispirato. Amo molto il pittore svedese Anders Zorn, il pittore statunitense John Singer Sargent e il pittore spagnolo Joaquín Sorolla. Sono tre Realisti di fine ‘800 e inizio ‘900 che hanno un po’ rivoluzionato il mio modo di amare il Realismo. Il mio Realismo è infatti una fusione tra Impressionismo, Realismo, e Iperrealismo. L’Iperrealismo, nato in America nel ‘900, è un tipo di pittura che supera la fotografia ma è ‘forzata’ e arriva, diciamo, al cartellonismo. Un esempio di rappresentazione iperrealista è una foglia di grandi dimensioni in cui si vedono persino le venature. Invece, il Realismo rappresenta un’immagine reale a tutti gli effetti sia nella visione sia nella dimensione; mi piace l’effetto dell’Iperrealismo e lo uso a seconda di come mi serve».

Per concludere… «Ritengo che ogni individuo (nessuno escluso) abbia una predilezione per qualche cosa di speciale e dunque una predisposizione nata. Ma qual è l’inghippo? Rendersene conto, amare quello che si ha e svilupparlo. Se si riesce a far ciò, si diventa artisti in ogni campo. Nella mia esperienza non mi è capitato mai nessuno che non ci sia riuscito. Ho avuto un dono, ossia il tocco, e sono riuscito a curarlo, a portarlo avanti e a svilupparlo, il tutto da solo; nel mio caso, mi ritengo infatti un autodidatta. Credo infatti che osservare e copiare significhi imparare. È proprio attraverso la copiatura che si può imparare; poi da lì bisogna però sviluppare anche una propria personalità».

Go Kart: presto in pista!

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di Mauro Meschini – Questa volta la consueta provocazione del Badalischio, che avete potuto trovare nel numero uscito il mese scorso, ci permette di proporre un articolo in cui informare e portare alla conoscenza di tutti la situazione in cui si trova la realizzazione del progetto della pista di Go kart che dovrebbe sorgere al Corsalone.

Abbiamo incontrato Paolo Volpi (Scuderia Etruria Racing) e Cristiano Fiorini (Tuscany Sport Service) e da loro abbiamo saputo tanti particolari e caratteristiche del progetto che si sta realizzando. Tutto è partito da un’idea della Scuderia Etruria Racing che il Comune di Chiusi della Verna ha subito sostenuto mettendo a disposizione un terreno già destinato alla realizzazione di attività sportive, è stata poi stipulata una convenzione trentennale e in questo periodo l’associazione avrà la possibilità di gestire completamente l’attività. Si tratta di un’iniziativa molto interessante che permetterebbe di mettere a disposizione del Casentino, ma più in generale del territorio provinciale, dove sono assenti strutture di questo tipo, uno spazio dedicato sia ad attività ricreative che didattiche.

È stato previsto di mettere a disposizione Go kart elettrici quindi anche con l’utilizzo di una tecnologia avanzata e a questo fine sul tetto della struttura di supporto, che sarà realizzata a lato della pista e che avrà varie funzioni: officina, garage, spazio ufficio e anche sede della Scuderia, sarà realizzato un impianto fotovoltaico. Si tratterà di uno spazio coperto di circa 200 metri quadrati che andrà a completare l’intero impianto. La scelta dei mezzi elettrici è dettata anche dalla posizione dell’impianto che, trovandosi all’interno di un centro abitato e accanto ad una scuola, deve garantire anche un impatto limitato.

Sarà una pista unica nel suo genere perché non ne esistono altre all’aperto, strutture simili esistenti, come a Montecatini o in Romagna, dove si utilizzano mezzi elettrici sono tutte indoor Uno spazio di questo tipo, come detto, potrà rispondere a diverse esigenze. Intanto diventare un punto di riferimento per tutti coloro, in particolare i più giovani, interessati ai motori e alle attività legate a questo mondo che qui potranno trovare uno spazio dove cimentarsi e provarsi alla guida; inoltre, sempre con una particolare attenzione alle nuove generazioni, in accordo con le scuole, con la polizia municipale e altri soggetti lo spazio della pista di Go Kart potrà essere dedicato a momenti dedicati alla didattica, lezioni di guida e informazioni sulla sicurezza stradale.

In un momento in cui, purtroppo, si ripetono continuamente eventi tragici sulle strade, avere la possibilità di erogare, in uno spazio debitamente attrezzato, consigli e preziosi insegnamenti per preparare adeguatamente tutti coloro che sono o saranno automobilisti sarà sicuramente importante. Ma, come già le associazioni promotrici hanno potuto constatare, le attività sulla pista di Go Kart potranno anche rappresentare momenti utili anche per i percorsi di bambini e ragazzi che si trovano in particolari situazioni personali, già adesso coinvolgendo alcuni di loro in attività con i mezzi è stato possibile vedere una positiva evoluzione nei comportamenti e negli atteggiamenti e un miglioramento nelle relazioni con gli altri. Insomma il progetto che si è pensato di realizzare ha tutti i presupposti per essere un’ottima notizia, e non solo per il Casentino.

Ma allora perché ancora i lavori non sono conclusi? I nostri interlocutori su questo mostrano tutto il loro dispiacere perché un progetto che, da anni, stanno pensando e costruendo, è rimasto bloccato da una serie di eventi e situazioni che hanno complicato le cose. Intanto il progetto iniziale ha dovuto subire delle modifiche proprio per quanto riguarda l’edificio che ancora deve essere costruito, in queste pagine vedete raffigurato quello che era stato inizialmente previsto, in realtà la struttura una volta completata risulterà diversa, non ci sarà la terrazza e i pannelli saranno poggiati direttamente sul tetto a capanna. In più nella realizzazione, che per adesso ha visto quasi la completa ultimazione della pista, tutto si è fermato proprio al momento della costruzione del capannone di supporto di cui, ad oggi, è presente solo la base in cemento.

I lavori in qualche mese dovevano essere conclusi ma i tempi non sono stati rispettati e, nonostante i promotori avessero già pagato parte della cifra complessiva prevista, che alla fine dovrebbe aggirarsi sui 400mila euro, la ditta realizzatrice non ha consegnato l’opera. A questo punto si è anche aggiunto il periodo funestato dal Covid, che ha visto la futura pista di Go kart utilizzata come Drive in per effettuare i tamponi poi, sempre in periodo di distanziamenti e mascherine, si è provato il cinema all’aperto esperienza per la quale sono stati fatti ulteriori investimenti ma che è stata anche fortemente disturbata da condizioni meteo non certo favorevoli.

Davvero tutto in salita questo progetto per i promotori che, nonostante tutto, non si sono certo scoraggiati, d’altra parte fin dall’inizio sapevano di iniziare un percorso tutt’altro che agevole, infatti per realizzare una pista che, a prima vista, potrebbe apparire cosa relativamente semplice, intanto, sono necessari investimenti importanti e, in più, i lavori da prevedere sono molti e diversi tra scavi, gettate di cemento, asfaltatura, predisposizione degli scarichi e dell’impianto di illuminazione, installazione conclusiva della recinzione dell’intera area. Ad oggi la pista è realizzata e sono da installare solo i cordoli, anzi in più occasioni i promotori si sono preoccupati di svolgere dei giri di prova per «gommare» il fondo stradale.

Adesso rimane da costruire il capannone in acciaio e, finalmente chiuso il rapporto con il vecchio appalto, si stanno richiedendo nuovi preventivi a varie aziende che potrebbero essere interessate a questo tipo di realizzazione per individuare quella a cui affidare la conclusione dei lavori. Certamente l’investimento necessario a coprire le spese dell’intero progetto rappresenta per la Scuderia Etruria Racing un grosso impegno che comunque già in questi anni, anche ricercando possibili sostegni e contributi, si è iniziato a ripagare. Si dovrà continuare con lo stesso impegno preoccupandosi che anche la futura gestione della struttura risulti in attivo, sicuramente dovrà essere organizzata in modo da garantire almeno le risorse per coprire le spese per la manutenzione, gli stipendi di chi garantirà l’apertura e il funzionamento della pista e tutte le altre spese derivanti dall’attività. Saranno probabilmente 2 o 3 le persone impegnate a tempo pieno nella pista e l’obiettivo è di garantire un’apertura continuativa così da favorire la possibilità che questo spazio diventi presto un punto di riferimento e ritrovo soprattutto per i giovani.

D’altra parte la struttura si andrà a collocare in un punto strategico, sufficientemente centrale per molte località della vallata, prossima alla viabilità principale per Arezzo, vicina ad una scuola, ad un campo sportivo, ad un circolo, insomma può andare ad arricchire uno spazio che già ospita luoghi frequentati e di richiamo. È una realizzazione che potrà e dovrà durare nel tempo, che rappresenta un esempio originale in Toscana, qualcosa di nuovo e utile. Potrebbe nascere in Casentino la pista che da decenni si sta pensando di realizzare in Provincia di Arezzo, sarebbe un traguardo importante, ma dopo tutte le difficoltà e gli ostacoli che hanno dovuto affrontare alla Scuderia Etruria Racing forse preferiscono continuare e impegnarsi e lavorare per il progetto per fare presto, ma senza indicare date certe e scadenze, visto come è andata fino ad ora.

Vogliamo provare noi a ipotizzare che nel 2024 si possa finalmente vedere l’immancabile taglio del nastro. Lo auguriamo, ringraziandoli per quanto hanno fatto e stanno facendo, ai promotori e ideatori del progetto, ai futuri frequentatori e al Casentino.

Antiche testimonianze di fede della gente dell’Alpe di Catenaia

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di Terenzio Biondi – Non era certo facile la vita nei tempi passati nell’Alpe di Catenaia, terra di boscaioli e carbonai, di agricoltori e pastori. I pericoli erano sempre presenti, in ogni stagione: temporali e fulmini, grandinate, nevicate, ghiaccio, frane, incendi, lupi… Ma per portare a casa l’occorrente per vivere non c’erano alternative: bisognava quotidianamente armarsi di coraggio e prendere il sentiero che porta verso la montagna. Lassù in alto abbondavano i prati per le pecore, i boschi di castagni e faggi (la legna tagliata con segoni e asce serviva per riscaldare la casa e accendere il forno, e le castagne erano un’autentica ricchezza per la gente di montagna, che non aveva a disposizione molto grano).

Lassù si raccoglievano funghi, noci, fragoline di bosco… Si partiva da casa appena si faceva giorno, con in tasca un pezzo di pane, qualche mela e castagne cotte (l’acqua per bere si trovava presso le tanti sorgenti qua e là nel bosco). Si chiedeva l’aiuto del Signore facendo il segno della croce e poi quasi di corsa si prendeva il sentiero tutto in salita verso i boschi dell’Alpe di Catenaia.

Ogni tanto ci si fermava un poco, per riposarsi e anche per pregare davanti alle immagini della Madonna e di San Francesco poste a lato del sentiero. Immagini che ancora oggi si possono vedere lungo il sentiero 015 che da Vogognano porta al Casotto, per poi proseguire verso la Fonte del Baregno e il Sasso della Regina: poco a monte di Vogognano incontriamo una piccola statua della Madonna posta all’interno di un vecchio tronco di castagno cavo, circondata da tantissimi fiori; e più a monte, in una nicchia costruita su un muretto, una piccola statua di San Francesco che tiene in mano e accarezza uno dei tanti uccelli che lo accolsero festosi al suo arrivo al “crudo sasso”.

Il sentiero attraversa poi il Gravennino e da lì inizia la lunga salita in mezzo a boschi di castagni secolari. Enormi castagneti che con i loro frutti garantivano cibo per mesi e mesi alla gente dell’Alpe di Catenaia. E proprio al centro di un castagneto… eccolo, il tabernacolo della Madonna della Neve, al cui interno è visibile, dipinta sul legno, la Madonna con in braccio il piccolo Gesù.

Davanti alla Madonnina della Neve tutti si fermavano a chiedere il suo aiuto e poi riprendevano tranquilli e sicuri il lungo cammino per i boschi dell’Alpe di Catenaia fino alla sera.

(Rubrica I RACCONTI DEL TORRENTE Storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino di Terenzio Biondi)

Soci-Marciano-Poppi in bici

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di Marcello Bartolini – Eccoci arrivati all’autunno, un po’ presto ancora per il foliage ma, grazie alle temperature finalmente un po’ più fresche, si può godere appieno del nostro territorio. Visto che adesso siamo bene allenati, questo mese propongo un giro un po’ faticoso che però regala bellissimi paesaggi e ci può dare grandi soddisfazioni.

Partiamo da Soci, per chi arriva in auto ci sono molte possibilità di parcheggio, noi partiamo da piazza dell’orologio, orologio che, per inciso, ha scandito per molti anni il ritmo di lavoro del lanificio nel quale tuttora viene prodotto il Panno Casentino. Ci immettiamo sulla strada dei Mandrioli ed andiamo verso Partina. Raggiunto il paese si gira a destra alla chiesa, attraversiamo il ponte sull’Archiano e prendiamo la ciclabile, la percorriamo sino al ponte successivo, dove svoltando a sinistra andiamo verso Marciano. Ci aspetta una salita impegnativa, però in asfalto e questo facilita un po’ le cose.

Poco prima di arrivare in paese, una strada sterrata a destra va percorsa per pochi chilometri sino a quando non si trova un bivio che prendiamo sulla destra per raggiungere il “Farnetino”, da qui una discesa agevole ci porta a Poggiolo, sulla piazzetta ci sono gli ex lavatoi con una fonte che può essere utile per rifornirsi di acqua, abbiamo anche un paio di panchine per chi fosse già stanco. Mantenendo i lavatoi alle spalle, intravediamo una strada vicinale che percorriamo, ci porterà sulla comunale.

Poco prima del Molino di Gressa, andiamo a sinistra verso Camprena per riprendere la ciclabile che ci porterà a Bibbiena, per poi prendere la ciclabile dell’Arno sino a Poppi, da qui si può prendere l’asfalto e tornare a Soci. Noi abbiamo preferito allungare ancora un po’ ed andiamo a Memmenano, da dove poi ci dirigiamo verso le “Pescine”, seguiamo il sentiero e, facendo molta attenzione, prima di arrivare alla ex discarica, prendiamo in discesa verso “Casa Marco” e poi andiamo a “Casa Silli”, da qui, all’incrocio, andiamo a sinistra e rientriamo a Soci da dove eravamo partiti.

Giro un po’ impegnativo, ma davvero piacevole, alterna punti difficili ad altri decisamente più agevoli.

Le offerte di lavoro in Casentino del Centro per l’Impiego

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Preselezione codice AR-201905 Scadenza: 19/10/2023 Qualifica: addetto alla reception negli alberghi Si ricerca RECEPTIONIST per hotel con esperienza minima nel mondo dell’hotellerie. Inviare CV aggiornato. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: POPPI

Preselezione codice AR-201906 Scadenza: 19/10/2023 Qualifica: cameriere di bar Si ricerca CAMERIERE/A e supporto al reparto accoglienza per hotel. Necessaria esperienza nel servizio al tavolo e caffetteria. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: POPPI – D. Lgs. n.198/2006

Preselezione codice AR-201907 Scadenza: 19/10/2023 Qualifica: aiuto cameriere ai piani Struttura alberghiera 4 stelle ricerca AIUTO CAMERIERE/A AI PIANI. Il/la dipendente sarà affiancata/o da personale interno per il servizio di pulizia ed il riassetto delle stanze in albergo. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: POPPI

Preselezione codice AR-201921 Scadenza: 19/10/2023 Qualifica: elettricista per impianti esterni ed interni nelle costruzioni Si ricerca OPERAIO/A ELETTRICISTA per realizzazione impianti elettrici. Si valutano candidature con e senza esperienza. Si offre contratto a tempo determinato 3/6 mesi con possibilità di trasformazione a tempo indeterminato. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: POPPI

Preselezione codice AR-202433 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: addetto stipendi e paghe Studio commerciale ricerca OPERATORE ELABORAZIONE PAGHE E AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO INDETERMINATO Luogo di lavoro: BIBBIENA

Preselezione codice AR-202494 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: addetto ad attività di back office Importante struttura alberghiera ricerca un ADDETTO ALLE ATTIVITA’ DI BACKOFFICE. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: PRATOVECCHIO STIA

Preselezione codice AR-202502 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: aiuto cameriere ai piani Importante struttura alberghiera ricerca figura di AIUTO CAMERIERA/E AI PIANI. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: PRATOVECCHIO STIA

Preselezione codice AR-202552 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: addetto agli stiratoi per capi confezionati Azienda artigiana di capi abbigliamento ricerca ADDETTO AGLI STIRATOI PER CAPI CONFEZIONATI. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: POPPI

Preselezione codice AR-202553 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: Riparatori e manutentori di macchinari e impianti industriali Azienda artigiana di confezioni ricerca RIPARATORI E MANUTENTORI DI MACCHINARI E IMPIANTI INDUSTRIALI. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE O CONTRATTO DI MESTIERE Luogo di lavoro: POPPI

Preselezione codice AR-202253 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: badante Si ricerca figura come BADANTE per assistenza full time H 24 per coppia di anziani parzialmente autosufficienti. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: BIBBIENA

Preselezione codice AR-201139 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: Installatori e riparatori di impianti elettrici industriali Azienda ricerca elettricisti da impiegare nei vari cantieri di lavoro. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO INDETERMINATO Luogo di lavoro: CASTEL SAN NICCOLO’

Preselezione codice AR-201141 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: muratore in mattoni lavori di manutenzione Azienda ricerca muratori da impiegare nei vari cantieri di lavoro. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO INDETERMINATO Luogo di lavoro: CASTEL SAN NICCOLO’

Preselezione codice AR-199506 Scadenza: 26/10/2023 Qualifica: operatore macchine complesse perforazione del sottosuolo Si ricerca personale per impresa edile specializzata nelle opere di consolidamento: la risorsa individuata, dovrà essere in grado di eseguire micropali, tiranti ecc. in qualità di operatore macchine complesse perforazione del sottosuolo. Offerta lavoro tempo determinato con possibilità di trasformazione a tempo indeterminato. Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: SUBBIANO

OFFERTE DI TIROCINIO

Tirocini codice AR-202014 Scadenza: 20/10/2023 Qualifica: Addetti alla lavorazione di bigiotteria Azienda del settore orafo ricerca tirocinante da impiegare come ADDETTO ALLA LAVORAZIONE AL BANCO. Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: TIROCINIO Luogo di lavoro: PRATOVECCHIO STIA

OFFERTE DI LAVORO IN CONTATTO DIRETTO

Contatto Diretto codice AR-201782 Scadenza: 17/10/2023 Qualifica: tecnico della catalogazione informatizzata Agenzia per il lavoro CONFARTIGIANATO AREZZO ricerca APPRENDISTA IMPIEGATA/O per azienda orafa di Arezzo. La figura ricercata dovrà occuparsi di catalogazione e classificazione del campionario delle nuovi collezioni, gestione delle immagini e indicizzazione del catalogo online, customer care. Per candidarsi contattare il numero 0575314227 o inviare il CV per e-mail all’indirizzo AGENZIALAVORO@ARTIGIANIAREZZO.IT Richiesta esperienza: NO Tipologia contrattuale: APPRENDISTATO PROFESSIONALIZZANTE O CONTRATTO DI MESTIERE Luogo di lavoro: CAPOLONA

Contatto Diretto codice AR-201786 Scadenza: 17/10/2023 Qualifica: modellista in metallo Agenzia per il lavoro CONFARTIGIANATO AREZZO ricerca IMPIEGATO/A DESIGNER MODELLISTA per azienda orafa di Arezzo. La figura ricercata dovrà occuparsi di ideazione stilistica e ideazione nuove collezioni. Per candidarsi contattare il numero 0575314227 o inviare il CV per e-mail all’indirizzo AGENZIALAVORO@ARTIGIANIAREZZO.IT Richiesta esperienza: SI Tipologia contrattuale: LAVORO A TEMPO DETERMINATO Luogo di lavoro: CAPOLONA

Soci: il Salvino incontra i giovani

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L’amministrazione, come ogni anno, ripropone il dono dei libri alle scuole del comprensorio legando questa iniziativa non solo all’inizio del nuovo anno scolastico ma a tutta una serie di iniziative sulla promozione alla lettura, che l’amministrazione sta portando avanti da tempo anche attraverso le associazioni del territorio come Nata Teatro e la Biblioteca Giovannini.

Questa volta il dono dei libri è stata anche l’occasione per i ragazzi di incontrare e parlare con uno scrittore speciale, Salvo Salvi 93 enne di Soci autore di ben 13 libri sulla storia del suo paese, sulle tradizioni e sui ricordi più belli di una società in cammino.

E’ stata l’Assessora alla Cultura Francesca Nassini a promuovere questa iniziativa in collaborazione con alcuni docenti dell’Istituto Comprensivo di Soci.

Gli studenti si sono ritrovati nella sala della bandiera nella casa comunale di Palazzo Niccolini davanti a questo “monumento” alla simpatia, alla saggezza e alla curiosità che per tutti è Salvino con il suo ultimo libro dei 13 scritti nella sua vita ovvero “Va pensiero” edito dalla casa editrice Fruska.

Salvo Salvi non si è limitato a parlare del suo libro ma ha voluto coinvolgere i giovanissimi in una riflessione profonda sul ruolo della lettura in un mondo digitale e sull’utilizzo eccessivo del “telefonino” che porta molti ragazzi e ragazze “a estraniarsi dalla propria vita e dagli altri”.

(Fonte: Comune di Bibbiena)

Presentato il 16° rapporto di sostenibilità Colacem

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È stata presentata presso lo Stabilimento di Rassina (AR) la 16^ edizione del Rapporto di Sostenibilità Colacem.

Il management della società, insieme al direttore dello stabilimento toscano, ha descritto l’impegno dell’azienda nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità economica, ambientale e sociale.

Il Rapporto contiene informazioni sui temi più rilevanti individuati attraverso una specifica indagine su un campione rappresentativo dei portatori di interesse (stakeholder).

Attraverso testi, infografiche e tabelle di sintesi, viene fornita una visione d’insieme delle strategie e delle aree di operatività dell’azienda.

Dialogo costante con le comunità locali, neutralità carbonica, prodotti e servizi, gestione e biodiversità delle aree estrattive, sicurezza nei luoghi di lavoro, economia circolare, sono alcuni degli argomenti che informano un rapporto sempre più completo, nel quale la transizione energetica assume un rilievo particolare, anche in considerazione del contesto geopolitico.

Spiccano tra gli investimenti gli oltre 14 milioni di euro per l’impiantistica finalizzata alla sostenibilità, che portano nel triennio 2020-2022 a 38 milioni di euro il totale di investimenti per l’efficienza degli stabilimenti, la protezione dell’ambiente e il monitoraggio delle emissioni in atmosfera.

Tra gli interventi più importanti, ci sono i nuovi filtri ibridi negli stabilimenti di Gubbio (PG), Sesto Campano (IS) e Rassina (AR) per circa 2,5 milioni di euro ciascuno.

Il Rapporto, revisionato da Deloitte & Touche e redatto secondo le linee guida internazionali GRI-Standards (Global Reporting Initiative), è disponibile nella pagina “Sviluppo Sostenibile” del sito colacem.it.

Alcuni highlight:

  • 11 stabilimenti in 3 continenti
  • 38 milioni di euro per la protezione ambientale e la riduzione delle emissioni nel triennio 2020-2022
  • 000 euro di contributi per il sociale
  • il 47% degli acquisiti da fornitori locali
  • 000 piante autoctone messe a dimora nel 2022 per i recuperi ambientali
  • 000 tonnellate di rifiuti recuperati come materia, pari al 6,3% del totale
  • Il 15,9% dell’energia termica recuperata da rifiuti in sostituzione dei combustibili fossili (petcoke)
  • 000 ton di CO2 risparmiate grazie all’uso di biomassa
  • solo 8 grammi a tonnellata di clinker le emissioni specifiche di polveri
  • emissioni specifiche di polveri ridotte del 65% in 10 anni
  • il 21% dei camion alimentati a metano
  • 866 dipendenti in Italia e circa 2.000 nel mondo considerando le società del Gruppo
  • il 99,5% dei lavoratori a tempo indeterminato
  • 583 ore di formazione nel 2022

Lo sviluppo psicomotorio: 0-3 mesi: mi specchio nei tuoi occhi… #2

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di Antonella Oddone – Ricapitolando: quando il lattante piange la risposta più adeguata, sempre, è prenderlo in braccio e coccolarlo. Non è assolutamente vero che “così si vizia”. È importante parlarci il più possibile usando il “mammese”, linguaggio emotivo che tutti i genitori conoscono, spiegandogli via via tutto quello che fate: ora ci si cambia, poi si mangia, ci mettiamo il vestitino e si fa una bella passeggiata, poi bagnetto e nanna! In questo modo si crea un ritmo, un’abitudine, una routine che per lui è rassicurante. Sapere cosa aspettarsi serve sempre a placare l’ansia! Se i genitori parlano spontaneamente con i propri figli fin dai primissimi giorni, le loro parole contribuiscono a dare forma e significato a ciò che accade.

Il rumore di fondo è importante per creare una routine rassicurante: le attività della casa, la voce dei genitori, la musica, il silenzio. La televisione sempre accesa no, confonde e non attiva i centri deputati allo sviluppo di conoscenza e emozioni. Il telefonino naturalmente è proibito nei primi tre anni!

La posizione per dormire. I neonati e i lattanti devono dormire supini, per prevenire la morte in culla, o al massimo di fianco usando il cuscino apposito “nanna sicura“ per evitare che si girino, ma quando sono svegli devono anche stare proni per prevenire la plagiocefalia da posizione, una deformazione innocua e reversibile della testa del lattante che si verifica quando il bambino, supino, la tiene appoggiata sempre dalla stessa parte. Il cuscino «nanna sicura» si può usare, alternando i lati, anche per prevenire e curare la plagiocefalia.

Le attrezzature: marsupio e fasce sono indispensabili per muoversi in libertà con i bambini vicino (è quasi un “pelle a pelle”), con il sostegno dell’adulto; fino a due-tre mesi con il bambino girato verso di voi e dopo rivolto verso il mondo esterno. La seggiolina-sdraietta: quelle moderne sono molto avvolgenti e offrono un buon sostegno a testa e tronco. La carrozzina si usa per andare a spasso e per dormire, ma già a due mesi per le passeggiate è molto meglio sostituirla con il passeggino: i bambini devono poter osservare il mondo. Si può uscire anche quando piove, anzi è molto divertente! Con le coperture impermeabili e trasparenti si osserva la pioggia e non ci si bagna!

I giocattoli. I giochi più importanti per il nostro bambino siamo noi! È il nostro viso, le nostre espressioni mutevoli, la nostra voce, le nostre coccole che il bambino desidera e ama. Vanno bene oggetti animati dall’adulto tipo i burattini e soprattutto filastrocche e ninne nanne da cantare. È importante proporre una cosa alla volta, alla distanza giusta (20-30cm), brevi periodi di attività e soprattutto è importante rispettare i segnali di stanchezza. La classica casina delle api può essere una compagnia iniziale più che altro per la musichetta, ma è molto ripetitiva, può diventare pericolosa via via che il bambino cresce e come tutti i giochi meccanici o peggio elettronici andrebbe evitata. I bambini hanno bisogno di specchiarsi negli occhi dei genitori, non di surrogati meccanici!

DOTT.SSA ANTONELLA ODDONE Medico pediatra

(Rubrica ESSERE L’Equilibrio tra Benessere, Salute e Società)

Renato Cresci, un bibbienese nella tragedia del Vajont

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Renato è andato a teatro con la moglie e la figlia per celebrare, ancora una volta, una tragedia annunciata di cui lui è stato testimone quando aveva 22 anni e fu mandato sui luoghi del disastro insieme a tanti altri giovani che stavano facendo la leva militare. Ancora una volta perché Renato in quei luoghi è tornato tantissime volte, riportando i suoi occhi e il suo cuore a rendere omaggio alle 1910 persone che persero la vita in 4 minuti. Un cuore ancora sanguinante, quello di quel ragazzo oggi nonno di quattro nipoti.

Sono passati 60 anni ma la sera del 9 ottobre del 1963 Renato se la ricorderà per sempre. Il suo racconto: “Erano le 11, me lo ricordo benissimo e suonò l’allarme. Io ero nel 182° Reggimento Garibaldi. Non era un’esercitazione ci dovevamo spostare. Lungo la strada venimmo a sapere di qualcosa che era accaduto in una diga, ma niente di più. Impiegammo circa un’ora e nel tratto di strada che facemmo sui camion dell’Esercito, incontrammo auto con gente che gridava. Ancora non riuscivamo a capire. Fu quando attraversammo il Piave che la situazione ci si presentò davanti in tutta la sua tragicità: il fiume portava giù di tutto. Quando arrivammo nei luoghi colpiti dall’onda anomala vedemmo cose che è difficile raccontare”.

Renato si ferma, con la mano stringe quella della moglie che gli sta accanto per aiutarlo a raccontare, ancora una volta, mentre gli occhi non contengono le lacrime. Un imprenditore, un uomo fortissimo che si piega al dolore del ricordo.

Renato riprende il racconto: “La prima scena che mi si parò davanti e che non è più andata via dalla mia mente è quella di un padre disperato che teneva tra le braccia il suo bambino a cui la furia dell’acqua aveva tolto tutto, la vita e i vestiti. Poi il cimitero. Le tombe erano state devastate, come le casse e i morti che riposavano lì erano stati scaraventati nel fiume insieme a tutto il resto. Ricordo il campanile, in piedi, come un eroe fiero che assiste alla devastazione e piange i suoi figli. Noi militari lavorammo senza sosta per tanti giorni tra macerie, acqua e pianti. Dormivamo poco. Io dormivo nel cassone di un camion tra le zappe che utilizzavamo per fare il nostro dovere. Per tirarci su, per farci andare avanti, ricordo ci davano grappa a volontà. Come se quella potesse salvarci da quello che avevamo visto, sentito. No, non era possibile”.

Renato mostra l’Attestato di Benemerenza che gli fu riconosciuto come a tanti altri giovani dal Ministero della Difesa. A un certo punto in questo attestato si trova scritto “riaprirono le strade, gettarono i ponti, donarono ai superstiti il conforto di una assistenza fraterna, fiorita d’amore”.

Roberto è tornato in quei luoghi per tantissime volte nella sua vita, anche in viaggio di nozze passò di lì e l’ultima è in questa lunga Estate. Erto e Casso, in provincia di Pordenone, in Friuli Venezia Giulia sono un luogo che per lui significa tanto. A 83 anni ricorda tutto nei minimi particolari, ha voglia di portare testimonianza, di ricordare quelle 1910 persone che furono trascinate via dall’acqua, ma prima ancora da una valutazione scellerata dell’uomo.

(Fonte: Comune di Bibbiena)

Abbandoni e rinunce di proprietà

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Negli ultimi anni abbiamo rilevato – in linea di massima- una discreta riduzione degli abbandoni. Parallelamente sempre più cani (non tutti, purtroppo!) rinvenuti vaganti risultano dotati di microchip, il cui inserimento è un obbligo di legge in vigore da anni. Quello che ci preoccupa molto è invece l’andamento delle rinunce di proprietà da parte di privati. Nel 2021, su 12 cani entrati al canile Rifugio, ben 8 provenivano da rinunce di proprietà e solo 4 da canile sanitario (ossia trovati vaganti).

Nel 2022 i numeri delle cessioni si erano notevolmente abbassati, tanto da farci tirare un sospiro di sollievo. Purtroppo il 2023 ha nuovamente segnato un incremento. Ma cosa si intende per rinuncia di proprietà e in quali casi è ammessa? La Legge regionale toscana n. 59 del 20 ottobre 2009 disciplina all’art. 28 la rinuncia alla detenzione del proprio cane (regolarmente iscritto all’anagrafe canina regionale) e la cessione a canile rifugio: il responsabile del cane, nel caso in cui per gravi motivi sia impossibilitato a tenere presso di sé l’animale, può far domanda al sindaco del comune di residenza per l’autorizzazione a consegnare il cane ad una struttura canile rifugio.

L’ingresso in canile, ad esclusione di situazioni di estrema ed evidente gravità (decessi, importanti problemi di salute, ecc) dovrebbe rappresentare l’ultima soluzione a cui il proprietario ricorre dopo il fallimento di possibili alternative (percorsi di rieducazione in caso di problemi comportamentali del cane, pensione privata, ricerca di una nuova famiglia ecc). Sempre più spesso, invece, la cessione al canile è considerata dai cittadini la prima o l’unica soluzione – veloce ed economica- per liberarsi di un problema (a volte neanche reale).

Ciò, in primis, va a discapito del benessere animale ma rappresenta anche un costo per le amministrazioni e può creare gravi problemi di sovraffollamento nella struttura. Ricordiamo che il canile Rifugio del Casentino può ospitare un massimo di venti cani. Viste le dimensioni ridotte, qualora crescesse ancora il numero di ingressi legati a rinunce di proprietà, mancherebbero posti per accogliere i cani vaganti recuperati sul territorio, scopo primario a cui è adibita la struttura. Ciò premesso è molto importante che i Sindaci, preposti a pronunciarsi sulle domande di cessione, valutino in maniera approfondita le motivazioni sottostanti alla richiesta per verificare la sussistenza di “gravi motivi” e, naturalmente, anche la disponibilità di posti assegnati al proprio Comune.

Da parte nostra intensificheremo la campagna di sensibilizzazione e continueremo a prodigarci per offrire un supporto ai cittadini nel trovare soluzioni alternative all’ingresso in canile (aiuto nel trovare una nuova famiglia, consulenze cinofile ecc).

Canile intercomunale di San Piero in Frassino http://canilicasentino.blogspot.com Per info: 347.5421554 – orario di apertura al pubblico: Sab. e Dom. dalle 10,00 alle 12.00

(Rubrica CASENTINO A 4 ZAMPE a cura di Elisabetta Macinai)

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