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venerdì, 19 Aprile 2024

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Sanità, con i nuovi incarichi più poltrone e meno letti

Mugnai (Pdl): «Si tagliano i servizi e si incrementa l’apparato: allucinante». L’assessorato alla salute della Regione Toscana non lascia, anzi raddoppia: si dota di un nuovo capo di dipartimento (l’attuale direttore generale di Careggi Valtere Giovannini) e in più crea un incarico ad hoc per l’uscente Edoardo Majno. Così secondo indiscrezioni di stampa che secondo il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai tratteggiano «uno scenario allucinante in cui si tagliano i posti letto negli ospedali e si incrementano addirittura le poltrone di un sistema sanitario che rischia di collassare proprio sotto il peso del suo stesso apparato, quello che da tempo noi chiediamo di snellire poderosamente».
Peccato che nella manovra d’arredamento sanitario ‘meno letti e più poltrone’ a rimanere in piedi rischiano di essere, come al solito, i toscani: «Mentre i cittadini sono alle prese con una riduzione drastica e sistematica dei servizi a fronte di ticket sempre più esosi – attacca Mugnai – la giunta regionale provvede ad assicurare più seggiole per tutti i soliti noti, i volti storici della sanità toscana, il cerchio magico che l’ex assessore regionale alla sanità e attuale governatore Enrico Rossi si è costruito in lustri di gestione della sanità. Da mesi chiediamo che il sistema regionale della sanità si apra a nuove energie, anziché privilegiare le solite facce. Invece anche su questo fronte dobbiamo constatare che non siamo stati ascoltati».
Piuttosto clamoroso il caso della attuale direttrice della Asl 6 di Livorno Monica Calamai, protagonista nelle scorse settimane di una girandola di ipotesi spostamento e adesso, a quanto pare, destinata alla Asl 4 di Prato e al Sior: «E’ l’esempio lampante di quanto la sanità toscana sia asservita alla politica – osserva Mugnai – visto che i precedenti annunci di un suo trasferimento furono fatti anch’essi, quando si dice il caso, alla vigilia delle primarie Pd, forse con l’intento di ammansire gli amministratori locali della sinistra cui la gestione Calamai davvero non va a genio». Ovvio il corollario: «Finché le logiche che guidano le scelte della sanità saranno queste, c’è poco da sperare».

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